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Autore: MrsReed    30/08/2015    2 recensioni
Una fanfiction Johnlock scritta di getto, basata su una canzone di nome Happy Ending (Mika).
John viene colto da un malore durante il sonno, e quando la mattina Sherlock si sveglia, è costretto ad affrontare la parte più brutta della morte: andare avanti, ed accettare il fatto che lei colpisce chi vuole e quando vuole, senza chiedere il permesso nemmeno ai grandi detective.
Genere: Drammatico, Malinconico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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''This is the way you left me,
I'm not pretending.
No hope, no love, no glory,
No Happy Ending.
This is the way that we love,
Like it's forever.
Then live the rest of our life,
But not together.''

 

La gente muore ogni giorno, Sherlock. Un operaio viene colto da un malore in fabbrica, e boum, si trova nella bara con un mucchio di debiti sulle spalle ed una figlia a casa. Un attore di Hollywood, al termine delle riprese del film che lo porterà all'Oscar, scivola nella doccia e si procura una frattura al cranio fatale.

Niente Oscar, niente famiglia e, soprattutto, niente gloria.

Perché la morte non è gloriosa, essa ti colpisce quando non te l'aspetti, ed è per questo che Sherlock la considerava bellissima. Gloria non è sinonimo di bellezza.

 

''Wake up in the morning, stumble on my life
Can't get no love without sacrifice
If anything should happen, I guess I wish you well
A little bit of heaven, but a little bit of hell''

 

La notte prima si erano scambiati un casto bacio, avevano tirato giù le tapparelle, chiuso le persiane e bevuto un po' di thè della signora Hudson. Domani sarebbe capitato tra le loro mani un nuovo caso, poi una soluzione, ed infine un'altra tazza di liquido caldo.

In fondo chi erano lui e John, se non due amanti importanti quanto un operaio, una star di Hollywood o chiunque davanti alla morte.

Le prime luci della mattina spiravano tra le assi di legno, illuminando i due eterei corpi addormentati. Solitamente all'alba John si svegliava, si sedeva e guardava il compagno respirare la vita, aspettando che i suoi occhi si aprissero.

Ma quella mattina, fu Sherlock a svegliarsi per primo, come se qualcuno gli stesse pizzicando la guancia. Si voltò allarmato, intuendo che qualcosa non andava.

John giaceva dormiente sul letto, ma il suo petto non si alzava, non si muoveva.

La luce si era portata via la sua anima.

Watson era morto.

Lui era un uomo qualunque, un uomo innamorato, un lavoratore, ed ormai non aveva più nemici.

Ho già detto che la morte non guarda in faccia a nessuno?

 


''This is the hardest story that I've ever told
No hope, or love, or glory
Happy endings gone forever more
I feel as if I'm wastin'
And I'm wastin' everyday''

 

I medici continuavano a ripetere quella frase: il dottor John Hamish Watson è morto per arresto respiratorio.

Per loro era normale annunciare la morte di qualcuno, roba ordinaria.

Ma per Sherlock, la morte di John si era portata via una parte del Palazzo mentale.

Era successo tutto così fretta, nemmeno un ultimo ''ti amo'', o un bacio fatto come si deve sotto le coperte. Prendevano tutto come ovvio, certi che il domani fosse arrivato. Ma ciò... Nemmeno Sherlock poteva dedurlo. 

Non se l'aspettavano, non era scritto nella loro agenda, non era nei loro messaggi, non era nei loro sguardi, non era nei loro progetti la morte.

Un silenzioso proiettile che ti frantuma il cranio.


''2 o'clock in the morning, something's on my mind
Can't get no rest; keep walkin' around
If I pretend that nothin' ever went wrong, I can get to my sleep
I can think that we just carried on''

 

Sherlock era steso sul suo letto vuoto, teneva la mano nella parte di John per sentire quei rimasugli di calore. Nulla, niente, il suo cuore era vuoto come la testa di Anderson.

Ma va bene, no? ''Morire è parte della vita'', gli disse Mycroft, non appena lo raggiunse nella camera mortuaria.

