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Autore: _bizzle_swag    04/10/2015    0 recensioni
"L'eterosessualità è peccato, non deve esistere."
Questo dicevano, ed io piangevo dentro e fuori: ero diversa.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate
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                                        < Audrey >
Appoggiata al cancello della scuola, con tanto di cuffiette nelle orecchie e di un libro di Nicholas Sparks tra le mani, aspettavo l'arrivo della mia migliore amica: Lydia Morgan, una rossa tanto famosa e fortunata in fatto di ragazze.
Non che io non lo fossi, ma non mi ero mai cimentata in una relazione nei miei 17 anni di vita, se non fosse per qualche pominciata e toccatina alle feste a cui partecipavo spesso.
Cercai di far rimanere i miei occhi incollati alle parole del libro, mentre qualcuno - poco distante da me - continuava a fissarmi insistentemente, facendomi rizzare tutti i capelli.
Odiavo essere fissata a lungo.
Così non persi tempo a cambiare posizione innumerevoli volte, finendo col chiudere il libro con una mossa stizzita, come poche volte mi era solito fare.
Spostai una ciocca dei miei lunghi e mossi capelli dietro l'orecchio e, in quella frazione di secondo, riuscii a scorgere la persona che non smetteva di fissarmi.
Era un bellisssimo ragazzo.
Sfilai, altrettanto scocciata, le cuffie con una mossa fulminea, e le incatastai - senza cura - nella borsa bianca di cui mi ero munita quella mattina, poichè avevo poche materie, per poi portare gli occhiali da sole ai miei occhi, mentre picchiettavo la borsa con le mie unghie leccate di pesca.
Lui non la smetteva di fissarmi e questa cosa mi metteva - non poco - in imbarazzo, così pregai mentalmente Lydia di arrivare al più presto.
Proprio come se Dio avesse ascoltato le mie - stupide - suppliche, la chioma rossiccia della Morgan entrò nel mio campo visivo e, in meno di un secondo, mi ritrovai coinvolta in un abbraccio spacca ossa, che ricambiai volentieri.
Nonostante la presenza della mia amica, avvertivo ancora gli occhi castani del ragazzo oltrepassarmi la nuca, così - parlando del più e del meno - trascinai Lydia sulla strada verso casa, sollevata dal non essere più  osservata come se provenissi da un altro pianeta.
"Così, ieri alla festa hai baciato Lexi Reed? Oh, ragazza, tu sì che punti in alto" mi stuzzicò Lydia, dandomi una lieve gomitata, mentre io mi limitai ad alzare gli occhi al cielo.
Lexi Reed, o meglio, Alexandra Reed, era la ragazza più famosa della scuola, se solo avesse avuto più cervello sarebbe stata la ragazza perfetta per tutti, ma Dio questo miracolo non lo fece, purtroppo.
"Come biasimarla. Se non fossi la mia migliore amica, ci avrei già provato con una bambolina come te" continuò con tono divertito, beccandosi una brutta parola da parte mia. Stupida rossa.
Detestavo essere soprannominata bambolina o principessa, ma i miei occhi azzurri come il cielo e i capelli lunghi e biondi non aiutavano affatto, e quello era il mio soprannome da anni ormai. Lydia sapeva benissimo quanto mi desse fastidio e, quindi, non perdeva tempo a prendermi in giro, facendomi pentire di non essermi mai tinta i capelli di nero. 
Quell'idea mi vagò ulteriormente per la testa, ma la accantonai presto, prestando tutta la mia attenzione al nuovo scoop che la mia amica mi stava raccontando.
A quanto pare, la nostra più acerrima rivale - Dea -, era da poco stata mollata dalla sua ragazza, nonchè figlia della preside della scuola. Bene, era quello che quell'oca giuliva si meritava. Una volta tanto.
Non mi resi conto di ritrovarmi dinnanzi casa mia, fin quando Lydia non lasciò un bacio sulla mia guancia destra, ricordandomi dell'appuntamento che ci eravamo date con le altre da "Coffee and coo" quel pomeriggio.
Ricambiai il saluto, sistemando la borsetta sulla mia spalla, e non persi tempo a percorrere il vialetto di casa mia, arrivando così alla porta d'ingresso, alla quale bussai dopo una frazione di secondo.
