Note iniziali:
Questa fic ha partecipato [FLASH
CONTEST - NARUTO] - Il Treno, ed è arrivata inaspettatamente prima (e non dico così solo
perché era il primo contest al quale partecipavo, semplicemente davvero non me
lo aspettavo!).
Vi auguro una buona lettura!
Bacioni!
Autore: ladyflame
Titolo: Artista di Strada
Personaggi/Pairing: Naruto, Sasuke
Genere: Generale, introspettivo
Rating: verde
Avvertimenti: one-shot, what if?
Note dell'Autore (se ce ne sono):
- La fic
si ambienta due giorni dopo lo sterminio del clan Uchiha, i protagonisti
quindi sono due bambini.
- Naruto, Kiba, Tsunade e Jiraiya sono ninja del villaggio della Nebbia.
Introduzione: L’arrivo dei saltimbanchi al villaggio della
Foglia porrà il piccolo Sasuke davanti a una scelta difficile…
Artista
di Strada
Anche quell'anno, i saltimbanchi del villaggio della Nebbia
erano arrivati a Konoha portando gioia e allegria a tutti i suoi abitanti, o
quasi.
Il piccolo Sasuke Uchiha camminava lentamente per le strade
del villaggio, estraneo a tutta quella vitalità e gioia che mostravano i suoi
compaesani: com'era possibile che, dopo neanche due giorni dallo sterminio
dell'intero clan Uchiha, tutti avessero ripreso le loro vite quotidiane e ora
stessero ridendo di qualche spettacolino pietoso messo in scena da artisti da
quattro soldi?
Avanzò distrattamente, lasciando che i ricordi tornassero a
galla: una volta, sua madre lo aveva accompagnato a vedere un giocoliere, uomo
che veniva proprio dal villaggio della Nebbia. Ricordava di esserne rimasto
estasiato tanto che, una volta tornato a casa, aveva cominciato ad esibirsi
davanti alla donna improvvisandosi a sua volta giocoliere.
"Bravissimo Sasuke! Vedrai che, se ti alleni, riuscirai
a diventare ancora più bravo" Gli aveva detto Mikoto con un grande
sorriso.
Aveva preso a cuore le sue parole e aveva cominciato ad
esercitarsi costantemente giorno e notte, alternando gli esercizi di giocoleria
con quelli ninja, che richiedevano molto più tempo: avrebbe voluto esibirsi
nuovamente davanti alla madre, ma purtroppo Itachi gli aveva negato quella
possibilità...
Strinse i denti frustrato, concentrando la sua attenzione
sullo spiazzo dove si stavano esibendo quei buffoni: attorno a loro si era
radunato un gran numero di persone, principalmente donne e bambini, tutti
entusiasti e felici dello spettacolo al quale stavano assistendo. Sentiva
l'odio pulsargli velenoso nelle vene.
Si mise le mani in tasca, calciando con rabbia un sassolino
che gli stava davanti: lo infastidivano quelle grida, avrebbe voluto rimanere
da solo, in silenzio a riflettere. Decise allora di allontanarsi da quella
confusione, uscendo dai cancelli del villaggio e dirigendosi verso il bosco: lì
almeno gli unici rumori che avrebbe potuto udire sarebbero stati il cinguettio
degli uccelli e il fruscio delle foglie secche.
Attraversò la radura lasciandosi il paese alle spalle e
raggiungendo in corsa il laghetto al centro del boschetto: aveva scoperto quel
posto per caso qualche mese prima quando, mentre rincorreva suo fratello Itachi
per supplicarlo di insegnargli qualche nuova tecnica, si era perso ed era
sbucato lì dopo un lungo girovagare.
Si sedette ai margini della pozza, raccogliendo le gambe al
petto stancamente: non aveva bisogno della compassione o dell'aiuto degli
altri, sarebbe riuscito a vendicare il suo clan anche da solo!
Si sporse cautamente verso il lago, specchiandosi nella
superficie liscia e cristallina di questo: un bambino dai capelli neri, gli
occhi del medesimo colore, rassomigliante in tutto e per tutto a lui, lo
scrutava dal basso con sguardo perso e malinconico.
