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Autore: Sunny    03/03/2005    19 recensioni
Anakin Skywalker, il suo destino è segnato dall’oscurità e le ombre si stanno già imponendo nel suo animo… ma forse il suo cuore è ancora libero dal male. Forse c’è ancora spazio per un sentimento d’amore prima della fine…
Genere: Dark, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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La mia galassia deserta

 

La mia galassia deserta

 

 

 

It's hard to realize we said our last goodbyes
Where could the dream have gone to
Now I know there's no way that I can make you stay
No matter how I want to
We made some memories that my heart will always treasure
Before you close the door let's make one more

Baby, just for tonight let me give myself to you
And all I ask is just for tonight
Love me like you used to do
And I promise that I won't cry, I won't ask you why
I won't even try to change your feelings
If you just hold me tight, just once more
Just for tonight

I thought the love we'd found
Was built on solid ground
And it would just grow stronger
Crazy as it may seem
I need to dream that dream
For just, just a little longer

So for the sake of all that magic we made together
Open your heart to mine just one more time

Baby, just for tonight let me give myself to you
And all I ask is just for tonight
Love me like you used to do
And I promise that I won't cry, I won't ask you why
I won't even try to change your feelings
If you just hold me tight, just once more
Just for tonight

All I want is one more night
So why don't you come to me, let me dream
This night means everything to me
All ask is for tonight
baby just hold me tight
Come to me, let me dream
This night means everything to me

                                               Just For Tonight, Vanessa Williams

 

 

*************************

 

 

 

Quell’urlo di dolore così familiare lo svegliò di soprassalto, facendolo balzare seduto nel letto. Coperto di sudore freddo, ansimante, negli occhi ancora quelle orribili immagini, Anakin Skywalker non riusciva ancora a capire se quello che aveva visto era stata solo la proiezione delle sue paure più oscure… o un sogno di avvertimento. O peggio ancora… un sogno premonitore. Non sarebbe stata la prima volta che ne aveva uno.

 

Con il cuore che gli tamburellava impietosamente nel petto, Anakin si passò una mano sul viso sudato e si scansò i capelli bagnati dalla fronte… riprendere fiato sembrava quasi un’impresa impossibile. D’altra parte, chi avrebbe potuto biasimarlo? Vedere la propria donna morire in quel modo atroce e invocando disperatamente il suo nome avrebbe scombussolato chiunque. O chiunque ne capisse qualcosa di amore e sentimenti, visto che a quanto aveva potuto capire negli anni, l’amore era un sentimento non così tanto diffuso nella società.

 

 

Non è successo niente… riprendi il controllo. Domina la Forza, la sai controllare meglio di chiunque altro…

 

 

Anakin chiuse gli occhi e cercò di regolarizzare il respiro, sforzandosi di domare le sue emozioni… incredibile come anni e anni di durissimo addestramento gli avessero insegnato tutto meno che questo. Combattere? Era il migliore. Dominarsi? Valeva meno di zero, come il suo affezionatissimo maestro Obi-Wan faceva sempre in modo di ricordargli. Con un sorrisino amaro, Anakin scosse la testa e riaprì gli occhi, appoggiandosi stancamente alla spalliera del lettone. Lentamente voltò lo sguardo alla sua destra… e un senso di pace e tranquillità s’impossessò del suo cuore, rallentandone i battiti.

 

Padmè dormiva della grossa accanto a lui. I morbidi capelli lunghi e mossi sparpagliati sul cuscino in modo disordinato, il lenzuolo che a malapena le copriva il suo bel corpo sinuoso e delicato, le labbra socchiuse e il viso disteso e rilassato… era un trionfo di femminilità, bellissima e serena come nessun altro aveva il privilegio di vederla tranne lui. Anakin sorrise fiero. Sua moglie, la donna più bella e più forte di tutte le galassie… gli altri vedevano in lei solo la Senatrice Amidala, una giovane donna dal coraggio senza eguali e dotata di un senso di giustizia come pochi, ligia al dovere e sempre pronta a seguire i propri principi di onestà ed equità, onorata e rispettata dai membri più autorevoli del mondo della politica… beh, tutti quei signoroni dalla parlantina facile non avevano neanche lontanamente idea di chi fosse veramente quella piccola stella che dormiva accanto a lui. Padmè era quella stessa ragazza che quando lo baciava metteva tutta se stessa e le sue emozioni in quel contatto fisico, la stessa persona che la notte prima aveva invocato il suo nome come una preghiera disperata mentre si univano anima e corpo in una cosa sola, la stessa persona che mentre insieme sfioravano il cielo con la punta delle dita per il piacere si era stretta a lui e gli aveva sussurrato il suo amore con quel filo di fiato che le restava, e che lui puntualmente amava rubarle in un bacio famelico e desideroso… no, nessuno poteva sapere chi era veramente Padmè, solo lui.

 

Dolcemente si chinò su di lei e le baciò le labbra socchiuse, accarezzandole il viso… poi la sua mano scese fin sul pancione arrotondato coperto dal lenzuolo. Gli venne da sorridere mentre lo sfiorava con la punta delle dita. Se lì dentro c’era un bambino col carattere della mamma, sicuramente l’altro sarebbe stato strapazzato per bene. Dovevano dividersi in due lo spazio, e Anakin era pronto a scommettere che quello più simile a Padmè era tutto spaparanzato rispetto all’altro, che probabilmente si accontentava di un cantuccio comodo e tranquillo.

 

Perché era quello che lui, Anakin Skywalker, giovane e potentissimo cavaliere dell’Ordine dei Jedi, desiderava più di tutto. Ad essere sinceri, se quel cantuccio fosse stato una reggia sarebbe stato molto meglio. Ma questo non per manie di grandezza… semplicemente per giustizia. Perché mai lui, l’essere più forte della galassia, doveva sottostare alle decisioni degli altri? Semmai sarebbe toccato a lui impartire ordini, e non il contrario. Il Cancelliere Palpatine aveva ragione quando gli diceva che gli spettava molto di più di quanto non gli riconoscessero. E poi… quello che proprio non sopportava era il fatto che lui e Padmè dovessero nascondersi al mondo intero come due ladri. Ma da che si dovevano nascondere, dall’ipocrisia di una società completamente sconvolta e senza senso? Perché non poteva esserci un senso in una società in cui vivevano razze di esseri viventi che mangiavano i loro simili. In una società ben strutturata sua madre non sarebbe mai morta in quel modo orribile e barbaro. Ma non esisteva una società normale… in compenso ce n’era una come quella in cui vivevano loro, che li condannava semplicemente perché erano innamorati… che bel mondo, uno che condannava le emozioni.

 

E così Padmè doveva andare in giro con dei vestiti larghi il doppio della sua taglia per mascherare la prova del loro amore, e lui, ogni volta che alla sua presenza lo richiamavano per una missione, non poteva permettersi il lusso di darle un bacio e rassicurarla che sarebbe tornato presto da lei perché era la sua unica ragione di vita, in una vita che sembrava pazza e illogica… no, non lo poteva fare. Al massimo poteva guardarla intensamente e sperare che tutto il suo amore le arrivasse anche così, e lei in risposta si morsicava le labbra per non schiuderle in un piccolo bacio di buona fortuna.

