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Autore: jess_elric    15/02/2009    4 recensioni
”Treno in transito al binario sette, allontanarsi dalla linea gialla!”.
Una donna, un matrimonio, una vita preconfezionata a regola d’arte.
Viaggio alla scoperta dell’amore.
[Seconda classificata al contest “Il Treno” indetto da DarkRose86]
[Terza classificata al contest “Simply Canon” indetto da Kurenai88 e vincitrice “Premio della Giuria”]
Genere: Romantico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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A Vavvy, che ora può essere arrestata.
Buon compleanno, piccola Sacerdotessa!
Gli auguri in ritardo sono pur sempre auguri…

FRAGMENTS

”Treno in transito al binario sette, allontanarsi dalla linea gialla!”.
L’Intercity, caratterizzato dal famigliare odore di toast bruciato, arranca nella nebbia sempre più fitta, sferragliando sui vecchi binari, sbuffando disappunto per il ritardo accumulato.
I passeggeri saltellano qua e là, agitati, cercando di accaparrarsi i posti migliori, accompagnati da un allegro sciame di zanzare affamate.
“Allontanarsi dalla linea gialla!”.
La voce computerizzata, inquietante e metallica, risuona nella piccola sala d’attesa, aleggiando nell’aria per una manciata di secondi.
Allontanarsi dalla linea gialla…
    
Vuoi tu

Il sole è caldo, l’aria frizzante, il cielo azzurro in modo innaturale.
Una bambina si dondola sull’altalena sgangherata al centro del parco, le gote rosse e l’aria stanca.
Prepara infusi di sassi e fiori, miscelando con sapienza colori ed essenze.
“Vuoi?”.
Sasuke, al suo fianco, accetta di buon grado l’offerta dell’amichetta, facendola sorridere di cuore.
“Devi berlo”, lo riprende la rosa con aria di superiorità. “È una medicina!”.
Nessun comportamento da seguire, ora, né sguardi preconfezionati da esibire.
Nulla è predefinito.

Sakura Haruno

Odore di muschio, pioggia, legna bruciata e caldarroste, quelle nel sacchetto di carta stropicciato.
Non hanno un buon sapore, ma tengono al caldo le mani infagottate in guanti troppo grandi.
Sakura siede sempre nello stesso punto, i capelli scompigliati dalla brezza leggera della sera, aspettando il momento giusto.
Alza spesso gli occhi al cielo, lo sguardo un po’ annebbiato di chi ha dormito troppo o troppo poco.
Detesta gli alberi in gabbia, i giardini pubblici frequentati da spacciatori e bambini dall’aria malaticcia; eppure è lì, lo sguardo fisso sull’azzurro metropolitano, un azzurro così sbiadito da risultare deprimente.
“Vuoi?”, sussurra, rivolgendosi ad un interlocutore immaginario.
La vecchia altalena oscilla, solitaria, scossa da un’improvvisa ondata di gelo.
“No, grazie”.

    Prendere Sasuke Uchiha come tuo legittimo sposo

Un fiocco rosso svolazza, impertinente, dalla corona d’alloro.
I rametti intrecciati le pungono il capo, ma la perfezione non si ottiene per mera imitazione.
“Congratulazioni”.
La mano di Sasuke afferra saldamente la sua, stritolandola in quella che dovrebbe essere una presa gentile.
Le pareti, addobbate con festoni di carta da pochi centesimi, non le sono mai sembrate così belle.
Persino quelle foto – quando diavolo sono state scattate? – non servono ad accendere la sua furia omicida.
“Congratulazioni”.
I suoi sorrisi, ora, sono tutti per lui…per lui che non è il suo lui, ma è tutto, e lo è da tanto, tantissimo tempo.

Per amarlo e onorarlo nella buona e nella cattiva sorte

Mani intrecciate, sudate, bagnate.
Mani che si lasciano per poi ritrovarsi, che si rincorrono febbrili.
Corpo contro corpo, pelle contro pelle, cuore contro cuore, rapita, sentire l’eccitazione crescere al ritmo dei suoi sospiri.
“Sakura-chan…”.
Mani che si allungano, ora, per catturare quella lacrima birichina.
“Oh, Naruto-kun…”.

