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Autore: Damaged_Person    02/03/2005    3 recensioni
chi non vorrebbe avere un piccolo colluquio con te o poccola dea del destino
Genere: Dark, Mistero, Poesia, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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sussurri La prima volta che ti ho visto era una fredda sera di inverno, ero nella mia camera, e la tenda di seta rossa che pendeva dal baldacchino del letto era scostata e mi fece notare un candido raggio di luna piena che filtrava dalle imposte malandate che erano soltanto socchiuse, ad un tratto quella celestiale ma flebile luce si oscurò e l’imposta si apri lentamente emettendo un cigoli, ma non u cigolio sinistro ma un suono dolce e continuato, quando la finestra si aprì del tutto io riuscii a vederti, eri bellissima, la sottile camicia nera svolazzava al vento, sottolineando la linea dei tuoi fianchi, era lievemente trasparente e lasciava intravedere il pizzo di un corsetto scuro, i tuoi capelli color dell’ebano si scompigliavano al vento e ti celavano il volto, ai lati avevi due piccole trecce come quelle di mary-weather, però erano lievemente spettinate e ne uscivano alcuni capelli che in contrasto con la luce della luna sembravano color avorio, quasi come se dio avesse rubato dei raggi di luna per tessere i tuoi capelli corvini; mi ricordo tutto come se succedesse in questo momento, tu scendesti dalla umida ringhiera di marmo del balcone e lentamente entrasti in camera, i tuoi piedi erano umidi e mentre camminavi lasciavi piccole impronte indefinite sul parquet, ti avvicinasti al mio letto, i capelli ti nascondevano ancora il pallido volto, ti appoggiasti con un ginocchio al letto e ti avvicinasti al mio volto, finalmente riuscii a vedere il tuo, eri stupenda il tuo viso era pallidissimo come anche le mani, gli occhi celesti, anzi no non erano celesti erano grigio chiaro come quello della cenere di un pipa, mi sembrava quasi di sentire l’aroma di un tabacco di marca, poi le tue labbra erano di un rosa chiari spento simile alla pelle attraverso la quale si intravedeva qualche sottile vena azzurra, i capelli ora ti ricadevano sulle spalle strette, qualche ciocca finiva sul bordo della scollatura, dalla cui si intravedeva un tatuaggio o un marchi, non ricordo bene, un piccolo teschio, devo dire che forse aggiungeva fascino al tuo corpo perfetto, tu allungasti l’esile braccio e con la mani mi spostasti una ciocca di capelli, e mi guardasti con quegli stupendi occhi di ghiaccio mi sentii attratto da te come un ape da un fiore, mi avvicinai per stringerti ma tu ti ritrassi in attimo, poi appoggiasti le tue mani candide alle mie spalle, e con una scivolasti sulla mia schiena nuda e con un unghia passasti su una delle mie cicatrici, poi mi sussurrasti ad un orecchio < Cain> non pensai neanche a come mai tu potessi sapere il mio nome, non ti avevo riconosciuta, invece forse avrei dovuto respingerti, invece di accettare il tuo bacio. Tu mi fissasti profondamente e io ti chiesi: , quella fu l’ultima cosa che io sentii tu mi prendesti il volto fra le candide mani e sussurrasti con una voce profonda, quasi roca che dava un senso agrodolce come quello del miele poi mi desti un dolcissimo bacio che sembro quasi risucchiarmi l’anima, mentre la mia vista si appannava, vidi la tua esile sagoma sparire al di la delle tende, lasciando dietro di se solo un forte e dolce profumo di crisantemi Note dell’autrice un solo piccolo problema, i crisantemi non hanno profumo comunque…….
  
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