 

E i suoi figli avrebbe dovuto crescerli nel segreto, nell’ombra. Di nascosto. Come bastardi.

 

I figli dell’uomo più potente di tutte le galassie… cresciuti come due ladri.

 

Anakin tornò a mettersi seduto, ma stavolta sulla sponda del letto e con i piedi appoggiati saldamente al pavimento freddo. Strinse i pugni forte… non riusciva a sopportarlo. Padmè e i bambini avrebbero dovuto essere trattati come reali… e lui non poteva garantirgli proprio nulla. Nemmeno la sua presenza assidua, visto che ultimamente, con la storia dei Sith, la galassia era in fermento e il Maestro Windu sembrava aver sempre una missione da assegnargli all’ultimo momento.

 

Stanco e avvilito, il ragazzo biondo si passò una mano fra i capelli e sospirò. Cosa gli aveva portato fare il cavaliere Jedi? Era più facile dire cosa gli aveva tolto. Gli aveva tolto la libertà. Quando era più piccolo non ne sentiva così tanto la mancanza, imparare ad usare la spada laser era tanto divertente e interessante da catturare tutta la sua attenzione. Ma i tempi della spada laser usata per trastullarsi a tagliare in due gli insetti erano finiti… ora era un uomo, aveva fatto delle scelte, aveva scelto di farsi una famiglia… e non era libero di onorarle, quelle scelte. Viveva una vita di inganno e menzogna per il solo torto di amare la sua donna più di qualsiasi altra cosa al mondo, e non poteva neanche dirlo a nessuno.

 

Quanto avrebbe voluto confidarsi con Obi-Wan… se solo lui per un attimo avesse abbandonato quella veste di maestro severo e incorruttibile, di uomo perfetto e senza emozioni, Anakin sapeva bene che non era così… quante volte gli aveva fatto da fratello maggiore e da padre da piccolo? Era una bravissima persona, ma aveva il peggiore dei difetti… era un Jedi dentro. Ma non nel senso delle sue capacità… in quello era forte ma normale. No, il suo spirito Jedi si dimostrava nella sua capacità di mettere a tacere i sentimenti nei momenti più disparati… Obi-Wan non avrebbe mai potuto capire il sentimento che lo legava a Padmè, semplicemente perché non si era mai lasciato libero di provare amore per un altro essere umano. Si era fermato all’affetto, alla complicità… di passione non ne aveva mai sentito parlare. Eppure sarebbe stato bello parlare con lui come faceva quando era piccolo e gli confidava tutte le sue ansie e le sue ambizioni… Di certo lui sarebbe stato l’unico con cui avrebbe parlato volentieri del suo segreto. Cento migliaia di volte meglio lui che quegli invasati del Consiglio… Mace Windu, Yoda e tutti gli altri erano uomini di ghiaccio, non sapevano provare nemmeno affetto o comprensione. Erano giudici… e come tali si comportavano. Non lo avrebbero mai capito.

 

Forse qualcuno che poteva capirlo c’era… il cancelliere. Palpatine era molto più versatile di quanto non lo descrivessero gli altri… molto più comprensivo, molto più acuto… e soprattutto, molto più intuitivo. Anakin ricordava bene le ultime conversazioni che aveva avuto con lui… poteva giurare che Palpatine sapesse di lui e Padmè. Come l’avesse capito, questo restava un mistero. Ma continuava a ripetergli che la Senatrice Amidala era in costante pericolo per quello che rappresentava e per quelli dalla cui parte si era schierata… e il suo sguardo profondo era inequivocabilmente chiaro. Lui sapeva. Ma non aveva detto niente a nessuno, non li aveva scoperti… dunque in qualche modo era dalla loro parte.

 

Forse era proprio il discorso inquietante che aveva avuto con Palpatine solo poche ore prima ad avergli fatto fare quel sogno. Il Consiglio gli aveva ordinato di andare dal Cancelliere e parlare con lui a proposito di una questione della massima importanza, ma poi il discorso era scivolato su un argomento ben diverso. Palpatine gli aveva fatto notare, per l’ennesima volta, quanto i suoi poteri fossero cresciuti in modo prodigioso negli anni, quanto gli altri Jedi questo lo sapessero… dunque il problema era proprio questo, a parer suo. Yoda e gli altri non gli mollavano il guinzaglio, ma perché… perché conoscevano il suo immenso potere e tentavano di tenerlo a freno? Questo non era politicamente né moralmente corretto. Anakin aveva stretto i pugni… da quelli del Consiglio questo forse poteva anche aspettarselo, ma da Obi-Wan… anche lui era d’accordo con loro? Palpatine sembrava aver letto nei suoi occhi quel pensiero burrascoso, e molto sentitamente gli aveva appoggiato una mano sulla spalla e gli aveva ricordato quanto il potere per natura incuriosisse ma intimorisse tutti gli uomini, Jedi inclusi. Il giovane aveva sentito una gran voglia di chiedergli un consiglio… quell’uomo sembrava in grado di gestirlo bene, il suo potere. Ma Palpatine l’aveva preceduto con una semplice, piccola, netta frase che gli aveva fatto lasciare la stanza con la fronte imperlata di sudore freddo… secondo il Cancelliere, la Senatrice Amidala era in serissimo pericolo. E non era solo dai cacciatori di taglie che Anakin doveva guardarsi se voleva salvarla… per tutto ciò che ella rappresentava, chiunque avrebbe avuto interesse ad ucciderla.

 

 

Chiunque… io sono un cavaliere Jedi, non sono autorizzato ad amare qualcuno… men che meno a formarci una famiglia… cosa le farebbero quelli del Consiglio se scoprissero la verità? Era a loro che si stava riferendo Palpatine?

 

 

Quel pensiero lo tormentava. No, Padmè non dovevano neanche azzardarsi a toccarla… lei no. Aveva perso sua madre perché non era stato forte abbastanza, ora non avrebbe ripetuto lo stesso errore. Da quel giorno con Dooku non aveva fatto altro che allenarsi… triplicando e quadruplicando le sedute di esercizi con la spada laser e coi suoi poteri. Lei doveva essere al sicuro… lei e i bambini erano una sua responsabilità. Al diavolo le decisioni del Consiglio, quella era la sua vita e aveva tutto il diritto di fare le sue scelte. Non doveva proprio rendere conto a nessuno.

 

Anakin raccolse da terra la sua tunica e la indossò senza prendersi la briga di abbottonarsela, e trascinandosi sui piedi si lasciò cadere pesantemente su una sedia davanti alla finestra della stanza. Era notte, eppure quanta attività in giro… mai quanto il traffico di pensieri nella sua testa. Uno era più martellante degli altri.

 

 

Maestro… da che parte ti schiereresti tu se sapessi di me e mia moglie?

 

 

Il ragazzo chiuse forte gli occhi. Aveva il presentimento di sapere che cosa avrebbe fatto Obi-Wan Il Grande, Jedi fin nelle vene… nessuno poteva capirlo. Palpatine non era di certo il suo ideale di migliore amico, ma almeno sembrava comprendere l’entità del suo potere e soprattutto… era il primo che aveva mostrato uno straccio di preoccupazione per Padmè. Era doloroso da ammettere, ma era solo nelle sue responsabilità. E più andava avanti, più non si sentiva capito… detestava la società, detestava il mondo intero che funzionava nel modo più sbagliato possibile.

