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Autore: Fantasy090    06/09/2015    5 recensioni
" Lasciò che le sue gambe lo trascinassero di peso verso l'ultimo tavolo. Il biondino dei grifondoro gli lanciò un'occhiata tra il divertito e il dispiaciuto, e Merlino si ritrovò a sperare che la ciliegina ridarella che stava leccando distrattamente gli si incastrasse in gola.
Sconfitto si lasciò cadere sulla panca. Niente pacche sulle spalle o strette di mano. Solo sacchettini che passavano a destra e a manca, irritandolo ulteriormente. Con sguardo depresso osservò la sua amica Gwen che, dalla parte opposta della sala, rideva con le ragazze di Tassorosso... "
***
Ok, non sapevo nemmeno se postarla. E' una stupidata che mi è venuta in mente rileggendo i bei vecchi tomi della Rowling (santa donna). E' nata come oneshot, ma mi piacerebbe continuala (anche se ho un'altra serie in cantiere). Fatemi sapere voi cose ne dite ^^
Genere: Comico, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Gaius, Gwen, Merlino, Mordred, Principe Artù | Coppie: Merlino/Artù
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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Merlin - Hogwarts fanfiction "Non serpeverde, non serpeverde, non serpeverde..."

Era esattamente il pensiero che si ripeteva nella sua mente da una buona mezz'ora. A quel punto temeva che se avesse accompagnato quel ritornello con la bacchetta avrebbe potuto apportare qualche serio danno all'ultimo tavolo a sinistra, pieno di studenti inneggianti dai colori verde e argento.

"Non serpeverde, non serpeverde...".

Lo aveva ripetuto ancora e ancora, mentre attendeva che la fila di primini si riducesse fino a sparire. Ad ogni grido del cappello se ne levava uno cento volte più forte dalle rispettive case.

I Grifondoro erano decisamente i più casinisti. Il loro entusiasmo rimbalzava per tutta la Sala Grande come un bolide in libertà. Fortunatamente, rischio di sordità a parte, non era altrettanto pericoloso. I tassorosso erano i più accoglienti. Ogni nuovo membro veniva ampiamente lodato e spupazzato per bene, prima di essere fatto accomodare, con un sorriso un po' ebete sul viso. Merlino scosse la testa, divertito. Quella casa aveva qualcosa di davvero speciale, nonostante i commenti poco lusinghieri di alcuni alunni. Tutti serpeverde (che scoperta); quali per altro, dopo il boato, si lanciavano sacchetti di falci da una parte all'altra del tavolo, gioendo o meno dell'esito della scommessa. I corvonero, infine, erano la tavolata più rigida, in un certo senso. Esprimevano la loro gioia con un'unico grido perfettamente coordinato, seguito da un elegante battito di mani. Ogni tanto qualcuno si distraeva e perdeva il ritmo di battuta, o arrivava dopo, ma l'effetto era comunque sorprendente (e in grado di sovrastare persino le grida dei grifondoro). Merlino ammirò distrattamente l'ottimo studio di propagazione del suono che stava dietro all'esultanza.

Nel frattempo la fila si era ulteriormente ridotta. Un ragazzo dai sorprendenti capelli biondi si avviò a passo sicuro, sedendosi impettito sullo sgabello. - Artù Pendragon - annunciò la professoressa, e a quel nome la sala si riempì di un brusio di eccitazione. Nemmeno il tempo di sistemare il cappello parlante sulla testa, che questo, senza alcuna esitazione, aveva già annunciato un "Grifondoro!" a pieni polmoni. Sempre che un cappello potesse averne. Neanche a dirlo, un boato assordante esplose, tanto che la professoressa (come si chiamava? Mcgranith?) dovette richiedere più volte il silenzio con un gesto imperioso della mano. Merlino osservò perplesso mentre il tavolo delle serpi, da cui era certo di aver sentito qualche fischio poco felice, non aveva scambiato ancora nessun sacchetto di monete. Probabilmente per tutti era chiaro in che casa il biondino sarebbe finito. Il neo grifondoro posò per un attimo i suoi occhi azzurri su di lui, mentre con un gesto fuido scendeva dallo sgabello e si avviava verso i tavolo al centro della sala con un sorriso.

Merlino represse un brivido. Ormai mancava poco.

- Merlin Emrys - lo annunciò la donna dal lungo vestito color smeraldo. "Non serpeverde..." aveva pregato l'ennesima volta, mentre il cappello calava sul capo, coprendo le enormi orecchie. Mentre il cappello pensava e frugava indisturbato nella sua mente, nella sala scese il silenzio. Tutti aspettavano impazienti il verdetto dell'ultimo alunno per poter dare il via allo spettacolare banchetto.
 Passò un minuto.

 Poi due.

 Poi tre.

Al quarto Merlino temette che il magico artefatto si fosse addormentato. Doveva averci pensato anche la professoressa, perché con nonchalance diede una leggera spintarella al vecchio accessorio. Ma il cappello non dormiva affatto. Contunuava a rimuginare nella sua mente, borbottando frasi che non si dava la pena di completare. Dopo sei minuti di rimuginamenti, e preghiere da parte del ragazzo che la cosa si concludesse in fretta, tutta la sala, professori compresi, era ormai sporta al limite della sedia e osservava con il fiato sospeso il cappello e il ragazzo più in basso. Quando ormai Merlino era convinto che l'avrebbero fatto sedere per terra, senza una casa di appartenenza, il vecchio cappello si riscosse. Accompagnato dal risucchio di quasi 900 persone che prendevano fiato, il cappello aprì la bocca... "Non serpeverde..." si arrischiò a pensare il mago all'ultimo momento.

