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Autore: TheSun_is Shining    30/08/2015    1 recensioni
Keira indossava spessissimo la sua maglia preferita decorata con la stampa della sua adorata Esperanza. Sembrava le portasse fortuna, e dato che quella sera avrebbe fatto la conoscenza di James, allora si sarebbe definitivamente convinta della sua teoria.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, The Rev
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Avete presente quelle stranissime sensazioni che schiacciano senza pietà la sanità mentale di ogni essere umano, almeno una volta nella vita? Quell’improponibile  miscuglio di bruciore allo stomaco, respiro pesante, occhi lucidi, cuore che batte all’impazzata… insomma, se descritta in questo modo pare una sottospecie di gastrite acuta, o ancora peggio un attacco cardiaco, ma i realtà tutto questo bordello è traducibile in “attrazione fisica”.


Keira Otorn, così si chiamava, e su di lei non ci sarebbe questo gran che da raccontare, dato che era semplicemente una ragazza di diciannove anni come tante altre, ma aveva una caratteristica: passione per il basso elettrico, che studiava da sei anni appena, ma aveva sempre dimostrato un grande talento, e le piaceva tantissimo cantare.


Lo so, starete facendo commenti del tipo “e allora? Al mondo ci sono milioni di ragazze bassiste e anche molto brave”, ed è così, ma era comunque il lato di lei che la faceva spiccare di più rispetto ad una studentessa comune.


Riguardo all’aspetto, Keira si faceva notare, e non poco.                                                       


La sua testa era disseminata di capelli neri come la pece, così ricci e perfetti da sembrare i capelli di una bambola. Aveva la pelle nera, dovuta alla sua origine africana dalla parte di entrambi i suoi genitori. Riguardo al fisico, beh, era un bel pezzo di ragazza. Alta, spalle larghe da nuotatrice, braccia e gambe muscolose, addominali scolpiti, belle tette e bel culo.


Keira è affiancata da un altro protagonista interessante, con cui condivide momenti speciali e curiosi (spero di avervelo annunciato appena prima di farvi addormentare).


James Sullivan, stessa età di Keira, stessa passione per la musica, ma per due generi fin troppo diversi. Keira era una grande appassionata di jazz e funky, Jimmy di rock e metal.


Lui suonava la batteria da quando era un misero soldo di cacio, e come se non bastasse riusciva anche a cantare e a suonare pianoforte e chitarra.


Jimmy era un ragazzo davvero difficile da non notare: altissimo, capelli neri e perennemente in disordine, occhi azzurri come il cielo limpido (vi prego, risparmiatevi le bestemmie per il paragone fin troppo scontato) e un piercing sotto il labbro inferiore, perfettamente al centro.


Una sera, Keira decise di dilettarsi nel locale subito sotto casa sua, dove viveva sola soletta da appena un anno, finalmente lontana dall’affetto asfissiante dei suoi genitori, suonando i suoi pezzi preferiti di Esperanza Spalding, contrabbassista, cantante e bassista, nonché suo idolo indiscusso nella musica e nella vita di tutti i giorni. Keira indossava spessissimo la sua maglia preferita decorata con la stampa della sua adorata Esperanza. Sembrava le portasse fortuna, e dato che quella sera avrebbe fatto la conoscenza di James, allora si sarebbe definitivamente convinta della sua teoria.


Finita Smile Like That, uno dei pezzi che amava di più suonare, si andò a sedere al bancone e ordinò una Vodka Lemon, la sua bevanda preferita.


Si guardò un po’ attorno, giusto per rendersi un attimo conto di chi fossero i suoi spettatori per quella sera, e rimase parecchio di stucco quando intravide James bere una Corona seduto solo soletto ad una tavolo accanto al bancone. Di solito andavano a vedere le sue esibizioni gli appassionati di jazz, che amavano sentire le composizioni di Charlie Parker arrangiate in modo alternativo da Keira. E invece, quella sera, al suo bel concertino, aveva assistito un metallaro “spaventatore di bambini” con del trucco pesante sui suoi occhi chiari e una maglia dei Motorhead.


