Serie TV > Sherlock (BBC)
Ricorda la storia  |      
Autore: yllel    23/08/2015    5 recensioni
Tutti possono sbagliare. Anche Sherlock Holmes... ma chissa' che non ne possa venire qualcosa di buono!
Fanfic sherlolly
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Molly Hooper, Quasi tutti, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Sono tornata!!!
Ciao a tutti... è davvero bello essere di nuovo qui a raccontare sherlolly. Mi sono impigrita e per pubblicare devo aspettare di avere una wifi disponibile, ma a parte questo ecco una nuova storia.
L’idea di partenza non è particolarmente originale, è già stata sviluppata in altre fanfic ma mi divertiva troppo...anche se nulla mi appartiene, ovviamente.
 
 
IL MALINTESO DEL FIDANZATO LIQUIDATO
 
 
“Smettila, Sherlock. Siete inquietanti, tutti e due”
John Watson fece una smorfia e cercò di tornare a concentrarsi nella lettura del suo giornale, ma la vista che gli si presentava davanti era alquanto distraente e rinunciò ben presto. Mise il quotidiano da parte con un sospiro.
“Ma tu guarda...” brontolò fra sè e sè, tornando ad osservare sua figlia e il suo migliore amico che, dall’altra parte del divano, stavano affrontando un’epocale battaglia di sguardi per la quale nessuno dei due sembrava intenzionato a cedere per primo.
“Ha cominciato lei” replicò il consulente investigativo senza distrarsi.
John scosse la testa.
Lei ha solo tre mesi!” ribattè irritato “e non ha cominciato proprio nulla! Sei tu quello che insisti nel dire che la bambina ti sta sfidando a distogliere lo sguardo per primo! È ridicolo, non credi?”
Sherlock non rispose.
Dal canto suo, Emily Watson fece una bolla di saliva enorme, ma continuò a fissare il suo padrino mentre un rumore di chiavi girate nella serratura annunciava  il ritorno della padrona di casa.
“Eccomi!” la voce di Mary arrivò infatti dalla porta da dove era appena entrata, e John si affrettò ad alzarsi per toglierle di mano le borse della spesa che portava con sè.
“Grazie tesoro” lei gli sorrise e poi spostò  l’attenzione verso il salotto.
“Oh, di nuovo la battaglia di sguardi?” chiese divertita mentre si avvicinava al divano dove erano posizionati Emily e Sherlock  e li sorpassava per andare ad appendere il  cappotto “chi vince?”
Il consulente investigativo fece un mezzo sorriso, attento a non cambiare troppo l’espressione del suo viso.
“Vedi, John? Tua moglie è molto più perspicace di te” commentò soddisfatto.
“Come se questa fosse una novità” fu la risposta divertita che arrivò dalla cucina mentre il Dottore sistemava la spesa.
Mary ritornò nella stanza e gli si avvicinò per dargli un bacio, che lui ricevette molto volentieri. Il loro piccolo interludio fu interrotto da un’esclamazione soffocata a cui seguì una risatina di sua moglie.
“Che succede?” chiese John alzando un sopracciglio.
Lei gli strizzò l’occhio.
“Credo che nostra figlia abbia appena vinto” sussurrò con fare cospiratorio.
“Mary! L’infante ha appena prodotto dei suoni tremendi a cui è seguito un odore nauseabondo! Come possa da un corpo cosi piccolo arrivare tanta roba maleodorante è un mistero... Questo si chiama giocare sporco, in tutti i sensi!”
La voce petulante di Sherlock indicò come si fosse allontanato in fretta dall’ovetto in cui era sistemata Emily.
I coniugi Watson si misero a ridere e Mary si affrettò nel salotto.
“Oh, il mio tesoro!”  annunciò con amore arrivando a prendere in braccio la bambina “hai di nuovo spaventato lo zio Sherlock e hai vinto! Sono cosi fiera di te! Andiamo a cambiarci, su... lasciamo il bambino grande a rimuginare sulla sua sconfitta”
Emily fece un meraviglioso sorriso  e gorgogliò soddisfatta mentre veniva portata nella nursery per essere cambiata.
John finì di sistemare la spesa e tornò verso il divano.
“Non fare il broncio”
Le braccia conserte, Sherlock Holmes fece una smorfia.
