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Autore: DoumekiChikara    19/09/2015    1 recensioni
Dalla Storia:
"«Togliti la giacca» aggiunge, Kurt obbedisce e si sfila la giacca della divisa appoggiandola cautamente sopra una sedia lì vicino, su cui vede appoggiata anche quella di Blaine. Poi, incerto e imbarazzato, si siede tra le gambe del moro.
Lo spazio sullo sgabello non è molto, tutto il contrario. Così Kurt si sente intossicare dalla presenza del suo compagno di stanza. Le cosce toniche attorno alle sue, il torace e l'addome premuti contro la sua schiena e adesso le braccia forti che circondano le sue, e in un attimo le mani callose del moro accompagnano gentilmente le sue sull'argilla. Il tornio ricomincia a girare."
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi, Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Warblers/Usignoli | Coppie: Blaine/Kurt
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Alla mia migliore amica che ha pazientemente ascoltato gli scleri mentre scrivevo
e a Ale senza la quale non starei pubblicando, GRAZIE *Invia un bastimento carico di Giraffe*
 
 
Like in Ghost?
 
«Hey Reed, hai visto Blaine?»
Chiede Kurt per la milionesima volta nell’arco di una mezzoretta. Ha già cercato il suo migliore amico – purtroppo solo amico, anche se nella sua mente spera presto in un passo avanti – in camera sua, ha fermato alcuni Warblers tra cui i Niff, sempre insieme, e Thad; stavolta il malcapitato a cui ha posto la fatidica domanda è un ragazzo minuto, che quasi va a sbattere contro una delle grandi finestre del corridoio che era stata lasciata aperta.
«Ow! No, Kurt. Non lo vedo da stamattina!»
«Grazie lo stesso!» con queste parole Kurt continua la sua ricerca per il corridoio. Giunto alle porte della sala comune di Windsor, così si chiama il dormitorio a cui è stato assegnato – che ovviamente è anche quello di Blaine – sente delle voci familiari parlare, così si affaccia.
«Ragazzi, scusate se interrompo, sapete per caso dov’è Blaine?».
David e Wes, seduti sulle poltroncine, lo guardano per un secondo pensierosi, come ripercorrendo le ultime ore alla ricerca di qualche indizio; poi David con la sua solita calma apparente, esclama: «Sì, credo mi avesse detto che sarebbe andato ai laboratori.»
«Oh… Grazie mille ragazzi.» Detto ciò Kurt si fionda verso l’esterno del dormitorio, lasciando i due capi consiglio perplessi.

I ‘laboratori’ sono in realtà un unico edificio di un sol piano in cui vi sono, per l’appunto, i laboratori più disparati: da quello di chimica, fisica, biologia a quello di ceramica. È in quest’ultimo che Kurt trova Blaine circondato da vasellame. Un Blaine del tutto ignaro del castano imbambolato sulla soglia, un Blaine seduto a un tornio intento a lavorare un pezzo di argilla vagamente simile a un vaso, con le braccia sporche fino ai gomiti, con indosso una camicia lisa dalle maniche arrotolate aperta su una canottiera fin troppo aderente, anche essa leggermente sporca, con i riccioli che gli ricadono liberi sulla fronte aggrottata per la concentrazione, a piedi nudi intento a far girare la ruota del tornio. Un Blaine, insomma, che lascia senza fiato Kurt, che non riesce a distogliere lo sguardo dai denti di Blaine che mordicchiano il labbro inferiore, quel labbro pieno e che deve essere così morbido da baciare.
«Hey Kurt» la voce morbida e gentile di Blaine lo distoglie dai sui pensieri. Maledice la sua carnagione, che appena ha incontrato lo sguardo ambrato e luminoso dell'altro, ha preso fuoco facendo sì che arrossisse.
«Hey…» risponde con un filo di voce.
Blaine sorride e si passa una mano argillosa sulla fronte scostando dei riccioli e lasciando un marchio grigiastro sulla pelle.

