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Autore: Albascura_    12/02/2009    6 recensioni
- Voglio stare bene anch’io, Naruto-kun -
Non avevano bisogno di nulla, tranne che dell’altro.

Sequel di "Nothing at all", Threesome SasuNaruSai per i miei 18 anni.
***6^ classificata al concorso Naruto Alternative Universe Special - 2° edizione indetto da DarkRose86***
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sai, Sasuke Uchiha
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Sasuke attendeva taciturno, seduto composto sul legno consumato della panchina, il gomito appoggiato distrattamente sul bracci

Probabilmente questa fic non brilla in originalità, forse non è neanche gran che nel resto.

Ma mi piace. E' il sequel di "Nothing at all" che prima si chiamava Niente (di cui si consiglia la lettura), che ho deciso di continuare, infatti la cosa mi sta sfuggendo di mano e temo per voi che questa AU diventerà una raccolta XD

Grazie Serena per il contest stupendo e del giudizio meraviglioso.

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E poi… Tanti auguri a me! Yattaaaa! XD

 

 

 

 

 

 

 

 

Everything

 

You're all I want
You're all I need
Everything, everything

 

 

 

Sasuke attendeva taciturno, seduto composto sul legno consumato della panchina, il gomito appoggiato distrattamente sul bracciolo in ferro battuto.

Il sole filtrava tra le foglie dorate degli alberi, ormai morte, che presto avrebbero raggiunto le altre già accatastate sul selciato, e il riverbero contro le pupille gli dava abbastanza fastidio da obbligarlo a serrare le palpebre.

Si stava alzando una leggera brezza, e poteva sentire il pulviscolo entrargli fastidiosamente nelle narici.

Ma non gli importava.

 

 

 

 

Per quella volta, quella indimenticabile serata di pugni e di baci, Sai non aveva mostrato il minimo rancore.

Aveva anzi continuato, imperterrito, nel seguire alla lettera la sua routine, tanto che Naruto cominciò seriamente a pensare che Sai, nel tragitto verso casa sua, facesse ogni giorno lo stesso numero di passi.

Non amava i cambiamenti, l’aveva intuito.

Ma che non provasse proprio niente… Non poteva crederlo.

 

Finché, una sera, Naruto fu tradito da quegli stessi sampietrini scivolosi che un tempo aveva creduto di conoscere tanto bene. Mise il piede nella posizione sbagliata e cadde rovinosamente a terra, riuscendo inoltre, nella sua incontenibile goffaggine, a piegare irreparabilmente il suo ombrello arancione.

Sai lo guardava dall’alto, la pioggia che si infrangeva ticchettando contro il suo ampio ombrello nero. Osservava il cappotto del biondo bagnarsi velocemente, i capelli arrendersi contro la nuca, le labbra piegarsi disegnando bestemmie.

E qualcosa cominciò a formicolargli nel petto, le labbra si arricciarono lievemente ai lati, qualcosa brillò viva negli occhi scuri.

- Stai ridendo, idiota? - L’apostrofò Naruto, ormai zuppo. -Dammi una mano, no?-

Sai l’aiutò a rialzarsi con un sorriso sempre più vistoso sulle labbra. - Ti sei fatto male? -

- No, no - Lo tranquillizzò sospirando - Sto bene -

Sai lo afferrò all’improvviso per un braccio, probabilmente senza neanche accorgersi di quanto forte lo stesse stringendo. E lo fissò negli occhi, inaspettatamente serio. - Voglio stare bene anch’io, Naruto-kun -

E Naruto, da allora,  ebbe la certezza che Sai non provasse solo qualcosa, ma sentisse proprio tutto, mentre gli stringeva forte le braccia attorno alla vita e cercava audace le sue labbra.

L’ombrello nero rotolò abbandonato a terra, inutile.

Non avevano bisogno di nulla, tranne che dell’altro.

 

 

 

Naruto varcò la soglia di casa con in volto uno di quei sorrisi difficili da dimenticare; il televisore acceso ronzava notizie di cronaca nera e Sasuke, le gambe puntellate contro il tavolino del salotto, si voltò crucciato nella sua direzione.  

- Perché ci hai messo tanto? Sto morendo di fame - domandò con indifferenza.

Naruto posò l’ombrello nero vicino all’ingresso - Ho rotto il mio - rispose sfilandosi il cappotto grondante. - Potevi ordinare qualcosa, teme -

- E’ di Sai? - indagò, dissimulando fastidio.

- Mh mh - annuì, sedendosi accanto a lui, bagnando la fodera del divano con gli abiti ancora fradici.

- Casa sua è lontana. Si prenderà come minimo la polmonite - proferì, quasi compiaciuto, prima di avvolgere le spalle del biondo con le sue braccia.

- Oh beh, tanto ci eravamo già bagnati entrambi - rispose, nascondendo l’ansia che provava dietro un sorriso di falso candore.

 

 

 

Sasuke colse lo scalpiticcio dei suoi passi cadenzati ancora prima del suo profilo all’orizzonte.

Gli piaceva il rumore delle foglie secche che si infrangevano sotto il suo peso, lo rilassava. Ma non c’era proprio nient’altro che gli piacesse, in quella situazione, e l’essere suo malgrado a conoscenza della realtà dei fatti lo mandava in bestia.

- Buongiorno, Sasuke-kun - Lo salutò Sai con la solita impersonale cortesia.

- Hn - rispose, indicandogli di prendere posto di fianco a lui.

Sai si sedette, la schiena perfettamente dritta contro lo schienale della panchina.

La luce dorata creava strani bagliori sulla sua pelle innaturalmente bianca, simili a quelli che disegnava nelle iridi ossidiana dell’altro.

- Saresti così gentile da spiegarmi il motivo di questo incontro? - commentò incolore.

- Lo sai - Soffiò l’Uchiha.

E se Sai fosse stato una persona solo vagamente nei canoni, il suo sguardo l’avrebbe quanto meno pietrificato.

- No, non lo so. Noi non ci conosciamo. Non abbiamo proprio niente in comune. - annotò sicuro.

- Ti sbagli - ringhiò, - C’è Naruto. Noi abbiamo proprio tutto, in comune -

   
 
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