Ad aprirmi fu mio fratello Dave, tornato solo ieri da un viaggio in Europa durato qualche mese. Dovevo ancora abituarmi dal ritrovarmelo in casa! Ma, in fondo, mi era mancato tanto.
Lasciai un bacio sulla sua guancia sinistra e lanciai la borsa sul divano, compiendo un balletto vittorioso per la mia mira perfetta, prima di chiudere il portone dietro il mio esile corpo, trascinandomi in cucina per salutare i miei genitori: mamma Elle e mamma Aidan.
Ma la vista di  qualcosa me lo impedì, o meglio, la vista di qualcuno.
Era il ragazzo di prima: cosa diavolo stava succedendo?
La mia mascella quasi toccava terra e l'unica cosa che riuscii a vedere fu l'espressione divertita del biondino, prima che chiusi gli occhi, cominciando a massaggiarmi le tempie.
"Sono l'unica a vedere uno sconosciuto nel nostro soggiorno?" domandai a mio fratello, sfilando i miei occhiali da sole e ponendoli su una mensola accanto a me. Dopo la mia espressione, sia Dave che il biondino scoppiarono a ridere, quasi tenendosi la pancia, ed io sbattei un piede a terra, stanca di quelle inutili prese in giro.
Se c'era una cosa che mi mancava quella era la pazienza.
Loro continuavano a ridere ed io di divertente non ci trovavo proprio nulla.
Così lasciai il soggiorno con passo pesante e raggiunsi i miei genitori, intenti a preparare il pranzo. Notai la tavola apparecchiata per le occasioni importanti e aggrottai le sopracciglia, alzando i miei capelli in una coda di cavallo abbastanza alta e disordinata.
"Oh, tesoro, bentornata!" mamma Elle mi salutò con un grosso sorriso stampato sul volto, per poi riconcentrarsi sul cibo, mentre mamma Aidan mi domandava le solite cose che una mamma domanda ad un figlio ogni volta che torna da scuola. Che noia.
"Allora, come ti sembra il ragazzo di tuo fratello?" mamma Elle azzardò a chiedere, cominciando a sistemare i piatti.
Il ragazzo di chi, cosa, in quale vita?
"Il ragazzo di mio fratello? Quello sarebbe il ragazzo di mio fratello?" dovetti alzare notevolmente il tono di voce, poichè sia lui che mio fratello piombarono in cucina, facendomi arrossire come mai in vita mia.
Prima figura fatta.
Mamma Aidan mi lanciò un'occhiata fulminea ed incitò tutti a tre ad andare in salotto, mentre lei e mamma Elle continuavano a preparare il pranzo.
Dovevo sempre farmi riconoscere.
Seguii Dave silenziosamente, avvertendo ancora lo sguardo del ragazzo di mio fratello su di me.
Perchè non guardava mio fratello?
"Semplice, perchè tu sei esilarante e ha voglia di prenderti in giro"
la mia dea interiore - odiosa, come sempre - mi punzecchiò, facendomi brontolare mentalmente.

Alzai lo sguardo verso il biondino e, per la prima volta, incontrai i suoi occhi che - presi nota mentalmente - erano color caramello e non marroni. 
Anche lui non smetteva di fissarmi, e l'azzuro cielo dei miei occhi era ormai affondato in quelle due pozze color miele. Era così imabarazzante quel momento, tanto che mio fratello si schiarì la gola, prendendo parola.
"Allora: Audrey, questo è il mio ragazzo Justin.
Justin, questa è la mia sorellina Audrey" mosse in modo strano le mani, presentandoci, mentre io e Justin non smettevamo di guardarci. Distolsi lo sguardo, non riuscendo a regger il suo, e lo sentii ridacchiare, mentre si infilava le mani nelle tasche dei pantaloni a bassa vita.
L'atmosfera era più imbarazzante di poco prima, così mio fratello non perse tempo a farmi tante domande, non tralasciando l'argomento ragazze.
"Oh, no! Mi stai davvero dicendo che starei bene con Tiffany Blake? La ragazza che, dopo avermi baciato mezza volta, pensava che mi avrebbe sposato?No, grazie. Meglio essere single a vita" l'ironia e il tono teatrale nelle mie parole, fecero ridere i due ragazzi di fronte a me.