Strinse i pugni strappando alcuni ciuffi d'erba: come si
sentiva debole, se paragonato a suo fratello! Se davvero voleva raggiungerlo,
avrebbe dovuto intensificare gli allenamenti e abbracciare completamente la via
della vendetta, rinunciando così a qualsiasi altro sentimento superfluo che gli
avrebbe impedito di seguire quella strada.
"Itachi..."
Buttò un sasso verso l'immagine riflessa nello specchio
d'acqua: molti gli avevano detto più volte che assomigliava in maniera
incredibile ad Itachi e se un tempo, quell'affermazione, l’avrebbe riempito di
gioia e orgoglio, ora come ora lo disgustava e lo faceva infuriare.
No, lui non poteva assomigliare a quell'assassino senza
cuore e scrupoli, lui era una persona cento volte migliore che avrebbe, un
giorno, portato giustizia e dato pace alle anime dannate di coloro che erano
morti per la follia e il gioco di quel mostro!
"Affronterò qualsiasi sacrificio pur di ucciderti
Itachi!"
Era così concentrato sui suoi pensieri, da non accorgersi
della figura che lo stava raggiungendo in corsa: i passi erano così pesanti e
sgraziati che persino un sordo li avrebbe uditi perfettamente!
Si sentì improvvisamente toccare la spalla e un dolce peso
fare pressione su di lui.
- Ehi ciao, tu chi sei? - Gli domandò una voce squillante.
Si voltò di scatto infastidito, ritrovandosi davanti un
ragazzino pressappoco della sua età, dai capelli dorati e sfavillanti, gli
occhi cerulei e un grande e vivace sorriso dipinto sulle labbra. Non aveva mai
visto quel bambino al villaggio, doveva essere per forza un forestiero.
Non rispose, voltandosi nuovamente a guardare il lago.
- Ehi, ma sei sordo? - Gli domandò quello con voce
arrabbiata.
- Vattene. - Borbottò seccato, ignorando completamente le
urla che gli giunsero in risposta.
Il classico marmocchio esaltato che perdeva il suo tempo e
le sue energie in cause perse: non era forse chiaro che voleva starsene da
solo? E allora perchè quel dobe si ostinava a rimanere lì, in sua compagnia?
- Senti, perchè non sei allo spettacolo dei saltimbanchi?
Sono bravi sai? -
Si voltò a guardare lo sconosciuto, che nel frattempo si era
tranquillamente seduto al suo fianco: continuava a sorridere allegramente cosa
che, per qualche incomprensibile motivo, gli trasmetteva calma e serenità,
allontanando tutti i suoi pensieri riguardanti Itachi.
Che stesse praticando qualche tecnica ninja a lui
sconosciuta per impedirgli di pensare?
- Chi sei tu? - Gli domandò leggermente incuriosito.
L’altro si batté una mano sul petto.
- Hai davanti ai tuoi occhi Naruto Uzumaki, il miglior
artista di strada del villaggio della Nebbia! - Si pavoneggiò.
Sasuke corrucciò la fronte, infastidito da tanta vitalità.
- Sei un saltimbanco? -
- Certo! Il più bravo per di più! -
Non rispose, poggiando stancamente la testa sulle ginocchia
e ignorando il biondo, che aveva cominciato a parlare di mille e più cose
riguardanti le sue incredibili doti: il destino volle che quel baka fosse
proprio un giocoliere!
- Allora dopo vieni a vedere la mia esibizione? Ti prometto
che non te ne pentirai! -
- No. -
- Uffa! Ma lo sai che sei proprio antipatico?! Cosa ti costa
venire? -
- Non mi interessa. - Rispose tranquillamente causando una
crisi di nervi all'altro.
- Scommetto che sei qui da solo perchè nessuno vuole essere
tuo amico! Sei talmente antipatico che neanche i topi vorrebbero esserlo! -
Esclamò infuriato Naruto.
L'Uchiha si voltò di scatto verso il bimbo, guardandolo
furioso dritto negli occhi nel vano tentativo di scacciarlo.
Rimasero qualche istante in silenzio, poi il giocoliere
ricominciò a parlare.
- Beh? Mi dici almeno il tuo nome? -
L'altro inclinò la testa, lasciandosi cadere di peso morto
sul manto erboso: il sole era alto in cielo, illuminava e scaldava la sua pelle
pallida costringendolo a chiudere gli occhi.
