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Autore: telesette    02/09/2015    1 recensioni
Io sono Sir Guy di Guisborne, e le mie azioni parlano per me.
Non ho nulla da nascondere, né intendo farlo, e oggi vado incontro alla fine così come era stabilito che fosse.
Se Robin Hood, l'uomo che ha visto morire la donna amata per mia mano, ha inteso chiamarmi "amico" in questa circostanza, è segno che il Perdono esiste anche per quelli come me.
Non voglio morire da ipòcrita, né rinnegare ciò che è stato, bensì rendere l'anima con cuore sereno.
Perché, nella vita, non esistono solo il bianco e il nero...
Genere: Generale, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Guy di Gisborne, Marian, Robin Hood
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Dedicata a Sushiprecotto Chan e alle sue storie...
Buon Compleanno!


Morte di un cuore grigio
immagini tratte da internet

- Guy... Guy, no, non puoi... Non devi morire, amico!

Al destino non manca davvero il senso dell'ironia.
Morire così, tra le braccia di un uomo che ho sempre considerato mio rivale, e proprio per mia scelta.
Ma sono stato davvero io a sceglierlo, tutto questo?
Chi può rispondere delle mie azioni, ora che il Giudizio Divino incombe sulla mia anima, per stabilire una condanna a me adeguata?
Sto morendo.
Credevo di esserlo già, quando la mia mano affondò la lama nel corpo di colei che amavo...
Dio, quanto l'amavo!
Eppure l'ho uccisa, e credevo di essere morto anch'io giacché non riuscivo più a sentire alcun calore nel cuore. Solo freddo, un vuoto che mi opprimeva, e ogni giorno il rimorso.
Intenso.
Costante.
Quel dolore mi ha accompagnato sinora, come una spina in profondità dentro al mio petto, e pure sapevo che non potevo espiare il mio peccato con la semplice morte. Non potevo, non dopo quanto avevo fatto, non meritavo quella pace al mio tormento.
Io l'ho uccisa!
Ho ucciso Marian, accecato dalla gelosia e dal rancore, e ancora non riesco a capacitarmi di averlo fatto.
E' morta, per mia mano, perché non riuscivo ad accettare che non fosse mia, e proprio io che desideravo proteggerla più di ogni altra cosa... Io, proprio io, sono stato il suo carnefice.
Ora però lo sento, lo sento anche io.
Quel torpore che precede la fine, quando il corpo si irrigidisce e i muscoli sembrano acqua, tanto non si riesce più a muoversi.
E' questa, dunque, la morte?
C'è chi ha la fortuna di non sentirla nemmeno, quando il trapasso giunge rapido come la fòlgore, e c'è chi invece registra ogni singolo attimo dall'intorpidimento al nulla.
Dicono che, quando si muore, tutta la propria vita scorra davanti in meno di un istante. Un istante per raccogliere, per catturare ogni singolo momento, e per chiudere gli occhi su quello che è stato, che sarebbe potuto essere... o che, semplicemente, non sarebbe stato mai.

***

Complicata...
La mia vita era davvero complicata, da sempre, e l'esperienza mi aveva insegnato che l'amore e il rispetto per i propri simili erano solo le chimere inseguite dai folli.
Re Riccardo non poteva essere un buon capo per l'Inghilterra, era sciocco pensarlo, e ucciderlo all'epoca mi sembrava la soluzione migliore. Con lui morto, il desiderio e l'ambizione dei forti avrebbero fatto di questa terra un paese più grande.
Almeno questo era ciò che credevo.
Un uomo che segue le proprie convinzioni, a prescindere dal suo criterio di "giusto" e "sbagliato", è un uomo che sa cosa vuole ed è disposto a tutto per ottenerlo.
Chiedere è da smidollati.
I mendicanti tendono la mano, piangendo e supplicando, ma non ottengono mai nulla.
Un uomo, un vero uomo, deve sapersi prendere ciò che vuole.
Con la forza, se necessario, ma deve imporre la sua volontà affinché gli altri la riconoscano come legge.
Dio, perdonami...
Perdona la mia arroganza, se possibile, e accetta le parole del mio cuore a testimonianza del mio pentimento.
Oggi sono consapevole di tutto il male che ho fatto. Ho visto il dolore negli occhi di troppe persone, la disperazione nelle grida di troppi innocenti, e l'angoscia nelle espressioni congelate di tutti coloro che mi si buttavano in ginocchio per supplicarmi la grazia...
Ho ucciso.
Ho preso ciò che non mi apparteneva.
Ho imposto la mia vanità, facendo della forza il mio unico vero diritto, e andavo ripetendomi che "questo" era l'unico modo di stare al mondo.
Anch'io, come tanti, uno sciacallo in mezzo ad altri sciacalli.
Che cosa ne potevo sapere, io, dell'amore?
Niente...
Non immaginavo nemmeno che esistesse, un simile sentimento, tale da rinunciare a tutto in nome di esso.
Così, quando la vidi, quando i miei occhi si posarono su Marian per la prima volta...

- Una vostra parola, Milady, e giuro che farei di voi la donna più felice di questo mondo!