Justin, aveva la risata più bella che avessi mai sentito.
"Oh, andiamo, Audrey! Sei patetica. E' il ragazzo di tuo fratello"
Esatto, che futili pensieri facevo?
Gli altri dieci minuti li passammo a parlare del viaggio europeo di Dave, o meglio: lui parlava, io ascoltavo e il suo ragazzo continuava a fissarmi.
Audrey, smettila di essere paranoica. 
Probabilmente fissava il quadro dietro di me, esatto, il quadro..
"Ragazzi, a tavola!" mamma Elle interruppe la voce del mio amato fratello, costringendoci a tornare da loro. Siano benedette, almeno davanti i miei genitori non poteva osservarmi. Credevo.
Lasciai i due piccioncini dietro di me e, con una morsa allo stomaco, mi accomodai accanto a mamma Aidan, leccandomi le labbra dinnanzi al piatto fumante di lasagne.
Appena tutti si sedettero, cominciai a mangiare, cercando di farlo con un minimo di grazia, poichè c'era un ospite e non volevo subirmi le lemantele di mamma Aidan, più tardi.
"Allora, Justin, sei il figlio di Jeremy e Mark Bieber, giusto?" quest'ultima interruppe il silenzio creatosi, ricevendo una risposta positiva dal biondino, che sedeva di fronte a me.
Il resto del pranzo proseguì con domande di questo tipo, a cui io non intervenni per niente, concentrandomi solo sul cibo davanti a me.
Justin continuava a guardarmi e, no, non ero paranoica, cazzo. Lui mi guardava! Ma, appena alzavo lo sguardo, lo spostava su uno dei miei genitori o su mio fratello, stavo per impazzire.
"scusate, ho un sacco di compiti per domani. Posso andare a studiare? Dopo devo vedermi con le ragazze e non finirò mai in tempo" mentii spudoratamente, mentre i miei genitori mi osservarono a lungo, per poi darmi una risposta afferamtiva, che colsi al volo, tanto da balzare in piedi, precipitandomi in camera mia, sotto lo sguardo indifferente di tutti, ma attento di Justin.
Mi appoggiai al letto, cercando di regolarizzare il mio respiro e socchiusi gli occhi. Mi sentivo strana, come se qualcosa dovesse uscire da me, ma non poteva. Non doveva.
Avvertii delle voci provenire dal corridoio e balzai giù dal letto alla ricerca dei primi libri che capitavano. Dovevano credere stessi studiando.
Con il fiatone, mi accomodai sulla sedia accanto la scrivania, e feci finta di eseguire alcuni calcoli, mentre con la coda dell'occhio osservavo Dave  far fare il giro della casa a Justin. Poi, il silenzio. Sospirai sollevata e mi voltai verso la porta, balzando poi all'indietro, quando mi ritrovai dinnanzi il biondino.
Ma cosa diavolo?
Lui scoppio a ridere, facendomi roteare gli occhi chiari, e anche domandare dove fosse mio fratello.
"Probabilmente in bagno" mi suggerì la mia dea interiore, ed io le diedi ragione, osservando la figura del ragazzo davanti a me.
"Perchè non mi sopporti?" mi domandò,  appoggiandosi allo stipite della porta.
"Io cosa? Tu mi fissi! Smettila di farlo, è fastidioso. Fissa il tuo ragazzo" borbottai acidamente, beccandomi una risatina da parte sua.
"Io non ti fisso. Sei tu che fissi me, altrimenti non potresti dire che ti fisso" mi confuse a tal punto che grugnii, battendo un piede a terra.
"Calmati, barbie. Non è carino sentire una ragazza grugnire. Sei acida" rise ancora, facendomi salire il sangue al cervello.
E, poi, barbie? E, poi, ancora: io lo fissavo?
Assurdo.
Insomma, lo fissavo perchè lui fissava me..
"Calmati, barbie. Non è carino vedere una ragazza grugnire, bla bla bla" lo scimmiottai, facendolo divertire ancora di più, prima che la porta del bagno si aprisse, rivelando la figura di Dave.
  
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