Keira sorrise alla sua vista, e lo fece anche James quando la vide e decise di avvicinarsi per scambiare due parole.


< < Bel concerto, bellezza > > si complimentò James, con gli occhi che gli si illuminavano man mano.


< < Grazie > > abbassò la testa lei, senza però avere la minima intenzione di muoversi dalla sedia dove aveva piazzato il suo bel sederino.


Per fortuna, ci pensò James a sedersi vicino a lei, forse fin troppo vicino.


< < Non avrei mai pensato di ricevere complimenti da uno come te > > commentò Keira, sorseggiando dal suo bicchierino ghiacciato.


< < Beh, ‘sta sera non mi andava di restare a casa senza far nulla, ho preferito venire qui sapendo che una gnocca come te avrebbe suonato i pezzi di Charlie Parker > >.


< < Wow, non usi mezzi termini, eh? E comunque, davvero ti piace il jazz? > >.


< < Certo, e l’ho studiato anche, quando prendevo lezioni di batteria > >.


< < Caspita! > > esclamò, sentendo l’alcol che cominciava a fare effetto pian piano.


< < Eh già > >.


< < E suoni rock e metal, giusto? > >


< < Soprattutto quelli, ma mia piace suonare un po’ di tutto quando capita > >.


< < Non che sia una grande appassionata di quel genere, ma comunque ascolto qualche gruppo > >.


< < Del tipo? > >.


< < Per esempio mi piacciono molto gli Halestorm > > disse, sorridendo, visto che il padrone del locale aveva pensato bene di far risuonare nell’aria la meravigliosa “Amen”, degli Halestorm, ovviamente.


< < Cazzo! Piacciono moltissimo anche a me! > >.


James maledì nella sua testa il padrone del pub per averla messa. Niente gli ispirava sesso più di quella canzone, e con una come Keira davanti agli occhi, era difficile tenere a bada il “piccolo” James.


< < Lzzy Hale ha una voce che spacca > > disse lei quasi estasiata.


Parlarono per tutto il tempo, di musica, di concerti, del loro passato, e Keria capì di potersi fidare assolutamente di uno come James. Lo trovava davvero adorabile.


Dopo un po’, finirono entrambi la loro bevanda e Keira corse a prendere il suo strumento, riporgendolo con cura nella custodia imbottita.


Quando uscirono dal locale, Keira disse a James di abitare proprio lì vicino.


< < Peccato, mi sarebbe piaciuto fare due passi > > disse James, storcendo la bocca.


< < Beh, sono sicura che ritrovarci qui non sarà affatto un problema > >.


James prese le mani della ragazza tra le sue, baciandola dolcemente sulle labbra, ma giusto per qualche istante.


Keira, a dir poco sconvolta da quello che era appena successo, ebbe solo il coraggio di dire: < < Oppure potrei chiederti di salire > >.


< < Con piacere > >.


Keira amò subito James, non aveva bisogno di passarci chissà quanto tempo per capire i suoi sentimenti. Sentiva di provare un’attrazione quasi animale per quel ragazzo, o forse era solo l’alcol della Vodka a farle quest’effetto.


Keira prese le chiavi dalla tasca dei jeans e aprì il portone. Iniziò a salire per prima le scale, con James dietro di lei che la teneva la mano.


< < Eccoci qui > > annunciò lei, girando la chiave della porta per un po’.


 


< < Wow, bella casa! > > si complimentò James, alzando la voce.


< < Non è nulla di che, ma grazie lo stesso > > Keira sorrise.


Casa sua era piena zeppa di soprammobili, quadri, mobili, che in qualche modo riuscissero a ricordarle la sua amata Africa. Stare in casa sua era rilassante come niente, grazie al profumo della candele accese e al buon odore di pulito.


