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Autore: Birra fredda    05/09/2015    0 recensioni
Era cominciata così, con Alan che aveva avuto un attacco di panico, Austin che si era innervosito e Tino che aveva afferrato una felpa di Aaron all’ultimo secondo e menomale che lo aveva fatto altrimenti il freddo dell’alba avrebbe ucciso il chitarrista di ipotermia.
Era entrato così Ian nelle loro vite.
Genere: Generale, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Ripetimi di nuovo quanti anni hai.”
“Phil certo che li rompi i coglioni!” esalò Austin con mezzo corpo nel frigo. “Diciassette anni. Diciassette. Mettiti l’anima in pace.”
Ian, imbarazzato, cercò qualcosa da fare e afferrò il pacco di biscotti dal centro del tavolo. Quei cinque lo avevano accolto all’istante nonostante avesse subito messo in chiaro ch’era minorenne ed era scappato di casa. Era felicissimo di aver trovato un posto dove stare (non poteva dire di aver trovato una casa, dato che si trovavano in tourbus, ma l’idea di fondo era più o meno la medesima) dopo tre giorni di nomadismo e di denutrizione.
“Voi vi rendete conto che ci stiamo portando in tournèe un minorenne, sì?” continuò il primo chitarrista versando del caffè nel suo latte.
“Ho messo in chiaro che se dovessi essere un problema...” cercò di spiegarsi nuovamente Ian, interrotto bruscamente da Tino che disse con voce impostata:
“Non sei un problema. E siamo perfettamente consapevoli di ciò che stiamo facendo.”
Alan prese posto di fianco a Ian. “Quindi è deciso, il marmocchio viene con noi” disse allegro sporgendosi a rubare i cereali dalle mani di Aaron.
“Lascia i miei cereali, gatto spelato!”
“Non chiamarmi marmocchio, rosso malpelo!”
Si lagnarono all’unisono, Aaron e Ian, per poi lanciarsi un’occhiata complice e scoppiare a ridere trascinandosi dietro tutti gli altri fuorché il gatto spelato e rosso malpelo in questione, che incrociò le braccia al petto e mise il broncio.
“Fottetevi.”
“Dobbiamo fotterci a vicenda o ognuno per fatti suoi?” lo prese in giro Austin sedendogli accanto con un bicchiere di succo di frutta tra le mani.
Alan si voltò a guardarlo con la bocca un po’ aperta per rispondergli a tono, però trovò dinanzi a sé le labbra dell’altro, così invitanti, quelle labbra che aveva avuto l’onore di baciare, e rimase zitto.
“Potreste cominciare voi due, per il piacere dei fan” disse Tino posando una mano sulla spalla del suo cantante. “E per il piacere vostro, anche” aggiunse poi, facendo andare storta la saliva al chitarrista ritmico che prese a tossire con veemenza.
“Perché voi due...?” domandò innocentemente Ian sporgendosi oltre Alan, che stava quasi soffocando, per poter guardare gli altri. Insomma, li conosceva da poco, ma il loro atteggiamento non gli era affatto sembrato quello di due fidanzati.
“No, Alan è come se fosse un fratello minore” asserì Austin sorridendo. “Solo che i nostri fan, dopo un bacio che ci siamo scambiati sul palco, hanno lavorato un bel po’ d’immaginazione...”
“Ed è nata la Cashby” concluse Phil alzandosi per lasciare il posto a Tino. “Vado a farmi la doccia” annunciò poi, “vi ricordo che oggi dobbiamo fare il soundcheck prima di pranzo perché dopo io e Alan abbiamo l’intervista per quella rivista di chitarre...”
“ERA OGGI?!” esalò il rosso saltando in piedi e facendo saltare dalla sorpresa anche Ian e Austin che gli erano seduti accanto. “Me n’ero completamente dimenticato.”
Phil alzò gli occhi al cielo e non rispose. Si sarebbe sorpreso se Alan avesse semplicemente annuito, in realtà, poiché era risaputo che il più piccolo della band viveva tra le nuvole e dimenticava sempre tutto.
Ian rimase imbambolato in un angolo per l’ora e mezza successiva mentre tutti sul tourbus si muovevano così tanto che sembrava che il mezzo intero si muovesse. Era fantastico e destabilizzante vedere tutti e cinque quei ragazzi al lavoro, ognuno che faceva qualcosa. Era disorganizzati e, allo stesso tempo, sembravano una catena di montaggio. Un momento uno era sotto la doccia, un altro lavava i piatti, uno sparecchiava, uno ordinava, il momento dopo c’era chi si vestiva, chi accordava una chitarra, chi si faceva i capelli nel corridoio, chi urlava che non trovava questo o quello, chi ammucchiava i panni sporchi.
Quando tutti e cinque si ritrovarono puliti e vestiti, pronti per uscire, notarono Ian ancora seduto a tavola che non sapeva bene che fare.
“Perché non ti fai una doccia anche tu?” disse Austin.
“Noi usciamo a salutare i fan, poi ci raggiungi dentro” continuò Aaron.
Ian annuì e sparì nel piccolo bagno del tourbus.
Erano strani, quei tipi, ma allo stesso tempo avevano subito saputo come farlo sentire a suo agio, comportandosi normalmente e senza metterlo sotto pressione. Alan gli ricordava moltissimo Michael, sia per via del colore dei capelli che per quell’aria da bambino innocente e sbadato, forse per questo aveva avvertito immediatamente un certo legame nei suoi confronti.
Pensò a tutto quello che stava succedendo mentre si svestiva e si lasciava avvolgere dal calore dell’acqua, alla fortuna in cui era incappato ritrovandosi a dormire sotto il tourbus di cinque persone tanto disponibili. Quattro giorni addietro era a casa di suo padre, rifletté insaponando un livido nerastro all’altezza del fegato, e ora era praticamente in tournèe con gli Of Mice & Men. Assurdo.
















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Sì, lo so che avevo detto "domani avrete il primo capitolo", lo so benissimo. Però non è stata colpa mia se non ho pubblicato, bensì del mio pc che ha cominciato a dare i numeri e mi ha reso la vita impossibile. Perdonatemi per il ritardo pls,

Echelon_Sun
  
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