- Sasuke Uchiha... -
- Uchiha hai detto? Ho sentito parlare di te: al villaggio
gira voce che sei l'unico sopravvissuto del tuo clan! Mi dispiace per quello
che è successo... - Disse tristemente l’artista chinando lo sguardo
imbarazzato.
Il bimbo spalancò gli occhi infuriato: cosa poteva saperne
quel tipo di quello che voleva dire perdere i genitori, gli amici, tutto? Era
troppo facile dire "mi dispiace", tutti erano in grado di citare
quelle due paroline, erano giorni che se lo sentiva ripetere!
Digrignò i denti furioso, rimanendo in silenzio e guardando
quel dobe con occhi di fuoco: come riusciva a sorridere così serenamente anche
parlando di argomenti così delicati?
- Penso di capirti sai? Se ti può consolare, io non ho mai
conosciuto la mia mamma e il mio papà... - Confessò tranquillamente lasciandolo
a bocca aperta per la sorpresa.
Cadde nuovamente il silenzio mentre Sasuke, tiratosi su e
messosi a sedere, guardava con occhi sconvolti il ragazzino al suo fianco: come
faceva ad essere così felice ed indifferente? Andava contro ogni logica!
Si morse il labbro inferiore: chi l'avrebbe mai detto che
quel bambino condividesse le sue stesse esperienze e angosce? Certo, avevano
due modi di manifestare il proprio dolore del tutto differente, agli antipodi,
tuttavia, per qualche strano motivo, sentiva di avere molto in comune con lui e
di essergli in qualche modo molto vicino.
Ancora una volta, fu proprio Naruto a rompere quel silenzio
così carico di tensione.
- Sono cresciuto coi saltimbanchi, mi hanno raccontato di
avermi trovato per strada quando ero ancora piccolo. Sai, a dire il vero ci
sono delle volte in cui mi sento triste pensando ai miei genitori, che non ho
potuto conoscere, altre invece non mi fa proprio nessun effetto: ormai gli
artisti di strada sono la mia famiglia e io gli voglio davvero tanto bene! -
Sasuke non disse nulla, mentre lasciava vagare lo sguardo
davanti a sé alla ricerca di chissà cosa: anche volendo non sarebbe riuscito a
dire nulla. Non trovava le parole giuste per rivolgersi al ragazzino, sempre
che ce ne fossero.
- Ti... mancano? - Domandò leggermente imbarazzato, stando
ben attento a non incrociare il suo sguardo.
Naruto sgranò gli occhi confuso, passandosi una mano tra i
capelli.
- Chi? -
Il moro gli scoccò un'occhiataccia: come si faceva ad essere
così... stupidi?
- I tuoi genitori! -
- Ah... - Rispose tranquillo il bimbo, facendosi
improvvisamente triste. - A dire il vero non so dirtelo, dopotutto io non li ho
mai conosciuti però, ogni tanto, penso che sarebbe stato bello averli con me.
Qualche volta mi capita di sentirmi giù, quando sono solo ad esempio, ed è
allora che capisco... -
Si interruppe respirando a fondo, accennando un lieve
sorriso malinconico.
- Capisci? - Lo incitò L'Uchiha.
- ...Capisco che loro non avrebbero mai voluto vedermi
piangere e così sorrido ed esco coi miei amici saltimbanchi: insieme giriamo il
mondo e facciamo divertire le persone con i nostri spettacoli, questo mi aiuta
a non pensarci troppo su... -
Sasuke annuì leggermente sorpreso: anche se non riusciva a
comprendere fino in fondo quella la logica, capiva che quel tipo soffriva
esattamente come lui, anche se sorrideva o si sforzava di farlo.
Ora che ci pensava, dubitava fortemente che sua madre
avrebbe voluto vederlo così triste e desideroso di uccidere Itachi, anche se
ciò non implicava il fatto che avrebbe rinunciato alla sua vendetta: non
sarebbe mai riuscito a perdonare suo fratello per quello che aveva fatto, era
colpevole e doveva essere punito.
- Ehi, adesso che siamo diventati amici vieni a vedere la
mia esibizione? - Gli domandò all'improvviso il biondino alzandosi in piedi e
tendendogli la mano.