«Mi cercavi?» Maledetto quel sorriso. Kurt ci impiega qualche secondo a riaccendere i pochi neuroni che sono rimasti dopo molti sorrisi di Blaine. Sbatte un po' le palpebre e finalmente articola un «Dove hai il cellulare? É un'ora buona che ti cerco a dir la verità!» Il tono è uscito un po' troppo acido ma il riccio non si scompone e sempre con quel maledetto sorriso risponde un pacato «Scusa deve essere silenzioso. È successo qualcosa?»

Kurt non può essere arrabbiato con quegli occhi, o con quel sorriso o con Blaine in generale in realtà. «Sì, ho litigato con Mercedes al telefono; e mi avevi promesso che mi avresti sentito ripetere filosofia. Lo sai che il prof. Harris mi terrorizza». La sua espressione deve aver innescato qualcosa in Blaine perché il riccio lo guarda intensamente per un attimo prima di dire «Vieni qui» facendo un gesto di incoraggiamento con il capo.
Kurt alza elegantemente un sopracciglio incerto ma capitola per la milionesima volta a causa del sorriso accennato dell'altro. Con passo cauto si avvicina al moro che gli fa cenno di sedersi sullo sgabellino tra le sue braccia.

«Togliti la giacca» aggiunge, Kurt obbedisce e si sfila la giacca della divisa appoggiandola cautamente sopra una sedia lì vicino, su cui vede appoggiata anche quella di Blaine. Poi, incerto e imbarazzato, si siede tra le gambe del moro.
Lo spazio sullo sgabello non è molto, tutto il contrario. Così Kurt si sente intossicare dalla presenza del suo compagno di stanza. Le cosce toniche attorno alle sue, il torace e l'addome premuti contro la sua schiena e adesso le braccia forti che circondano le sue, e in un attimo le mani callose del moro accompagnano gentilmente le sue sull'argilla. Il tornio ricomincia a girare.

«Rilassati, Kurt» il castano non si era accorto della posa rigida che istintivamente aveva assunto, dopo il sussurro caldo di Blaine contro il suo orecchio, ma si accorge del brivido che gli attraversa la schiena. Spera che Blaine non lo abbia sentito, ma è una speranza vana visto che sente una risata soffocata.

I ragazzi rimangono in silenzio per un po' a guardare le loro mani intrecciate che danno vita a un vaso. Kurt più che altro perché non sa dove vuole arrivare Blaine con tutto ciò, ma di sicuro non ha intenzione di lamentarsi visto che tra le braccia del moro si sente più che bene.
Poi la calda voce del riccio vicino al suo orecchio sprigiona altri brividi lungo la schiena di Kurt. '«Vedrai che con Mercedes si sistema tutto.» Le mani premono leggermente sull'argilla per creare il collo sottile.
«E poi non hai bisogno di ripetere storia. Ti ho sentito enunciare la guerra dei sette anni e la rivoluzione Americana per due giorni Kurt, ormai la sai a mena dito.»
«Sì, ma metti che mi scordo tutto appena mi chiama-»
«Shhh».
Altro brivido.
«Rilassati Kurt».
La voce di Blaine sembra più bassa di un'ottava, ma forse è l'immaginazione di Kurt. I polsini della camicia del castano iniziano a sporcarsi e anche il petto è spruzzato da alcune goccioline grigiastre, ma il ragazzo sembra non accorgersene troppo preso dal profumo di Blaine, un misto di acqua di colonia e qualcosa che è solo Blaine.

Un pensiero, a un tratto, attraversa la mente di Kurt che continua a guardare le loro mani danzare sull'argilla rapito. È più come un fotogramma, un’immagine che si sovrappone a quella davanti a sé. Ride leggermente.
«Che c'è?» Chiede Blaine divertito.
«Mi ricorda un po' Ghost...»
Anche Blaine ride. Poi inizia a canticchiare Unchained Melody direttamente nell'orecchio dell'altro - le labbra che lo sfiorano a ogni parola. Il castano chiude gli occhi e prende un respiro profondo mentre altri brividi gli percorrono la schiena.
«Oh My love
My Darling
I've hungered for your touch
A long lonely time»
«Blaine...» esala Kurt tremante. Intanto le mani di Blaine iniziano a danzare con lievi tocchi sul dorso di quelle del castano, raggiungendo anche i polsi e slacciando i polsini. Kurt stupito sgrana leggermente gli occhi cercando di concentrarsi sul vaso che si sta assottigliando pericolosamente. «Blaine...» ritenta però la sua voce, che voleva essere decisa, è uscita decisamente più simile a un ansito.
Le mani di Blaine non si fermano un attimo, passano veloci e leggere sul petto iniziando a slacciare la camicia del castano che ormai non tenta nessuna opposizione.
«...Are you still mine?» Un altro brivido, mentre le mani del moro percorrono la sua canottiera accarezzandolo e tracciando arabeschi, non lasciando nessuna traccia in quanto l'argilla che le ricopre ormai si è seccata.
Intanto le labbra del moro iniziano a ricoprire di baci leggeri come aria il retro dell'orecchio di Kurt mentre continuano a cantare: «I need your love
I need your love
God speed your love to me».