 

E più di tutto, detestava il fatto che gli impedissero di modificarla, quella realtà.

 

Aveva le potenzialità per farlo, poteva cambiare la società giocando bene le sue carte… ma no, nessuno gliene dava la facoltà. Anzi, il Consiglio gli dava ogni volta un motivo per sventolare a destra e a sinistra la sua spada laser contro degli stupidi droidi, mentre ci sarebbe stato ben altro da fare. Le idee di Palpatine non erano così tanto sbagliate, considerando che non era proprio l’esempio del politico immacolato… ammesso che fosse mai esistito un politico immacolato. Però lui aveva ragione. Un mondo come quello non aveva bisogno di tanti idioti impegnati a litigare e discutere invece di reprimere le rivolte che ogni volta si facevano più pericolose… quello era un momento di emergenza, e nei momenti di emergenza ci si affida alle qualità di un solo individuo carismatico e deciso. Possibile che un’idea simile a Yoda, il grande saggio dei saggi, non era mai venuta in testa? Forse il vecchio Jedi sapeva di non essere più in grado di portare avanti un ruolo simile. Allora perché non cedere il passo a qualcuno più forte? Che avesse ragione il Cancelliere… lo tenevano veramente al guinzaglio?

 

“…non mi stai ascoltando?”

 

Quella voce dolce gli fece sbattere gli occhi, e Anakin si rese conto che era rimasto a fissare il vuoto davanti a sé per un secondo di troppo. Padmè si era infilata la sua vestaglia azzurra e lo stava fissando preoccupata con i suoi grandi occhi scuri.

 

“Scusa.” Lui riprese a guardare lontano.

 

Padmè esitò. “Stai facendo meditazione?”

 

Anakin negò scuotendo la testa e sospirò. “Sto solo pensando.”

 

“Oh.” Padmè gli prese dolcemente la mano sana e gliela accarezzò. “Ti va di dirmi a cosa?”

 

Anakin la guardò… bellissima e in pena per lui, la sua adorata moglie, la madre dei suoi figli… nascosta al mondo come se avesse qualcosa di cui vergognarsi. Le strinse la mano nella sua e gliela baciò, cercando di dominare quel senso di rabbia che gli faceva bruciare lo stomaco. “Al fatto che ti amo.”

 

Padmè distese la labbra in un sorriso divertito e vivace. “E facevi quella faccia? Ma bravo, cominci già a stufarti della vita da uomo sposato.”

 

Anakin finalmente si lasciò andare a un sorriso… il primo quella sera. Da che era tornato con la morte nel cuore e la paura negli occhi, il suo solo obbiettivo era stato rassicurarsi che lei fosse viva, che fosse al sicuro fra le sue braccia, che nessuno l’avesse toccata con un dito… Palpatine gli aveva fatto salire il cuore in gola quando gli aveva parlato di un complotto per ucciderla. Il giovane Jedi era arrivato a casa sua stravolto, e senza nemmeno darle una motivazione l’aveva baciata fino a mozzarle l’aria, l’aveva presa in braccio, portata nel loro letto, e lì le aveva dimostrato tutto il suo amore nel più totale dei modi, come se quella fosse stata l’ultima volta che facevano l’amore… con una passione scatenata e disperata allo stesso tempo. Sentirla viva e vegeta, ma soprattutto innamorata persa di lui, gli aveva dato l’energia necessaria a dominare la rabbia e la paura e a riprendere il controllo delle sue emozioni. E se non fosse stato per quel pancione, avrebbe continuato a fare l’amore con lei per tutta la notte fino al mattino… quello era l’unico posto, l’unico momento in cui riusciva a trovare un po’ di pace.

 

Padmè gli accarezzò dolcemente il viso. “…io non credo che sia il nostro amore il problema… hai la faccia seria, perché?”

 

Anakin abbassò lo sguardo. “Sono stanco. Sono stanco… di nascondermi.”

 

Padmè sospirò profondamente e si strinse nelle spalle. “Lo sapevamo che saremmo andati incontro a questo…”

 

“Perché non vogliono accettarci.” Le rispose duramente il ragazzo, mentre nei suoi occhi lampeggiava il rancore e lo sdegno. “Perché non vogliono dare il permesso a due persone che si amano di vivere serenamente la loro vita, mentre pazzi assassini e mandanti spietati hanno diritto a essere processati prima di essere condannati.”

 

Padmè si morse le labbra. “I Jedi non possono amare.” Disse piano. “Fa parte delle regole. E noi eravamo consapevoli che stavamo violando quelle e mille altre proibizioni…”

 

“Tu non capisci quello che voglio dire.” Anakin strinse i pugni e riprese a guardare dritto davanti a sé. “Spiegami perché dobbiamo prestare attenzione a un codice di leggi completamente sbagliato. Spiegami perché mia moglie e i miei figli devono essere trattati come ladri. Ma soprattutto… spiegami perché io, che sono tanto forte, devo essere limitato da un gruppo di vecchi tradizionalisti che non capiscono o non vogliono capire.”

 

Padmè lo guardò basita… ultimamente il suo Any stava cambiando tanto. Era sempre così arrabbiato col mondo intero… sempre così cupo. Non riuscivano più ad affrontare i problemi insieme come avevano sempre fatto, perché invece di concentrarsi su una soluzione pratica, lui imprecava contro la società tutta sbagliata. Era così teso… sforzandosi di ignorare il suo tono duro, la ragazza gli passò lentamente le mani sulle spalle muscolose e umide di sudore e gliele accarezzò… era rigido e nervoso. “Any, non pensiamo al mondo per una volta… cerchiamo di concentrarci su di noi, sulla nostra famiglia. Sui bambini, che stanno per portarci un po’ di gioia… non pensare sempre agli altri.”

 

“Ma gli altri mi impediscono di vivere una vita normale!”

 

“Non ti piace quella che vivi ora?”

 

“No!” Anakin scosse la testa e fece una smorfia amara. “No, per niente.”

 

Padmè abbassò lo sguardo e ritirò la mano. Senza dire una parola fece per alzarsi, ma lui le afferrò un polso e la trattenne.

 

“Perché te ne stai andando?”

 

“Perché non riesco ad aiutarti, e questo mi fa star male.” Padmè sospirò. “Perché ti vedo consumarti un po’ ogni giorno, e non riesco a fare niente per darti una mano.”

 

“Tu sei l’unica che mi dà un po’ di gioia e serenità.” Anakin le accarezzò una guancia e le sfiorò le labbra socchiuse con il pollice. “Senza di te sarei perso, lo sai.”

 

Padmè gli prese la mano fra le sue. “Allora perché non mi dici cosa c’è? Ieri sera sembravi fuori di te, e adesso… io non ti capisco più. Cos’hai, Any? Se non lo dici a me, che sono tua moglie, allora a chi vuoi parlarne?”

 

“Te ne sto parlando, solo che tu non vuoi capire.”

 

“Cosa c’è da capire, Any? Cosa?!”