Lui lo guardò dritto negli occhi, poi scosse la testa
silenzioso.
Naruto sbuffò incrociando le braccia al petto.
- Certo che sei proprio antipatico sai? Ehi, ho un idea! -
Esclamò all'improvviso allegramente, puntando i suoi occhi cristallini in
quelli del moro.
L'Uchiha guardò il bimbo perplesso, attendendo
pazientemente.
- Perchè non vieni con noi? E' bello vivere coi
saltimbanchi, se vuoi ti insegnerò anche qualche trucchetto per diventare un
buon giocoliere, ti va? Dai, non farti pregare, avrai l'occasione di visitare
tanti posti nuovi e di girare il mondo! -
Sasuke sgranò gli occhi incredulo: come poteva credere che
avrebbe accettato quella ridicola proposta e lasciarsi alle spalle il villaggio
dov'era nato, cresciuto e tutt’ora viveva?
"Però non ho più nessuno a tenermi qui..." Osservò
tristemente senza rispondere, poi scosse la testa deciso: no, seguire Naruto
avrebbe voluto dire abbandonare la vendetta e questo lui non poteva, non voleva
farlo. Itachi doveva pagare, non importava quali sacrifici avrebbe dovuto
affrontare per vedere realizzato il suo scopo. Lui non era come quel bimbo,
portavano fardelli dai pesi diversi sulle proprie spalle ed era proprio questo
ad allontanarli e renderli così incompatibili.
- No. - Rispose deciso.
L'altro sbuffò annoiato.
- No, no e ancora no! Non c'è un'altra parola che tu sappia
dire? Vabbè, senti io devo andare, la mia esibizione sta per cominciare: è stato
bello conoscerti. Ciao Sasuke! - Disse il ragazzino correndo via veloce come il
fulmine verso il villaggio.
L'Uchiha lo seguì con lo sguardo fino a quando quello non fu
inghiottito dal folto della vegetazione: inseguirlo e diventare un artista di
strada? Ma per favore!
Sospirò assaporando finalmente il tanto ricercato silenzio,
che improvvisamente era diventato fastidioso alle sue orecchie: si era recato
fin lì per rimanere da solo e per riflettere e ora scopriva che non voleva
tutto questo. Forse l’incontro con Naruto lo aveva scosso molto più di quanto
non avesse creduto...
Passò qualche minuto, mentre cominciava lentamente a perdere
la cognizione del tempo: no, non poteva andare con lui, Itachi era la sua unica
priorità maledizione!
"Ma anche se lo seguo, non vuol dire che devo
rinunciare alla mia vendetta..." Pensò mordendosi il labbro inferiore:
avrebbe visitato tanti posti nuovi e visto e imparato innumerevoli e
strabilianti tecniche ninja, che lo avrebbero aiutato a raggiungere il suo
scopo!
"Ma gli allenamenti?"
Ne avrebbe persi molti, questo era sicuro: se da una parte
ci guadagnava, dall'altra ci perdeva due volte tanto! Come poteva sperare di
battere Itachi senza un adeguato allenamento, senza contare che non aveva
alcuna garanzia su quel folle viaggio assieme a quelle persone che neanche
conosceva!
Dove lo avrebbe portato quell'avventura?
Lo avrebbe davvero aiutato?
Cos'avrebbe ottenuto alla fine di quel percorso? Sarebbe
risultato davvero conveniente?
Scosse la testa alzandosi in piedi: no, quel viaggio non lo
avrebbe aiutato e lo avrebbe solo allontanato da suo fratello.
Itachi...
La vendetta...
Il suo clan...
Si mise a correre verso il villaggio quanto più velocemente
poteva: era arrabbiato, si sentiva confuso e debole. Come poteva una proposta
così stupida e insensata metterlo in difficoltà? Sapeva che la risposta giusta
era "No" tuttavia la sua mente cominciava a vacillare e mille dubbi
lo assillavano come pericolosi nemici.
Arrivò alle porte del paese, le attraversò continuando a
correre e giunse finalmente nel centro del villaggio, dove il saltimbanchi si
stavano esibendo: c'era ancora un sacco di gente radunata attorno a quelli, era
praticamente impossibile vedere cosa stessero facendo dalla posizione in cui si
trovava.
