Characters: Stiles Stilinski; Derek Hale;
Pairing: DerekxStiles { sterek };
Rating: PG
Genre: Commedia; Romantico; Slice of life;
Words: 815
Warning: au; slash;
Prompt di: Irene Pugliese ~ Teen Wolf, Sterek AU! Dove Stiles è un
licantropo alle prese con la luna piena e Derek maledice l'Alpha che ha avuto la
brillante idea di morderlo
Disclaimers: I personaggi di Teen Wolf appartengono a chi di diritto.
Scritta per l'AU Day della
Winter is Coming Week @We
are out for prompt
«Tu non capisci!»
È il modo in cui Stiles decide di iniziare la conversazione.
Ovviamente è il modo sbagliato e basta un sopracciglio inarcato dell’altro,
perché faccia marcia indietro – figurativamente e letteralmente, dato che con la
jeep sta prendendo le distanze dal ragazzo in piedi in mezzo al parcheggio,
quello con le braccia incrociate e l'aria incazzata di chi ha appena scoperto di
essere allergico agli hamburger, alle patatine fritte e al gelato alla fragola.
Davanti ad una scoperta del genere, Stiles ci morirebbe, il ragazzo, Derek,
probabilmente no e continuerebbe imperterrito a guardarlo male esattamente come
sta facendo in questo momento.
«D'accordo, non volevo dire che non capisci. Perché è evidente che tu lo capisca
ma, insomma, ammetterai anche che tu ce l'hai la faccia di uno che ulula alla
luna, io invece non posso fare quella vita! Sono un adolescente, ho già
abbastanza problemi di mio!»
Il sopracciglio si inarca con più decisione e il silenzio di Derek si fa più
pesante.
Stiles rabbrividisce, sicuro che Hale stia cercando di imparare a strappargli la
lingua con il pensiero. O stia meditando di farlo quando dorme.
«Uhm, prima di continuare questa discussione–»
Discussione a senso unico, pensa Derek, ma non si spreca nemmeno nel
farglielo notare.
«–siamo d'accordo tutti e due nel prendercela NON con Stiles, vero?»
Un sospiro: Derek ha gonfiato il petto e buttato fuori il fiato e Stiles lo
prende come un buon segno, azzardando un po' di più: «Qualsiasi cosa accada?»
«Stiles.»
Il suo nome ringhiato dai denti stretti di Derek, invece, ha il suono di unghie
che grattano la lavagna, gli fa venire i brividi – un po' lo fa anche eccitare,
ma è abbastanza certo che questo non sia lo "Stiles" da "Questa notte non ho
intenzione di farti dormire", quanto più quello da "Ti strappo la pelle per
farne delle ciabatte". Parliamone, non è degno nemmeno di essere usato per
farci delle scarpe!
«Stiles. Spiega.»
Per l’appunto: nessuna frase che implichi il sesso. Odia avere ragione.
Si tira contro il sedile della jeep, nella speranza vana di poter mettere ancora
più distanza tra lui e Derek, così che il ragazzo non lo senta quando parla
(bisbiglia) di animali morti che riempiono il portico di casa sua – cosa a
cui l'altro dovrebbe comunque essere abituato – o pipì fatta contro i muri delle
stanze, per marcare un maledetto territorio che Stile sa già appartenergli
(perché Derek è il suo ragazzo, magari un po' violento, alle volte con
una spaventosa vena che gli pulsa in fronte e da cui Stiles riesce a calcolare
il livello della sua voglia omicida, ma lo ama e questo è cioè che conta.
Spera).
Derek, comunque, riesce a sentire ogni parola e perfino lo scandire accelerato
del suo battito cardiaco. Cerca di mantenere la calma (non vuole finire in
galera per aver ucciso un imbecille, almeno che ci finisca per un motivo
serio!), raggiunge la jeep e si affaccia al finestrino del guidatore per poter
sbattere il grugno davanti al volto di Stiles.
«Non dovevi essere incatenato?» ogni parola è un ringhio e una promessa di
morte.
«Era una catena molto lunga.»
«Perché doveva servire per legarti tutto.»
«…»
«Stiles!»
«Oh scusa, era una frase inaspettatamente eccitante. Ma ora sono pentito, lo
giuro. Cattivo Stiles, cattivo!» gli schiaffetti con cui Stiles si colpisce –
sfiora è più corretto – la guancia, non sortiscono l'effetto sperato e Derek
non si allontana di un centimetro, bensì continua a respirargli addosso: grosse
boccate di caldo respiro mescolate a bollenti vibrazioni negative che il più
piccolo può sentire scivolargli direttamente sulla pelle, sollevandogli i peli
delle braccia e mandando il cuore direttamente nello stomaco. Si aggrappa al
sedile, cercando salvezza in quello.
«La prossima volta–»
«Uh, se c’è una prossima volta significa che con questa sono salvo!»
«…»
«Scusa. Continua. Riprendi pure da "la prossima volta", era un ottimo inizio.»
Stiles deglutisce rumorosamente e riempie il silenzio in cui Derek si è
nuovamente rifugiato, contando mentalmente fino a diecimila. Arrivato a
centoquattordici, Derek riprende finalmente a parlare: «La prossima volta,
invece di chiedere aiuto a Scott, lascia fare a Me.»
Stiles non è sicuro di essere arrossito – difficile considerando quanto si sia
sentito impallidire pochi istanti prima –, ma Derek approfitta di quel nuovo
momento di silenzio per tappargli la bocca con un bacio, che è più un mezzo
morso animale bagnato di lingua e saliva e in cui versi gutturali, bassi e
bestiali, fanno vibrare la gola di entrambi.
Quando il bacio si scioglie, Derek non è più così arrabbiato e Stiles non è più
così preoccupato per quello che dovrà affrontare con la prossima luna piena.
Poi, però, si accorge di dove ha tenuto le unghie fino a quel momento: allungate
in artigli penetrati nella pelle del sedile.
E il melodramma ricomincia.
«Ma perché a me?! PERCHè?!»
«…il tuo fottuto Alpha deve morire.»