Shion si trovava di fronte a
Lune, sollevato che Atena fosse riuscita a proseguire con Tenma e
Regulus. Doveva solo abbattere quel nemico, quell'antico nemico, per
riuscire a raggiungere gli altri e combattere nuovamente con loro. Due
grandi librerie si stagliavano ai loro fianchi, e Lune sedeva di fronte
a lui con il libro della sua vita in mano.
« Reincarnation! » Shion non riesce ad evitare quell’attacco, rendendosi in fretta succube della tecnica. Fa incredibilmente male.
« Chi subisce questa tecnica è costretto ad affrontare la vergogna dei peccati commessi e muore tormentato dai rimpianti. » la voce del Giudice rimbomba nella sua mente. « Allora, quali pensi siano i tuoi peccati? »
« I miei peccati? » sussurra Shion. Ben presto la sua mente viene invasa da delle immagini, come una proiezione. Non ci vuole molto prima di riconoscere i muri della settima casa, quella della Libra, la luna che accarezza due corpi nudi e avvinghiati, impegnati a stropicciare le lenzuola del giaciglio e a godere del reciproco calore. Shion vede il se stesso un po' più giovane stringersi al corpo di Dohko, soffocando i gemiti nella sua spalla e pregando ad ogni spinta di non essere scoperti.
E’ un peccato, il loro, punibile solo con la morte.
A quella visione Shion va a fuoco, i propri sospiri di quelle fuggiasche volte in cui ha sedotto e convinto Dohko perforano le sue orecchie e la visione di quell’amplesso passionale gli fa venire voglia di gettarsi personalmente nell’Ade.
« Ah no, ho sbagliato. » commenta allora Lune, ritirando la visione. Shion collassa al suolo, le guance rosse per l’imbarazzo. « Dovevo farti vedere la tua adolescenza, non il tuo ménage con Libra. Che razza di casino hanno combinato, all’archivio? »
Ignorando Shion, ancora in ginocchio sul pavimento intento a sbollire il suo rossore, Lune si alza per andare a frugare tra le tante scartoffie. « Ecco. Qualche imbranato non l’ha rimesso al suo posto. » commenta monocorde, mettendo un foglio nel tomo che teneva tra le mani e tornando a sedersi.
« Reincarnation. » e, stavolta, quello giusto.
« Reincarnation! » Shion non riesce ad evitare quell’attacco, rendendosi in fretta succube della tecnica. Fa incredibilmente male.
« Chi subisce questa tecnica è costretto ad affrontare la vergogna dei peccati commessi e muore tormentato dai rimpianti. » la voce del Giudice rimbomba nella sua mente. « Allora, quali pensi siano i tuoi peccati? »
« I miei peccati? » sussurra Shion. Ben presto la sua mente viene invasa da delle immagini, come una proiezione. Non ci vuole molto prima di riconoscere i muri della settima casa, quella della Libra, la luna che accarezza due corpi nudi e avvinghiati, impegnati a stropicciare le lenzuola del giaciglio e a godere del reciproco calore. Shion vede il se stesso un po' più giovane stringersi al corpo di Dohko, soffocando i gemiti nella sua spalla e pregando ad ogni spinta di non essere scoperti.
E’ un peccato, il loro, punibile solo con la morte.
A quella visione Shion va a fuoco, i propri sospiri di quelle fuggiasche volte in cui ha sedotto e convinto Dohko perforano le sue orecchie e la visione di quell’amplesso passionale gli fa venire voglia di gettarsi personalmente nell’Ade.
« Ah no, ho sbagliato. » commenta allora Lune, ritirando la visione. Shion collassa al suolo, le guance rosse per l’imbarazzo. « Dovevo farti vedere la tua adolescenza, non il tuo ménage con Libra. Che razza di casino hanno combinato, all’archivio? »
Ignorando Shion, ancora in ginocchio sul pavimento intento a sbollire il suo rossore, Lune si alza per andare a frugare tra le tante scartoffie. « Ecco. Qualche imbranato non l’ha rimesso al suo posto. » commenta monocorde, mettendo un foglio nel tomo che teneva tra le mani e tornando a sedersi.
« Reincarnation. » e, stavolta, quello giusto.
I'm not even sorry.
Avanti, non ditemi che --- per un istante --- non ci avete sperato anche voi che andasse così.
I dialoghi in corsivo sono ripresi paro paro dal capitolo 169. E, sì, insomma, perdonate questa povera fangirl.