Si avvicinò alla folla facendosi largo tra le persone e
sbucando finalmente davanti al palco in legno, allestito per l'esibizione degli
artisti: su questo c'era ancora Naruto, tutto concentrato sul numero che stava
eseguendo. Lanciava otto, nove, dieci kunai alla volta, facendoli ruotare e
senza mai farli cadere: era bravo, anche se non come lui!
Sorrise appena maligno: e quello era il miglior artista di
strada sulla piazza?
Continuò a guardare lo spettacolo, lasciando in disparte
tutti i pensieri superflui e inadatti in quel contesto: improvvisamente, il
mondo dei saltimbanchi era diventato terribilmente affascinante e attraente...
Al termine dell'esibizione, il biondino salutò il pubblico,
facendo una capriola a mezz'aria e incrociando per caso lo sguardo dell'Uchiha:
sorrise felice scendendo veloce dal palco mentre un altro artista, questo dai
capelli bianchi, raccolti in una coda di cavallo, di una certa età, annunciava
che lo spettacolo era finito.
- Torneremo l'anno prossimo gente, preparatevi e intanto
salutate i nostri artisti: il giovane Haku e i suoi specchi, la bella Tsunade
che, detto tra noi, mi ha appena promesso un appuntamento... -
- Jiraiya! - Urlò la bionda ferocemente.
Il pubblico rise divertito da quella scenetta, poi concentrò
nuovamente la sua attenzione sugli altri saltimbanchi.
- Non datele retta gente, è solo timida! Un bell'applauso
anche per l'abilissimo Kiba e il suo cagnolino Akamaru, l'inquietante Zabusa e
la sua enorme spada, il sottoscritto e Naruto, il ragazzo dal quoziente
intellettivo di un comodino! -
-Ehi!! - Protestò l’interessato avventandosi sull'uomo, cosa
che fece morire dal ridere gli spettatori.
Sasuke accennò un lieve sorriso, osservando confuso e
indeciso tutti gli artisti: non lo avrebbe mai ammesso neppure a sé stesso, ma
cominciava a credere che la vita da artista di strada potesse essere davvero
interessante.
"Pensa alla tua vendetta, pensa ad Itachi..."
Si fece improvvisamente serio, scacciando quelle ridicole
idee che lo avevano spinto ad andare fin lì: la sua strada era già segnata e
non l'avrebbe abbandonata per nessun motivo.
Si voltò per andarsene: era stato un errore ritornare così
presto al villaggio ma se non altro si era reso conto di quanto sciocca e
patetica fosse quell’ idea!
Mosse qualche passo verso casa, quando improvvisamente si
sentì afferrare il braccio con forza.
Si voltò sorpreso ritrovandosi davanti il largo e
soddisfatto sorriso del dobe, proprio com'era successo nel bosco.
- Alla fine sei venuto baka! Ti è piaciuta la mia
esibizione? -
Rimase qualche istante in silenzio poi sorrise
impercettibilmente chinando lo sguardo e non rispondendo.
- Uffa, mai che tu dica una parola, sei proprio odioso! Puoi
anche dirlo che ti ho lasciato a bocca aperta sai? E' inutile che fai quella
faccia lì! -
- Umph! -
Naruto fece il broncio, poi sorrise divertito porgendogli la
mano.
Sasuke la guardò confuso, alzando poi lo sguardo verso il
bimbo.
- Allora vieni? Non possiamo mica aspettarti tutto il giorno
sai?
Sgranò gli occhi mordendosi il labbro inferiore, rievocando
alla memoria i volti dei suoi genitori e concentrando la sua attenzione su
quello della madre: era sorridente, proprio come quando l'aveva lasciata quel
giorno per andare all'accademia e l'aveva ritrovata morta tornando a casa la
sera stessa.
Improvvisamente, gli occhi di Itachi si accantonarono al
sorriso della madre, scacciando la figura del padre: come faceva a scegliere
qual'era la cosa giusta da fare?
"Vendicare la mia gente, uccidere Itachi!" Pensò
disperatamente aggrappandosi a quel pensiero.
Improvvisamente una voce gli parlò, sovrapponendosi a suoi
pensieri sul fratello, che riconobbe con grande stupore all’istante.