“Non sto facendo il broncio” rispose guardando fisso davanti a sè.
John inclinò la testa.
“Si, invece”
L”amico gettò le braccia in aria infastidito.
“Tua figlia non conosce le buone maniere” annunciò.
Il Dottore gli si avvicinò esasperato.
“Mia figlia esercita perfettamente le sue funzioni corporali ma non ne ha il controllo. È solo un caso che le succeda spesso quando è in tua presenza. O in braccio a te”
Il consulente investigativo alzò un sopracciglio in modo dubbioso.
“Non ne sono cosi convinto”
“Smettila. Lei ti adora e tu lo sai”
“Ho detto che ha cattive maniere, non che non ha buon gusto” Sherlock sorrise con soddisfazione.
John scosse la testa e si prese un momento per considerare quanto la loro vita in quel momento fosse perfetta.
Il ritorno di Moriarty era stato risolto (in verità non era un vero ritorno, quell’uomo era morto e un rimasuglio della sua rete aveva tentato di riportarne in vita la minaccia nella speranza di guadagnarci qualcosa), Sherlock era stato perdonato e il suo viaggio cancellato, ed Emily era arrivata a portare uno stato assoluto di felicità che a volte al Dottor Watson sembrava ancora irreale.
E perfetta era l’unica parola che gli veniva in mente per descrivere la sua vita in quel  momento.
“Mi annoio” la frase mormorata con un gemito dal divano arrivò a interrompere i suoi pensieri.
Perfetta... o quasi.
John fece un sospiro: quando Sherlock si annoiava c’era sempre un potenziale pericolo dietro l’angolo.
Lo osservò lanciare un’occhiata indagatrice verso la stanza dove Mary stava cambiando la bambina.
“Scordati di fare un’altra battaglia di sguardi con Emily. È ora del suo riposino ed è importante che mantenga i suoi ritmi” gli disse con fermezza.
Sherlock sembrò sul punto di replicare, ma poi strinse le labbra.
L’amico fu preso a pietà.
“Vuoi che verifichiamo sul sito se ci sono casi interessanti?” propose cercando contemporaneamente con gli occhi per la stanza il computer, ma senza trovarlo: era incredibile come l’arrivo di un neonato facesse sembrare una casa l’epicentro di un’esplosione nucleare.
Il consulente investigativo sembrò considerare l’idea, ma poi la scartò con un cenno di diniego.
“No. Sono sicuramente tutte situazioni estremamente noiose”
John andò alla ricerca nella sua mente di una soluzione alternativa.
“Perchè non vai al Bart’s a condurre qualche esperimento? Mi hai detto l’altro giorno che avevi avuto qualche idea interessante”
Sherlock si era messo a giocare distrattamente con un animale di pezza e gli rispose senza neanche alzare la testa.
“Molly non c’è. È il suo giorno libero” annunciò, mentre cercava di capire la conformazione anatomica di ciò che aveva in mano strizzandolo e rigirandolo per ogni angolo possibile.
John aggrottò le sopracciglia a quella risposta e nello stesso  momento si alzò per togliergli il giocattolo dalle mani prima della sua inevitabile disintegrazione.
“E con questo? Tu vai regolarmente in laboratorio anche quando lei è assente” gli disse incuriosito.
Sherlock alzò le spalle con noncuranza.
“Non sarebbe altrettanto divertente e soddisfacente senza di lei”
Il Dottor Watson assunse un’espressione sorpresa e poi lentamente un sorriso gli affiorò sul viso.
“Divertente, eh?” negli ultimi tempi Molly e Sherlock avevano trascorso molto tempo insieme ed era lampante a tutti come il loro rapporto fosse cambiato. John aveva davvero sperato che i recenti avvenimenti costringessero l’amico a rivalutare alcune situazioni (tipo “sono sposato con il mio lavoro”), ma non c’era stato alcun progresso e si era rassegnato. Ma ora quell’affermazione sembrava smuovere un po’ le acque.
“E soddisfacente...” commentò divertito, guadagnandosi un’occhiata curiosa da parte di Sherlock, che non si era probabilmente neanche accorto del tenore della sua dichiarazione fino a che non aveva visto l’espressione ammiccante dell’amico.
Mary entrò nella stanza.