Appesi alle pareti, ben sei bassi elettrici ed uno acustico, caratteristica della casa che piacque di più a James, che rimase a fissarli imbambolato per la bellezza di cinque minuti.


< < Vuoi qualcosa da bere? > > Keira pensò bene a distrarlo dagli strumenti esposti, esattamente come in un museo.


< < Sì, magari, qui dentro si muore di caldo > > aveva ragione, ma sapeva benissimo che la cosa non si doveva solo al clima californiano.


< < Davvero? > >.


< < Beh, sì > >.


Keira fece una smorfia e corse ad aprire qualche finestra, affacciate direttamente sul mare.


La ragazza porse una bottiglia di Jack Daniel’s misto a Coca Cola a James e ne aprì una per lei, mentre si affacciava ad una delle finestre aperte nella stanza.


< < Non hai nulla di più alcolico? > > si lamentò il batterista.


< < Purtroppo no, dovrei fare rifornimento > >.


James fece spallucce e bevve un lungo sorso dalla sua bottiglia dal vetro scuro.


Si abbracciarono affettuosamente mentre guardavano il cielo stellato e ascoltavano in silenzio il rumore che il mare calmo faceva, scontrandosi con la terra ferma.


< < Ehi Jim > > mormorò Keira, facendolo risvegliare dal suo stato di pseudo-trans.


< < Mh? > >.


< < Ti va di suonare qualcosa? > >.


< < Ehm, io il basso non so suonarlo quasi per niente > > disse, tristemente.


< < Ho dei bonghi > > disse, interrompendo il loro contatto fisico.


< < Allora okay > >.


Keira aprì una credenza e tirò fuori due bonghi nuovi di zecca, che porse a Jim, che intanto si era accomodato sopra un enorme divano rosso in tessuto, con sopra un’infinità di cuscini arancioni e gialli.


Keira guardò la sua amata parete con tutti i suoi bassi appesi, scegliendo di usare il suo amato Fender Precision color rosso fuoco.


Lo attaccò all’amplificatore e iniziò ad improvvisare su tutte le scale possibili ed immaginabili. James era estasiato da quelle dita che si muovevano con tanta facilità, e che creavano il tipico suono ovattato che a lui tanto piaceva.


Se avesse continuato a guardarla sarebbe finito col saltarle addosso, per cui decise di distrarsi da lei e provare un po’ quei bonghetti che Keira gli aveva dato.


Suonavano a meraviglia, e la cosa lo fece sorridere.


< < Allora > > disse, dando qualche ultimo colpetto a quegli strumenti che sarebbero stati suoi almeno per quella sera < < cosa suoniamo di bello? > >.


Keira ci pensò un attimo, e poi rispose subito: < < Facciamo Amen > >.


James spalancò gli occhi.


< < Okay > > balbettò, preoccupato per le conseguenze che la canzone avrebbe avuto sul “piccolo” James.


Keira diede il tempo con la voce e partì riproducendo le note che nella canzone originale faceva la chitarra, mentre intanto cantava.


A fire is  gonna burn


The world is gonna turn


A rain has gotta  fall


Fate is gonna call


But I just keep on brething, long as my heart is beating


Someone is gonna hate


Is never gonna change


Gets herder every day


It’s a hell of a place


To keep your heart from freezing


To keep yourself believing


But I won’t run


I’m not afraid


I’ll look them in the eyes


Gonna hear me say it’s


My life


My love


My sex


My drug


My lust


My God, it ain’t no sin


Can I get it?


Can I get an Amen?


My Grace


My Church


My pain


My tears


My hurt


My God, I’ll say it again


Can I get it?


Can I get an Amen?


Jim portava perfettamente il tempo senza mai sbagliare facendo, come al suo solito, vedere a Keira quanto lui fosse virtuoso. Beh, diciamo che Jim se la credeva parecchio; ma alla fine ne aveva tutte le ragioni, e Keira era estasiata da quello che stava succedendo.


