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Autore: Vortex    30/09/2015    0 recensioni
Il problema, Yugi, è che hai un sorriso che toglie il fiato agli alberi, e io mi sento qualcosa dentro quando ti guardo. Farebbe troppo male gettare via la tua pelle, no? Però ho come la sensazione che se tu lo facessi anche solo una volta allora una possibilità ce l'avrei anche io, dopotutto.
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Joey Wheeler/Jounouchi Kazuya
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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If I die for you, would you beg me to stay?




 
Be', tanto per cominciare, Yugi, sei piombato nella mia vita come fossi stato la luce abbagliante del sole mattutino. Dicono che la notte è più buia prima dell'alba, ed effettivamente ricordo il periodo in cui ti perseguitai, come il momento più triste.
Sai, non è stato semplice tirare avanti, all'inizio.

Potrebbe sembrarti egoistico da parte mia, tu che sei così puro e semplice, ma se proprio devo essere sincero, in un primo momento, ce l'avevo con mia madre per i motivi sbagliati. Quando caricò la propria roba in macchina, trascinando via Shizuka, io la rincorsi strenuamente, e dopo essermi arreso scoppiai in un pianto disperato.
La prima notte da solo papà sfogò la propria frustrazione su di me, ero troppo giovane per opporre resistenza, troppo sottomesso, anche. Sdraiato sul mio futon, mi stringevo il corpo dolorante in un abbraccio, credo di aver pianto ancora, mentre mi intimavo di stare buono e non disturbare mio padre, mentre mi ripetevo più e più volte "va tutto bene". Sapevo di star mentendo a me stesso e, in cuor mio, mi domandavo perché la mamma avesse scelto Shizuka e non me. Per un istante desiderai essere al posto di mia sorella, desiderai ricevere quello stesso amore da parte di nostra madre, desiderai che ci fosse stata lei a prendersi le colpe dei gesti sciocchi di un adulto codardo, e subito dopo cominciai ad odiarmi con tanta testardaggine che persi completamente la cognizione del valore che potesse avere la mia vita.

A dire il vero, non sei stata una presenza improvvisa, tu, ma piuttosto il modo in cui ti imposi fece di te una sorpresa fin troppo piacevole, per un bastardo senza speranza come me. Avevo sempre pensato che la gente del mio calibro potesse esclusivamente salvarsi da sola, per quanto fosse stupido, adesso mi hai insegnato che non è possibile pretendere una cosa del genere, ed io, ceco, mi agitavo in acqua per non affogare, senza rendermi conto di accelerare in questo modo la mia discesa verso il fondo.

Tu ebbi il potere di accendere il mio universo, mi offristi un'amicizia diversa da quella che c'era tra me e Honda, per quanto quest'ultimo possa essere caro per me. E, per la prima volta, tutto mi sembrò giusto.

Ma sono stato imprudente, e non ho fatto altro che ingannare me stesso. Il fatto è che le persone spesso scelgono di attribuire alla realtà il significato che più gli fa comodo, semplicemente perché in questo modo è molto più facile accettarla. Io scelsi di bearmi in una bugia troppo dolce, illudendomi che tu o io fossimo altre persone, con altri trascorsi, neanche avessimo fatto parte di una storia da romanzo, troppo bella per essere vera. Lo sai anche tu, Yugi, che non sarebbe credibile, no? Pensaci un attimo: il bullo con un passato tragico alle spalle, viene salvato dalla sua vittima preferita, la quale diventa poi sua migliore amica, così che il bullo non può fare a meno di innamorarsene. Sarebbe sciocco pensare di essere ricambiato da parte mia, giusto?
Davvero, non preoccuparti, Yugi, va tutto bene, lo so perfettamente di non poter rappresentare ciò di cui hai bisogno, a dire il vero io sono tutt'altro, lo vedo, sai?

Di primo acchito odiai la tua seconda personalità, dico sul serio, e volendo essere sincero, tutt'ora non nutro una forte simpatia per l'Altro Yugi, al contrario, ma ora che l'ho configurato come un'entità a parte, mi rendo conto di quanto tu necessiti di lui per crescere, e riesco a comprendere quel tuo sentimento morboso nei suoi confronti. Ma è difficile da accettare, credimi, tento di farlo in continuazione senza troppi risultati. Tra l'altro ammiro molto Anzu, perché lei -anche se al contrario- è più forte di me, e ha accettato il legame che c'è tra voi, mentre, per quanto mi riguarda, questo pensiero mi sta uccidendo.

Cosa faresti se mi vedessi piangere per te?

Yugi, me lo chiedo spesso, perché ho sempre avuto il terrore che capendomi cercheresti di allontanarti da me. Poi, sai, ho imparato a smettere di piangere, del resto io devo essere forte e sostenere Shizuka, ora infatti mi ritrovo a ringraziare mia madre per aver salvato almeno lei dal marciume di quella vita. La nostra famiglia era come un frutto in una cesta di cui ti sei scordato, la parte di facciata è sana, ma nasconde una putrefazione in atto, lenta ma inesorabile. E se vuoi salvare dalla necrosi il resto, devi tagliare, amputare, sventrare, sbarazzarti dello schifo, del malato. Io non me n'ero reso conto, ma rappresentavo ciò a cui mia madre dovette rinunciare per preservare quanto era rimasto di sano.

Dimmi, Yugi, perché sei tanto preoccupato?