 

“Che tutto questo non va bene!!” urlò lui, fulminandola con uno sguardo lugubre e oscuro. “Che questo mondo è tutto da rifare, che questi maledetti pregiudizi ci stanno impedendo di vivere una vita normale, che questa schifosa società cade a pezzi, che c’è una guerra per ogni galassia, che è tutto, tutto completamente e maledettamente SBAGLIATO!!!”

 

Padmè lo stava guardando quasi inorridita… non l’aveva mai visto così furibondo. Faceva paura quello sguardo pieno di odio e rancore, con quella rabbia avrebbe potuto veramente fare qualcosa di pericoloso… “E che cosa vuoi fare, spiegami.”

 

“Molto semplice… voglio risolvere il problema alla radice.”

 

“E’ una vita che ci proviamo, e qualche risultato l’abbiamo anche ottenuto…”

 

“Certo, come no. Mentre perdete il vostro tempo a litigare tra di voi, politicanti famosi per la vostra furbizia…”

 

Padmè incrociò le braccia sul petto e inarcò le sopracciglia. “Conosci un modo migliore, Anakin?”

 

Il ragazzo tutt’a un tratto fece un sorrisetto strano… quasi macabro nella sua piega furbastra. “Uno ci sarebbe.”

 

Quegli occhi così stranamente furbastri ebbero il potere di far rabbrividire Padmè. “…di che stai parlando?”

 

Il sorrisetto non andò via dal viso di Anakin. “Ho parlato con Palpatine ieri.”

 

Padmè sospirò e guardò altrove, manifestando tutta la sua disapprovazione. “Non mi piace quell’uomo.”

 

“E invece dovrebbe piacerti.” Anakin fece una smorfia. “E’ l’unico con un po’ di cervello in tutto quel baldacchino pomposo che tu chiami governo… e soprattutto è l’unico che dimostra di stimarmi almeno un po’.”

 

“Ti contraddici, Any.” Padmè scosse la testa. “Dici sempre che per te le parole non contano niente, e adesso questo qui viene a farti due lusinghe e tu ci caschi in pieno?”

 

“Non sono solo parole.” Anakin la guardò male, mentre i suoi occhi venivano leggermente messi in ombra dalle punte dei capelli umidi che gli ricadevano ribelli sulla fronte. “Palpatine ha dimostrato più volte di volermi dare fiducia. E se vuoi proprio saperlo, si preoccupa molto per te.”

 

Padmè fece una smorfia sarcastica. “Oh, posso immaginare quanto.”

 

Anakin scosse la testa. “Lo vedi che ho ragione quando dico che non vuoi capire?”

 

Padmè sospirò, estremamente frustrata. “E che cosa ti avrebbe detto il tuo affezionato Cancelliere?”

 

“Il mio affezionato Cancelliere è l’unico uomo che in questo momento conti qualcosa, Padmè. L’unico che ottenga un po’ di rispetto in queste galassie…”

 

“No, quello che tu chiami rispetto è solo terrore implicito.”

 

“Qualunque cosa sia, sembra funzionare però.” Anakin fece un sorrisetto sinistro. “Guarda quanto potere ha quell’uomo… l’esercito ha lui come primo punto di riferimento, e lo sappiamo tutti. E’ per questo che lo temono… perché sanno quanto è potente. Pensa cosa potrebbe ottenere se mettesse in moto quella gigantesca macchina da guerra di cui è ufficiosamente il capo.”

 

Improvvisamente Padmè comprese… il sangue le si gelò nelle vene. “Che cosa sai…” lui la guardò in modo distante, e lei si avvinghiò alle sue braccia. “Che cosa sai, Any? Palpatine sta progettando qualcosa? Vuole mettere in atto un colpo di stato, non è così?”

 

Anakin le avviluppò il mento in una mano, in modo solido ma facendo bene attenzione a non farle male. “Non te l’hanno insegnato all’accademia che i veri grandi uomini sono tali perché se li tengono stretti i loro segreti?”

 

Padmè gli scansò la mano. “Che cosa vorresti dire con questo?!”

 

“Semplicemente che non so niente di quello che pensi tu, amore mio.” Anakin si passò una mano fra i capelli spettinati. “Quello che so è che Palpatine ha ragione su una cosa… quando la situazione è in stato di emergenza, perdere tempo a litigare non porta a niente. Serve un capo con le idee chiare che si imponga per il bene di tutti… serve un unico capo.”

 

“Un tiranno, vorrai dire!”

 

“E tu come li chiami tutti quei politici che si chiudono nelle camere a parlare e parlare per giornate intere mentre la gente fuori muore?!”

 

“I politici cercano un compromesso, Any!” replicò lei. “Cercano una via di mezzo… non si può dare il potere in mano ad una sola persona, il futuro delle nostre galassie non può vertere tutto sulle spalle di un unico uomo, soprattutto se quest’uomo non è l’essere più pulito del governo! E Palpatine non è pulito!”

 

Anakin fece una piccola smorfia e curvò le labbra in un altro sorrisetto perfido. “Chi ha detto che deve essere Palpatine a reggere il potere?” Padmè rimase sbigottita, e cercò il suo sguardo. Lui le prese le mani. “Ascoltami… è un uomo potente, mi stima e tiene alla tua incolumità… ce l’abbiamo dalla nostra parte. Se mai riuscisse a combinare qualcosa… a prendere veramente il potere come dici tu… noi saremmo coinvolti direttamente.”

 

Padmè scosse leggermente la testa. “Any…”

 

“Io faccio solo quello che piace a te.” le disse accoratamente lui, accarezzandole il viso. “Se non ti piace Palpatine, perché dobbiamo tenerlo fra i piedi… tu hai la saggezza di mille politici messi insieme, saresti un’ottima regina. Governeresti benissimo, il popolo ti amerebbe… io mi limiterei a fare in modo che nessuno osasse contraddirti. Pensa quanto bene potresti fare.”

 

“Any, questa è pura follia!”

 

“Perché?!?” urlò lui, lasciandola. “Ti sto offrendo la possibilità di governare questo mondo in modo giusto, di restituire un po’ di pace a queste galassie che sono stanche di vivere in guerra, tutti ti mano e ti ricordano quando eri la regina Amidala come una sovrana giusta e coraggiosa! Nessuno si opporrebbe, lo so! E avresti finalmente l’opportunità di cambiare questo schifo di società, di crearne una giusta! Pensa ai nostri figli, crescerebbero onorati e venerati e non nascosti come ladri!!”

 

“Ma non è questo il modo giusto di fare le cose!” Padmè si alzò in piedi. “La dittatura non porta a niente, e non importa quanto io possa governare giustamente… non abbiamo il diritto di sacrificare la libertà di un intero universo solo perché vogliamo legalizzare qualcosa che non appartiene a questo mondo, Any! Il nostro amore è contro le regole, lo abbiamo sempre saputo, ma è più forte delle convenzioni sociali e delle leggi… che bisogno c’è di stravolgere l’ordinamento politico della galassia per renderlo ufficiale?! Non ne abbiamo mai avuto bisogno, perché ora ti vuoi accanire così?!”

 

Anakin fece una faccia disgustata. “E certo, andiamo pure avanti così! Lasciamo che la società continui a degenerare!”

