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Autore: Serial_Writer    09/09/2015    1 recensioni
Storia vincitrice del contest "Storia di una notte di mezza estate" indetto da Diretta Telefilm.
Dean, si sa, ha da sempre un sogno: prendersi una vacanza con suo fratello. Una vacanza vera, però, magari al mare. E noi li osserveremo, estate dopo estate, mentre questo sogno si scontra con quella che per loro è la vita di tutti i giorni.
Genere: Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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NdA: Sì, a volte ritornano! Oggi vi lascio questa piccola One Shot a cui tengo davvero tanto, visto che è il frutto del mio primo contest in assoluto! E colgo l'occasione per ringraziare lo staff di Diretta Telefilm, soprattutto per il bellissimo banner!

 

Da quando i fratelli Winchester si erano lanciati nell’attività di famiglia, Dean non faceva altro che ripetere periodicamente – soprattutto a seguito di qualche caso particolarmente difficile, o dell’ennesima scampata fine del mondo – che sarebbe presto arrivato il momento in cui lui e Sam si sarebbero potuti finalmente godere una bella vacanza su qualche spiaggia tropicale. Sognava di passare il tempo a poltrire su qualche spiaggia bianchissima con una birra ghiacciata in mano e magari anche una bella barista che ricambiasse le sue occhiate. Magari avrebbe imparato a surfare, o magari avrebbe prevalso il suo bisogno di prendersi una pausa e si sarebbe limitato a passare in acqua il tempo strettamente necessario per rinfrescarsi di tanto in tanto ed evitare di friggere in spiaggia. E Sam, ogni volta che il fratello prendeva il discorso, sorrideva divertito e scuoteva la testa, ripetendo sempre le stesse parole: “Magari questa volta ci siamo davvero, eh Dean?”

Nessuno dei due, però, voleva ammettere di non crederci davvero; in fondo erano più di vent’anni che facevano quel lavoro, e iniziava a diventare difficile anche solo sognare una vera vacanza nei ritagli di tempo che rimanevano liberi tra un nido di vampiri, i capricci del Re degli Inferi e della sua strana famiglia e l’Apocalisse. Eppure l’idea di una settimana al mare era diventata una sorta di traguardo ideale, l’unica cosa che riusciva a farli tenere duro nonostante tutti gli anni trascorsi in quel mondo.

Dean stappò un’altra birra, asciugandosi dalla fronte qualche goccia di sudore mentre un sorriso amaro gli increspava le labbra: un’altra torrida estate, un’altra fine del mondo scampata, ma del mare neanche l’ombra.

***

Erano passati un paio d’anni dall’ultima vera minaccia per il mondo che i fratelli avevano sventato. Due anni trascorsi in un alternarsi di casi tranquilli e periodi passati a rimettere a posto tutto ciò che Castiel aveva lasciato in sospeso. Da quando l’angelo aveva trovato un modo per guadagnarsi di nuovo il suo posto in Paradiso, tra le schiere celesti, non si era più fatto vedere, e gli angeli che si erano trovati abbandonati sulla terra erano rimasti senza una guida.

Dean sbuffò, mentre ripeteva per la milionesima volta a una perplessa bambina rossa per quale motivo non le fosse permesso girare per i corridoi dell’ospedale locale curando la gente in sfavillanti lampi di luce, per quanto fosse nobile il proposito di far vedere anche a loro i fuochi d’artificio del 4 luglio.

Un’altra estate scivolava via nel tentativo di rimediare gli errori di altri.
 

***

Dean non avrebbe saputo dire come fosse successo, ma finalmente quel giorno era arrivato. Era in piedi sul bagnasciuga e tutto ciò che riusciva a percepire era la sensazione delle onde che gli sfioravano i piedi. La brezza gli scompigliava i capelli e il sole che brillava sul mare gli impediva di tenere gli occhi spalancati come avrebbe voluto, ma comunque riusciva a vedere il cielo limpido e azzurro come non lo aveva mai visto anche da dietro le palpebre socchiuse. Bevve un altro sorso di birra – ghiacciata, proprio come aveva sempre sognato – e per un attimo lo sguardo gli si fece perplesso. Era come se ci fosse qualcosa che aveva dimenticato, che gli sfuggiva e che non riusciva a mettere a fuoco; pregò di non aver dimenticato di nuovo di chiudere Baby e scosse appena la testa. Era la sua prima vera estate, e Sam probabilmente lo avrebbe aiutato a mettere a fuoco ciò che aveva dimenticato. Non appena fosse arrivato.

***

Che Sam non dormisse da settimane si vedeva già dalla sua andatura; camminava con le spalle curve e l’aria abbattuta di chi a malapena riesce a trascinarsi giù dal letto la mattina. Se poi lo siguardava in faccia risultavano ben evidenti le ombre scure sotto gli occhi arrossati, il volto pallido ed emaciato. Con le lacrime che gli appannavano la vista, osservò le fiamme avvolgere il corpo esanime del fratello; aveva pensato di averlo perso così tante volte che gli sembrava irreale l’idea che potesse essersene andato davvero, ma una parte di lui sapeva che era arrivato il momento di lasciarlo andare. Non avrebbe più barato, Dean non lo avrebbe perdonato se ci avesse provato.

“Hai preso la decisione giusta – disse Castiel, poggiandogli una mano sul braccio nel tentativo di trasmettere un conforto che nemmeno lui provava; nonostante tutti gli anni trascorsi, continuava a non riuscire ad accettare il modo in cui le emozioni lo destabilizzavano – Ho riscosso un favore; non ha ancora capito cosa è successo. È sereno, finalmente, e quando sarà il momento gli spiegherò io stesso tutto.”

Sam annuì e aspettò che anche le ultime scintille si estinguessero; quando non rimase che cenere, tornò nell’Impala, lasciandosi sfuggire un sorriso triste quando la radio iniziò a ruggire. Spinse l’acceleratore come se non potesse rimanere in quel posto un minuto di più; la strada lo reclamava e non lo avrebbe liberato tanto presto.


 
   
 
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