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Autore: TotalEclipseOfTheHeart    01/09/2015    1 recensioni
Cosa avrà pensato Shruikan di fronte alla disfatta del suo padrone?
Quali saranno stati i suoi ultimi pensieri prima di spirare per sempre?
Cosa ci sarà di nascosto dietro a un personaggio tanto tenebroso e insondabile?
Chi era veramente? Una misera marionetta, e una creatura pensante, distrutta dal dolore e dalla solitudine?
Genere: Demenziale, Fantasy, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Castigo, Eragon, Galbatorix, Murtagh, Shruikan
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Corlors of the Rainbow'
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Colors of the Rainbow-Shruikan, longing for freedom

Schiudo annoiato uno dei miei immensi occhi color ghiaccio, osservando curioso quel piccolo, unico umano che con tanta temerarietà pare seriamente convinto di poter sconfiggere lui.
Galbatorix, da parte sua, non pare minimamente sorpreso dell’arrivo del giovane, e lo fissa sorridendo divertito e per nulla turbato. Sospiro…mi fanno quasi pena quei cuccioletti.
Ho passato quasi tutta la mia vita a oppormi a lui. Prima rigettando qualsiasi suo ordine, poi tentando di sfuggire al suo controllo mentale…mi rifiutavo di servire un uomo simile, che non era destinato a essere il mio compagno. Un tiranno, un uomo che non ammetteva repliche, e mi faceva trascorrere pomeriggi su pomeriggi ad allenarmi fino a sputare sangue…nonostante fossi solo un cucciolo, nonostante riuscissi a stento ad alzarmi in volo. Tentai in tutti i modi di ribellarmi, ma fu tutto inutile. Ogni mio singolo tentativo di far emergere la mia volontà veniva immancabilmente soppresso con pugno di ferro, non gli importava cosa desiderassi, cosa volessi. Io ero solo un mezzo per uno scopo e dovevo obbedirgli ciecamente. Gli anni passarono, e con il tempo iniziai a comprendere che era del tutto inutile opporsi. Lui otteneva sempre ciò che desiderava. Non c’era modo di affrontarlo, e chi non voleva capirlo finiva con la testa staccata dal collo.
Osservo i nuovi arrivati. Inutile che si oppongano, è tutto uno spreco di energia. Alzo il muso e osservo i loro occhi mentre in un lampo la mia coscienza ritorna a un’era passata, dove il mio vero Compagno era ancora con me e la vita era fatta di luce e calore. Non ricordo molto di lui, Galbatorix si è ben curato di cancellare quasi tutti i miei ricordi a riguardo, eppure quando mi sforzo mi pare quasi di poter sentire un sorriso caldo e solare e una voce gentile che mi chiama per nome. Ricordo anche uno sguardo, lo stesso che ora vedo nei loro occhi. Occhi che parlano di verità e in un secondo mi rendo conto che nessuno riuscirà a far tornare indietro questi piccoletti.
Il mio sguardo si posa su Murtagh e Castigo e sento una fitta stringermi il petto. Non so cosa sia, se compassione o qualcos’altro, perché sono anni che questo mio cuore in catene non prova emozioni. Sento come una specie di nostalgia profonda, mi sembra quasi di rivedere me stesso quando ero solo un cucciolo. Quei giovani mi fanno quasi pena, costretti a essere chi non sono…ecco, mi pare quasi di rivedere me stesso in loro. Allenarli ha fatto quasi riemergere il vecchio me, facendomi ricordare chi ero un tempo e arrivando persino a farmi confidare loro ciò che provo, cosa che non ho mai potuto fare con nessuno. Perché l’ho fatto? Non lo so nemmeno io, forse ho sempre desiderato, in un angolo remoto del mio cuore, di poter trovare qualcuno con cui confidarmi. Non voglio vederli crescere sotto il peso delle mie stesse catene…eppure in un certo senso li invidio. Loro almeno sono in due, io invece non ho mai avuto nessuno…e quell’unico qualcuno non mi ha mai dato la soddisfazione di riconoscere i miei meriti.
Galbatorix mi lancia un’occhiata, consapevole della battaglia di emozioni che mi attanaglia l’anima. Sento una fitta di dolore, mentre la sua coscienza mi costringe nuovamente a sopprimere quelle emozioni, seppellendole in un angolo del mio cuore. Lo osservo. Non provo rancore per lui…è l’unico che si sia occupato di me in questi anni e in fondo avrei sempre voluto che lui riconoscesse i miei meriti. Non gli chiedevo di appoggiarmi sempre, volevo solo un piccolo sorriso di ringraziamento ogni tanto…qualcosa che mi facesse capire che, in fondo in fondo, teneva al mio supporto.
 
Il dolore mi dilania la testa mentre sento la Dauthdaert penetrare sempre più a fondo nell’occhio.
Osservo Murtagh e Castigo e un debole sorriso si disegna sul mio muso coperto di sangue. Quindi alla fine ce l’avete fatta, eh? Siete riusciti a spezzare le catene. Sono fiero di voi, siete dei bravi allievi…ero certo che ci sareste riusciti. Se solo anche io avessi avuto la vostra stessa forza di volontà.
Alzo lo sguardo verso il soffitto. Verso questa stanza sotterranea dalla quale non esco ormai da anni, questa prigione di terra e mattoni, intrisa di sangue e sofferenza. Quanti anni sono che non guardo il cielo? Che drago è uno che non può volare? Come posso pretendere di appartenere a una razza tanto nobile e indomita? Lacrime calde mi increspano il muso. No, non posso morire così, come un animale in gabbia. I miei occhi si riaprono, luccicanti di determinazione.
Spalanco le ali in un ultimo guizzo di energia e spicco il volo.
Il soffitto si sgretola sotto la potenza dei miei muscoli e finalmente riemergo alla luce del sole.
Inspiro profondamente l’aria fresca e frizzante del mattino. La libertà mi riempie il cuore di gioia, anche se sento le energie ormai svanire e il gelo della morte apprestarsi…guardo sotto di me, dove centinaia di uomini del tiranno mi fissano terrorizzati. Chiudo gli occhi. Devo molto al piccolo umano e voglio poter fare qualcosa per lui prima di spirare per sempre. Mi getto in picchiata e fiamme bollenti coprono le divise rosse, incenerendo corpi e lasciandosi solo cenere alle spalle.
Mi allontano, guardando il tramonto mai troppo lontano.
Riuscirò a raggiungere quell’orizzonte?
Non lo so, ma finalmente il risultato può dipendere solo e soltanto da me.
   
 
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