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Autore: Pichan    01/09/2015    0 recensioni
"Rosa tormento
E labbra sempre più blu
Quella che voglio
Sei solo tu
Io non so fare a meno di te
Io no"
KibaHanabi - Niente è per caso, Negrita.
Genere: Drammatico, Sentimentale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hana Inuzuka, Hanabi Hyuuga, Kiba Inuzuka | Coppie: Kiba/Hanabi
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Io non so fare a meno di te


"Londra, Brick Lane
dopo le tre
echi di grida
e buio nei bar
figli di Shiva
persi per strada
soli, stranieri
come me"
La Brick Lane alle tre di notte era un gioiellino a cielo aperto. 
I ristoranti indiani, i locali più famosi di Londra, i pub, le insegne dei negozi erano rispettivamente chiusi e spenti, in attesa che facesse giorno per tornare ad accogliere migliaia di persone in visita.
Il silenzio metteva quasi paura. Era strano che un posto così frequentato di giorno fosse così deserto di notte.
Forse a causa della pioggia a dirotto di fine settembre, o forse solamente perché era il giorno di riposo per i lavoratori di quella frazione di Londra.
In qualche vicolo si riparavano i ragazzi, anime in pena delle notti londinesi. Si sentivano vagamente risate, chiacchiere e gridolini, sotto il forte rumore della pioggia.
"pioggia di luce
sul nero Tamigi
oltre la nebbia
che giorno è?"
Ancora poca strada, erano quasi arrivati a casa. La moto squarciava in due il silenzio della notte. In sella un corpo abbracciato all'altro, fradici fino alle ossa. Davanti a loro s'innalzava il London Bridge, illuminato in tutto il suo splendore, e il Tamigi quieto come non mai.
Più la moto avanzava, più a nebbia sembrava farsi sempre più fitta. 
Hanabi si strinse ulteriormente a Kiba, passarono il ponte.
La nebbia non sembrava volersi dissolvere. 
Troppo tardi, Kiba si accorse della luce di un semaforo.
"tempo che vivi
negli orologi
passa veloce
e portami via
da questo asfalto di carta vetrata
da questo esilio
di malinconia"
Alzò leggermente la testa dall'asfalto ruvido e sputò sangue. Si voltò più velocemente possibile per cercare, con lo sguardo, la ragazza che era con lui sulla moto.
Hanabi era distesa su un fianco, a parecchi metri da lui e gli dava le spalle. Cercò di alzarsi per raggiungerla, ma ricadde a terra privo di sensi.
"che non so fare a meno di te
io no
io non so fare a meno di te"
Hanabi ballava. Ballava nuda al ritmo delle chitarre elettriche, su un letto disfatto.
Lo guardava. Gli sorrideva.
I suoi capelli neri come il carbone erano raccolti in modo disordinato. 
La pelle bianca come il latte presentava segni rossi sul collo. 
Kiba si chiese se glieli avesse fatti lui.
Poi lei scese dal letto, gli si avvicinò e appoggiò la testa sul suo petto e mentre l'Inuzuka l'avvolgeva con le braccia, lei iniziò a piangere.

Aprì gli occhi di scatto e subito si voltò, al suo fianco c'era sua sorella che dormiva accoccolata su una poltroncina.
Si guardò le braccia livide a causa dei ripetuti tentativi fatti per trovare le vene da bucare.
Diversi tubi erano collegati tramite degli aghi.
Lentamente, con la mano si tolse la mascherina dell'ossigeno, staccò i fili che controllavano il suo battito cardiaco e, infine, trattenendo un lamento di dolore, strappò le flebo. 
Si alzò il più velocemente possibile dal letto e uscì dalla camera. L'elettrocardiogramma avrebbe sicuramente svegliato Hana, dato che non registrava più attività cardiaca.
Si affacciò nelle camere affianco alla sua, ma Hanabi non c'era.
Si nascose in una camera vuota quando una porta del corridoio si aprì.
Sbirciando vide un'infermiera spingere una barella, con un telo bianco.
 La seguì.
"rosa tormento
e labbra sempre più blu
quella che voglio
sei solo tu
io non so fare a meno di te
io no"

 
Gli batteva il cuore a mille. 
Attese che la donna uscisse, chiudendosi la porta alle spalle e non appena la vide allontanarsi, entrò nella stanza dove l'infermiera aveva lasciato la barella.
Era buio là dentro, cercò l'interruttore e accese la luce.
Con le mani sudate e tremanti si avvicinò al lettino.
Quella sotto il telo bianco era una donna.
Afferrò con le mani il lenzuolo bianco e lentamente lo tirò verso il basso.
I capelli erano nero carbone, il volto, una volta rosa pallido, era livido come le labbra che andavano dal rosso, al viola fino al blu.
Hanabi non poteva essere morta.
Le accarezzò il volto freddo, ne era sicuro: stava solo riposando.
Le scosse con delicatezza le esili spalle, perché non lo sentiva?
"Hanabi" la chiamò con dolcezza, le baciò le labbra fredde, ma niente.
Abbassò ulteriormente il lenzuolo, cercando le sue mani. Voleva prenderle per scaldarle, ma il corpo nudo della donna riportava un grosso taglio sull'addome con delle cuciture.
Iniziò a sudare freddo, a respirare affannosamente.
Non poteva essere.
La prese per le spalle e la scosse urlando il suo nome.
A ogni urlo senza risposta sentiva la disperazione consumarlo da dentro.
"Hanabi! Ti porto a casa!" 
Non riusciva ad arrendersi. La prese in braccio e le coprì le spalle con il telo bianco.
Uscì dalla porta di quella stanzetta buia, ma Hana e altri infermieri erano stati richiamati dall'elettrocardiogramma e lo stavano cercando.
In un attimo Hanabi gli fu portata via e lui fu trasportato a forza da tre infermieri, nella sua stanza dove gli somministrarono dei tranquillanti.
"come un fiume scende giù
non si può fermare
perché avviene non si sa
ma di certo arriverà
entrerà nel mare
ed il mare si aprirà
tutto è naturale
ed io
sto arrivando da te"
Si svegliò. 
Gli erano state tolte le flebo.
Ricordò cos'era successo tre sere prima. 
Lui voleva solamente riportarla a casa.
Tolse la mascherina dell'ossigeno e scese dal letto, prendendo nel cassetto il coltello che Hana gli aveva lasciato per tagliare le bucce della frutta.
Strascicò a fatica fino in bagno, probabilmente aveva ancora una gran dose di tranquillanti in corpo.
Si chiuse la porta alle spalle, girando la chiave nella serratura.
Poco dopo un rivolo di sangue uscì da sotto la porta del bagno.
Quando gli infermieri riuscirono a sfondare la porta del bagno, Kiba era già morto dissanguato.
I polsi erano tagliati in modo così profondo che probabilmente non ci aveva messo più di quindici minuti per arrivare da Hanabi.
"io non so fare a meno di te
all'improvviso"

Pichan è tornata più depressa che mai, yeeeh!
Amorini miei, ciao! :)
Non so perché mi è uscita questa storia così... depressa. Provate ad ascoltare la canzone, è davvero, davvero bella.
"Niente è per caso" è uno dei brani presenti nell'ultimo album dei Negrita, ovvero "9". 
Li amo, tanto da essere andata a vederli due volte nell'arco di cinque mesi. 
Ma lasciamo perdere queste mie chiacchiere! Mi siete mancati! E sono contenta di essere tornata anche se con questa shottina! :)
Vi lascio alla recensioni, vi prego fatemi sapere che ne pensate, sennò mi deprimo ancora di più.
Pace, amore, gioia infinita. :*
   
 
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