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Autore: kary218    09/02/2009    4 recensioni
Deidara è entrato a far parte dell'Akatsuki da pochi giorni eppure già si sente detestato da tutti: nessuno apprezza la sua arte e la sua solarità infastidisce perfino e soprattutto il suo compagno di squadra, Sasori della Sabbia Rossa.
Durante la loro prima missione assieme Deidara è ferito e Sasori... Sasori è costretto suo malgrado ad aiutarlo. Ma sarà poi vero che il marionettista lo considera solo un peso?
La mia prima FanFiction su Naruto!^^ Ditemi cosa ne pensate, non so com'è venuta... Spero vi piaccia!
AVVISO: Quetsa NON è una Yaoi (anche se la tentazione di una Saso/Dei... *ç* Sbav, diciamo che c'è stata! XD)!!!
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Akasuna no Sasori , Deidara
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Deidara è entrato a far parte dell'Akatsuki da pochi giorni eppure già si sente detestato da tutti: nessuno apprezza la sua arte e la sua solarità infastidisce perfino e soprattutto il suo compagno di squadra, Sasori della Sabbia Rossa.

Durante la loro prima missione assieme Deidara è ferito e Sasori... Sasori è costretto suo malgrado ad aiutarlo. Ma sarà poi vero che il marionettista lo considera solo un peso?

L'Amicizia è Arte?

 

 

Silenzio.

Tutto nel covo dell'Akatsuki era solo silenzio.

Dolore.

Tutto nella sua testa era solo dolore.

Non urlava, Deidara.

Non urlava perchè un ninja non può urlare.

Non gridava perchè un artista non può gridare.

Ma piangeva.

Piangeva, perchè un ragazzo può piangere.

***

"Non è niente" ripeteva Sasori mentre lo trascinava verso la loro stanza: "Ci penso io, non è niente".

Il marionettista spalancò la porta con un calcio e adagiò il suo compagno sul letto; se avesse potuto provare la stanchezza era certo che sarebbe stato stremato, ma per fortuna il suo corpo eterno gli permetteva di continuare ad agire con freddezza e senza il minimo cenno di cedimento, nonostante avesse percorso diverse miglia di corsa, col ragazzo sulle spalle.

"L'avevo detto che sei uno che durerà poco" soffiò lo Scorpione mentre frugava alla ricerca dei suoi attrezzi medici: "La tua prima missione e già sei ridotto così!"

Deidara non potè replicare niente, nonostante fosse cosciente il dolore che provava era troppo forte per consentirgli di articolare una qualunque frase di senso compiuto. Si morse le labbra a sangue nel vano tentativo di trattenere le lacrime, mentre cercava di non far caso alle sue gambe totalmente ricoperte di sangue, dilaniate da molte ferite.

"Sei nell'organizzazione da una settimana e per poco non ti ammazzano!" sbottò ancora Sasori, ulteriormente irritato dal non riuscire a trovare ciò che cercava: "Sei uno stupido, oltre che un ragazzino! Proprio a me dovevano dare questo peso?! 'L'arte è esplosione'... Un corno! Per poco non ci facevi saltare per aria tutti e due!"

Il biondino singhiozzò più forte, da quando era arrivato li odiava tutti almeno quanto tutti detestavano lui: nessuno capiva la sua arte e ogni volta che sbagliava erano pronti a dargli addosso senza pietà!

***

Lacrime di dolore che solcano il viso.

Lacrime di rabbia che solcano il cuore.

Era solo, Deidara.

Solo anche in mezzo a tanta gente.

Solo in mezzo al buio.

Solo, come in una notte eterna.

***

Finalmente il marionettista di Suna sembrava aver trovato tutto, così si sedette sul letto accanto al compagno, spostando un comodino in modo che fungesse da tavolo e poggiandovi sopra alcune bende, delle fiale e alcune scatole.

"Ora calmati, sistemo tutto io" disse in tono piatto mentre sistemava meglio gli oggetti: "Ti levo questi vestiti e..."

Sasori si scansò appena, per evitare che Deidara lo scacciasse con una manata.

"V-vattene...!" riuscì a scandire il dinamitardo: "Vai... Vai via!"

"Non fare lo stupido" ribattè Sasori: "Hai visto come sei ridotto? Forza, ti aiuto a levarti questi stracci"

"La-lasciami, un!!!" gridò il biondino: "Mi... Mi odiate tu-tutti... A-allora lasciate--"

"Mi hai fatto preoccupare!!!" lo interruppe lo Scorpione: "Non farlo mai più! Lo sai quanto sono stato in ansia? Ne hai idea?!"

Deidara sgranò gli occhi: aveva capito bene o era solo un delirio dovuto alla febbre che sentiva sempre più alta?

Il tono che aveva usato il marionettista era piatto come sempre e anche la sua espressione non era cambiata, era la solita malinconica e quasi annoiata alla quale il dinamitardo si stava ormai abituando, ma per Deidara le sue parole furono un sollievo maggiore di qualsiasi medicina.

Possibile che il suo Danna fosse realmente preoccupato?

