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Autore: Naomi Haruna Chan    01/10/2015    1 recensioni
Due bambini che compiono gli anni nello stesso giorno si trovano coninvolti in un incendio e della loro famiglia si salvarono solo i bambini e poi dodici anni dopo si rincontrano, ma nessuno dei due riesce a ricordarsi dell'altro. E come se non fosse abbastanza dovranno affrontare problemi, come primi amori, insicurezze e altre cose ancora. Cosa potrebbe succedere? Cosa ha causato l'incendio?
La risposta a questi e altri quesiti sono narrati in questa storia, quindi se siete curiosi: leggere.
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Coppie principali: [Kagome/Inuyasha][Sango/Miroku]
Altre Coppie: [Rin/Sesshomaru][Sota/Hitomi]
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Spero di non deludere le vostre aspettative.
P.S. In questa storia Inuyasha è un normale essere umano.
Genere: Mistero, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Nuovo personaggio, Sango, Un po' tutti | Coppie: Inuyasha/Kagome, Miroku/Sango, Rin/Sesshoumaru
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Sango Hirai



–Eccoci qua, finalmente a Tokyo.– commentò Sota uscito dall'aereo porto.
–Sì, ci siamo finalmente.– concordò Kagome.
–Chiamo una taxi. Tu, resta qui.– così il fratello maggiore si allontana.
–Dai, Kohaku, aiutami! La mia valigia pesa!– Kagome sentì una ragazza castana che doveva avere all'incirca la sua età lammentarsi con un ragaxzo che lei presumò sia il fratello maggiore.
–Va bene, dammi qua.– il ragazzo prese in mano la valigia – No, non pesa poi tanto.–
–Per ora, ma se stai per ore con quella per mano comincia a pesare!– replicò lei.
–Ma, Sango, allora perché non hai preso un troller?–
–Scherzi? Quelli che abbiamo a casa della nonna sono enormi e io non ho tante cose da mettere per cui ho preso questa.–
–Beh, allora la prossima volta impari a non rompere il tuo.– disse lui scuotendo la testa.
–Rompere?! Non l'ho rotto, è stato quel gattaccio della vicina della nonna a graffiarlo e lo ha ridotto in una valigia piena di graffi!– esclamò la ragazza.
In quel momento arrivò un taxi da cui uscì Sota che aiutò la sorella a caricare i troller in auto e partirono.
–Senti, Sota, credi che starò bene al collegio? Voglio dire, riuscirò a farmi degli amici?– chiese lei preoccupata.
–Ma certo, sorellina! Chi non vorrebbe un'amica dolce e gentile come te?– le disse sorridendo per darle più sicurezza.
–Ma ne sei sicuro o lo dici solo per farmi contenta?– chiese dubbiosa.
–Sì, dico davvero! Vedrai avra tanti amici.–
–Forse...–
Poco dopo l'autista arrivò al collegio in cui studierà Kagome.
–Scusi, autista, potrebbe aspettare qualche minuto? Io tornerò dopo una decina di minuti.–
–Ok, allora l'aspetto qui.–
Così Sota tirò fuori la valiglia di Kagome dal portabagagli e l'accompagnò in direzzione dal preside. Arrivati alla porta, dopo aver chiesto indicazioni in portineria, bussarono e dopo un "Avanti" entrarono.
Il preside era un uomo che doveva avere all'incirca l'età del loro padre.
–Prego sedetevi, vostro padre mi aveva informato del vostro arrivo prima dell'inizio dell'anno scolastico, ovvero tra circa mezzo mese. Sapete, io e vostro padre eravamo vecchi compagno di scuola.–
–Lei conosceva mio padre?– chiese Kagome un po' stupita.
–Sì, proprio così. Allora...– aprì il cassetto accanto a destra della scrivania e prese una chiave –Ecco la chiave della tua stanza, la tua compagna di stanza sarà mia figlia, che dovrebbe arrivare a momenti. Intanto perché non vai con la mia segretaria a vedere un po' la scuola? Alle valigie ci penserà un custode a portarlo in camera tua.–
–Sì, è una buona idea, no? Su, vai Kagome.– la incoraggiò notando la sua indecisione, ma la ragazza alla fine si decise dopo aver ascoltato le parole del fratello e uscì dalla presidenza.
–Senti, Sota, non ti preoccupare. Come ho già detto anche a tuo padre, Kagome starà bene qui.–
–Lo so, ma lei a volte è un po' troppo timida, per cui non si riesce a non stare in ansia per lei.–