“Si è addormentata di colpo. Avere a che fare con zio Sherlock è estenuante anche per lei. Che succede?” chiese notando il silenzio fra i due uomini.
John si girò verso di lei con un sorriso.
“Sherlock ritiene inutile andare al Bart’s perchè Molly non c’è” annunciò.
Sua moglie aveva già cominciato a riordinare il salotto e mancò di cogliere il suo sguardo allusivo.
“Oh si” rispose con fare distratto mentre piegava una copertina “oggi è il suo giorno libero. Ed è a pranzo con quel chirurgo che le ha chiesto di uscire la settimana scorsa, ti ricordi che te l’ho detto? Sembra un tipo carino... fortunatamente single. Appena trasferito. Amante degli sport all’aria aperta. Sembra piacerle molto”
John colse l’improvviso irrigidimento della mascella di Sherlock e la sua inspirazione profonda.
Interessante.
“No, non me lo ricordavo” commentò casualmente “ma sono contento che Molly abbia finalmente ripreso a uscire con qualcuno. Era davvero troppo tempo che era da sola, non trovi Sherlock?”
Il consulente investigativo si limitò a fissare il muro davanti a sè con sguardo corrucciato, poi un sorriso gli apparve in volto.
“No, non direi” rispose “Considerando che comunque non durerà, trovo che sia tempo sprecato. Probabilmente farei meglio a interrompere l’appuntamento con il pretesto di qualcosa che mi serve in laboratorio, le eviterei la fatica di trascinarsi in un tedioso rapporto che ovviamente non porterà da nessuna parte. Si, credo che sia mio dovere morale raggiungerla e salvarla da questa situazione”
Si alzò con soddisfazione e fece per avviarsi verso la porta quando la voce irritata di Mary lo bloccò.
“Aspetta un attimo” esclamò la Signora Watson, le mani puntate sui fianchi “non sai nulla di questo tizio e già dici che non può funzionare? Neanche tu puoi arrivare a tanto!”
Sherlock inclinò per un attimo la testa cercando di elaborare quello che gli era appena stato detto e assunse un’aria perplessa.
“Non capisco. È chiaro che non funzionerà” dichiarò infine con semplicità.
Mary sbattè un piede a terra per la frustrazione.
“E come lo sai?”
Sul viso di Sherlock si delineò un sorriso più deciso.
“Mary, Mary, Mary...” iniziò con tono condiscendente “Molly Hooper ha tentato in più occasioni di intraprendere un rapporto romantico e non c’è mai riuscita... la sua evidente attrazione per me la limita ogni volta. Il che è un bene, perchè le permette di concentrarsi sulle sue innumerevoli qualità di patologa e di approfondire le sue capacità in un campo in cui eccelle senza inutili distrazioni. Devo ricordarti che ha perfino rotto un fidanzamento a causa mia?”
“Che cosa?”
“Ha liquidato Tom perchè non c’era alcuna possibilità che lui potesse sostituirmi!”
Sherlock aveva pronunciato queste parole con un tono di ovvietà, ma a quell’ultima affermazione  i  coniugi Watson spalancarono entrambi la bocca sorpresi.
Poi John si voltò lentamente verso sua moglie.
“Lui non lo sa” esclamò in tono incredulo.
Lei si limitò a scuotere la testa.
“Oh cielo. No davvero. È incredibile” commentò infine stupefatta.
Sherlock socchiuse gli occhi.
“Che cosa?” chiese con un’improvviso e sottile strato di agitazione “che cosa non so?”
“Lo sappiamo tutti” rispose John senza veramente spiegarsi “voglio dire... l’abbiamo saputo alla fine, certo. Ma lo sappiamo tutti... noi, Lestrade e la Signora Hudson. E tu no... pensavamo che fossi l’unico a saperlo fin dall’inizio e certo non c’è mai stata occasione di parlarne ma... oh caspita. Non lo sai davvero”
“Sapere cosa, John?” ruggì spazientito Sherlock.
“Tom non era il fidanzato di Molly” dichiarò Mary “era una guardia del corpo che Mycroft le aveva affidato. È rimasto fino a che non c’è stata la sicurezza che il tuo ritorno non avesse scatenato chissà quali conseguenze rispetto alla sua partecipazione nella tua finta morte”
L’unico consulente investigativo al mondo spalancò gli occhi e i suoi amici lo osservarono preoccupati mentre elaborava le ultime informazioni che gli erano state date.
