LE MIE SOLITUDINI
Piange una
lacrima dal cielo confuso
Tante speranze ho nel cuore infuso
Di te, che ridi, il volto di rosso soffuso.
E nel silenzio mi sembra di star solo
Ma mi volto: sguardi mi penetrano in stuolo
Vaghi, o tristi, naufragano chissà da quale molo
Penso al nostro di naufragare incerto,
veloce, lento, a volte esperto
e mi chiedo se il mare sia forse un deserto.
La goccia si infrange in mille parti
Sul suolo, mi chiedo mai se possa amarti?
E ricucir la goccia con l’arte di mille sarti
Ma forse tutto è un volo cieco
Un sogno che cade con tonfo bieco
E di tutto non ti resta neppure l’eco
Ogni uomo giace su questa terra
Ucciso da un raggio di sole
E in sé, più alcuna luce serra.