"D-danna..." mormorò a fatica mentre l'altro gli strappava di dosso la maglia e i pantaloni inzuppati di sangue; forse avrebbe aggiunto anche un 'grazie' se Sasori non gli avesse poggiato una mano sulla bocca, facendogli segno di non sforzarsi più a parlare.

"Ascolta" spiegò il marionettista: "Hai i muscoli delle gambe recisi in più punti, devo rimetterli assieme assolutamente. Ho bisogno che tu sia sveglio e che quando te lo dico provi a muoverti, altrimenti non riuscirò a capire quando i tessuti saranno tornati integri, capito?"

"Ngh... Danna mi... fa troppo male!" piansè il biondino aggrappandosi alle lenzuola con entrambe le mani: "Ti... ti prego... un!"

"Che ragazzino!" lo schernì Sasori sbuffando: "Ma sei fortunato, ho la soluzione, sempre ammesso che tu non abbia anche paura delle iniezioni..."

L'aveva detto quasi scherzando, ma subito si irrigidì e sgranò gli occhi: non poteva essere vero!

"Deidara" scandì il marionettista senza staccare gli occhi dal compagno, che improvvisamente aveva reclinato il capo, più tremante di prima: "Dimmi che non è come penso"

L'unica risposta che ricevette fu un singhiozzo più acuto degli altri.

"Ok, non importa" disse Sasori: "Affronteremo questa cosa, non c'è altra soluzione"

Senza più dare spiegazioni lo Scorpione si mise a trafficare piegato verso il comodino, tirando fuori una fiala con del liquido trasparente, del cotone, quello che sembrava disinfettante ed una specie di siringa con un ago che Deidara avrebbe certamente, e non a torto, definito 'di dimensioni mostruose'.

"Questo è un ritrovato di mia nonna, va iniettato nel midollo spinale e bloccherà la ricezione del dolore per qualche ora. E' l'ideale visto che non compromette nè la mobilità nè la coscienza e..."

"N-no!" mugugnò Deidara: "Non voglio, un!"

"Non fare il bambino Dei!" lo rimproverò il marionettista: "Farà un po' male, devo far passare l'ago tra una vertebra e l'altra per raggiungere il midollo, ma poi andrà subito meglio, stai tranquillo!"

"No!" ribattè ancora il dinamitardo, stringendo con più foga le lenzuola per controllarsi e cercare di non urlare dal dolore.

Ma Sasori finse di non aver sentito, gli cinse i fianchi con entrambe le mani, obbligandolo a girarsi su un lato ed esponendo così la schiena nuda del biondino.

"Coraggio" mormorò passando un batuffolo di cotone intinto d'alcool sulla pelle morbida del ragazzo, concentrando poi il chackra sulle dita per individuare il punto giusto dove inserire l'ago: "Adesso stai fermo e stringi i denti"

Deidara inarcò la schiena e cercò di ritrarsi, ma la mano dell'altro era ferma e gli impedì di muoversi.

"Danna..." si lamentò il dinamitardo appena lo Scorpione ebbe cominciato ad inserire l'ago: "Sasori no Danna, ti prego...!"

"Sssh, forza, ci sono io. Non sei solo, affronteremo questa cosa assieme da bravi compagni di squadra, ok?"

***

Compagni.

Amici?

Ma era vero?

Come una stella cadente che scaccia il buio.

Come un fuoco d'artificio.

Come un'esplosione.

***

"Co... Compagni?" ripetè piano Deidara, quasi in un sussurro: "Dici sul serio, un?"

Sasori parve sorpreso.

"Bè" cominciò con un mezzo sorriso: "Il Capo ha deciso che saremo in squadra assieme, mi tocca sopportarti, no?"

***

Un'esplosione...

Come un'esplosione.

E Deidara capì.

Era arte.

L'amicizia era arte.

***

Il dolore finalmente si attenuava, lasciando il posto ad un duplice sollievo.

"Visto? Ora va già meglio" disse piano Sasori vedendo il viso di Deidara distendersi a poco a poco e concentrando il chackra per curarlo: "Mi ci vorrà un po', ti hanno conciato proprio per le feste, eh ragazzino?"

Il biondino sospirò e sorrise appena.

"Siamo amici, Danna, un?"

"Riflettiamo: sei un pazzo terrorista e da quando sei qui non hai fatto che portarmi guai coi tuoi scherzi e il tuo insano senso dell'umorismo" spiegò il marionettista: "Non mi lasci mai un attimo di pace, non capisci niente di arte e non hai idea di cosa sia la parola 'silenzio'..."

Sasori poggiò una mano sulla spalla del compagno.

"...Certo che siamo amici, ragazzino"

***

Come una brezza primaverile.

L'amicizia è un soffio, leggero, effimero; brillante come le sue esplosioni.

L'amicizia è una montagna, eterna, durevole; resistente come le marionette del suo Danna.

Per un momento Deidara si ritrovò a riflettere: che l'amicizia fosse la vera arte, capace di essere effimera ed eterna assieme? Che potesse essere quello il compromesso tra la sua forma d'arte e quella di Sasori?

Ma poi si riscosse.

Non è possibile, l'arte è esplosione. E basta.

 

...O forse no?

FINE

  
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