Questo è un duello che devo fare, è una mia battaglia, e anche se vorresti proteggermi, adesso è il mio turno, lo sai anche tu, anche l'altro Yugi. Ma dimmi, se io morissi, mi imploreresti di restare con te?
Mi domando spesso cosa faresti, in che modo ti comporteresti. Probabilmente sono giunto al punto di scoprirlo, del resto sfidare una divinità è pur sempre un'impresa senza speranza, da parte di un misero uomo. Nonostante lo sapessi benissimo, non mi sono fermato e so che puoi capirmi.

Ad ogni modo mi piacerebbe poter entrare nella tua testa, per cercare di comprenderla davvero, sai non è che sia molto chiara tutta quella faccenda dell'altro te che vive dentro la tua anima o in una parte di quel puzzle che ti porti sempre dietro. Vorrei scandagliare uno ad uno i tuoi pensieri, perché probabilmente sarebbe più facile accettare che hai rischiato la morte più di una volta pur di poter scorrazzare con quel blocco d'oro appeso al collo. Ma tanto so benissimo che per te sarebbe troppo difficile, troppo doloroso, lasciarmi entrare in quel mondo privato costruito da te e il tuo alter ego. E sai, cerco di impedirmi anche solo di immaginare cosa succede, lì dentro -ovunque sia-, ma è come pretendere di voler smettere di respirare. 

Il problema, Yugi, è che hai un sorriso che toglie il fiato agli alberi, e io mi sento qualcosa dentro quando ti guardo. Farebbe troppo male gettare via la tua pelle, no? Però ho come la sensazione che se tu lo facessi anche solo una volta allora una possibilità ce l'avrei anche io, dopotutto.
Ricordo ancora il giorno in cui tu mi costrinsi a gettare la mia, di pelle, prendendola a calci per allontanarla da me quanto più possibile. Mi insegnasti il significato di un'amicizia vera, impresa in cui Honda ancora non era riuscito, perché anche lui era ricoperto, come me, dalla lordura di una società andata in malora. Ai miei occhi eri un bambino nei panni di un adolescente, uno smidollato fin troppo introverso, e pretendevo di insegnarti cose che io stesso dovevo ancora comprendere del tutto, con sempre la solita scusa nella testa: “Il mondo è crudele, prima lo impari, meglio sarà per te.”
Mi cambiasti con le tue regole, i tuoi giochi. Hai insegnato anche a me a giocare, così come fai tu; non ti sei mai chiesto perché, di tutto il gruppo, sono stato solo io a seguirti, a imparare come scommettere la propria vita e quella altrui semplicemente giocando?
E magari lo avrai anche fatto, preferendo non darti una risposta.

Ricordi che ti dissi che avrei sfidato l'altro te, alla fine della città dei duelli?

Ho deciso che starò ad ogni tuo desiderio, perché nel momento in cui mi hai cambiato io ho accettato quel tuo modo di essere completamente particolare e bizzarro, ho persino rivoluzionato la mia intera vita, ho abbandonato Hirutani e la sua banda, ho messo la testa a posto. Ma ora in gioco c'è il mio cuore, guarda come si sta rompendo. Lo hai liberato della prigione dentro la quale era al sicuro da qualunque pericolo, con la scusa che comunque si trovava in una gabbia, e ora, involontariamente, hai cominciato a ferirlo, sempre più profondamente, lasciandolo esposto a qualcosa per il quale non era pronto.

E sinceramente non so più cosa devo fare, dimmelo tu Yugi, cosa posso fare per raggiungerti?
Dimmi se esiste un modo o se per me è semplicemente inutile tentare...

Ma guarda, Yugi, ho perso. Era scontato, no? La sorte dell'uomo che sfida il Dio.

Non essere tanto triste, Yugi, mostrami un sorriso, dai. Almeno ho avuto una conferma alle mia congetture, no? Forse non sono poi così senza speranza, mi viene da pensarlo, poco prima di essere fulminato, nel momento in cui ti guardo negli occhi. Non potrò mai entrare nella tua mente tanto complessa, ma se io morissi, so che mi imploreresti di restare al tuo fianco. E questo, inaspettatamente, mi basta.




Note di Vortex: No, non ero morta XD
Sarà passato più di un anno da quando mi sono fatta sentire l'ultima volta nel fandom... lo so, lo so, sono una cattiva fangirl. Non lo so, YGO è e sarà sempre il mio manga/anime preferito, ma diciamo che in generale avevo perso il contatto con il mondo delle fanfic. 
Ora, questa shot è vecchissima, a dire il vero. Il mio stile è completamente cambiato ahahah! Però mi è capitato di rileggerla e, boh, ho avuto un moto di nostalgia, ho voluto comunque pubblicarla, così, perché ci sono troppe poche wishshipping a questo mondo, e lo dice una fan sfegatata della puzzle.
Ad ogni modo perdonatemi il pov esageratamente triste e fuori dal personaggio, lo so, Jono non parlerebbe mai e poi mai in questo modo, ma non mi andava di cambiare nulla, anche perché altrimenti avrei dovuto riscrivere tutto... quindi niente, prendetela per quello che è e basta.
Detto questo, chiudo annunciando che ho aperto un blog, in cui sto raccogliendo tutte le fanfic che sto scrivendo alcune vieteranno il regolamento di EFP, ci ho anche inserito quelle a cui sono più affezionata che ho scritto fin ora, se vi va, buttate un occhio, ok?

Yey, panda!


 
  
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