In salute e in malattia

L’edificio è freddo, gelato, perfettamente squadrato.
Un fastidioso ticchettio invade l’ambiente innaturalmente asettico.
Un orologio, forse. Oppure no. Ogni cosa è maledettamente bianca.
“Dobbiamo andare”.
La voce della donna al suo fianco è acuta, perforante, assolutamente insopportabile.
Non una parola, ora. Non più.
Sakura annuisce in maniera del tutto involontaria, evitando di fissare il proprio riflesso, afferrando l’aria dinnanzi al suo volto in un gesto tanto familiare quanto rassicurante.
La sua mente, intanto, si trastulla con immagini del tutto prive di significato: non pensare migliora di gran lunga le cose; ma il cuore rimbalza pericolosamente nel petto mentre, costretta in un vestito troppo scollato, troppo bianco e troppo costoso, sfila davanti ad una folla di gente, il collier di diamanti stretto come un cappio intorno al collo.
Tutto è semplicemente troppo.

Finchè morte non vi separi?

“Treno in partenza al binario sette, allontanarsi dalla linea gialla!”.
Sakura, schiacciata dall’uomo alla sua sinistra, appoggia la fronte al finestrino in uno slancio d’ottimismo, riscoprendosi terribilmente stanca.
Allontanarsi dalla linea gialla…

Sì, lo voglio.

Il soffitto è alto, la cabina ariosa. Dalla piccola vetrata filtra prepotente la luce del giorno.
Sakura, pallida e sciupata, osserva con minuzia chirurgica le venature del legno ai suoi piedi, immaginando figure là dove non ci sono, proprio come fanno i bambini.
“Ciao”.
Naruto le solletica il mento con le dita sottili.
“Sei ridicolo”.
“Vogliamo parlare della tua fronte?”, sbuffa, soffocando una risata.
Basta così poco per farla sorridere…
“Scusa”, borbotta, arrossendo vistosamente. L’aria frizzante gli solletica il naso.
“Figurati”.
Invisibili ed irritanti goccioline di sudore imperlano la fronte liscia ed abbronzata del ragazzo che, abbandonato sui logori sedili di pelle rossa, valuta attentamente pro e contro di possibili azioni.
“Il tuo fidanzato?”.
“Non viene”.
Ostenta finto dispiacere, sperando, invano, di cogliere un sorriso sul suo volto.
Sakura affonda con forza gli incisivi nel labbro inferiore, frustrata, le sopracciglia corrugate e l’aria distratta di chi, a torto o a ragione, tenta di sviare un discorso, fallendo miseramente.
Un silenzio imbarazzato cade tra i due, inframmezzato solo dall’inarrestabile avanzata del treno.

Lo voglio?

Un’interferenza, un contatto, uno sbattere di ciglia.
Se abbandonassimo la logica, quella convenzionale, allora potremmo pensare, osservando il mondo dal finestrino appannato, che alberi e tralicci dell’alta tensione corrano veloci ai lati della locomotiva spenta.
“Io vado”.
Un’altalena sospinta dal vento.
        Un pinco panco arrugginito.
                Una tazza di cioccolata calda.
                        Un mazzolino di fiori di vetro.
                                Un quaderno da colorare.
                                        Una chitarra e qualche spartito.
                                Una laurea incorniciata.
                        Una carezza sul volto.
                Una stretta di mano.
        Una lacrima di troppo.
Una nuova, terribile consapevolezza.
 “Rimani…”.

Chi ama non teme la tempesta, teme solo che l'amore si spenga.




                



L’angolino di Jess:
Una fanfiction con tanti treni, questa.
Un treno immaginario che rappresenta il matrimonio da celebrare, un treno vero estrapolato dai ricordi della sposa.
Un treno preso per noia, per abitudine, ma che accompagna Sakura in un viaggio alla scoperta dell’amore, passando attraverso presente, passato e immaginazione.
Una fanfiction poco etica e molto adultera, che spero possa piacere ugualmente.

Seconda classificata al contest “Il Treno” indetto da DarkRose86.
Terza classificata al contest “Simply Canon” indetto da Kurenai88 e vincitrice “Premio della Giuria”.
Colgo l’occasione per complimentarmi con le compagne di podio(in particolare Urdi e Tya che stimo con tutto il cuore), ringraziare Sere e Miki e inchinarmi a voi, intrepidi lettori!
Spero vogliate lasciarmi un commentino.


  
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