Aveva visto Molly e Tom insieme solo due volte e in entrambi  i casi era stato preso dalla contingenza di situazioni ben più pressanti: la conferenza stampa per il suo ritorno e il matrimonio di John e Mary; non si era potuto o voluto soffermare ad analizzare le loro azioni o il loro modo di comportarsi. Si era detto che non voleva intromettersi, ma in verità una parte di lui non riusciva ad accettare che Molly fosse andata avanti.
Quando l’aveva schiaffeggiato al laboratorio lui aveva notato l’assenza dell’anello e aveva fatto un commento caustico sulla fine del fidanzamento (e non era per niente dispiaciuto, su quello aveva mentito)... ma anche in quel momento la situazione non era certo ottimale per una discussione o un confronto. Era saltato alle conclusioni, pensando che quella sua brutta copia non fosse riuscita a smuovere Molly dall’affetto che provava per lui.
Ricordava ancora con rincrescimento il suo sguardo ferito e poi le cose avevano assunto un ritmo vertiginoso: Janine, Mary, Magnussen... l’esilio, il ritorno per il finto Moriarty e poi di nuovo loro due, come ai vecchi tempi.
E a Sherlock Holmes di certo non interessava riprendere l’argomento di un vecchio fidanzato, per di più inetto (“Pugnale di carne”? Ma per favore...)
 “Ridicolo!” esclamò a gran voce quando ritornò al presente: notò infastidito che John e Mary si erano seduti sul divano ed erano intenti a leggere; evidentemente era stato assente per un po’, ma questo non giustificava il fatto che sembrassero cosi indifferenti al dramma che si stava verificando.
Non era davvero possibile che lui fosse stato cosi... cieco.
“Che cosa è ridicolo?” chiese Mary senza distogliere lo sguardo dalla sua rivista.
“Tutto!”
La sua affermazione si guadagnò solo due occhiate perplesse.
“Sherlock” cominciò la donna con voce ragionevole “Credo che tu debba cominciare a considerare l’idea che a Molly non piaci più, non in quel senso almeno. Ne sono la prova il fatto che è a suo agio con te quando interagite e il fatto che stia uscendo con questo tizio... non si stava riprendendo dalla fine triste di un fidanzamento, stava solo aspettando di essere pronta e non le posso dare torto. Con tutto quello che è successo in questi ultimi mesi... finalmente si sente abbastanza tranquilla da provare a costruire qualcosa con qualcuno senza che capiti chissà cosa. E ti assicuro che questo medico sembra proprio una brava persona, sono sicura che la tratterà bene e”
La porta sbattè con forza mentre un consulente investigativo nel pieno del panico si precipitava fuori.
Emily iniziò a piangere disturbata dall’improvviso rumore.
Mary Morstan Watson cominciò a ridere.
 
***
 
“E ovviamente la scelta delle scarpe è fondamentale”
“Ovviamente” concordò Molly Hooper, cercando di nascondere uno sbadiglio rivolgendo la testa verso il piatto.
“Voglio dire... ce ne sono davvero di tanti tipi ma la cosa più importante è la conformazione della suola e la tenuta in caso di pioggia, tu non hai davvero idea di come sia importante avere il piede asciutto e” l’uomo si interruppe e scosse divertito la testa.
“Scusa. Ti sto annoiando a morte” disse con un mezzo sorriso.
Molly alzò lo sguardo di scatto.
“No! No, sul serio! Stai dicendo delle cose molto interessanti e utili. Il piede asciutto è molto importante!” cercò di mettere tutto l’entusiasmo possibile nelle sue parole e sperò di essere convincente: certo l’argomento di conversazione non era molto intrigante, ma lei era più che decisa a far funzionare quell’appuntamento e se si sforzava solo un pochino poteva sicuramente trovare affascinante la scelta delle calzature per le escursioni in montagna.
Il suo accompagnatore allargò il sorriso sul suo volto.
È un bel sorriso, pensò la patologa.
“Non preoccuparti, ho esagerato con il mio entusiasmo... l’escursionismo è una delle mie grandi passioni. Ma ti assicuro che so parlare di molte altre cose e che sono anche un ottimo ascoltatore, quindi ora cambieremo argomento. Anche se non ti nascondo che mi piacerebbe portarti a fare un’uscita, una volta”
“Non è davvero il caso”
Le due teste scattarono verso l’alto in direzione della voce che aveva parlato.