 *

 A quanto pare quel vecchio cappello nero con la tesa rovinata dai secoli sapeva leggere tutto di te, tranne i tuoi pensieri più espliciti. A Merlino sarebbero cadute le braccia se non fossero state già rigidamente ai suoi fianchi. Dal tavolo dei Serpeverde si alzò un boato di vittoria e centinaia di sacchetti fioccarono in aria, moltiplicandosi ogni minuto che passava. Merlino si lasciò andare ad un lungo sospiro, decisamente poco represso, visto il sopracciglio alzato di uno dei professori.
Lasciò che le sue gambe lo trascinassero di peso verso l'ultimo tavolo. Il biondino dei grifondoro gli lanciò un'occhiata tra il divertito e il dispiaciuto, e Merlino si ritrovò a sperare che la ciliegina ridarella che stava leccando distrattamente gli si incastrasse in gola. Sconfitto si lasciò cadere sulla panca. Niente pacche sulle spalle o strette di mano. Solo sacchettini che passavano a destra e a manca, irritandolo ulteriormente. Con sguardo depresso osservò la sua amica Gwen che dalla parte opposta della sala rideva con le ragazze di Tassorosso.

Proprio mentre allungava la mano per afferrare depresso una fetta di torta alle carote, l'allegro chiacchericcio si spense, mentre un uomo anziano dalla lunga barba bianca sorrideva alzandosi in piedi. Silente osservò uno ad uno i volti dei suoi alunni e Merlino giurò che mentre osservava il suo gli avesse fatto l'occhiolino. Assurdo... no, doveva esserselo sognato. - Miei cari studenti - iniziò l'uomo. La voce i diffuse dolcemente per tutta la sala, riscaldandola un poco. - è sempre con immenso piacere che vi do il benvenuto qui ad Hogwarts. - un lungo applauso si levò da ogni tavolo, e anche Merlino si ritrovò ad applaudire sorridendo, nonostante tutto. Quell'uomo ispirava una fiducia incondizionata al primo sguardo. - Non ho alcuna intenzione di perdermi in inutili discorsi, dato l'ottima cena che ci aspetta - e a queste parole Merlino poté giurare, per la seconda volta quella sera, che mentre il preside parlava il suo sguardo divertito si fosse posato per un istante di troppo su quel Pendragon e sulla macchia di ciliegia al lato della bocca. Anche il biondo doveva essersene accorto, perché una leggera sfumatura rossa gli colororò il viso.

 - Concedetemi giusto il tempo di presentarvi i professori che vi accompagneranno nel vostro percorso di studi. La professoressa Mcgranith - a quelle parole la donna che aveva seguito la cerimonia dello smistamento si alzò in piedi con fiera eleganza. - Sarà lei ad insegnarvi le tecniche di trasfigurazione - proseguì Silente sorridendo. Un applauso si levò alto ovunque, meno che dalla casa verde. - Il professor Sprite, esperto in erbologia - L'uomo in questione era un vecchio ben oltre la sessantina che Merlino riconobbe come quello che aveva alzato scettico il sopracciglio al suo sbuffo poco entusiasta. Gli occhi chiari erano acquosi e un po' storti, ma lo sguardo era sveglio ed intelligente. Di nuovo tutti, tranne la sua casa, si diedero ad un rispettoso applauso.
La presentazione andò avanti qualche minuto. L'ultimo fu un giovane di bell'aspetto. Non poteva avere più di trent'anni e sorrideva pacato. Ma mentre l'orecchiuto serpeverde si trovò a fissare quegli occhi quasi grigi, si convinse che quel tizio era tutto tranne che normale. La luce negli occhi oscillava tra il bramoso e l'irato senza un evidente motivo.
Quando i loro sguardi si incrociarono Merlino percepì chiaramente il suo stomaco contrarsi e i muscoli tendersi. La pelle d'oca sulle braccia pallide e magre.

 -... detto questo....- terminò il preside, riscuotendolo - ... ai nuovi come ai vecchi posso solo dire "Dateci dentro" e che il banchetto abbia inizio! - proclamò allegro. Le candele sospese si accesero ancora di più, mentre dei fantasmi dall'aspetto nebuloso si lanciavano in voli sfrenati, lanci di teste (le proprie) o pacate conversazioni con i nuovi arrivati, che fissavano il tutto con la bocca spalancata.
Il tizio di fianco a lui addentò con vorace entusiasmo una coscia di pollo grande come un pugno, facendo schizzare ovunque il sugo della carne, compreso sulla SUA divisa nera.
 Merlino sospirò irritato. La fame, a lui, era già passata da un pezzo.

***

Ok, seriamente, non so cosa pensare. L'ho scritta qualche settimana fa di getto, ma non avendo internete è rimasta a poltrire nella cartella del pc. MI piacerebbe davvero portarla avanti come serie, ma come dicevo nella presentazione, se questo accadrà dovrete deciderlo voi. MI rimetto al vostro giudizio ^^ Fatemi sapere, mi raccomando <3 Kiss ;-*
   
 
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