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Autore: L o u    30/08/2015    2 recensioni
{ Steggy ( →Steve/Peggy) in a melancholic way | Photograph — Ed Sheeran | 509 words }
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Un sorriso che sa di parole non dette, musiche non ballate e lacrime mai versate macchia la tela del suo volto. Hanno custodito il loro amore in una fotografia, lui e Peggy.
Genere: Malinconico, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Peggy Carter, Steve Rogers
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Wait for me to come home
 

 
 
Loving can hurt, loving can hurt sometimes
But it’s the only thing that I know 
 

Una scatola di cartone smunto dagli anni è tutto ciò che rimane della vita di qualcuno che ancora riposa al di sotto di una coltre di ghiaccio e promesse non mantenute – perché, si sa, colui che n’è uscito è un’altra persona. Giace lì, inerme sul pavimento, la stanza vuota nonostante vi siano mobili di un’epoca che non gli appartiene a riempirla, a renderla un poco più casa di quanto non sia davvero.
Steve la osserva da lontano, la spalla destra poggiata allo stipite della porta, ponderando ancora e ancora se fare un passo avanti, verso giorni gioiosi ormai cancellati, o uno indietro, al sicuro nella precaria tranquillità di una nuova vita. Rimane così, a cavallo tra due secoli con lo sguardo puntato sui resti sgualciti di se stesso.
Deve correggersi però, e lo fa con le labbra piegate leggermente all’insù in un mite sorriso: lei, caparbia e combattiva oltre ogni limite consentito, non avrebbe mai e poi mai permesso che l’inesorabile corso della storia potesse intaccare la perfezione dei suoi ricordi. 
E, senza neanche rendersene conto, l’amarezza s’è dissolta, permettendo alla luce calda del tramonto di filtrare tra le cortine bianche del modesto salotto (e attraverso la nebulosa di ricordi che presiede nella sua mente).
Ora Steve non è più in piedi sulla soglia, bensì piegato sulle gambe difronte alla scatola, note familiari che risuonano lontane – It’s been a long, long time, haven't felt like this, my dear. Non esita oltre, il soldato, è pronto per affrontare la propria guerra. Solleva il coperchio e sente una specie di formicolio dentro di sé mentre una dopo l’altro sfilano sotto i suoi occhi frammenti di un’altra vita.
Vecchi articoli, ritagli di giornale che raccontano con voce polverosa ‘le mirabolanti imprese della Sentinella della Libertà’; il biglietto e il poster della prima comparsa in scena di Capitan America, sbiaditi sui bordi (guardandolo attentamente, anche il copione); figurine spiegazzate, rovinate o macchiate che scivolano giù da una piccola agenda rilegata in pelle – S. R. citano i solchi sul fronte. Ma è rimasta un’altra scatola all’interno, poi più nulla, solo la fine. 
I battiti rallentano, tutto si ferma, il respiro s’affievolisce, Steve la apre e...
Amare, oh amare può far male a volte – è l’unica cosa di cui è certo quando profondi occhi color cioccolato gli sorridono, a dispetto dell’espressione autorevole, attraverso lo specchietto di una bussola; dannatamente certo quando quegli stessi occhi incrociano i suoi, tra la folla di soldati provati ma ridenti, in un’istantanea datata novembre ’43. 
Un sorriso che sa di parole non dette, musiche non ballate e lacrime mai versate macchia la tela del suo volto. Hanno custodito il loro amore in una fotografia, lui e Peggy. Hanno creato quei ricordi per loro, dove i loro occhi non erano mai chiusi, i loro cuori non erano mai stati spezzati, e il tempo era ancora congelato.
Steve guarda ciò che avrebbe potuto avere, ricorda come si erano baciati, sotto un cielo che preannunciava neve e morte. 
“Aspetta che io ritorni a casa”, le aveva chiesto. 
“Non osare fare tardi”, aveva risposto. 
We keep this love in a photograph
We made these memories for ourselves 

 


 
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Note dell’autrice — ; 
E questa volta si ringrazia Ed per la gentile interruzione. Perché mi stavo già occupando di una cosuccia carina, e ancor prima di un’altra ancora, però va bene, di certo non me la prendo.
Sorpresa persino per me scrivere una Steggy (chissà poi se ho sforato nell’ooc più puro) in quanto la shippi con tutta me stessa, ma in un certo senso ha chiuso un po' i battenti da circa *conta i numeri con le dita* 75 anni, anno più anno meno. E sono triste sì che li ha chiusi! Ma adesso passiamo al momento serietà o: brevi note per la comprensione di una flash che non ha bisogno di comprensione in quanto flash – giusto quelle necessarie: gli avvenimenti sopra narrati avvengono nell’arco narrativo de ‘Il Soldato d’Inverno’, ma prima dell'effetivo inizio del film, di qui l’avvertimento missing moment ; m’è sembrata sensata l’idea che gli affetti di Peggy riguardanti Steve e la loro storia andassero a lui (ho provato a spostare tutto ad un post mortem di Peggy, ma... non ci sono riuscita e la storia ne avrebbe perso, secondo me). Ow, una chicca per voi riguardante la fotografia (ovviamente non vi è nessuna fotografia nei film, ho immaginato che un ipotetico fotografo di guerra immortalasse il momento in cui Steve ritorna in pompa magna dopo aver salvato Bucky e lei gli spara il ‘You’re late’ che tanto adoro, aw). Mh, mglio chiudere qui, altrimenti le note rischiano essere più lunghe della flash. 
Spero vi piaccia quanto a me è piaciuta scriverla, e ringrazio in anticipo chi ha letto e chi recensirà <3 
Alla prossima,
 
Lou
  
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