Videogiochi > Assassin's Creed
Segui la storia  |       
Autore: Elly J    19/09/2015    1 recensioni
La vita degli Assassini non fa per lei, Ginevra, una giovane donna spinta dal padre a diventare un membro della Confraternita. Si aggira per le strade di Parigi apparentemente sola… lei è convinta di essere sola. Ma c’è qualcuno che veglia sulla ragazza, ogni singolo secondo della sua vita. Perché Ginevra, “con quei capelli fiammeggianti, i tratti delicati del viso, il naso piccolo e all’insù le ricordava terribilmente lei, il grande e unico amore della sua vita, l’unica donna che lo avesse mai fatto sentire vivo. Però Ginevra… Ginevra non era lei”.
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Arno Dorian, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Disclaimer: tutti i personaggi di Assassin’s Creed presenti in questa fan fiction non appartengono all’autrice, ma appartengono alla Ubisoft e a chi detiene i diritti sul videogioco. Questo racconto è stato scritto per puro divertimento personale e quindi non a scopo di lucro. Di conseguenza nessun copyright è stato violato.
Gli intrecci del racconto e il personaggio di Ginevra (più gli altri inventati non appartenenti all'universo di Assassin's Creed) sono stati invece ideati dall’autrice (Elly J) che quindi ne detiene il copyright, vietandone così la riproduzione altrove.
La riproduzione altrove e qualsiasi citazione è ammessa solo se l’autrice ne ha dato il consenso.

 
 
 
 
 
Ginevra era sempre più convinta che quella non fosse la sua strada.
Tutte le volte che si arrampicava fino alla vetta di Notre Dame (con notevole difficoltà) si rendeva conto ogni volta di più che quell’addestramento, quella vita, quelle armi che era costretta a portare e usare non erano per lei. L’aria fredda che tirava in cima alla cattedrale le scompigliava i capelli, disordinandole la coda di cavallo che si faceva ogni singola mattina prima dell’addestramento.
Appollaiata su uno dei gargoyle che si affacciava sulla piazza, con il vento che le procurava dei brividi lungo la schiena, guardò in basso ed ebbe un giramento di testa. Si sbilanciò in avanti e sarebbe di certo caduta sfracellandosi al suolo se il suo Maestro non l’avesse bloccata con un braccio.
- Ti ho detto che per le prime volte non devi guardare in basso, Geneviève. - la voce fredda e severa dell’uomo riuscì ad arrivare alle orecchie di Ginevra nonostante il fischio del vento.
- Sì, Maestro. - rispose lei. Era infastidita. Non sopportava venire ripresa su ogni cosa che faceva, soprattutto per il fatto che tutte le cose che faceva con la Confraternita non le piacevano. La Confraternita non le piaceva. E non le piaceva il modo con cui il suo Maestro si ostinasse a chiamarla Geneviève, una chiara francesizzazione del suo nome originale. Il suo nome era Ginevra, punto. Ma Arno sembrava non capirlo… mai la aveva chiamata con il suo nome vero, ma solo con quel stupido nomignolo che tanto suonava da nobile di corte.
Che odio.
La ragazza si girò verso Arno, verso quell’uomo che le era stato affiancato come suo Maestro, verso quell’uomo che, a sentire suo padre, aveva compiuto grandi prodezze per la Francia, per Parigi, ma soprattutto per la Confraternita degli Assassini. Ginevra sapeva poco niente di lui, con quel suo modo di fare misterioso, il volto sempre contratto in quell’espressione tenebrosa. Era certa di non averlo mai visto sorridere. Certo, non era da molto tempo che le era stato affiancato, ma comunque non aveva buone prospettive di vederlo sorridere in futuro.
Arno sembrò accorgersi degli occhi di Ginevra che lo osservavano, poiché si girò verso di lei. - Rimani concentrata, Geneviève.
- Sono concentrata. - la voce di Ginevra non uscì molto convinta.
- Tuo padre vuole vedere dei miglioramenti in te, ma se continui così non andrai lontano.
A Ginevra fecero molto male quelle parole. Arno gliele ripeteva spesso, ma ogni volta erano come una freccia che le veniva scoccata dritta nel cuore. Suo padre, Lionel Gauthier, altro esponente (particolarmente influente) della Confraternita degli Assassini francese, si aspettava il meglio da lei, la sua unica figlia. Era al corrente che Ginevra non apprezzava quel tipo di vita, ma confidava che con l’aiuto di Arno sarebbe finalmente riuscita a mettersi in carreggiata e seguire il Credo degli Assassini con dedizione. Ovviamente Ginevra non era della stessa opinione, ma stava ben attenta a non esternare troppo quello che pensava su tutta quella situazione. Lei voleva molto bene al padre e non avrebbe mai voluto deluderlo, ma era consapevole che non avrebbe potuto continuare così per tutta la vita.
- Non voglio deludere mio padre. - disse Ginevra, più a se stessa che ad Arno.
Arno tornò con lo sguardo verso la piazza sotto di loro. - Sono certo che non vuoi deludere Lionel, ma devi cercare di impegnarti. Io ti posso istruire fino ad un certo punto, poi sta a te.
- Lo so. - Ginevra si azzardò per una seconda volta a spostare la sguardo verso il basso, ma dovette subito rialzare gli occhi. Non riusciva ancora a capire dove ogni volta trovasse il coraggio per salire fin lassù.
- Non riuscirò mai ad abituarmi a questa altezza. - disse con un filo di voce.
- Devi riuscirci. - rispose Arno. Dopodiché, senza aggiungere nulla, si lanciò nel vuoto dal gargoyle dove era appollaiato. Ginevra avrebbe voluto seguirlo con lo sguardo, per vedere ogni suo singolo movimento, ogni sua singola azione che compiva per uscire vivo da quel salto assurdo, ma preferì non farlo. Lo sentì fischiare, circa un minuto e mezzo dopo, il segnale che indicava che era arrivato a terra e che ora, teoricamente, toccava a lei.
Ginevra scosse la testa e un sorriso stanco le si disegnò sulle labbra. - Come posso fare un salto del genere se lui mi ha espressamente detto che per le prime volte non devo guardare in basso?
Una folata di vento freddo la fece sbilanciare, tanto che dovette reggersi con entrambe le mani ad una guglia di roccia dietro di lei.
- Che cazzo di vita. - sussurrò con il viso rivolto verso il cielo tetro che prometteva pioggia abbondante.
E ora, come ogni santa volta, iniziava la scalata a ritroso verso il basso dove l’attendevano i ciottoli della piazza di Notre Dame. Il suolo era l’unica cosa che aspettava con pazienza che Ginevra scendesse dalla cattedrale, poiché quando finalmente toccava terra non c’era nessuno ad aspettarla.
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Assassin's Creed / Vai alla pagina dell'autore: Elly J