Le parole accentuate dalle carezze sempre più audaci, i polpastrelli che stringono decisi i fianchi dell'altro. Kurt gira la testa cercando lo sguardo del moro, il vaso oramai un vago ricordo. Appena lo sguardo di uno ancora quello dell'altro, vi trova lo stesso desiderio e la stessa insicurezza. Kurt non sa se è stato lui a fare il primo passo o Blaine, ma sa con certezza che il tempo di un battito di ciglia e stava assaporando le labbra del suo migliore - forse ora qualcosa di più - amico. E sì, è felice di constatare che aveva ragione: le labbra di Blaine sono morbide come immaginava, se non di più. Le mani di Kurt cercano un appiglio, e lo trovano tra i ricci indomabili dell'altro, lasciandoli sporchi di argilla, appena la lingua del moro sfiora il suo labbro inferiore chiedendo in una richiesta silenziosa un permesso, che il ragazzo è ben felice di dare. Blaine sa di caffè, prevedibile.

La posizione è davvero scomoda e ben presto i rispettivi colli dei due ragazzi iniziano a dolere, ma non riescono a smettere di assaporarsi.
«Blai-ah» con un ansito Kurt si stacca dalle labbra dell'altro in cerca d’aria, appoggiando la testa alla spalla destra di Blaine, lasciando la mano sinistra affondata nei suoi ricci. La reazione è causata dalla discesa della mano sinistra di Blaine al cavallo dei pantaloni dell'altro. Qui la mano audace ha incominciato a esplorare con lente carezze. Kurt pensa che il moro stia cercando di ucciderlo, perché non può toccarlo... beh lì, e contemporaneamente baciargli il collo. «Ah Kurt, sei stupendo!» Blaine intensifica la presa sul fianco e le carezze, mentre prende a marchiare un lembo imprecisato della pelle diafana - troppo bianca, ha bisogno di un po' di colore, e lui è ben lieto di arrossarla a furia di baci e morsi - tra la mascella e il collo.
Davvero, Kurt crede di stare impazzendo. La mano destra del moro, che vagava sui fianchi, decide che vuole di più che sfiorarli attraverso la canottiera e così si intrufola sotto la stoffa.
Decisamente la pelle morbida è molto meglio del cotone, e molto più reattiva visto che a ogni tocco freme come un fiordaliso mosso dalla brezza della sera.