“Sherlock!” mormorò Molly a denti stretti non appena si fu ripresa dallo shock “che diavolo ci fai qui?”
“Evito che tu venga coinvolta in una situazione potenzialmente pericolosa, a quanto pare. Hai idea di quante persone si fanno male ogni anno durante delle escursioni?”
“Ehm... veramente io sono molto attento ed esperto e di certo non proporrei a Molly una situazione difficile e farei in modo che fosse attrezzata nel modo giusto e... chi cavolo è Lei?” anche l’appuntamento di Molly si era evidentemente ripreso dall’interruzione e ora esibiva un’aria irritata.
Sherlock non lo degnò di un’occhiata e continuò a fissare la patologa, la quale fece un sospiro di sconforto e procedette con le presentazioni.
“Simon, Sherlock Holmes.
Sherlock, il Dottor May. Il mio accompagnatore. Stiamo pranzando, a quanto vedi” terminò, sperando che le ultime parole servissero in qualche modo a farlo andare via.
Per tutta risposta, il consulente investigativo si sedette al tavolo.
“Dobbiamo parlare”
Molly abbassò la testa sconsolata.
“Non puoi aspettare che io abbia finito?” chiese con voce flebile.
“Ovviamente no”
Il suo tono sicuro ebbe il potere di farla infuriare.
“E invece si! Questo è un appuntamento, Sherlock! E tu non sei stato invitato! Di qualsiasi cosa si tratti sono sicura che possiamo rimandare a”
“Dobbiamo parlare di Tom” la interruppe lui con un tono asciutto, anche se il suo tamburellare delle dita sul tavolo indicava un certo nervosismo.
Sul viso di Molly si dipinse un’espressione di autentico stupore.
“Vuoi parlare di Tom?” chiese allibita.
“Chi è Tom?” si intromise Simon.
“Il suo finto fidanzato” rispose Sherlock.
“Cosa? Sei fidanzata?”
Il consulente investigativo emise un suono di frustrazione a tutte quelle inutili interruzioni.
“Certo che no!” ribattè spazientito “Sei sordo? Ho detto finto... in verità era la sua guardia del corpo”
“Guardia del corpo? E perchè avevi bisogno di una guardia del corpo?”
Simon cominciò a guardarsi intorno con fare nervoso, quasi si aspettasse di vedere comparire qualche man in black con le armi in pugno.
Sherlock ne ebbe abbastanza.
“Basta. Vattene” disse agitando la mano.
Quasi automaticamente (e con un’espressione quasi sollevata) il chirurgo si alzò.
“No!” lo implorò Molly “Per favore, rimani” il tamburellare del consulente investigativo sul tavolo si fece più insistente.
La patologa scosse la testa con violenza.
“Anzi no” disse alzandosi e prendendo la borsa “hai ragione, ce ne andiamo. Possiamo pranzare da un’altra parte, ti assicuro che non verremo più disturbati” dichiarò a denti stretti.
Simon però non sembrò favorevole a questa soluzione, perchè con uno sguardo incerto rivolto a Sherlock fece una smorfia.
“No, senti... evidentemente c’è qualcosa di cui dovete parlare. Sarà sicuramente importante...” deglutì a fatica guardandosi di nuovo in giro con incertezza “e questa storia delle guardie del corpo...è un po’ strana. Io sono un tipo tranquillo, sai... ma è stato un piacere. Naturalmente offro io, pago alla cassa. Ciao!” si affrettò a rassicurare mentre era già a metà strada verso l’uscita.
“Idiota” mormorò Molly.
“Concordo” rispose Sherlock sistemandosi meglio sulla sedia.
La donna si girò verso di lui con uno sguardo furioso.
“Non lui, tu!”
In reazione all’insulto, lui raddrizzò le spalle e strinse le labbra.
“Era un buon appuntamento...” continuò lei “davvero buono. Un tizio normale, con un buon lavoro e tante qualità. E un bel sorriso, non dimentichiamo il bel sorriso...” finì tristemente.
Con un sospiro si sedette.
