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Autore: Darth Ploly    14/09/2015    3 recensioni
Una Ponyville corrotta e marcia. Uno spietato killer a piede libero. Una puledra che cerca di portare giustizia nella sua città.
Tra indagini, sentimenti e una buona dose di citazioni, le cupe avventure di una detective che muove i suoi passi in una Ponyville più pericolosa e oscura di Gotham City.
Ho deciso di affidare il ruolo da protagonista a uno dei background pony di Friendship is Magic, ma compariranno comunque le Mane 6, altri pony che tutti conoscete e anche alcuni personaggi inediti.
Questa è la mia prima storia, spero sappia prendervi per mano e trascinarvi in un mondo folle e magnifico.
Genere: Introspettivo, Mistero, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Derpy, Le sei protagoniste, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Ponyville. Fetido e immondo buco di culo del regno di Equestria. I turisti la considerano una meta d’obbligo durante i loro viaggi: la cittadina dove tradizione e modernità si incontrano, dove puoi respirare di giorno l’aria fresca delle campagne e dei meleti vicini e vivere di notte la trasgressione dei numerosi bar e locali, non sempre puliti. Persino alcuni abitanti, troppo codardi o troppo stupidi, si ostinano a credere che questa sia la vera Ponyville. Ma la realtà è diversa. Infame tana di cupidigia e perversione, questa città è il luogo più marcio del regno della “cara e dolce” Celestia. Puah! Che possa affogare! Se ne sta chiusa nel suo castello, circondata da servitori eunuchi, nobili con la puzza sotto al naso e giovani cacciatrici di ricchezze che la darebbero anche a un orso-ape per un bracciale di smeraldi. Fanno finta che qui vada tutto bene, nascondendo la verità dietro grattacieli e belle luminarie. Oh, ma io la conosco bene questa città, ho visto il suo vero volto. Da una parte, ladri, assassini e spacciatori portano il terrore tra i civili, decidendo di volta in volta se allearsi a qualche boss della mafia sperando di ricevere lauti premi in cambio, oppure se mettersi in proprio per ritagliarsi una fetta di questa torta ormai andata a male. Dall’altra, individui dalla giacca firmata e dall’anima nera riescono a mettere gli zoccoli su appalti pubblici e incarichi politici con le classiche armi della corruzione o del ricatto, mentre quelli che dovrebbero proteggere gli innocenti, dal vigile urbano al vicesindaco, se la spassano tra puttane, alcol e soldi sporchi. Che poi, innocenti … esistono ancora innocenti a Ponyville? Hanno tutti piegato la testa di fronte a questo marciume. Si sono sentiti abbandonati, hanno avuto paura e piuttosto che prendere in zoccolo la situazione hanno preferito vedere i loro cuccioli imparare a usare delle pistole. Dei pochi pony davvero in gamba, una è venuta a mancare due settimane fa: il nostro sindaco, Mayor Mare, una delle più grandi puledre che questa città abbia conosciuto. Poveraccia, il suo cuore non ha più resistito di fronte a tutto questo.
Due turisti grifoni, una ragazza con il suo cucciolo, mi passano accanto, avanzando in direzione opposta alla mia. Il piccolo mi guarda con meraviglia, si volta verso la mamma e dice: “Guarda mamma! È quella lì famosa, detective Ottava!”
“Mi chiamo Octavia, microbo!” quasi gli urlo contro. Odio quando sbagliano il mio nome. Me li lascio alle spalle senza degnarli di uno sguardo, mi sembra di sentire la madre borbottare qualcosa sulla mia educazione.
Quando arrivo, la Celestia Tower è circondata dai nastri segnaletici della polizia e una decina di agenti sta compiendo un primo studio della scena del delitto. Mi avvicino a una di loro, inenta a prendere appunti su un block-notes. Non mi sembra di conoscerla: è una giovane pegaso dal manto giallo paglierino e la criniera rosa.
“Allora agente, cosa abbiamo qui?”. La ragazza fa quasi cadere il blocchetto per lo spavento. Si gira verso di me e inizia a blaterare qualcosa.
“Hem, ecco noi … io …” mi guarda come se fossi un fantasma.
“Ebbene? Non ho tutta la serata!” Continua a biascicare qualcosa, ma quel che sento sono soltanto gridolini acuti. Sto per perdere le speranze quando vedo un pegaso dall’inconfondibile chioma multicolore raggiungerci in volo.
“Ispettore Fluttershy, torna al tuo lavoro. Qui me ne occupo io”. La giovane arrossisce visibilmente e si allontana velocemente.
“Ispettore? QUELLA sarebbe un ispettore, Dash?”
“No, in realtà è solo una recluta. Tende a imbarazzarsi facilmente ed è molto timida. L’ho presa sotto la mia ala protettrice, sai, per farle fare esperienza … e ogni tanto la prendo un po’ in giro … si vergogna se la chiamo con un titolo ufficiale” mi spiega ridacchiando leggermente. Comportamento tipico di Rainbow Dash: nonostante sia stata nominata commissario non perde mai occasione per farsi una risata. Eppure non posso non chiederle una cosa: “Ma perché hai scelto proprio lei? Che ha di speciale?”
“Ha un forte senso di giustizia. Sai meglio di me quanto abbiamo bisogno di pony del genere”. Ha ragione, purtroppo. Scuoto la testa con rassegnazione e avanzo verso il cadavere, le sue zampe piegate in maniera irregolare e il suo manto bianco sporco di sangue e chissà quale altra porcheria.
“Cosa è successo qui?”
“Esattamente quello che vedi: il poveretto ha fatto un bel volo dall’ultimo piano della Celestia Tower. Nessuno ha visto o sentito nulla, naturalmente, solo un nostro agente che passava di là e l’ha visto cadere di fronte a lui.  Il corpo è in pessime condizioni ma abbiamo notato segni di corde: è stato assassinato. Stiamo cercando altri indizi in giro, ma per ora non abbiamo nulla”
“Lui chi era?”
“William Tokmane. Era un orologiaio, aveva una piccola bottega in città. Ho mandato alcuni agenti a chiedere informazioni agli amici, in quanto non sposato e senza figli. Data la situazione, potrebbe essere un regolamento di conti, magari per motivi economici. Non è un buon periodo per le piccole attività”. Non lo è da tempo, a dirla tutta: miss principessina ha bisogno di molto denaro per intrattenere adeguatamente i suoi ingordi ospiti.
“Quindi tu sospetti un omicidio di mafia o simili?”
“Beh, è un’ipotesi plausibile, non trovi?”. Dash non ha torto, eppure qualcosa non mi torna.
“Però rifletti, Dash: è appena calata la notte. Il tuo agente quando lo ha trovato?”
“All’ora del tramonto più o meno”
“Ciò vuol dire che killer e vittima erano sulla torre da quell’ora se non da prima. Adesso dimmi: quale boss farebbe assassinare qualcuno alla luce del sole e in un modo così plateale in uno dei punti più importanti della città? E solo per una questione di debiti per giunta”. Rainbow Dash fissa pensierosa il cadavere per un po’, poi risolleva lo sguardo su di me: “Credi ci sia altro dietro?”
“Non ne sono sicura, la mia era solo una supposizione. Le prime perizie sul corpo hanno trovato niente oltre ai segni delle corde?”
“Tsk, è già tanto aver trovato quelle. Come vedi non è rimasto granché di quel povero diavolo”. Già, è proprio vero … il mio lavoro qui è terminato. Ringrazio Dash di tutto, la saluto e mi incammino lentamente per la via da cui sono venuta, lasciandomi alle spalle la puledra dalla chioma multicolore, lo sfortunato orologiaio e quello schifoso grattacielo.
 