Kurt intensifica la presa sui ricci e volta la testa alla ricerca delle labbra di Blaine che è ben felice di dargliele. Il bacio è passionale e umido, pieno di schiocchi e risucchi e breve, maledettamente breve, secondo Kurt. Il riccio si stacca e lo guarda negli occhi, per quel poco consentitogli dalla posizione. Lo sguardo intenso e profondo scuote il castano che pur non accorgendosi lo guarda con la stessa forza.
Profondo blu oltreoceano in fiammeggiante oro liquido.
Con decisa esitazione Blaine dischiude lentamente, aspettando un qualsiasi segno, il bottone dei pantaloni della divisa dell'altro, continuando a sostenere il gioco di sguardi. Kurt annuisce impercettibilmente, un piccolo cenno per farlo continuare.
Il bottone è aperto e presto lo segue anche la cerniera. Il castano inspira violentemente alla sensazione della mano calda sopra il suo membro, e al pensiero che a dividerla dalla proprio pelle sia solo un leggero e insignificante strato di cotone. Intanto l'altra mano non si è fermata solo ad accarezzare gli addominali, ma sale più su arrivando a stuzzicare un capezzolo.
«Blaine...» ansima.
«Dimmi...» la voce roca, un sospiro caldo sulle sue labbra.
«Ti prego...»
«Cosa, Kurt, dimmi! Tutto quello che vuoi!» Blaine non resiste e spezza il contatto visivo per assaporare di nuovo le labbra del castano, catturando alti gemiti di piacere tra le sue labbra. Intensifica, nel mentre, le carezze sul membro arrivando poi al bordo dei boxer, sperimentalmente infila un dito e sfiora la punta.
La reazione di Kurt è tale che oltre a eccitarlo e a far sì che il proprio bacino si spinga contro la bassa schiena dell'altro, lo invoglia a intrufolare tutta la mano nell'intimo, prendendo poi il membro tra la sua stretta e iniziando a pompare con spinte decise. Kurt ansima, geme, stringe i ricci, e muove il bacino incontrando sia le spinte della mano sia quelle del bacino dell'altro. La sensazione del membro duro a contatto con la sua schiena è una sensazione nuova e inebriante, perché è stato lui, Kurt, che ha ridotto in quello stato l'altro, che non è un 'altro' qualunque ma è Blaine.

L'aria intorno a loro si fa calda, bollente, carica di ansiti, gemiti, schiocchi di baci, nomi sussurrati a metà, sospirati 'Sì' e 'Ancora' e imprecazioni sottovoce.
Così, uniti e stretti l'uno nell'altro - come se cercassero di fondersi per essere uno solo - l'orgasmo li coglie e grandi scariche di piacere caldo attraversano i loro corpi, che fremono. Soffocano gli ultimi gemiti - più acuti e prolungati rispetto agli altri - sulle labbra dell'altro.
Tra respiri pesanti si guardano continuando per un po' a stringersi crogiolandosi in quel tenero abbraccio - Kurt che accarezza i riccioli con entrambe le mani, Blaine che gli circonda la vita con le braccia.
Il moro lascia un casto bacio sul naso all'insù dell'altro che lo arriccia in un modo reputato adorabile dal primo, per poi sorridere. Sorriso ricambiato da Blaine con la stessa dose di dolcezza e amore - sì perché di questo si tratta, ormai l'hanno capito, stanno ancora aspettando però che sia l'altro a fare il primo passo per sbloccare la situazione di stallo.
«Allora...» prova Kurt, ma non sa come continuare e tutto ciò che vorrebbe dire sembra talmente stupido che gli muore in gola.
«Allora...» lo riprende Blaine: «Allora credo che... insomma, possiamo considerarci...».
Anche lui è incerto. Kurt lo ha visto poche volte così incerto e gli fa così tanta tenerezza che porta le sue mani su quelle dell'altro per stringerle leggermente con fare incoraggiante.
«Kurt» ricomincia dopo avergli sorriso e aver preso un profondo respiro: «Ho impiegato un po' di tempo per capire che - insomma io - quello che sto cercando di dirti...» incespica Blaine mentre il suo viso si colora di tutte le gradazioni di rosso; il cuore di Kurt corre corre corre come non ha mai fatto, corre talmente veloce che ha paura che gli possa uscire dal petto!
«... Tu mi emozioni Kurt!»
Kurt sgrana gli occhi e lo bacia prima che possa aggiungere altro. Lo bacia come per dirgli Anche tu - Anche tu mi emozioni fin da quel momento sulle scale!
Da come risponde al bacio sa che Blaine lo ha capito!