 

Padmè scosse la testa. “Ma che direbbe Obi-Wan se ti sentisse parlare così?”

 

Il pugno che Anakin diede nel muro la fece sobbalzare bruscamente. “Che cosa diavolo vuoi che dica?!? O che cosa pensi che sia, mio padre?!? Il mio padrone?!?”

 

Padmè fece un passo indietro… era spaventata da quello sguardo. “E’ il tuo maestro…”

 

“Questo non gli dà il diritto di dominarmi!!!” urlò il ragazzo, i cui occhi fiammeggiavano d’ira. “Obi-Wan ha smesso di comportarsi da amico quando ha scoperto che sono più forte di lui e di tutti quei traffichini del Consiglio!! Chi è lui per decidere cosa devo o non devo fare?!”

 

Padmè scosse violentemente la testa. “Any, lui è un uomo saggio e giusto e ti vuole bene… ti ama come un figlio! Vuole solo il tuo bene…”

“Come quando mi ha impedito di salvare mia madre?!” Anakin fece due passi avanti, facendo in modo che Padmè arretrasse finchè non si ritrovò di spalle contro il muro. “No, non permetterò che succeda di nuovo… di sicuro non con te e con i bambini, hai capito? Non mi interessa cosa pensi, tu sei mia moglie e quindi sei una mia responsabilità… sono io che decido come proteggerti! Sono io che decido quando e come agire, e tocca solo ed esclusivamente a me gestire i miei poteri!!”

 

Padmè inorridì. “Che cosa credi di aver sposato, un pupazzo?!” urlò a sua volta. “Sono tua moglie, ho anch’io delle responsabilità! E non mi piace che frequenti Palpatine, è un pericolo ed è marcio dentro!!”

 

Anakin vide rosso. Si strappò di dosso la tunica e con un movimento elastico e veloce la rigirò di spalle, le afferrò un braccio, glielo torse dietro la schiena e le strappò un gemito di dolore. Se non si fosse difesa mettendo la mano contro il muro, lui ce l’avrebbe spiaccicata contro senza la minima esitazione. “Adesso te le faccio vedere io le tue responsabilità di moglie!!” le urlò, tirandole il braccio. “Chi ti credi di essere per dirmi chi devo o non devo frequentare, eh?! Chi ti credi di essere?!?”

 

“Smettila!!” Padmè strinse forte gli occhi e le labbra… le stava facendo molto male, aveva una paura folle che potesse perdere del tutto il controllo e fare anche di peggio… i suoi bambini… “Smettila, Anakin!!”

 

Per tutta risposta lui le torse il braccio ancora di più, facendola urlare. “Anche tu come tutti gli altri… siete tutti uguali!! Credete di potermi controllare perché vi faccio paura…perché sono mille volte più potente di voi!! Ma nessuno mi può fermare… non avete il diritto di fermarmi, né Obi-Wan, né quel maledettissimo Consiglio né tantomeno tu!!”

 

“Basta!!!” urlò disperata lei, mentre le lacrime iniziavano a pungerle gli occhi. “Basta, te ne prego!!!”

 

Qualcosa scattò in Anakin sentendo quella voce disperata.

 

 

…Padmè…

 

 

Immediatamente la lasciò andare, e lei senza voltarsi cercò di allontanarsi il più possibile da lui, avvinghiandosi al muro e restando di spalle. Si sentiva così umiliata… e così sconfitta. Spaventata e sofferente, Padmè non combattè le lacrime che le scesero lungo le guance… sentì di non averne la forza. Si lasciò scivolare lentamente a terra finchè non fu raggomitolata su se stessa, nascondendo il viso nella parete e mordendosi le labbra per non rendere i suoi singhiozzi ancora più rumorosi.

 

Anakin provò una stretta allo stomaco che lo lasciò senza fiato… non riusciva a credere di aver perso il controllo in quel modo proprio con lei… proprio con lei che era la sua vita. L’aveva spaventata, le aveva fatto del male…

 

“…Padmè… amore…”

 

Lei non si voltò, semplicemente singultò per il pianto che stava disperatamente tentando di reprimere e che invece stava venendo fuori alla grande.

 

“Amore mio, scusami…” si chinò su di lei e cercò di accarezzarla, e provò un senso di malessere fisico quando la sentì ritrarsi dal suo tocco. “…perdonami, non volevo…io… n-non so come… amore, ti prego…”

 

“…t-tu non sei più lo stesso…” biascicò lei fra i singhiozzi, tenendosi stretta a sé quella pancia gonfia che tanto amava. Aveva avuto così tanta paura per i piccoli…

 

Anakin si passò le mani fra i capelli, disperato. Non sapeva neanche lui come, ma doveva abbracciarla… in quel momento sentirla di nuovo fra le sue braccia era vitale, ne andava della sua salvezza. “... non volevo farlo… non ti farei mai del male, amore, lo sai…” cercò di sussurrarle, provando ad accarezzarle un braccio. “Padmè, io non… tutto quello che voglio è vederti felice e crescere insieme a te i nostri bambini, solo questo… non me ne importa niente di nessun altro, per me ci sei solo tu…”

 

Padmè strinse forte gli occhi… lo sentiva che era sincero, sapeva che ora era tornato in se stesso. Era lo stesso bambino di Tatoooine, lo stesso Padawan che le aveva fatto perdere la testa, lo stesso cavaliere Jedi che le aveva fatto vivere un sogno in un mondo fin troppo reale… era tornato. Ma per quanto ancora sarebbe rimasto il suo adorato Any…?

 

Anakin potè sentire parte della paura scivolare via dal cuore della sua compagna, e con una delicatezza infinita le baciò la spalla scoperta senza smettere di accarezzarle il braccio. Quando finalmente lei voltò leggermente la testa di lato, lui potè vedere la guancia rosea rigata dalle lacrime, e gliele asciugò con le sue stesse labbra, distribuendo piccoli baci sulla sua pelle vellutata. Appoggiò la fronte contro la sua tempia in un momento di particolare sconforto, e sospirò. “Io non lo so che mi sta succedendo, so solo che voglio proteggerti… voglio che tu viva felice… voglio che i nostri figli vivano liberi… e il pensiero che non posso darti tutto questo mi fa diventare pazzo…”

 

Padmè sentì che la sua voce tremava… era sincero, e con la sola vicinanza del suo corpo caldo e solido tornò a sentirsi protetta come si era sempre sentita mentre era fra le sue braccia. Provò ad appoggiarsi appena un po’ a lui…

 

“Ti amo.” Le sussurrò disperatamente lui, baciandole il collo proprio dietro l’orecchio. “Ti amo tanto… perdonami…” una delle sue mani si appoggiò accoratamente sul suo addome rotondo, accarezzandoglielo con tutto il suo amore. “…perdonami amore mio, ti supplico… non volevo farti del male, non potrei mai…”

 

Padmè singultò in silenzio e lentamente si voltò verso di lui, accarezzandogli il viso dolcemente. Anakin sembrava veramente disperato… non disse altro, semplicemente si chinò su di lei e la baciò con tutto il suo impeto e con la forza della sua disperazione, rubandole il respiro e l’aria. Lei rispose al bacio e gli passò le braccia attorno al collo proprio mentre lui le faceva scivolare un braccio sotto le ginocchia. La sollevò senza il minimo sforzo e senza interrompere il bacio, quindi la appoggiò delicatamente sul letto e rimase chino su di lei, continuando a baciarla intensamente. Le sfiorò la pelle vellutata con la punta delle dita, assaporando tutto il suo amore, e un po’ di benessere cominciò a farsi di nuovo strada nel suo corpo. Quella sensazione orribile di angoscia che aveva provato fino a qualche momento prima sembrò cedere il passo al calore dirompente del suo amore focoso e immenso.

