Sede: WICKED

Ore: 00:35

Per un lungo tragitto, mi ritrovai a correre a perdifiato finchè non raggiunsi la sezione uno.

Clik Clik Clik

Al mio passaggio tutte le luci sopra di me si accesero una dopo l’altra. Una volta che la vista si abituò alla luce, riuscii a vedere meglio ciò che avevo intorno. Scrivanie di ferro bianche disposte come soldati, una dietro l’altra formavano lunghe file fino in fondo al corridoio. Ripresi movimento e mi insinuai tra di esse, senza preoccuparmi di far cadere qualcuno degli oggetti di alta tecnologia, che vi erano posati sopra.
Mentre correvo, immaginai quanto potesse essere grande la sede della WICKED. Vivevo li dalla nascita e avevo visto solamente poche stanze, solamente quelle che mi era concesso vedere.
Arrivai alla porta. Sorpassai la sezione uno e mi ritrovai così nella due che, malgrado qualche differenza, era simile alla precedente.
Prestai attenzione ad ogni cartello che segnava il numero della sezione a cui si accedeva.

SEZIONE 3

-Ci sono quasi.- dissi con sollievo.

Ne superai un'altra prima di rendermi conto che non avevo più fiato. Mi fermai a metà strada tra la sezione cinque e la sei. Frenai bruscamente con i piedi sul lucido pavimento bianco, come tutto del resto e presi fiato. Uno o due respiri al massimo. Poi fui costretta a continuare quando vidi, alle mie spalle, i Punitori che recuperavano terreno.

-Dai Riley, puoi farcela!- spronai me stessa a proseguire.

Deglutii e mi permisi di fare un ultimo profondo respiro prima di ripartire. Da quell’ultima volta non mi voltai più indietro. Ansimai e gemetti ma arrivai alla fine. Mi spinsi, con quell’ultimo briciolo di velocità che riuscii a trovare, oltre la porta in fondo al corridoio, che divideva la sezione cinque dalla successiva.

SEZIONE 6

Non appena entrai, mi ritrovai a dover fare una scelta. Quella sezione era suddivisa in maniera diversa da quelle che avevo appena attraversato. Avrei potuto svoltare a sinistra oppure a destra. Due frecce indicavano la strada, quella a sinistra diceva “Gruppo A” quella a destra “Gruppo B”.
Un mare di domande iniziarono a riversarsi nella mia mente con violenza. Nick non mi aveva avvertita riguardo a questi due “Gruppi”.

Che cosa avrei dovuto fare ora?

Avrei dovuto lasciarmi prendere e tornare in quella specie di stanza bianca?

NO! Scrollai il capo e cacciai via quel pensiero, mentre un altro se ne formava.

“Devo salvare mia sorella, devo salvare Rachel!"

Spinta, da non so quale convinzione, scelsi.

Per una breve parte di percorso, mi ritrovai a rantolare nel buio. Poi vidi a pochi passi da me una porta fatta interamente di vetro. Dovetti avvicinarmi molto prima di notarla.

“La tessera magnetica! Dov’è che l’ho messa, maledizione!” pensai e nel frattempo scavai nelle tasche in cerca della “chiave” per aprire la porta. La trovai nella tasca dei pantaloni tra le altre cose. Le feci strisciare su un apparecchio di metallo appeso al muro e di colpo la porta si aprì.
Afferrai la maniglia per entrare e immediatamente scattai, attratta dai rumori pesanti di passi e porte chiudersi che provenivano dall’altro corridoio. Concentrai la mia attenzione su ciò che stavo per fare ed ignorai l’urlo della paura che mi echeggiava nella testa. Con velocità entrai, per poi gettarmi con forza contro la porta e richiuderla. Mi resi conto di non respirare da qualche secondo, così presi fiato. Gonfiai i polmoni di aria fino a farli quasi scoppiare.
Non ero sicura se i Punitori avessero o meno la licenza di entrare, ma il solo pensiero di vederli irrompere nella stanza mi terrorizzò.
Riportai alla mente in un breve istante ciò che mi era stato detto di fare. Ciò che Nick mi aveva detto di fare.

“Ricorda, è il siero blu che devi iniettarti, non il rosso, quello ti farà perdere la memoria! Sta attenta!”

Passai in rassegna l’intero laboratorio fin quando non trovai le provette. Liquido blu. Liquido rosso. Erano proprio una accanto all’altra. Avrei potuto sbagliarmi con molta facilità, se non fosse stato per Nick. Afferrai la provetta contenente il liquido indicato e lo misi in una siringa. Le mani tremarono, ma non per il freddo. Iniziai a chiedermi se fosse la cosa giusta da fare, ma sapevo già la risposta.
Mi voltai e guardai oltre la spalla destra, i Punitori che con i palmi delle mani, premevano contro il vetro con l’intento di entrare. –No! Non farlo ragazzina!- gridò uno di loro agitando le mani.

Deglutii. Sospirai e infilai l’ago.

Sentii un leggero pizzichino.

Uno, due forse tre secondi poi caddi a terra. Sentii il corpo fremere ma allo stesso tempo la pelle bruciare. L’ultima cosa che vidi, fu quel laboratorio ancora vuoto, poi il buio.
...