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Autore: Spiritromba    12/09/2015    3 recensioni
Da quando il reame di Corona e’ stato distrutto da Elsa, la ‘Persecutrice di Ghiaccio’ figlia di Pitch Black, le isole di Berk, Dunbroch e Arendelle cercano di riprendersi dall’immensa perdita. E proprio quando, due anni dopo la morte della Persecutrice rinasce nel corpo di una principessina, questa viene rinchiusa in un'enorme cupola ghiacciata assieme all’Alfa, uno dei Cinque draghi Protettori comandati solamente da cinque persone. Ma quando Pitch minaccia le tre isole, l’unica speranza sara’ trovarli per riunire l’Alfa, lo Zeta, il Gamma, il Delta e l’Omega, prima che sia troppo tardi e che Elsa non riesca ad uscire dalla sua fredda gabbia e aiutare il padre nel suo intento.
-Tratto dal testo del primo capitolo:
[...] Il rumore iniziava a farsi piu’ insistente; la guardia non sembrava avere piu’ tanta pazienza a disposizione per i due ragazzi di ghiaccio. “Arrivederci, Alfa. Badale come farebbe un padre.” un sospiro di brina fu la bonaria risposta del drago. Ora qualcuno stava cercando di sfondare a calci la porta, il rumore era piu’ forte e secco di prima. “Addio, mia principessa. Prima o poi ti faro’ uscire da questa gabbia.”
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Violenza
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Seven Devils

 

Capitolo 1

 

[ Seven Devils - Florence + The Machine ]

Holy water cannot help you now 

See I've had to burn your kingdom down 

And no rivers and no lakes can put the fire out 

I'm gonna raise the stakes, I'm gonna smoke you out 

 

Seven devils all around you! 

Seven devils in my house! 

See they were there when I woke up this morning 

I'll be dead before the day is done 

Dall’esterno nulla stonava nella Grande Reggia di Arendelle: i portoni ben lucidati, l’intonaco sempre fresco, la calma e l’allegria incontrastabile, nulla nell’insieme avrebbe mai fatto venir meno quella rara ed elegante bellezza, ben diversa dal battagliero seppur dignitoso castello di Dunbroch e la rudezza delle abitazioni di Berk. L’unica cosa che osasse infrangere quella perfezione era l’imponente gelata cupola di ghiaccio proprio dietro la costruzione, gli spuntoni in agguato a chiunque osasse avventurarvisi sempre all’erta in ogi momento. Era li’ dove stava andando. 

*

Jack appoggio i piedi scalzi nel morbido tappeto rosso. Ignoro’ le guardie imponenti, consapevole che non avrebbero mai potuto vederlo, il bastone ricurvo appoggiato alla spalla sinistra che rifletteva i bagliori delle armature nei curiosi arabeschi di ghiaccio. Il portone si trovava all’estremita’ del corridoio, di quercia scura decorata da dei fiocchi di neve metallici, simbolo della freddeza di Arendelle. Si apri’ senza un cigolio al suo tocco, chiudendo fuori gli sguardi sbalorditi dei sorveglianti non appena l’esile figura entro’ nella stanza al suo interno.

“Siediti, Jackson.” gli intimo’ una voce proveniente dalla massiccia scrivania in mogano e alabastro; il Re Hans sedeva sul dro trono in quercia, le dita intrecciate sotto al mento glabro e un’espressione maliziosa sul viso. Non era certo il tipo di Re che si sarebbe potuto definire ‘pio e giusto’, ma doveva ammettere che il regno di Arendelle aveva avuto un vigoroso aumento di potenza da quando era salito al trono al posto di Agnarr e Iduna. 

Si sedette con circospezione sulla sedia di fronte a lui. Gli porse il bastone cautamente sapendo che li’ non avrebbe potuto usarlo: niente invisibilita’, ghiaccio e voli al cospetto del Re. 

“Sono venuto a vedere Elsa.” disse con voce piatta e fredda. Hans mostro’ un ghigno. “E perche’?” 

“Hans, lo sai anche tu che non puo’ starsene li’ da sola per l’eternita’. Gia’ l’allontanamento da Anna potrebbe averle fatto piu’ male di quanto tu creda. Lasciamela vedere.” rispose. “E’ solo una bambina, ed e’ da due anni che l’hai rinchiusa con l’Alfa la’ dentro, senza piu’ vedere anima viva.” questa volta l’espressione di Hans muto’ completamente. “Quella non e’ una bambina, quella e’ un mostro, e l’Alfa non a differenza. Hai idea di quante persone innocenti siano morte a causa sua a Corona? Per la pena per quello schifo non riesci piu’ neanche a ricordare Emma?” Jack strinse i denti. Come pensava, l’uomo aveva colpito nel punto giusto. 

“Stai diventando anche tu come lei, Overland. Sarebbe stato meglio lasciarti appassire in quel lago ghiacciato invece che salvarti.” il ragazzo non ci vide piu’. La sedia sbatte’ contro una parete, rompendosi. Jack fisso’ Hans in preda all’ira. 

“Lasciami andare!” grido’, “Credi che io non possa piu’ soffrire per nessuno? Anche se Emma e’ morta, non e’ stata colpa sua!” sbatte’ violentemente i palmi contro il tavolo, una scintilla d’odio che gli oscurava gli occhi. Il Re lo squadro’ infastidito. “Tieni la chiave.” si arrese porgendogli un piccolo arnese metallico e gelato. “Ma non provare una sola volta a farla uscire, o potrai tranquillamente dirle addio.” 