–Lo so, è per questo che ho fatto in modo che sia in classe con mia figlia. Quella chiecchierona di mia figlia riuscirà ad andare daccordo con lei.– commentò con un'espressione fiera sul volto.
–Sì, non ne dubito, ma vede mia sorella è sempre stata isolata da tutti e in un certo senso a lei stava bene e non so se riuscira a relazionarsi.–
–Beh, facciamo così.– disse dopo averci pensato un po' –Se ci saranno problemi ti chiamerò immediatamente e tu starai più tranquillo.–
–Sì.– disse poco convinto, ma poi diede il suo numero di telefono al preside.
–Bene, ora potresti darmi i documenti d'iscrizione di Kagome?–
–Sì, ma certo. Eccoli.– disse Sota tirando fuori dalla valigia di Kagome alcuni foglietti.
Intanto la segretaria aveva accompagnato Kagome a vedere la palestra - che era emorme - poi la sala mensa, il bar e tanti altri negozietti, tra cui quelli dove vendo dai vestiti al cibo al materiare scolastico, più che una scuola sembrava una mini-città. Dopo le mostrò le aule, che erano tutte atrezzate con LIM. Infine la portò in camera sua, dove trovò la sua valigia, ma non solo, infatti c'era anche una ragazza castana con i capelli legati in una coda di cavallo alta, che lei riconobbe subito: era ragazza di nome Sango che aveva visto all'aereoporto.
–Oh, ciao. Tu devi essere la mia compagna di stanza!– esclamò la ragazza notando Kagome.
–Sì.– rispose lei timidamente interpretando le parole della ragazza per una domanda.
–Sono Sango Hirai, piacere di conoscerti.– le porgela mano con un sorriso a trentadue denti.
–Piacere.– strinse la mano di Sango –Io mi chiamo Kagome Higurashi.– continuò le timidamente.
E poi silenzio, Sango aspettava pazientemente che la sua compagna di stanza si decidesse a parlare, ma niente. Kagome invece sperava con tutto il suo cuore che Sango smettesse di fissarla e torni a sistemare i suoi vestiti nell'armadio o a fare qualsiasi altra cosa, era troppo timida e non vedeva l'ora di allontanarsi dalla stanza o almeno stare da sola in un angolo da sola, come era abituata.
–Allora, come ti sembra questa scuola?– domandò alla fine Sango –Nazuna ti ha appena mostrato tutto il campus, no?–
–Tu, come fai a saperlo?– chiese lei timidamente, ma un po' sorpresa e a quelle parole Sango fece un sorriso.
–È semplice, ti ho vista prima con la segretaria di mio padre.–
–Tu... tuo padre?–
–Sì, il preside è il mio papà.– disse sorridendo, sperando che così possa dare più coraggio a Kagome e far sparire la sua timidezza, cosa che forse aveva ottenuto, perché la ragazza ricambiò il suo sorriso.
–Bene, finalmente un sorriso!– comentò –Sorridere fa bene, sai?–
–Sì, hai ragione, è solo che sono timida.– disse lei con un filo di voce.
–Capisco, allora il mio obbiettivo sarà sbloccarti da questa eccesiva timidezza!– disse lei molto decisa –Senti, quand'è che non sei timida?–
–Beh... quando solo con mio fratello e mio padre.– rispose non capendo il motivo della domanda.
–Bingo! Avevo ragione non sei abituata a parlare con persone che non conosci bene.– disse lei sodisfatta di aver scoperto le ragioni della sua timidezza –Allora com'è il rapporto tra te e tuo fratello?–
–Beh, direi simile al rapporto che hai tu con il tuo.–
–Come...?–
–Vi ho visti sta mattina all'aereo porto.– rispose lei alla domanda che la ragazza non aveva ancora terminato di formulare.
–Beh, allora la cosa sarà più facile e noi andremmo sicuramente daccordo.– sorrise lei all'idea, mentre Kagome la fissa dubbiosa come per dire "Sicura che la mia timidezza non sia un problema?" e come se le avesse letto in mente Sango aggiunse: –Vedrai sono sicurissima di non sbagliarmi, devi solo conoscere più persone e tirare fuori più grinta!–







Angole dell'Autrice:
Ciao! Ecco Sango! Cosa ne pensate? Questa è la mia prima fanfic in questo fandom, vorrei chiedervi di dirmi quando qualcosa non va per imparare, grazie.
Ringrazio Maria76 per la recensione.



   
 
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