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Autore: madelifje    26/09/2015    0 recensioni
Quando era successo il fatto lei aveva quattordici anni. Ascoltava gli AC/DC, aveva una mezza idea di diventare vegana ed era appena entrata nel pieno della fase Marvel. Ragion per cui, alla pressoché infinita lista di domande che si affollavano nella sua testa, di recente se n’era aggiunta un’altra. Una di quelle fondamentali, esistenziali ma neanche troppo:
“Come muoiono gli eroi?”
***
["Who am I? - Superflash contest per drabble e flash-fic" sul forum | 560 parole // spoiler 2x01]
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bonnie Winterbottom
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Nickname:  idkrugens // madelifje 
Titolo: Cosa aspetti?
Fandom: How to get away with murder
Personaggi/Pairing: Bonnie Winterbottom, implicita Bonnie/Annalise
Generi: Angst, introspettivo
Avvertimenti: Spoiler 2x01
Rating: giallo
Introduzione: “Quando era successo il fatto lei aveva quattordici anni. Ascoltava gli AC/DC, aveva una mezza idea di diventare vegana ed era appena entrata nel pieno della fase Marvel. Ragion per cui, alla pressoché infinita lista di domande che si affollavano nella sua testa, di recente se n’era aggiunta un’altra. Una di quelle fondamentali, esistenziali ma neanche troppo: «Come muoiono gli eroi?»”
Note:  Per assurdo, ho sempre avuto quest’idea, anche prima di vedere la puntata. Bonnie è il mio personaggio preferito. Di gran lunga. Sono felicissima che questo contest mi abbia offerto l’opportunità di scrivere su di lei. Ho inventato tutta la parte sul suo passato, senza approfondire troppo, basandomi su uno scambio di battute tra lei e Annalise nell’ultima puntata. Mi sembra di non averle reso giustizia, ma ci ho provato. E poi niente, buona lettura :)
 

 


Cosa aspetti?
 
 


Non doveva mica finire così.
Ci aveva pensato tante volte, Bonnie Winterbottom, e si era sempre immaginata una morte grandiosa.
Peccato che sarebbe rimasta una mera fantasia.
Era stata sempre considerata una bambina strana − “con tutto quello che le è successo, povera stella!”, − ma non avevano mai capito fino a che punto lo fosse. Non fraintendetela, Bonnie non se ne lamentava.
Quando era successo il fatto lei aveva quattordici anni. Ascoltava gli AC/DC, aveva una mezza idea di diventare vegana ed era appena entrata nel pieno della fase Marvel. Ragion per cui, alla pressoché infinita lista di domande che si affollavano nella sua testa, di recente se n’era aggiunta un’altra. Una di quelle fondamentali, esistenziali ma neanche troppo:
“Come muoiono gli eroi?”
Adesso, dopo circa quindici anni, può finalmente darsi una risposta. La più semplice, senza dubbio, eppure stranamente esauriente.
“Non così”.
Chi sei, Bonnie? Ti sei mai chiesta perché tutte queste cose siano successe proprio a te? È colpa di quel cazzo di Destino? Ti deve odiare proprio, il maledetto. O forse no. Forse ha fatto in modo che tu ti trovassi qui, in questo esatto momento, per questa precisa ragione.
Cosa darebbe per poterglielo chiedere.
La puttanella ha cercato di gridare aiuto. Illusa. A cosa credeva servisse il nastro adesivo, a nascondere quel rossetto ridicolo? Non aveva nemmeno dovuto fare la fatica di legarla. Non è sicura che ci sarebbe riuscita, quella ragazzina sembrava perfettamente in grado di difendersi. Il problema era proprio quello. Era una mina vagante, una bomba a mano che sarebbe esplosa solo dopo essersi assicurata di aver trascinato tutti all’inferno con lei. Non le importava, se le sue azioni si ripercuotessero sugli altri.
Un esempio lampante? La morte di Sam. O quel drogato del suo vicino di casa.
E Bonnie, che aveva giurato su quanto di più caro avesse al mondo, non avrebbe lasciato che succedesse un’altra volta.
Non avrebbe permesso alla puttanella di trascinare all’inferno Annalise.
 
 
 
C’è il sole. È seduta sui gradini del tribunale, esattamente tre minuti dopo che il giudice ha congedato tutti i presenti all’appello. Quattro dal momento in cui Bonnie ha visto il futuro sgretolarsi davanti ai suoi occhi. Cinque dalla condanna. C’è un sole che spacca le pietre. Perché non piove? Nei film piove sempre, in momenti del genere. Da qualche parte, il Destino ride.
Bonnie si accorge di stare piangendo solo quando vede una mano scura porgerle un fazzoletto.
 
 
 
Blink.
 
 
 
Bonnie va a fuoco. Il bacio di Sam le brucia ancora sulle labbra, lacrime incandescenti le rigano le guance. Ma niente, niente, fa anche solo lontanamente male quanto le parole di Annalise.
Davvero pensa che stia proteggendo Sam? Sam?!
Come diamine fa a non capirlo, proprio lei, tra tutti?
Il corpo di Bonnie va a fuoco, il suo cuore è come ghiaccio. 
 
 
 
 
“Chi sei, Bonnie?”
In fondo l’ha sempre saputo. Sì, proprio lei. Avranno ancora il coraggio di compatirla, dopo questo?
Rebecca Sutter era morta senza emettere suono, soffocata da un banale velo di plastica.
Bonnie Winterbottom non avrebbe avuto altrettanta eleganza.
«Cosa aspetti? Lo vuoi fare da sempre».
Wes inarca appena un sopracciglio, prima di premere il grilletto.
Sembra proprio che Rebecca sia riuscita nel suo intento.
Anche lei, però. È rimasta fedele ad Annalise fino alla fine.
 
 
 
 
“È così che muoiono gli eroi?”, chiede la voce di una ragazzina.
No.
Così muore un’assassina.
 

 
  
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