L’ospite
indesiderato
Era
una calda e afosa giornata d’agosto, ogni cosa in paese
sudava, i muri, i
gelati, le persone…
C’era
un ragazzo che conoscevo da poco e con cui da qualche giorno ( tipo 2 )
avevo
iniziato ad uscire, mi aveva fatto capire di interessargli ma io non
ero presa
da lui quanto lui da me e quando quel pomeriggio mi invitò
ad andare a mare con
lui decisi che infondo era un modo per poter parlare e conoscerci
meglio,
perché tutti a mio parere meritano almeno una chance per
fare breccia nel mio
cuore.
La
sua chance finì per le 18:00 del pomeriggio, quando
all’ennesimo discorso
palloso non potei fare a meno di trattenere uno sbadiglio fragoroso che
tentava
disperato di uscire dalla mia bocca per riversarglisi direttamente in
faccia. Oltre
a non essere particolarmente bello infatti, era noioso e completamente
diverso
da me; a me piaceva lo sport l’aria aperta e la vita attiva,
lui era pigro e
aveva pochi interessi, io amavo leggere e nuotare, lui non amava
nessuna delle
tante cose che dicevo io, recuperando le sue mancanze che io attribuivo
ad un
“impoverimento caratteriale” con qualche
complimento sul mio aspetto, i miei
occhi o i miei lunghi capelli dorati, buttato nel discorso senza nessun
nesso
logico.
“Ti
piace nuotare?” e lui mi rispondeva “non
proprio… ti hanno mai detto che hai
dei bellissimi occhi?”
Potete
immaginare ovviamente la mia faccia, un misto tra depressione e
insofferenza.
Io adoravo e adoro a tutt’oggi nuotare, specialmente a mare.
A differenza delle
altre ragazze che scendevano al mare per cuocersi sotto i caldi raggi
solari sino
agli orari più impensabili in strettissimi bikini, io ero il
tipo che non
comprava un costume se poi quando dovevo nuotare questi se ne andava
per conto
suo (una volta comprai un bikini che
durante un tuffo se ne andò letteralmente via ahahah)
e mi piaceva portare
quando potevo maschera e pinne e nuotare sott’acqua.
Il
pomeriggio si era inoltrato ed io avevo voglia di fare un bel bagno
rinfrescante, con o senza il mio accompagnatore, non avrei rinunciato
al mio
bagnetto perché a lui non andava.
Inaspettatamente
forse per lo spirito di emulazione o non so, forse per fare una buona
impressione, si fece il bagno anche lui iniziando a nuotare verso il
largo. Mi
mantenevo sempre il più possibile lontano da lui, mi
infastidiva persino
urtarlo per sbaglio...
Poi,
ad un tratto lo vidi.
Rimasi
scioccata in un primo momento, poi cercai di controllare il mio
ribrezzo.
Cercai
di distogliere più volte lo sguardo mantenendo un aria
dignitosa, ma mi era
impossibile non fissarlo ad occhi sbarrati.
Mentre
il mio accompagnatore stava parlando
ininterrottamente, una sostanza verde appiccicosa aveva preso a
scendere
lentamente dalla sua narice.
Non era la solita colata di sostanza quasi incolore, era
viscida, verde e molto corposa.
Pensai.
Ora se ne va, ora si bagna e se ne va.
Ma
lui continuava a parlare e questa cosa scendeva ancora.
Ero
schifata ma anche combattuta... mai
mi
ero trovata in una situazione del genere. Fosse stato un mio amico
intimo
gliel’avrei detto senza problemi, ma lui lo conoscevo appena
da tre giorni!
Sicuramente si doveva leggere la mia espressione schifata sul viso,
così decisi
di scendere sotto acqua nel tentativo di essere emulata e scacciare
l’orrore verde.
Quando mi finì l’ossigeno nei polmoni e fui
costretta a risalire, ma la cosa
era ancora lì così come il suo
proprietario. Era arrivata quasi al labbro, poteva misurare un bel
po’ di
centimetri. Probabilmente il ragazzo avvertì qualcosa sulla
bocca, o forse fu
solo un colpo di fortuna mentre alzò la mano e si
sciacquò il viso.
Tirai
un sospiro di sollievo, era finita finalmente.
“Va tutto bene?” mi chiese
Ed
io pensai che aveva proprio una gran faccia tosta, “Avevi una
schifo di caccola
che ti colava dal naso!” gli avrei volentieri urlato, ma
decisi che non era il
caso così mentii dicendo che andava tutto bene ma che volevo
uscire dall’acqua.
Andai via di fretta con qualche scusa balorda, mia madre rimasta fuori
di casa,
dar da mangiare al coniglio della vicina, badare ai figli di mia zia;
la scusa
mi riuscì tanto bene che lui non sospettò
minimamente mentre mi guardava
scappare via, che in realtà fuggivo da lui e la sua caccola!
Fu
il peggiore appuntamento che (sino ad ora) ho avuto.
Quella
fu l’ultima volta che lui mi vide, ma io al contrario mai
dimenticherò la sua
faccia e la sua sostanza verde viscosa scendere lungo il naso sino ad
arrivare
sulle labbra; nei miei incubi peggiori sogno che mi insegue per
baciarmi con
quel muso viscido, ma grazie al cielo la mattina mi sveglio e penso che
è
finita e che dopo avergli gentilmente detto che non era il mio tipo,
scappando
a gambe levate, adesso penso con tristezza che forse, quell’orrore
verde, sarà il problema di qualche altra ragazza!