Talvolta Jim la affiancava nel canto, e la sua voce era assurda. Molto acuta e graffiante, e Keira iniziò ad amarla non appena la sentì per la prima volta.


Iniziava a fare fin troppo caldo lì dentro.


Life has gotta kill


Faith is gonna blind


Hope is gonna fade


The truth is gonna live


Sometimes there’s no reason


To justify the meaning


But I won’t run


I’m not ashamed


It’s gonna take more than this  for me to break


My life


My love


My sex


My drug


My lust


My God, it ain’t no sin


Can I geti t?


Can I get an Amen?


My grace


My church


My pain


My tears


My hurt


My God, I’ll say it again


Can I get it?


Can I get an Amen?


 


L’assolo lo fece Keira al basso, e la cosa di certo non aiutava James a trattenere l’eccitazione.


Keira cantò per l’ultima volta il ritornello della canzone, lanciando una acuto che lasciò James completamente a bocca aperta.


La canzone finì, “grazie a Dio”, pensò il batterista.


Keira sospirò, sorridendo soddisfatta, mentre provvedeva ad asciugarsi il sudore d al viso col palmo della mano.


< < Beh, è venuta bene, no? > >.


Jim annuì, ancora sconvolto dalla voce di Keira.


< < Suoniamo qualcos’altro? > > propose la ragazza ma non prima di iniziare a sfilarsi la maglietta.


Fu in quel preciso istante che James iniziò a non capire più niente. Si sentiva instabile, tremante, sembrava impazzito di punto in bianco.


< < Scusami Jim, è che fa particolarmente caldo ‘sta sera > >.


< < No no, figurati > > non era affatto un problema per lui vedere Keira in quello stato.


L’unico problema era che dopo ciò, scopare era legge.


< < Io direi che per oggi può bastare > > disse James, con un tono di voce pericolosamente profondo e sensuale.


Keira si alzò dal divano e andò a rimettere al suo posto il Fender rosso.


James si alzò dal divano, afferrando Keira per i fianchi e baciandola sempre più con passione, facendo scontrare le loro lingue schiacciando senza pietà la sanità mentale di entrambi i ragazzi.


Impazzivano reciprocamente, e quella sera volevano solo una cosa: il corpo dell’altro, assaporarsi come se non ci fosse stato un domani.


Keira prese per mano lo spilungone e salirono assieme la scalinata di legno che portava alla camera da letto.


Si spogliarono in fretta e furia, e Jim non fece neanche denudare completamente la ragazza, che subito si mise su di lei.


< < Sei senza pietà, eh Jim? > > disse lei, tra un sospiro e l’altro.


Keira si posizionò in modo da poter guardare Jim negli occhi, cioè con le gambe intorno ai suoi fianchi e le braccia intorno al suo collo tatuato.


< < Attenta ragazza, ‘sta sera non mi va di fare il delicato > > annunciò lui, entrando in lei senza preavviso.


Keira gemette. Non lo faceva da talmente tanto tempo che quasi aveva dimenticato quanto fosse bello. Quando Jim iniziò a mordicchiarle la pelle per tutta la zona del petto, Keira capì che Jim non scherzava quando aveva detto di non voler fare il delicato. Lei gli passava in continuazione la mano tra i capelli scuri, talvolta tirandoli mentre affondava la testa tra il suo collo e la sua spalla, e Jim faceva lo stesso.


< < Jim… > > ansimò lei, baciandogli il collo con impeto, e Jim ansimò a sua volta.

E mentre Jim assaporava il collo di Keira per l’ultima volta, raggiunsero entrambi l’apice, rimanendo l’uno di fronte all’altra, a guardarsi negli occhi e a baciarsi.


< < Wow > > Keira affondò la testa nel collo di Jim, respirando profondamente il suo buon profumo di colonia da uomo, sapone, misti entrambi a sudore.


< < Keira, credo di amarti > >.


< < Anche io, James > >.


 


 


 

  
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