La guardo allontanarsi lentamente, una macchia grigia che si mimetizza perfettamente con i colori dell’anima di questa dannata città. Detective Octavia … una profonda tristezza mi assale con forza. Mi succede ogni volta che penso a quel che era, a quel che sarebbe potuta diventare. Ok Dashie, torna in te! Devi tornare al lavoro e non puoi apparire debole di fronte ai tuoi uomini: che cosa direbbero? Senza contare che molti di loro non aspettano altro che una stupida scusa per farti crollare …
Mi volto per cercare la mia pegaso preferita e la trovo ancora intenta a scribacchiare sul suo block-notes. Non posso crederci: sta ancora prendendo appunti? Mmmh, questo mi fa pensare … vediamo di divertirci un po’! Mi avvicino alle sue spalle silenziosa come un’ombra … non si è accorta di nulla … ok, adesso!
“Ispettore Fluttershy, mi dica subito che ha scoperto!” le urlo nell’orecchio. Nemmeno un secondo dopo, il block-notes è a terra mentre Fluttershy è volata più in alto possibile, totalmente terrorizzata. Quasi non riesco a trattenere le lacrime per il troppo divertimento.
“Allora quelle ali non le hai solo come ornamento” la schernisco ancora mentre lei torna a terra. Da quando la conosco, avrò visto Fluttershy volare solo due o tre volte e sempre per brevi distanze. Ma dove si è mai visto un pegaso che non vola? Credo sia quasi contro natura! Mi si avvicina guardandosi continuamente attorno, come se un’altra me possa spuntarle di nuovo alle spalle da un momento all’altro.
“Hey, riposo soldato. Ci sono solo io” le dico in tono gentile e lei sembra distendersi un po’.
“Avete trovato qualcosa di nuovo?”
“Nulla, commissario. Ecco … sembra che il killer sia svanito senza lasciare tracce”. Questo vuol dire che possiamo solo attendere notizie dagli agenti che si stanno occupando di raccogliere informazioni in giro.
“Va bene, Fluttershy! Seguimi, si torna in centrale”
“Sì, commissario!”. Sto per spiccare il volo quado penso che forse è meglio evitare e camminare semplicemente. Cerco di farla apparire una scelta naturale, come se l’idea del volo non mi fosse mai passata per la mente. Credo di essere stata brava, chiunque altro non avrebbe notato nulla, ma da un fugace sorriso di Fluttershy capisco di essere stata scoperta.
“Come l’hai capito?” le chiedo ridacchiando.
“Ha mosso le tre piume più esterne delle ali. Ho notato che lo fa sempre prima di spalancare le ali”. La sua capacità di analisi è affascinante, questa tipetta farà strada. Sto riflettendo su questo quando riprende a parlare, improvvisamente di nuovo timorosa: “Commissario, io … potrei farle una domanda?”
“Sentiamo, spara”
“Ecco, la pony di prima … noi, ehm … noi siamo poliziotti, forze civili. Non abbiamo il diritto di dare informazioni a investigatori privati, vero?”
“Immaginavo me l’avresti chiesto. Sì, effettivamente hai ragione, in genere è così”
“E lei … lei chi è?”
“Ecco … diciamo che lei è una speciale” rispondo, mentre la gola mi diventa improvvisamente secca.    
 
   
 
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