Stranamente, a un tratto, le labbra di Blaine si fanno quasi inconsistenti, il tocco delle sue mani impalpabile. Kurt non lo sente più solido tra le sue braccia ma quasi etereo. Cerca di aprire gli occhi ma sono come ricoperti di melassa densa e pesante. Sente anche un ronzio in sottofondo che man mano si fa più vicino e più chiaro. Non è un ronzio... È più una melodia familiare...
Kurt si concentra solo sulla melodia e lascia andare il pensiero di Blaine. Ora nella melodia si distingue una voce, sempre più chiara e distinta che articola delle parole a lui note.
I need Your love
I need Your love
God speed Your love to me
«Ma che diamine…?» Riesce a pensare prima di aprire gli occhi di colpo. Ancor prima di mettere a fuoco dove si trova viene investito da un profumo. Acqua di colonia e qualcosa che è molto simile a ...Blaine. Infatti eccolo lì, abbarbicato sul petto di Kurt. Kurt che è sdraiato su un letto. Un letto che è quello di Blaine - ora che ha messo a fuoco e incomincia a vedere dei mobili, riesce anche a collegare il cervello per capire che si trova nella stanza di Blaine. Quest'ultimo come se si sentisse chiamato in causa stringe la presa sui suoi fianchi e infossa ancora di più il viso nel suo collo, mormorando qualcosa di indefinito. Kurt sbatte le palpebre e sorride come un ebete alla scena.
Poi si accorge che la musica che lo ha destato è ancora là.
Alza lo sguardo e vede il laptop di Blaine ai loro piedi, la schermata bloccata sul menu principale di un film... un film a lui molto familiare.
Fa per alzarsi dal cuscino e sente il tonfo di qualcosa di plastica che atterra sul parquet. Molto lentamente cercando di non svegliare il moro, poggia il peso sui gomiti e cerca di alzarsi a mezzo busto, per guardare oltre il bordo del letto.
Ecco appunto, come volevasi dimostrare.
La 'cosa' di plastica non è altro che la custodia del film. La pellicola cinematografica in questione è Ghost. Il ricordo della sera precedente finalmente si fa strada fra la nebbia della sua memoria.

Ecco come è andata: dopo le prove con quei pazzi dei Warblers, essendo un venerdì sera, Blaine ha proposto una serata film in camera sua come sono soliti fare, e uno dei film presi in esame, su cui era caduta la scelta, era Ghost. Quindi sì, Kurt ha appena avuto un sogno a luci rosse - almeno secondo lui - sul proprio migliore amico - perché sì purtroppo Blaine è ancora il suo migliore amico. Sospira e si lascia cadere di nuovo sul letto.
Sente il viso andare in fiamme per la vergogna e il suddetto amico che appena risente la sua presenza affianco si rimette comodamente a dormire sul suo petto, non aiuta di certo! Oh povero Kurt Hummel, pensava di avere una vita tranquilla e serena tra le mura della Dalton Academy e invece si è ritrovato catapultato in un dormitorio di folli, con il cuore e la testa pieni di una sola persona che 'sfortunatamente' lo ha preso sotto la sua ala, e ora, come se non bastasse dovrà pure trovare un modo per continuare a parlare, anzi a guardare, Blaine senza ripensare alle immagini che raffiguravano lui e il suddetto Blaine in atteggiamenti definibili come poco 'da amici' che la sua mente ha creato. Kurt butta l'occhio di nuovo sulla schermata del pc. «Maledetto Ghost!» sputa attraverso i denti con fare stizzito e accompagnando il tutto con una dei suoi collaudati e famosi ‘sguardo di ghiaccio’.
 
 
Note di una Pseudoautrice
*Spunta dal suo nascondiglio* Ehm Ciao Straniero! Innanzitutto grazie per aver letto questa cosa, hai dimostrato di avere un immenso coraggio. È la prima storia che pubblico, perché è la prima storia che concludo xD! (Continua così, Chika! Ottima prima impressione! *sbatte la testa contro un muro*) e sono un po’ in ansia! Se non fosse stato per Truppappa non sarei qui, Quindi in caso di lamentele, la colpa è suoa xD (Momento pubblicità se non la conoscete beh andate a leggere le sue storie che sono fenomenali
http://www.efpfanfic.net/viewuser.php?uid=209161)
E niente, è il risultato che i laboratori di ceramica e Unchained Melody sono un mix letale per i miei neuroni! Grazie ancora per essere passati di qua e ci vediamo alla prossima storia. Perché sì, questo è solo l’inizio! Ah, dimenticavo! Essendo la prima volta che pubblico, perdonate se il formato fa a dir poco schifo! 

 
  
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