 

Padmè si strinse a lui e gli passò le mani lungo le spalle solide e vigorose, su e giù per le braccia muscolose, fra i capelli spettinati e ribelli… lo sentiva di nuovo suo, di nuovo come prima, e questo le gonfiava il cuore di una gioia sconfinata. Aveva avuto così tanta paura quando nei suoi occhi aveva letto chiaramente tutto l’odio e il rancore che provava… non credeva che lo avrebbe più tenuto stretto fra le sue braccia così. E invece per fortuna era tornato indietro, lo avvertiva chiaramente… il suo Any non era stato mai capace di mascherare le emozioni, e in quel momento tutto il suo amore e la sua passione, ma soprattutto il pentimento per quello che aveva fatto, glielo si leggeva in faccia. Lo emanava ogni fibra vibrante del suo essere. Un gemito le sfuggì dalle labbra quando lui allontanò le labbra dalle sue per baciarle il collo ripetutamente, assaporando la sua pelle, mentre con una mano le scopriva una gamba per accarezzarla possessivamente. Sembrava che la magia fra di loro fosse tornata, e lei gli fece scivolare le mani lungo l’addome scolpito dai tanti allenamenti, rubandogli un piccolo fremito che la spinse a non fermarsi.

 

“…quanto ti amo…” Anakin sollevò di nuovo la testa per poterla guardare in faccia, e la baciò per un lungo momento. Quando interruppero quel contatto avevano tutti e due il fiato corto. “Ti amo con tutto me stesso… tu sei nella mia mente sempre, in ogni momento, in ogni pensiero… vorrei poterti dare tanto di più…”

 

Padmè gli prese il viso fra le mani, combattendo contro il desiderio folle di continuare ad accarezzare il suo corpo tonico e solido. “Amore mio, tu mi rendi già la persona più felice dell’universo… ho avuto così tanta paura di averti perso prima…”

 

“Tu non mi perderai mai.” Lui le rubò il respiro con un bacio mozzafiato, famelico e disperato. “Io appartengo solo a te, come tu appartieni solo a me… ti supplico, lascia che ti dimostri quanto ti amo…”

 

Padmè lo attirò su di sé per baciarlo ancora, e quella fu la risposta che il giovane Jedi si aspettava.

 

 

 

 

 

 

 

Anakin appoggiò la testa sul petto ansante della sua compagna e cercò di regolarizzare il respiro affannoso… si lasciò cullare dal movimento frenetico dell’affanno di Padmè, che gli passò una mano fra i capelli e l’altra lungo le spalle forti… nessuno dei due voleva rinunciare a quella vicinanza e a quella intimità che stavano vivendo. Come era stato bello ritrovarsi in quel modo così puro ed intimo, fare l’amore con tutta la passione che ci avevano messo li aveva salvati da una follia imminente che altrimenti li avrebbe distrutti entrambi. Il mondo li stava mettendo con le spalle al muro, e Anakin lo sentiva benissimo, ma con lei… Padmè sapeva portarlo via dalla realtà, era in grado di regalargli quella pace che lui da solo proprio non riusciva a trovare. Viveva un sogno ogni volta che era con lei. Gli unici momenti in cui la frustrazione e la rabbia scemavano in un angolo remoto del suo animo furibondo, gli unici sentimenti di gioia e benessere glieli dava lei… lo faceva sentire bene. Lo faceva sentire vivo. Gli ricordava perché valeva la pena vivere un’esistenza che così contorta com’era non gli dava un motivo per lottare.

 

Il ragazzo le appoggiò una mano sul pancione e glielo accarezzò dolcemente… eccolo lì il suo motivo. Doveva lottare per costruire un mondo migliore per loro, per i suoi bambini. Per quell’angelo di sua moglie. Perché per loro avrebbe dato anche la vita, perché loro meritavano il meglio. Perché non esisteva qualcuno al mondo che amasse di più.

 

“Ti amo tanto.” Le sussurrò piano quando finalmente ebbe recuperato un po’ di fiato, appoggiando le labbra sul suo collo e regalandole un bacio piccolo e dolcissimo. Padmè lo strinse a sé e gli baciò a sua volta la fronte, continuando ad accarezzargli dolcemente le spalle vigorose. Gli spuntò un sorriso sulle labbra…un sorriso limpido, stavolta. “Sei bellissima.”

 

Padmè sorrise a sua volta. “Anche tu, amore.”

 

Anakin si sollevò sui gomiti per poterla guardare in viso, e le scansò i capelli umidi dalla fronte. “Mai quanto te… signora Skywalker.”

 

Padmè fece un sorriso felice e lo baciò per un breve momento, tornando poi ad abbandonarsi sfinita sul letto. “Come sarebbe bello se potessimo fermare il tempo… se potessimo restare sempre qui così.”

 

Lui inarcò un sopracciglio in modo vispo. “E se scappassimo in una galassia che nessuno conosce, magari una mezza disabitata, e ci trasferissimo lì? Io, te e i bambini?”

 

Padmè rise piano. “Any, lo sai anche tu che questo è impossibile… e poi non credo che esista una galassia disabitata a questo mondo.”

 

“Ooh, si che ce ne sono.”

 

“Davvero?”

 

Anakin ridacchiò e le accarezzò il viso. “Mia bellissima Senatrice, in qualità di cavaliere Jedi ed ex Padawan, posso assicurarti che ne ho visti di posti… e ne ho viste di strane forme di vita a questo mondo.”

 

Padmè sorrise, e appena lui si stese al suo fianco lei si accoccolò nel suo abbraccio, sentendosi infinitamente bene e protetta. “Mi piaci quando mi racconti delle tue esperienze.”

 

“Certo ne abbiamo viste di cose…” mormorò Anakin, accarezzandole i capelli con la mano artificiale. “Obi-Wan e io.”

 

Padmè avvertì una sensazione di malinconia nella sua voce. “Tu gli vuoi molto bene, non è vero? Nonostante non riesci a capirlo… gli sei molto legato.”

 

Anakin sospirò profondamente. “Non so più cosa provo per lui… è sempre più distante. Non riesco più a sentire la sua presenza rassicurante come una volta. E’ difficile spiegarlo, ma… non lo so perché, ma in certe situazioni mi sembra quasi di avvertirlo come… come una minaccia.”

 

Padmè rimase in silenzio per un lungo momento, limitandosi a fargli scorrere una sottile mano delicata lungo il petto in un massaggio rassicurante e tranquillo. “…Any… sei molto confuso, lo sento. Le tue emozioni tradiscono i tuoi pensieri. E’ per questo che non riesci più a parlare col tuo Maestro. Finchè proverai quel senso di rancore per lui… a proposito di quello che è successo con tua madre… non ne uscirai.”