*

Il portone per accedere alla cupola si trovava in fondo ad un ampio corridoio, sorvegliato da una guardia sonnolenta e sbadigliante; non ci fu bisogno dell’invisibilita’ per entrarvi. Non appena giro’ la chiave nella toppa, senti’ una brezza gelida sospirare dal’interno. 

Dentro era uno spettacolo senza pari: neve e ghiaccio ricoprivano ogni singolo centimetro di quell’immenso spazio, colonizzandolo 

riproducendosi in tutte le forme possibili; dal portone si affacciava una corta piattaforma che si rivolgeva sullo strapiombo colmo di freddi spuntoni. Il regno delle due creature che vi abitavano. 

“Jack? Sei tu?” chiese una vocina femminile. Una figura bassa ed esile si alzo’ da terra correndo verso di lui, innalzando mucchietti di brina insieme ai lembi del cappotto e ai capelli chiari. Jack si chino’ per abbracciarla, un abbraccio caloroso nonostante la cosi’ bassa temperatura a cui erano immuni. “Pensavo che Hans non ti avrebbe piu’ fatto entrare dopo la richiesta della scorsa volta” mormoro’ sorridendo. “Credevi che ti avrei abbandonata qui da sola?” chiese ridacchiando e scompigliandole la dolce treccia bionda. “Non sono sola...” cerco’ di ribattere, anche se cio’ che usci’ dalla piccola bocca rosea fu quasi un sussurro. 

Elsa si volto’ dalla parte opposta. “Me li pettineresti?” domando’ indicando la lunga chioma ricadente sul velluto blu. “Certo” rispose l’amico facendola sedere davanti a se’ sulla coltre candida - ancor piu’ delicata della moquette della Reggia. 

“Sai, l’Alfa e’ triste di essere rimasto solo... gli mancano i suoi compagni, e questo non e’ il suo posto” riconobbe per un attimo una sfumatura di maturita’ nella voce della bambina: la voce della stessa persona che lo aveva salvato da bambino e che, un tempo, amava. Una persona che era morta. Una persona pericolosa. La stessa persona a cui stava accarezzando i capelli con le dita affusolate.

“A volte dice che non saremmo finiti qui se insieme a lui ci fossero stati tutti gli altri...lo Zeta, il Delta, il Gamma e l’Omega. Pero’ poi ha aggiunto che non se ne sono andati via per sempre, che forse torneranno, un giorno. Perche’ lo faranno solo per il volere dei Cinque.” Elsa osservo’ il vasto e fragile panorama attorno a lei. Bianco e azzurro li’ regnavano sovrani. “Coloro che li controllano sono vicini, dice. Ma non conoscono ancora le loro 

capacita’. Be’, tutti a parte noi due” la bambina si volto’ verso di lui con una punta di orgoglio. I due ragazzi in grado di controllare l’Alfa, nello stesso posto dopo tanto tempo. 

“Ah, ecco, sta arrivando.” da dietro una delle impoenti colonne sunto’ il muso candido e potente dell’Alfa, il drago del ghiaccio. Ormai la sua espressione era ben diversa da quella che ricordava: malinconica, ma ancora saggia e consapevole. Ma, sopratutto, umana. Al suo volto si sovrapposero quelli dei suoi quattro compagni: il luminoso Delta, il rabbioso e temerario Zeta, il conciliante Gamma e il tenebroso Omega. Tutti e quattro erano sempre rimasti nell’anima di quella rara creatura. 

Quel momento fu interrotto dallo sbattere di un’arma contro la porta, probabilmente una lancia. Per Jack era giunta l’ora di andarsene. “Mi dispiace, Elsa” mormoro’ alzandosi e facendole fare una giaravolta in aria. La piccola rise, abbracciandolo. “Spero di rivederti presto, se Hans ce lo permettera’” 

Il rumore iniziava a farsi piu’ insistente; la guardia non sembrava avere piu’ tanta pazienza a disposizione per i due ragazzi di ghiaccio. “Arrivederci, Alfa. Badale come farebbe un padre.” un sospiro di brina fu la bonaria risposta del drago. Ora qualcuno stava cercando di sfondare a calci la porta, il rumore era piu’ forte e secco di prima. “Addio, mia principessa. Prima o poi ti faro’ uscire da questa gabbia.”

*

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Angolo Autrice: Finalmente sono tornata in questo meraviglioso fandom, e per una volta con una Long. Se ve lo state chiededo, si’, ci saranno anche tutti gli altri personaggi degli stessi film dei Big 4, sappiate che grandi sorprese li attendono. 

Questa storia la dedico a chiunque ‘infesti’ il fandom con le proprie (fantastiche) storie, che definirei addirittura il piu’ bello e 

piu’ ispirante di tutto EFP, data anche la vostra bravura e la vostra strabiliante inventiva, cari autori e/o lettori. 

Le critiche sono ben accette, in ogni caso. Meglio che una bandierina bianca oggi che una arancione domani. 

Detto questo, vi saluto,

_Spiry

[ Storia deliberatamente ispirata dalla canzone ‘Seven Devils’ di Florence + The Machine. Ascoltatela ragazzi, ne vale davvero la pena ]

 

 

  
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