Poi tornò a guardare Sherlock con gli occhi che mandavano lampi.
“Farai meglio ad avere un’ottima spiegazione per tutto ciò, Sherlock Holmes!”
Lui si limitò per qualche secondo a ricambiare lo sguardo e una vocina dentro di lui gli ricordò ciò che Mary aveva affermato: la patologa non sembrava più minimamente intimorita da lui e questo poteva davvero essere sintomo del fatto che non fosse più interessata.
 Il pensiero lo irritò e lo fece sbottare.
“Tom non era il tuo fidanzato!”
Molly inclinò la testa perplessa.
“Certo che no”
“Perchè lo sapevano tutti tranne me??”
L’ostilità sul viso di Molly fu sostituita da pura sorpresa.
“Che cosa? Ma certo che lo sapevi!”
Sherlock strinse ancora di più le labbra per l’irritazione.
“Credimi, è un particolare di cui mi sarei ricordato!”
La patologa lo fissò per un attimo e poi spalancò la bocca.
“Oh” esclamò infine.
“Già, oh” rispose lui incrociando le braccia al petto ed esibendo un’aria estremamente offesa.
“Ma... Ma Mycroft aveva detto che tu... tu ne eri al corrente”
“Mycroft ha mentito e la pagherà cara. Aspetta che lo dica a mamma” dichiarò Sherlock in tono minaccioso.
Molly scosse la testa, decidendo di sorvolare su quell’ultima dichiarazione decisamente strana e di procedere invece con le spiegazioni.
“Mi ha affidata a Tom e ha detto che avremmo dovuto fingere per un po’, per essere sicuri che non ci fossero problemi. Gli ordini erano di recitare sempre, in qualunque occasione...”
Piccoli infiniti dettagli cominciarono a prendere forma nella mente del consulente investigativo.
“Cosi quando siamo rimasti soli quel giorno dopo aver risolto casi tu hai continuato a fingere...” disse pensoso “portavi un anello e hai rifiutato il mio invito a mangiare fish and chips e mi hai raccontato di voi due”
“Ero convinta che tu mi stessi  tenendo la parte, nel caso ci fosse stato qualcuno in ascolto!”
Sherlock fece una smorfia ad un ricordo improvviso che lo assalì.
“Mi hai detto che facevate un sacco di sesso!” accusò.
“Era solo per scherzare!” replicò lei esasperata.
Non era stato per niente divertente, pensò Sherlock infastidito.
“Scherzare? E tutte quelle moine al matrimonio di John?”
“Gli ho piantato una forchetta nella mano, al matrimonio di John! Non credi che questo potesse essere un po’ rivalatore di come stessero in verità le cose? Tutta quella storia mi stava davvero stufando e dopo poco ho chiesto a Mycroft che la sorveglianza fosse revocata”
“Non hai detto nulla quando quel giorno ho commentato l’assenza dell’anello”
Lo sguardo di Molly al ricordo di quella circostanza si fece di fuoco.
“Smettila subito!” rispose riprendendo inconsciamente le parole dette in quell’occasione, quando Sherlock aveva scelto di liquidare la sua richiesta di scuse con una frase cattiva e senza senso “Eri appena risultato positivo ad un test antidroga e l’ultimo dei miei pensieri riguardava il fatto di poter discutere della fine del mio finto fidanzamento... e tu più di tutti dovevi esserne consapevole!”
“Ah si? E per quale strano motivo pensi questa cosa?”
“Perchè tu sei tu! Tu sei Sherlock Holmes!”
“Beh, non credi che avessi altro per la mente piuttosto di stare a esaminare te e il tuo amichetto? Scommetto che vi siete comunque divertiti un sacco, ma io non mentivo quando ho detto che ti meritavi di essere felice!”
Entrambi avevano alzato il tono della voce tanto da attirare qualche occhiata curiosa da parte degli altri avventori del ristorante, ma improvvisamente Molly si portò una mano alla bocca ed emise un gemito.
“Che c’è?” le chiese preoccupato Sherlock.
Lei si limitò a scuotere la testa e a guardarlo a occhi spalancati.
“Molly? Che ti succede?”
Lei allontanò lentamente la mano dalla bocca ma continuò a fissarlo, fino a che non ritrovò la parola.