 

Il tono morbido e dolce della sua compagna non permise ad Anakin di perdere quel senso di pace che provava. “I-Io lo so che non è stata realmente colpa sua…” sussurrò. “Ma è anche vero che lui è d’accordo con gli altri… non mi lascia libero di dimostrare quanto valgo. So che non si fida di me.”

 

“Io non la vedo così.” Rispose piano lei. “Mi sembra di più che faccia del suo meglio per aiutarti in questo momento difficile. Tu sei sempre così impulsivo, così testardo… fai fatica a controllarti, e hai tanta rabbia dentro… tutto questo ti fa male. Hai visto cosa ti succede quando perdi il controllo? Fai qualcosa che nemmeno tu vorresti fare. Lui lo sa… è per questo che cerca di trattenerti.”

 

Anakin esitò. “Però io non voglio che a pagare le spese di tutto questo sia tu, com’è successo con mia madre.”

 

“Non succederà… io mi fido di te.” Padmè si sollevò leggermente per poterlo guardare negli occhi, e gli accarezzò il viso. “Amore mio, c’è una sola cosa che mi fa paura… che nel tentativo di fare più di quello che puoi, tu possa cacciarti nei guai.”

 

Anakin fece un sorrisetto e le baciò la mano. “Non sono più il bambino che hai incontrato su Tatooine, sai.”

 

Anche Padmè sorrise. “Ho adorato quel bambino fin dal primo istante… era forte e giusto, e proteggeva come poteva quelli che amava. Sembrava più grande della sua età, eppure manteneva la freschezza dei suoi anni. E poi… era coraggioso e fin troppo spericolato.”

 

Anakin ridacchiò. “Già… la corsa con gli Speeder.”

 

“Beh, mi hai colpito molto con le tue abilità di pilota.” Gli disse allegra lei, scansandogli i capelli sudati dalla fronte. “Un piccolo grande campione.”

 

“Tu mi sei piaciuta da subito.” Anakin le strizzò un occhiolino complice. “Certo che la mia era smania di vincere quel giorno, avevo duemila buone ragioni per arrivare primo… ma soprattutto avevo voglia di impressionare quella splendida ragazzina bruna tutto pepe che si spacciava per una semplice dama di compagnia.”

 

Padmè fece un sorriso malinconico. “Che tempi confusi, anche allora…”

 

“Quando mai abbiamo avuto pace, noi.”

 

Padmè si morse le labbra ed esitò cercando le parole giuste. “Tu… hai mai provato del rimpianto? Per aver seguito Qui-Gon Jinn e intrapreso gli studi come Padawan?”

 

“…no.” Anakin scosse la testa. “Essere un Jedi è un onore per me, mi ha dato moltissimo. Se oggi sono quello che sono è solo grazie agli insegnamenti del Maestro Obi-Wan. Forse sono tutte quelle regole che… si, insomma, sono troppo rigide. Non hanno un margine di flessibilità umana.”

 

Padmè sospirò e tornò ad appoggiargli la testa sul petto, spostando la mano sul suo petto dove poteva sentire il battito stabile e cadenzato del suo cuore. “Quello che dicevi prima…”

 

“A proposito di Palpatine?”

 

“Si.” Padmè chiuse gli occhi per un attimo. “Any, io non volevo dirti chi devi frequentare o cosa devi fare… mi preoccupo per te perché ti amo, perché sei la cosa più importante della mia vita, e perché ho paura per te.”

 

Anakin la strinse a sé, accarezzandole una spalla nuda. “Non devi averne… io so cosa faccio.”

 

“Si, lo so, però… questo non toglie che penso veramente quello che ho detto. Non mi piace Palpatine, è pericoloso… lusinga con le sue belle parole per cercare di spostare l’attenzione altrove, e se ti distrai un attimo ti colpisce al cuore. E’ una tecnica che adopera anche nella politica. Lo conosco bene ormai… con me non fa più presa questo suo modo di fare. Ma tu stai vedendo solo il suo lato più ragionevole, non quello oscuro… c’è tanto male in lui, devi credermi.”

 

Anakin sospirò profondamente e continuò ad accarezzarle i capelli con la stessa lentezza. “So tenere a distanza le persone, Padmè… non sono uno sprovveduto. Il fatto che mi interessi alle sue idee non vuol dire che le condivida in pieno. E poi… sei tu il mio politico ideale, no?”

 

Padmè sorrise malinconicamente e si strinse a lui, beneficiando del suo abbraccio e di quel dolce bacio sulla fronte che lui le diede. “Lo spero bene.” Dopo qualche momento di silenzio provò a parlare di nuovo. “Posso chiederti una cosa?”

 

“Dimmi.”

 

“Stanotte ti ho sentito parlare nel sonno… ti stavi lamentando. E hai chiamato il mio nome. Cosa stavi sognando?”

 

Anakin inspirò profondamente e sentì il bisogno di abbracciarla ancora di più, di metterla al sicuro persino da quegli orribili ricordi. “Niente, lascia stare.”

 

“Non lo sai che gli incubi vanno via prima quando si raccontano?” gli disse dolcemente lei.

 

Anakin esitò a lungo… in effetti provava un bisogno disperato di sentirsi rassicurare che quello che aveva visto non sarebbe mai, mai avvenuto. E in tutta la sua vita solo tre persone avevano avuto il potere di rassicurarlo nei momenti di paura… sua madre, il suo maestro e sua moglie. “Ho… ho visto… ti ho vista partorire. Stavi soffrendo tanto, urlavi dal dolore… urlavi il mio nome come se io non fossi lì con te, come se ti avessi abbandonata… la tua voce era così disperata, i tuoi occhi erano vuoti… potevo sentire il tuo dolore…”

 

Padmè lo sentì tremare, e subito si sollevò sui gomiti per accarezzargli il viso e sorridergli amabilmente. “E’ stato solo un brutto sogno, tutto qui… nella realtà andrà tutto diversamente. Vedrai, partorirò tranquillamente e con te al mio fianco… così se farà troppo male avrò qualcuno a cui spezzare la mano.” Gli disse con un sorriso.

 

Sul viso pallido di Anakin comparve finalmente un sorrisetto. “Allora sarà meglio che ti dia la mano destra, almeno non rimango completamente monco.”

 

Padmè rise piano. “Tu non hai idea della forza di una donna in preda ai dolori del parto.”

 

Ridendo flebilmente – non del tutto contento di immaginare la sua amata in preda a convulsioni dolorose in nessun caso – Anakin le stampò un piccolo bacio sulle labbra. “Speriamo solo che i bambini facciano i bravi ed escano fuori senza complicare niente.”

 

Padmè sorrise, accarezzandosi il pancione per un momento. “Saranno bravissimi… avranno la forza del papà… e il self-control della mamma. Aggiunse ridendo.

 

Anche Anakin sorrise, ma subito dopo si rabbuiò e abbassò lo sguardo. “I miei figli non dovranno assomigliare in niente a me… io sono un perdente.”

 

“Perché dici questo?” Padmè gli accarezzò il viso con una dolcezza infinita. “Tu sei un eroe…”

 

“…c’è una cosa che in tutti questi giorni non ho trovato il coraggio di dirti.” Il ragazzo evitò lo sguardo preoccupato della sua compagna. “Mi vergogno… e non me la spiego.”