Come potevo essere così cieco da non capire?
Marian non mi andava mostrando soltanto la sua bellezza, sebbene io non intendessi vedere altro, ma il suo temperamento era ciò che realmente amavo e bramavo di lei.
Così, tanto più lei mi respingeva, tanto più io la desideravo.
Ogni frase.
Ogni sguardo.
Ogni gesto, sotto quella sua indomabile bellezza selvaggia, tradiva quanto lei fosse così perfettamente opposta a me.
Parlava di giustizia, di rispetto, di umanità ed eguaglianza per tutti, indipendentemente dalla nobiltà e dal privilegio di nascita...
Tutte cose che io mi rifiutavo di ascoltare.
Mi infastidivano, e mi spaventavano anche.
Temevo che, attraverso la sua eloquenza, lo sciocco fanatismo di Riccardo e dei suoi seguaci avrebbe sì finito per contagiare anche me.
Che stupido!
Stupido e ottuso com'ero, nella mia sfacciata arroganza, credevo di poterla avere come qualsiasi altra donna umile e remissiva. Non avevo in testa che lei, la luce vivida dei suoi occhi, il suono della sua voce, il profumo dei suoi capelli, il colorito morbido delle sue labbra...

- Vi amo - dicevo. - Se solo mi deste l'opportunità per dimostrarvelo, io...
- Non posso - rispondeva lei, altrettanto sinceramente. - Non posso darvi ciò che non sento... Cercate di capire, non è facile nemmeno per me!
- Potreste... Io... Vi prego, almeno, potreste provare a...
- Guy, per favore, non è così che funziona... Amicizia, questo posso essere per voi, una buona amica... Ma non posso fingere un sentimento che non è quello, non sarebbe giusto!

Non poteva essere più dura, neppure volendo.
Il suo "no" era peggiore di tutte le ferite ricevute sul campo in Terrasanta. Più io cercavo di farmi strada, più lei continuava a ripetermi che le era impossibile e che dovevo accettare e rispettare la sua volontà in virtù di ciò che sostenevo.
Perché?
Perché, allora, non riuscivo a comprenderlo?
Per come la vedevo io, Robin era l'unico ostacolo al nostro amore: un ostacolo rimovibile, peraltro, con un buon colpo di spada; e dunque l'amore di Marian poteva essere conquistato e il suo "no" si sarebbe potuto anche trasformare in "sì", se solo...
Ma ancora la mia arroganza mi tradiva.
Vedevo soltanto il mio desiderio, la mia angoscia, la fonte di ogni mia possibile gioia... e, semplicemente, non potevo averla!
Ma non potevo rinunciare a lei, non ne avevo la forza, e solo dopo mi sarei accorto di quanto stessi sbagliando.
Forse ero davvero pazzo, al punto da non importarmi neanche più che lei mi amasse, e volevo soltanto che fosse mia a qualunque costo.
Mia e di nessun altro!
Potevo uccidere Robin.
Potevo uccidere chiunque, se solo avesse provato ad allontanarmi da lei, ma non avrei mai accettato passivamente quel rifiuto.
MAI...

***

Qualche tempo dopo, solo e con i miei pensieri, la confusione pareva essersi finalmente dissolta.
Ora, infatti, potevo vedere con chiarezza che non era stata la spada ad uccidere Marian.
Né era stato il suo amore per Robin, il suo spirito di sacrificio o lo spettro di una guerra inevitabile... no!
Ad ucciderla ero stato solo e soltanto io. 
Ma il punto è che avevo già cominciato ad ucciderla, "prima" di conficcarle la lama in corpo, e non me ne resi conto se non quando tutto era già compiuto.
La stavo uccidendo nell'imporle con la forza i miei sentimenti.
La stavo uccidendo nel volerla costringere a me.
La stavo uccidendo nel persistere a consumare violenza e ingiustizie davanti ai suoi occhi.
La stavo uccidendo nel rimanere sordo alle sue implorazioni.
La stavo uccidendo nel rimanere cieco alle sue lacrime.
Quella spada è stata il colpo di grazia, quello che ha posto fine a tutto, e che ha finito per risvegliarmi dal sogno per poi precipitarmi in un incubo.
Se prima una bestia si era impadronita di me, spingendomi addirittura ad uccidere ciò che di più caro abbia mai avuto in questo mondo, ora sono tornato padrone di me e conscio dei miei errori.
La morte di Marian mi ha aperto gli occhi su molte cose, al prezzo di un indicibile dolore e di una sofferenza atroce, e solo ora credo di aver finalmente capito che cosa mi ha spinto a desiderarla a tal punto.
Per tutta la vita sono stato un uomo d'arme, ho consumato innumerevoli vite nel rosso del sangue, e ho imboccato una strada che nessun uomo onesto e virtuoso sceglierebbe mai al mio posto. Ho fatto tanti errori, senza mai immaginare il prezzo che essi avrebbero comportato, e i giorni seguenti alla morte di Marian simboleggiano ciascuno la punizione per ogni mio peccato.
Per anni ho vissuto come una belva, senza mai curarmi di nessuno all'infuori di me stesso. Credevo di poter donare tutto alla donna che amavo, tutto... tranne l'umiltà di riconoscere i miei sbagli e imboccare la via del pentimento.
Forse è troppo tardi ma spero davvero che, giunta a questo punto, la mia morte faccia parte di un disegno divino. Non dico di cancellare il mio passato ma se, agli occhi dell'Onnipotente, anche una sola buona azione può fare la differenza tra la Luce e l'Oscurità... Ebbene, che sia il Cielo a giudicarmi.
Io sono Sir Guy di Guisborne, e le mie azioni parlano per me.
Non ho nulla da nascondere, né intendo farlo, e oggi vado incontro alla fine così come era stabilito che fosse.
Se Robin Hood, l'uomo che ha visto morire la donna amata per mia mano, ha inteso chiamarmi "amico" in questa circostanza, è segno che il Perdono esiste anche per quelli come me.
Non voglio morire da ipòcrita, né rinnegare ciò che è stato, bensì rendere l'anima con cuore sereno.
Perché, nella vita, non esistono solo il bianco e il nero...
A volte, vi è anche il grigio!

FINE 

   
 
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