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Autore: Ronnie92    27/08/2015    2 recensioni
Una Lode all'amore e all'odio.
Una Lode alla Luna e all'uomo dicotomico.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Poesia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Oh mia Luna,
che appartieni al firmamento stellato,
brilla più forte stanotte,
illumina il sentiero oscuro che mi si para innanzi.

Provoca i miei istinti,
cattura la mia attenzione,
rompi i miei schemi e le mie certezze.
Necessito di una nuova fiducia,
ora che al mondo lascio solo la mia cattiveria,
la mia indomabile violenza. 

Accompagna questi versi coi tuoi raggi pallidi e chiari,
sorridi per me in questa avventura ignota e dissoluta.
Quale castigo hai in mente per me?
Sono un figlio perduto tra queste anime perverse.
Persino Caronte ha voltato lo sguardo innanzi a me,
e Lucifero s’è beffato della mia tracotanza,
manco fossi suo pari.
Oramai la pazzia ha distrutto il mio intelletto,
l’unico pilastro in una vita di colpe infruttuose.

Che le tue carezze possano lambire
le mie gote arrossate dal freddo,
e che tu possa vegliare su di me
mentre compongo melodie per colei
che sa ascoltare solo i suoi desii e le sue paure.
Colei che mi ha spinto sul baratro oscuro
della follia, sul burrone della mala sorte.

Dannata donna, bellissima e lussuriosa.
Avrei voluto passare la mia vita sui suoi seni,
a disegnare alberi sulla sua pelle,
abbandonandomi come un marinaio
alla deriva, in una notte di tempesta.

Oh mia Luna,
viaggia con me stanotte.
Nascondi i miei segreti più  oscuri.
Tu che invadi la mia mente,
che batti il ferro rovente sulla mia carne,
non fermarti.
Sii implacabile.
Che le tue torture possano alleviare il mio dolore,
il pulsare perpetuo della mia mente.

Prova a brillare per questo Mondo,
postribolo mendace e avido di insicurezze.
Io, da suo esule figlio, cerco di chiederti perdono.
Ma non è forse vero che il perdono è concesso solo ai contriti?
Ed io non mi dolgo davvero dei miei peccati.
Scelgo di essere un detestabile dannato
che un falso santo.
Non cerco la salvezza eterna, ma la calma di un singolo istante.
Amo le mie abitudini perverse, tanto da esserne vittima e carnefice.

Ma se puoi davvero andare al di là della carne,
Guarisci le mie ferite,
cullami nei miei sogni,
proteggimi come una Madre benevola.

Oh mia Luna,
quanta paura ho
di perdere tutto ciò che ho conquistato
con fatica e ardore.

Sublime sarà il passo fatale,
il raggiungimento del mio scopo ultimo,
del dolce supplizio inflittomi dalla maledetta,
alla quale mi piegherò,
fino a mostrare le mie mostruosità grottesche.

E cado al suolo e osservo,
osservo il mondo da nuove prospettive.
Oh mia Luna,
cado al suolo e osservo,
ricerco nuove prospettive,
Odiami, colpiscimi finché sono inerme.
Fammi sentire misero e meschino.
Distruggi infine ilmio Ego smisurato.

Consolami poi col tuo sguardo lieto.
Avvolgimi con la tua luce meravigliosa,
unica ancora di salvezza,
in questa solitudine glaciale
che accoglie il mio cuore
da tempo immemore con salda presa.

Oh mia Luna,
tu che, unica al mondo,
può mostrare solo e sempre la stessa faccia,
per natura senza maschere né altre menzogne,
traccia la mia strada,
così che possa seguire un sentiero sicuro.
Nell’amore loderò la tua anima lontana
e nel dolore maledirò la tua dannata, candida luce,
mai sozza, mai colma di dolore, sempre piena di compassione.
Sii generosa con questo figlio del caos che ti loda,
perché in esso trovo tutta, o quasi, la realtà che mi rappresenta.

Mia dolce, bianca, fievole Luna,
bellissima e glaciale,
non obbligarmi a seguire il mio cuore imprudente.
Schiacciami, ridi di me 
e del dolore del mondo.
Portami con te  tra gli Astri freddi e luminosi,
come lo sguardo suo.
Fammi rimirare l’Azzurro Pianeta dall’alto,
io ti loderò e ti amerò per questo dono immeritato.
E bramerò e invidierò come fossi lei,
fino a perdere il senno, fino a perdere il sonno.

Proverai, oh mia diabolica, maestosa Luna?
Proverai ad esaudire le richieste di questo tuo povero servo,
reietto e meschino, tanto da rivolgersi a te in prima persona?

Mi inginocchio con la pelle nuda su queste rocce
affinché tu possa guardare il sacrificio che ti porto.
Che le mie lacrime salate e il mio sangue avvelenato possano irrigare
questa terra Aspra e Dura, fino ad ammorbidirla,
fino a renderla fertile.
Allora saprò che il mio dolore non sarà stato vano.

Oh mia Luna,
che ti stagli nell’oscurità di questa notte immensa,
ti lascio i miei brividi e la mia vita.
A te confido i miei sogni infranti,
i miei pensieri lussuriosi e vanitosi,
lascio il mio vero me stesso.
Che la mia dannazione scivoli via, fino a rendermi casto
o forse no, fino a rendermi degno.

Oh mia Luna,
mi privo del mio ultimo sguardo,
affinché tu possa correre da lei e dedicarle il mio ultimo respiro,
carico di amore e odio,
di violenza e possessione,
di delusione e incertezza,
perché è a lei che penso nel mio ultimo soffio di vita,
maledicendola e, al tempo stesso, amandola.


 

   
 
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