“Quindi...” iniziò lentamente “quindi tu quel giorno mi hai davvero chiesto di mangiare con te. Non era un modo per parlare del mio finto fidanzamento e sviare eventuali sospetti. Tu volevi davvero... uscire  con me”
Sherlock fu lesto a puntare gli occhi su un punto lontano nel muro di fronte a lui.
“Io... ecco... si. Il mio invito era sincero” ammise infine con difficoltà.
Il silenzio e l’imbarazzo sostituirono i toni accesi di qualche secondo prima, fino a che Molly con uno scatto improvviso non si alzò dalla sedia e afferrò di nuovo la sua borsa.
“Io devo andare” annunciò senza alzare gli occhi e voltandosi d’improvviso, finendo quasi addosso a un cameriere che passava con un vassoio proprio in quel momento.
“Mi scusi” mormorò “mi scusi. Ma io... devo andare”
“Molly...”
Sherlock allungò una mano nel vano tentativo di trattenerla, ma lei si stava già allontanando.
 
***

“MYCROFT!”
Il maggiore dei fratelli Holmes strinse la bocca infastidito al richiamo urlato al di la della porta del suo ufficio, ma non smise di dare indicazioni alla sua assistente seduta di fronte a lui.
“E naturalmente ho bisogno di questi documenti entro stasera, riferisci all’ufficio che non perdano tempo.
E direi, mia cara, che a seguito di questa... visita pienamente non annunciata possiamo legittimamente pensare di spostare la conference call con il Primo Ministro di almeno mezz’ora”
Anthea fece un mezzo sorriso ma si limitò ad annuire mentre digitava sul suo telefono.
Sherlock spalancò la porta e rimase immobile sulla soglia.
“Tu!” si limitò ad esclamare con tono accusatorio.
Mycroft alzò un sopracciglio e si limitò invece a ricambiare lo sguardo.
“Per favore, fratellino” disse infine con un sospiro “sii breve. E conciso, se possibile. Non hai davvero idea di quante crisi stiano attualmente avendo luogo in”
“Il falso fidanzato di Molly” annunciò Sherlock con lo stesso tono che avrebbe usato per parlare di qualcosa di estremamente disgustoso.
“Si? Oh! Hai finalmente scoperto che era un agente al mio servizio... anzi no. Ti è stato detto. Sul serio, fratellino, stai perdendo colpi”
Mycroft congiunse le mani sul ventre e si rilassò sulla sua poltrona, un sorriso soddisfatto sul volto.
“Sapevo che ci avresti messo un po’, ma onestamente non pensavo cosi tanto” continuò dopo poco “quando sei tornato eri naturalmente impegnato su diversi fronti e inoltre suppongo che per qualche strano sentimentalismo tu non volessi dedurre il  fidanzato della Dottoressa Hooper per riguardo a lei... o forse ti dava troppo fastidio pensarla insieme a qualcuno, tanto da voler evitare di degnarlo di qualcosa di più che un’occhiata fugace e perdendo in questo modo l’occasione di fare una deduzione?”
Sherlock fece un passo all’interno della stanza.
“Cosi per te è stato un gioco...” commentò minaccioso.
“No” Mycroft ridivenne improvvisamente serio “c’erano seri e fondati motivi per pensare che la Dottoressa Hooper potesse essere in pericolo e dopo quello che ha fatto per te, proteggerla era una priorità. Ma non nego di essermi divertito. Ovviamente prima o poi te l’avrei detto”
Ovviamente” gli fece verso Sherlock a denti stretti, prima di aggiungere “Me la pagherai”
“Io?” gli fece eco suo fratello con un tono falsamente innocente “e perchè? L’obiettivo principale era la sicurezza della tua patologa ed è stato raggiunto... non è la prima volta che io so qualcosa che tu non sai, fratellino. E non sarà neanche l’ultima. A meno che...” aggiunse ritornando a sorridere “la cosa che ti dà veramente fastidio non sia aver scoperto che la Dottoressa Hooper non ha rotto un fidanzamento a causa tua perchè ancora infatuata di te e che quindi invece sia... come dire?” guardò il soffitto come alla ricerca delle parole più adatte, poi tornò a guardare il fratello per concludere “... assolutamente disponibile sulla piazza”
Sherlock strinse i pugni, incapace di replicare a quello che, in fondo, era il vero nocciolo della questione.
