Avi

- Ti vedrò mai sorridere, Ariovisto?
Roma tiene la guancia appoggiata sulla mano sinistra, gli occhi puntati sul biondo compagno e l’altra mano intenta a giocherellare con il cucchiaino; sbuffa, sentendosi ignorato, prende un altro sorso di quel dolce nettare –come l’aveva chiamato suo nipote? Ah, sì, cappuccino- si lecca le labbra, lasciandosi andare in un verso di piacere.
- Hm- il teutone non si gira, lo sguardo sempre fisso verso la gelateria poco lontana; il ragazzo alto sembra in imbarazzo, mentre con il volto rosso borbotta rivolto all’amico, che con enormi sorrisi chiacchiera con il gelataio da quasi un quarto d’ora.
Lucio si gratta il mento peloso, accennando ai due giovani – Sembrano felici…-, ed è un sospiro irritato quello che proviene dalla sedia accanto alla sua, un ringhio lamentoso; il maggiore dei suoi nipoti osserva con stizza l’approccio del tedesco al suo fratellino, e non può nascondere la propria rabbia e –ma questo non l’ammetterebbe mai- la gelosia.
L’Impero lo guarda, l’espressione a metà tra il rassegnato e il frustrato -ancora non riesce ad avvicinarglisi, che sia per la sua aria indisponente o per quel suo spietato odore di mare, questo non lo sa- e con fare annoiato torna alla tazza ormai vuota, in attesa del ritorno dell’unica persona, oltre a lui, in grado di intavolare una conversazione.
Eccolo, il piccolo Veneziano, che sprizzante di gioia ritorna accompagnato dall’alleato –“Fidanzato, nonno!”- porgendo al suo vecchio un cono abbondante, ripieno di ciò che il ragazzino osava chiamare il cibo degli déi.
È forse grazie alla presenza del minore degli italiani che l’atmosfera riesce, in qualche modo, a farsi più calda; anche Romano non può che accennare un sorriso al sentire le parole allegre che escono come l’acqua di un fiume in piena dalla bocca del fratello, e persino Ariovisto –miracolo!- pare interessarsi al dialogo.
Il ramato parla di cibo, di passeggiate, di quadri –si sente l’amore, quasi vergognoso, per un’arte così fine a se stessa-, ride e ciacola allo stesso tempo, sembra non dover mai prendere fiato.
Il vecchio Impero si rilassa, le braccia abbronzate incrociate sul petto, ed è proprio in certi momenti, pensa, che si è davvero felici di far parte di una, seppur strana, famiglia.
 
 

- Non sei contento di vederli, ogni tanto, Ariovisto?
Il germano guarda avanti, come se ciò che il moro dice non lo sfiorasse minimamente.
- Hm.
L’uomo ghigna, alzando le spalle; per discutere con un barbaro bisogna accontentarsi.
- Sì, anche io sono felice per loro.












Angolo del "vattene a fare geometria, plebea!"
Che dire? Mi è venuta così, ho pensato che fosse carino fare qualcosa per la festa dei nonni.
Ed ecco i nostri due Antichi preferiti che vanno a trovare i nipotini. Sì, lo so, la fantasia =_=" ma restano sempre tanto carucci <3
I nomi "Ariovisto" e "Lucio" appartengono all'autrice Blacket.
Buona festa dei nonni a tutti, allora! (anche se praticamente tra un'ora finisce, ma dettagli, insomma)
Moi moi!