"La vendetta non ti porterà a nulla Sasuke caro, non
lasciare che sia l'odio a decidere della tua vita. Mai."
Sorrise beffardo mentre i fantasmi del passato si diradavano
dalla sua mente, sconfitti: ora sapeva cosa fare.
Afferrò la mano del biondino, accennando un timido sorriso.
Naruto rise divertito trascinandosi via il povero Uchiha e portandolo a farlo conoscere agli altri.
Sasuke chiuse gli occhi alzando il volto al cielo: aveva
appena sentito la voce di sua madre, non era stata un'illusione ne era certo.
Non aveva dimenticato Itachi, l'unico volto che aleggiava ancora nei suoi
pensieri, e neanche la promessa che aveva fatto a sé stesso: un giorno lo
avrebbe ritrovato e affrontato e avrebbe vendicato tutte quelle morti innocenti
che erano avvenute per mano sua. Non avrebbe mai cambiato idea, qualunque cosa
fosse accaduta.
Non sapeva perchè aveva accettato, non sapeva dove tutto ciò
lo avrebbe portato eppure, stranamente, il suo cuore era leggero e in pace con
sé stesso: un giorno avrebbe riallacciato la sua strada, diciamo che questa
poteva essere considerata una piccola diramazione no? E chi poteva sapere se
quel viaggio non gli sarebbe stato davvero utile per la sua vendetta?
No, non avrebbe rinunciato a quel cammino impervio, non
poteva farlo, però non avrebbe detto di no neanche a quell’esperienza.
Corse affianco a Naruto, sorpassandolo appena e poi
voltandosi ad aspettarlo, a metà tra il seccato e il divertito: chissà che
quello non fosse un nuovo inizio per lui...
Chi poteva saperlo dopotutto?
[The end]
Note finali:
Eccomi qui! Ringrazio chi ha letto e magari lascerà un
commentino, mi farebbe davvero felice^^.
Mi sembra giusto riportare qua sotto il giudizio riguardo
alla fiction e colgo ancora l’occasione per ringraziare Darkrose86: onestamente
non credo di meritarmi parole così belle, davvero!
Mi scuso per non aver inserito il link e lo splendido bannerino,
ma visto che io e il computer siamo praticamente incompatibili e io sono
negata, non ci sono riuscita T___T (sono per carta e penna io!)!
Grazie mille!
Artista di Strada, di LadyFlame
Giudizio: ci sono due parole per descrivere la tua storia. Quali sono?
E' presto detto. Commovente e perfetta.
Posso tranquillamente dire che si tratta di una delle più belle e coinvolgenti
storie che io abbia mai letto, sotto diversi punti di vista. Innanzitutto, mi
complimento per la grammatica, pressoché perfetta, nessun errore. E anche lo
stile l'ho apprezzato, è semplice e fluido, la storia scorre che è piacere,
ottima narrazione e attenzione alla descrizione dei particolari e dei
sentimenti dei personaggi. Storia indubbiamente originale, splendida l'idea di
rendere Naruto e gli altri degli artisti di strada; a questo proposito
comunque, ti consiglio di mettere what if? fra gli avvertimenti quando la
pubblicherai, visto che indubbiamente lo è.
La caratterizzazione dei personaggi è molto buona, specie quella di Sasuke, che
è proprio lui, non ci sono dubbi; trattandosi di un bambino, nella
storia, è giusto che si senta così confuso e che non sappia che strada
prendere, nonostante il desiderio di vendicarsi di Itachi sia la sua priorità
sempre e comunque. Anche Naruto è caratterizzato ottimamente, con il suo
sorriso e l'allegria che lo contraddistingue, e che riesce a contagiare l'altro
irrimediabilmente.
Sai qual'è la cosa che più ho apprezzato, della tua fanfiction? La trattazione
del tema. Perché nella storia non si parla mai di treni; non appare neanche
questa parola. Eppure, è perfettamente attinente alla citazione data. La vita
vista come un treno, e la decisione di Sasuke come una prima fermata, in attesa
della meta finale ( la vendetta ).
Non ho altro da aggiungere se non: complimenti! E' una storia stupenda.
Correttezza grammaticale: 9,5
Stile: 8,5
Originalità: 9
Caratterizzazione dei personaggi: 9,5
Attinenza al tema: 10
Totale: 46,5