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Autore: cristie13    25/08/2015    1 recensioni
Salve a tutti! ;-)
Questo è un prequel della mia storia che in futuro penso di pubblicarla, in base ai commenti che riceverò da parte di voi lettori. Parla di Subaru a dodici anni, che incontra la sua probabile ragione di vita.
Vi prego, recensite in molti1 ;-)
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Subaru Sakamaki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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JUST A DREAM

Correva.
Correva a perdi fiato da molto.
Forse il verbo migliore è “scappare”.
“Da cosa stai scappando Subaru?”
“Sta zitta, mente!”
Come posso stare zitta? Se facessi questo tu diventeresti un cretino di punto in bianco, perché non potresti più ragionare”
“Sai, ti dico una cosa: VAFFANCULO!”
“Come vuoi …”
Era da quasi un’ora che stava correndo il più lontano possibile dalla dimora in cui viveva, in cui c’era cresciuto.
Ogni volta si domandava perché proprio lui doveva capitare in quel luogo, e non qualcun altro.
Inoltre lui sperava che quello che stesse vivendo fosse solo un sogno, sperava di essere in coma su un letto di ospedale dove affianco a lui c’erano i suoi genitori a tenergli la mano, e a pregare che loro figlio si risvegliasse il più presto possibile … ma andando avanti con il tempo perdeva sempre più le speranze. Inoltre sapeva che non era normale che un dodicenne facesse questi pensieri.
 
Adesso si trovava in un punto non ben definito della foresta che si erge vicino casa sua; era immerso nella natura, in mezzo a cipressi, abeti, querce … il muschio ricopriva tutti i tronchi degli alberi e per terra si trovavano foglie, sassi e rametti secchi. Su un ramo di un albero, c’era appollaiata una civetta che strideva e scrutava ogni cosa che si trovava attorno a sé.
Subaru stava camminando sopra un tronco d’albero caduto, che univa le due sponde del fiume; era un bravo equilibrista, lo doveva ammettere. Un leggero soffio di vento gli venne addosso … quando desiderava essere libero come il vento, non dover obbedire agli ordini di nessuno, ne tantomeno a quelli di suo padre.
 
D’un tratto Subaru vide una scena non molto facile da vedere nella vita: una ragazza, probabilmente sua coetanea, che stava tenendo sotto tiro un cervo. Teneva nella mano sinistra un arco e con la destra teneva tirata una freccia; ma la cosa che lo affascinava era lei: lunghi capelli neri che le arrivavano a metà schiena legati da una coda di cavallo, pelle diafana che rifletteva i raggi lunari. Non poteva dire di che colore fossero i suoi occhi, perché era di profilo, e non poteva dire nemmeno se fosse alta o bassa, in quanto era inginocchiata dietro ai cespugli.
 
Subaru cercò in tutti i modi di nascondersi silenziosamente dietro ad un albero vicino a lui, ma calpestò un rametto che si spezzò. Fece molto rumore, quindi il cervo, accortosi della presenza del ragazzo, scappò via, provocando una valanga d’imprecazioni da parte della ragazza.
 
<< Grazie per avermi fatto scappare la cena! >> urlò la ragazza, uscendo dal nascondiglio in cui era accovacciata, volgendo lo sguardo al ragazzo. Bastò solamente quel incrocio di sguardi per far partire una scossa giù per la schiena.
 
Blu. Blu come due zaffiri. Blu come il cielo notturno di quella sera erano le sue iridi.
 
<< Ehi, mi stai ascoltando? So che non è molto gentile da parte mia, ma almeno mi potresti porre delle scuse? >>
 
<< Sì, scusami tanto, non era mia intenzione farti scappare …>>
 
<<  … la cena >> concluse lei, pacatamente.
 
<< La cena >> ripeté Subaru. << Piacere, il mio nome è Subaru, tu come ti chiami? >> le chiese, porgendole la mano.
 
<< Morgana >> gli rispose, stringendogli la mano. Era fresca, come un getto d’acqua fresca
 
<< Come la strega antagonista di Merlino >> pensò ad alta voce Subaru << Scusami ancora! Con questo non volevo intendere con questo che tu sei una strega, perché tu sei molto bella a dispetto di quelle vecchie coni capelli bianchi e la pelle rugosa … >>
 
<< Tranquillo non importa, non mi hai offeso, anzi mi sorprende che tu sappia qualcosa sul mio nome. Ora scusami, devo andare. Ci si vede in giro Subaru >> disse Morgana, raccogliendo da terra l’arco con la faretra contenente le frecce.
 
<< Ci si vede … >> disse Subaru, guardandola correre in mezzo alla boscaglia con molta agilità come se sapesse da che parte dovesse andare.
 
***

Subaru si svegliò di soprassalto nel letto di camera. Andò davanti allo specchio e vide il suo riflesso. Un ragazzo alto, ne esile ne muscoloso, capelli bianchi spettinati, dovuti al fatto di essersi appena svegliato.
C’era solo una differenza: davanti a quello specchio c’era riflessa l’immagine di un ragazzo un po’ più grande, precisamente quattro anni.
 
“Era solo un sogno …” pensò amaramente Subaru, sedendosi sul bordo del suo letto, mettendosi le mani nei capelli “Chissà se la rivedrò …”

 
Angolo autrice:
salve a tutti! ;-)
Questa è una one-shot prequel della mia storia che ho intenzione di pubblicare in un prossimo futuro (non so quando). Se questa storia vi è piaciuta, allora fatemelo sapere così la pubblicherò!;-)
Non so che altro dirvi, se non buona serata!;-)
Baci e abbracci
Cry
  
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