[La Boheme (Puccini)]
Era stato difficile seppellire quella notte negli abissi della memoria, ma dopo alcuni mesi Musetta era arrivata a credere di avercela fatta.
Poi si era accorta del suo errore.
Non poteva seppellire Mimì; senza di lei non era più la stessa. Aveva bisogno di ricordarla, di ricordare i loro scherzi e le loro confidenze, e tutto quello che c’era stato fra loro.
(…)
Il loro amore era stato pomeriggi di primavera passati a sollazzarsi, a ridere e fantasticare. Il loro amore erano stati i bisbigli, e i mille soavi momenti d’estasi, che si erano accesi e si erano consumati in silenzio. Era stato una brezza fresca d’estate, ed era stato mangiare la frutta procace di giugno senza paura di sporcarsi gli abiti, perché non se ne stavano indossando; il loro era stato un piccolo vitale amore, lungo quanto un giorno d’estate, che non sembra mai voler finire.
Ma era finito.