Mycroft però non poteva assolutamente avere l’ultima parola.
“Lo dirò a mamma e lo sai che si arrabbierà” disse quindi di nuovo con tono di minaccia.
Suo fratello scosse lentamente la testa.
“Non essere sciocco, Sherlock. L’idea che il falso fidanzato di Molly ti assomigliasse è venuta interamente da lei”
 
***
 
SMS
DA: JOHN WATSON
A: SHERLOCK HOLMES
 
SMETTI DI FARE IL BRONCIO. CI DISPIACE, PENSAVAMO DAVVERO CHE TU LO SAPESSI MA NON MI SEMBRA IL CASO DI FARNE UNA TRAGEDIA. PER UNA VOLTA SIAMO STATI PIU’ AVANTI DI TE, NON CASCA MICA IL MONDO! SONO TRE GIORNI CHE TE NE STAI CHIUSO IN CASA, TI SEMBRA UN COMPORTAMENTO MATURO?
 
SMS
DA: SHERLOCK HOLMES
A: JOHN WATSON
 
VISTO CHE NON L’AVETE CAPITO DA SOLI MA VI E’ STATO DETTO NON POSSIAMO  CERTO DIRE CHE FOSTE PIU’ AVANTI DI ME. HO SOLO RECEPITO UN’INFORMAZIONE CON LEGGERO RITARDO. SMETTI DI SCRIVERE, JOHN. SONO MOLTO IMPEGNATO.
 
SMS
DA: JOHN WATSON
A: SHERLOCK HOLMES
SI, IMPEGNATO A COMPORTARTI COME UN BAMBINO. QUANDO SARAI PRONTO POTREMO PARLARE DI COME INTENDI AGIRE CON MOLLY. FORSE ADESSO CHE SAI CHE NON HAI TUTTO IL TEMPO DEL MONDO E NON TE LA PUOI PRENDERE CON CALMA QUALCHE CONSIGLIO TI PUO’ ESSERE UTILE.
 
Sherlock fece una smorfia non appena finito di leggere l’ultimo sms inviatogli da John e poi riappoggiò il telefono in parte al letto.
Con un movimento lento si spostò verso il centro del materasso fino a raggiungere il corpo vicino a lui  sotto le lenzuola.
“Mmm... Ancora John?”
Molly si accomodò nel suo abbraccio e sorrise ad occhi chiusi quando lui le depositò un bacio sulla spalla.
“Si” rispose lui “dice che devo smetterla di fare il broncio”
Lei aprì gli occhi e si girò fino a che i loro sguardi non si incrociarono.
“Il broncio, eh?” gli chiese con un sopracciglio alzato.
Sherlock le depositò un bacio sul collo.
“Si. Potrei non avergli ancora detto che noi due... stiamo elaborando la fine del tuo finto fidanzamento. Finalmente”
Molly arrossì, poi corrugò la fronte.
“E quando pensi di informare John?”
“Beeeehhh... più avanti?”
Lei si scostò per fissarlo meglio.
“Sherlock Holmes! Non terremo il nostro rapporto segreto perchè tu possa vendicarti del fatto di essere stato l’ultimo a sapere di Tom!” annunciò.
“Neanche un pochino? Giusto per capire quanto tempo ci mettono a cogliere qualche indizio?” chiese lui speranzoso.
L’occhiata truce di Molly gli diede la sua risposta.
Lui le si fece di nuovo vicino.
“Sai... questo tuo nuovo lato deciso è alquanto intrigante, Dottoressa Hooper” disse prendendola di nuovo fra le braccia “Ok. Annunceremo senz’altro a breve il fatto che questo orribile complotto ai miei danni ha dato comunque i suoi frutti...”
Orribile complotto?” ribattè ridendo Molly circondandogli il collo con le braccia “quando ammetterai di aver preso una tremenda cantonata? Quando penso che eri convinto che l’avessi lasciato per te...”
Sherlock fece una smorfia.
“Se fosse stato davvero il tuo fidanzato l’avresti sicuramente lasciato per me...” rispose petulante.
“Si” disse Molly sorridendogli con dolcezza e intrecciandogli le mani fra i capelli “penso proprio di si”
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
  
Leggi le 5 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Sherlock (BBC) / Vai alla pagina dell'autore: yllel