 

Padmè s’inumidì le labbra. “Any, voglio sapere.”

 

Anakin inspirò profondamente, e quando la guardò i suoi occhi erano carichi di una sofferenza quasi stanca. “Il Consiglio… quando mi hanno proclamato cavaliere Jedi a tutti gli effetti, qualche mese fa, non mi hanno nominato anche Maestro… e qualche giorno fa il Maestro Yoda mi ha detto che non lo sarò mai.”

 

Padmè sbattè gli occhi. “Ma… perché?”

 

Anakin fece una smorfia carica di amarezza. “Vuoi la versione ufficiale o quella ufficiosa?”

 

“Che vuoi dire?”

 

“Che hanno paura di me, Padmè. Che mi temono perché sanno che sono più forte di loro, molto più forte… vogliono tenermi a bada per questo.”

 

Padmè sospirò e gli accarezzò ancora il viso e il collo, appoggiando dolcemente le labbra sulle sue per un bacio semplice ma pieno d’amore. “Any, mi dispiace tanto… so quanto ci tenevi. Posso solo immaginare la tua delusione.”

 

Anakin le prese la mano nella sua e incrociò le dita con quelle di lei. “E’ una sconfitta per me… ho lavorato duramente per tutti questi anni, e adesso devo sentirmi penalizzato così. Jedi che so per certo meno forti e in gamba di me diventeranno più alti in grado di me… questo non è giusto.”

 

Padmè potè sentire attraverso la stretta della sua mano e i fremiti dei suoi muscoli che il suo compagno provava una rabbia feroce, e istintivamente cercò di calmarlo. Riprese ad accarezzargli il petto e l’addome e gli diede un piccolo bacio sulla spalla, appoggiandoci la guancia morbida sopra. “Amore… non posso darti torto, deve essere molto frustrante, ti capisco… ma non voglio che questo ti porti via la serenità. Tu sei e resti comunque un cavaliere Jedi fra i più potenti che siano mai esistiti, e questo non te lo toglierà di certo un grado inferiore… per di più il fatto che tu non sia un Maestro non ti toglie nulla, semplicemente ti impedisce di prendere parte alle riunioni del Consiglio, che tu già non hai in grossa considerazione. Non potrai avere un tuo Padawan, certo… ma è un problema relativo, giusto?”

 

“Stai dicendo che non dovrei proprio lamentarmi?”

 

“Sto dicendo che non voglio che tu soffra. Any, io ti amo con tutta me stessa, e ti stimo molto… non mi serve un grado per poter dire che mio marito è l’uomo più forte e potente delle galassie. Cercala in te stesso la tua sicurezza, non nei riconoscimenti esterni.”

 

 

…altrimenti finirai per credere alle parole di Palpatine, e io ho troppa paura di perderti per i giochi di potere di quel mostro…

 

 

Anakin fece un mezzo sorrisetto. “Tu potresti essere un ottimo Jedi, amore mio.”

 

“Ho sposato il migliore.” Disse sorridente lei.

 

Anakin le accarezzò le spalle vellutate e le baciò la fronte. “Però, Padmè… c’è una cosa che mi fa star male, e che non riesco proprio a capire. Perché Obi-Wan non ha fatto niente… non ha detto neanche una parola in mio favore, ha taciuto e non ha osato guardarmi in faccia, ma non ha aperto bocca per dire a quelli del Consiglio che stavano sbagliando… è possibile che anche lui sia d’accordo con loro, che sia contro di me?”

 

“Obi-Wan ti ama come un figlio.” Padmè scosse lievemente la testa. “Ci deve essere una ragione che ancora non sappiamo, che non riusciamo a intuire… e poi non dimenticarti che per quanto possa essere tenuto in considerazione, se il Maestro Yoda e i suoi consiglieri hanno preso una decisione di comune accordo, di certo non sarà la parola di uno solo a farli cambiare idea.”

 

Anakin non sembrava completamente convinto, il sospetto era ancora forte in lui… e non osava dire alla sua amata che il Cancelliere Palpatine aveva avuto una reazione ben diversa dalla sua quando era venuto a conoscenza della notizia. Lo aveva capito bene, gli aveva dato tutto il suo sostegno morale… e la promessa di riscattarsi…

 

“Any?”

 

“Mh?”

 

Padmè gli sorrise. “Vogliamo fare un piccolo gioco?”

 

Incuriosito, Anakin inarcò un sopracciglio e fece un sorriso divertito. “Un gioco?”

 

“Si…” Padmè si accoccolò nel suo abbraccio. “Facciamo finta per qualche ora che siamo veramente nella nostra galassia deserta… che questa sia un’isola felice tutta per noi. Senza Palpatine, senza il Consiglio, senza nessuno… solo io, te e i piccoli… una piccola magia. Per una notte mi piacerebbe pensare che siamo una famiglia normale… felice.”

 

Anakin fece un sorriso malinconico e la baciò, senza il suo solito impeto insistente… fu un bacio dolce, pieno di amore, intenso e lungo. La strinse a sé, e anche quando si furono separati continuò a tenerla stretta forte nel suo abbraccio. “Ti amo, Padmè… nessuno ti porterà mai via a me, nessuno… questo lo giuro. Riuscirò a darti la vita che meriti, vedrai… e nel frattempo…” con un piccolo sorriso vispo, il ragazzo si guardò in giro nella stanza e mosse leggermente le dita della mano sinistra come se stesse muovendo dei fili invisibili. Qualche istante dopo nella camera si illuminarono tante piccole luci sospese nell’aria come fossero lucciole, strappando a Padmè un sorriso felice ed estasiato. “Non è abbastanza, ma almeno ce la arrediamo a modo nostro, questa galassia deserta…”

 

“E’ tutto quello che voglio.” Gli disse felice lei, lasciandosi stringere fra le sue braccia forti e appoggiando di nuovo la testa sul suo petto scolpito, mentre con una mano cercava quella di lui per intrecciare di nuovo le loro dita. “La mia galassia deserta con te.” sussurrò serena, socchiudendo gli occhi.

 

Anakin coprì entrambi con la coperta e le baciò la fronte, appoggiando la testa sul cuscino. Quell’atmosfera di pace, la vicinanza della sua amatissima moglie, la presenza confortante e piena di speranza di quel pancione sembrarono sedare un po’ il fuoco che gli bruciava l’anima. Forse era vero che per una notte potevano dimenticare tutto… forse poteva veramente controllarsi senza bisogno della Forza, ma semplicemente godendo di quella calma che sentiva infondersi nel suo corpo a poco a poco. Il mondo gli stava crollando addosso, non sarebbe finita lì, e lui lo sapeva bene… però non gli avrebbe fatto male sognare almeno un’ultima volta. Sognare la sua galassia deserta per sé e per la sua famiglia.

 

Anakin si addormentò col sorriso sulle labbra quella notte, e gli incubi lo lasciarono in pace… seppure solo per qualche ora.

 

 

 

 

THE END

 

 

 

Ehilà… è la mia prima ffic che non sia su Harry Potter, la definirei un esperimento! Me lo lasciate un parere? ^__________^

  
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