Ma è sempre parte della vita anche quando non avete avuto il tempo di sposarvi, adottare bambini, crescere vecchi e morire senza rimorsi di una vita non trascorsa del tutto?

Il detective era nel suo Palazzo, ed indugiava sulla porta dove teneva ogni memoria di John.

Lo stesso Watson lo osservava seduto su una sedia davanti al letto, consapevole di non poterlo toccare. Gli avrebbe detto di togliere gli abiti da funerale, farsi una bella doccia ed aspettarlo in cucina per la tipica tazza di thè. 

 

 

''This is the way you left me,
I'm not pretending.
No hope, no love, no glory,
No Happy Ending.
This is the way that we love,
Like it's forever.
Then live the rest of our life,
But not together.''

 

Per Sherlock era arrivato il momento di andare avanti, continuare la sua brillante carriera, tenersi lontano dai guai ed imparare a fare il bucato da solo.

Al 221 di Baker Street tutto era silenzioso, fermo, proprio come la sua amata polvere... Perché nessuno era lì per pulirla, né la signora Hudson, né John Watson.

Afferrò lo spolverino, pulì ogni singola cosa con una maniacalità non trascurabile, fece le valigie e si diresse verso un orizzonte offuscato dallo smog londinese.

Ah, Londra, la sua amata città, che senza John non era più la stessa.
 

''A Little bit of love, little bit of love
Little bit of love, little bit of love.''


Lo doveva ammettere Sherlock: John lo visitava ogni notte.

Si sedeva accanto al suo amato, ad un millimetro dalla sua fronte, lo vedeva sorridere non appena lo sfiorava con la sua aura.

Watson viveva nel suo cuore, perché chi ami non se va mai per sempre, anche se sei un uomo dal cuore freddo come Holmes.

Insieme contavano i giorni che li separavano al momento in cui le loro carni si sarebbero finalmente ricongiunte.

 

''This is the way you left me,
I'm not pretending.
No hope, no love, no glory,
No Happy Ending.''

 

Sherlock si guardò allo specchio: capelli bianchi, occhiaie pesanti, rughe e gobba.

Però, una cosa che non si era perduta nel tempo, era quello sguardo radiante e misterioso.

I suoi meravigliosi occhi avevano visto cose proibite, disperazione, felicità, dolore, ma soprattutto, ogni singolo respiro del suo amato John Watson.

Dopo cinquant'anni di separazione, lui rimaneva il chiodo fisso dell'ormai anziano detective.

Nessun'altro uomo, donna o cosa era riuscito a colmarlo come poteva fare un suo bacio.

Sherlock era seduto sulla sua poltrona che era riuscito a portare nel centro per anziani, non senza qualche problema.

Teneva in mano una cornice argentata, che contornava la foto che ritraeva lui e John alla prima paparazzata, dopo essere diventati famosi.

Sorrideva.

Tutto era calmo, ogni nodo era giunto al pettine, che momento migliore c'era per ricongiungersi con la sua anima gemella?

Perché la morte ha un fascino tremendo, che è quello di riportarti a ciò che ti appartiene, per sempre. Che non sono la fama o i soldi, ma qualcosa di più eterno.

La cornice cadde a terra emettendo un suono tonfo, ma il vetro non si spezzò.

Non c'era nulla a reggerla, ora.

Sherlock era ormai soltanto un tiepido fantasma, che si ergeva di fronte al suo corpo inerme.

 

''Hai aspettato, tutto questo tempo, John... Posso avere un bacio?''

 

''Per ora, fino alla fine dei tempi, Sherlock.''

---------

 

XX NOTE DELL'AUTRICE XX

Non sapevo se metterla o no come song-fic, ma nel beneficio del dubbio ho preferito non rischiare :D
La canzone è Happy Ending del grandissimo Mika, quindi tutti i diritti sono i suoi.
Ho scritto questa fanfiction di getto, dopo aver visto il finale del telefilm Medium, dal quale ho estrapolato la mia fanfiction.
Fatemi sapere se ne volete altre, cosa non va e se vi piace, mi fa sempre piacere!! E viva Johnlock :3
Fanfiction dedicata ad una mia cara amica!

 

 

   
 
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