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Autore: eleCorti    06/10/2015    0 recensioni
Non lo sapeva, ma fin dalla prima volta che l’aveva vista, era come se l’avesse già conosciuta. Forse era così, a Camelot, in quelle sei settimane, si erano incontrati e magari si erano conosciuti meglio, ma lui, ovviamente, non poteva saperlo, a meno che non avrebbe riacquistato la memoria.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Henry Mills
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Non lo sapeva, ma fin dalla prima volta che l’aveva vista, era come se l’avesse già conosciuta. Forse era così, a Camelot, in quelle sei settimane, si erano incontrati e magari si erano conosciuti meglio, ma lui, ovviamente, non poteva saperlo, a meno che non avrebbe riacquistato la memoria.
E così il giovane Henry se ne stava seduto su uno degli sgabelli posti davanti al bancone da Grannys e pensava.
Avrebbe voluto conoscerla meglio e magari chiederle di uscire, ma non poteva, perché aveva una missione importante da compiere: quella di salvare sua madre e riportarla dalla parte del bene.
“Henry qualcosa non va?” domandò suo nonno, che si era seduto accanto a lui.
“è tutto apposto nonno” gli rispose il nipote, fingendo un sorriso.
Ma il principe non ci credé: lo conosceva troppo bene.
“Henry non mentirmi! Riguarda quella ragazza, non è vero?” insinuò lo sceriffo.
“Come fai a saperlo?” domandò, stupito, il ragazzo.
“Ho visto come l’altra sera vi parlavate. Qualcuno si è preso una cotta!” scherzò.
Il giovane arrossì, imbarazzato.
“Non lo so. È carina e mi sembra di conoscerla. Forse l’ho conosciuta in quelle sei settimane che abbiamo passato a Camelot” ammise il castano.
“Perché non le chiedi di uscire?” gli propose il principe.
“Non posso” rispose negativamente, con un tono triste.
“Perché?” chiese David.
“Perché devo salvare la mamma, non posso perdere tempo!” replicò il ragazzino.
Il giovane principe sorrise, era uguale a sua madre.
“Henry capisco perfettamente, ma per una sera la tua missione può attendere!” esclamò Charming.
“Hai ragione!” lo asserì il nipote.
“Grazie nonno” lo ringraziò il giovane.
Poi si alzò e si diresse dritto dalla sua nuova amica, seduta qualche tavolo più in là, pronto per chiederle di uscire.
Ma, appena arrivato lì, si sbloccò; non riusciva a parlare, era come se la lingua gli si fosse bloccata, quindi rimase lì davanti a lei in silenzio e immobile, come un baccalà.
“Ciao Henry” disse la giovane dama di Camelot, chiamata Violet.
“C-C-Ciao” balbettò il ragazzo.
“Devi dirmi qualcosa?” domandò la fanciulla, sorridendo.
Il giovane deglutì e, presosi di coraggio, tentò di farle quella proposta.
“Ti andrebbe di uscire con me stasera?” chiese, tutt’a un fiato.
La fanciulla dai capelli castani sorrise; era contenta che quello straniero le avesse fatto quella domanda, perché anche lei provava un certo interesse nei suoi confronti.
“Sì” rispose, sorridendo.
“Bene, allora ti passo a prendere stasera alle sette” le disse.
“Sì, a stasera” rispose la castana.
“A stasera” ripeté il ragazzino.
Il castano poi se ne andò e, tempo di uscire dal locale, che dentro di lui si scatenò una tempesta, mai si era sentito così: felice, emozionato, innamorato.
Avrebbe voluto saltare dalla gioia, ma poi, resosi conto, che era in mezzo alla strada, desistette all’idea, poiché non voleva apparire ridicolo agli occhi dei suoi amici. Perciò decise di tornare a casa e prepararsi per la serata più bella di tutta la sua vita.
Che non tardò ad arrivare…
Il castano si era vestito in un modo casual, né troppo elegante, né troppo sportivo; indossava, infatti, una camicia bianca, i jeans, e ai piedi delle sneakers.
Andò da sua madre, Regina, per farsi vedere e per farsi augurare buona fortuna.
“Come sto?” le domandò.
“Bene” rispose lei, contenta.
“Chi è questa ragazza?” chiese, sospettosa.
E Henry capì tutto dal suo sguardo, che si era indurito.
“Sei gelosa?” insinuò.
“No!” replicò lei.
“E solo che ancora ti vedo come il mio bambino” confessò, sull’orlo di una commozione.
Il giovane la abbracciò, affondando il viso nell’incavo della spalla della donna.
“Lo sarò sempre, mamma” la rassicurò.
“Passa una buona serata, Henry” gli augurò.
“Grazie” rispose il fanciullo.
E dopo averla salutata, si diresse nella zona in cui abitava la sua amica, vicino a Grannys.
Ma, quando arrivò davanti al famigerato portone, il suo cuore iniziò a battere, sempre più velocemente.
Tum,Tum,Tum il battito aumentava sempre più, il respiro si faceva più affannato e iniziava anche a sentire caldo; che veramente si fosse innamorato? Si domandò, ma non poteva sapere la risposta, perché mai aveva provato delle emozioni del genere.
Suonò il campanello e poco dopo la dama di Camelot aprì la porta. Era vestita con abiti moderni che la rendevano sempre più bella.
Il vestito non era lungo come quello che indossava qualche sera fa, ma non era neanche così corto, le arrivava, infatti, poco sotto il ginocchio, ed era di un color rosso.
“Ciao Henry” disse sorridendo.
“Ciao” rispose il giovane, con voce tremante.
Poi la prese sottobraccio e insieme si diressero al ristorante più buono della città.
Ordinarono degli spaghetti con carne, e il castano, non appena arrivò la portata, poté subito notare il sangue nobile della giovane; mangiava come una vera regina, non masticava con la bocca aperta, non faceva rumore con la bocca e non si sporcava il viso con il sugo della pasta. Ciò mise a disagio il giovane che fece del suo meglio per essere alla sua altezza.
Ma ciò non importava alla nobile fanciulla, per cui passarono la serata a parlare delle novità tecnologiche dell’epoca di Henry, che affascinavano la dama di corte, in particolare la musica.
Quel ragazzo le piaceva, in quanto lo trovava assai carino, ma molto particolare; voleva conoscerlo meglio e magari avere un rapporto affettivo che andasse oltre l’amicizia.
A fine serata, il castano la portò a fare una dolce passeggiata al chiaro di Luna, percorsero, perciò tutto il lungo mare della città, chiacchierando, come una vera coppia. E il ragazzino si sentiva al settimo cielo, felice come mai lo era stato in vita sua; che fosse questo l’amore? Si domandava.
La accompagnò a casa, da bravo cavaliere qual era, ma lei rimase lì sulla soglia della porta, come se aspettasse qualcosa.
“Ci rivedremo?” domandò la giovane speranzosa.
“Sì, presto” le rispose, ma non era una falsa speranza per lui.
Sorrise, non appena sentì quella risposta.
E stavano entrambi per azzerare le distanze e darsi il loro primo bacio, ma furono interrotti.
“Violet entra!” le urlò il padre.
“Arrivo papà!” gridò lei di rimando.
“Ora devo andare” disse al ragazzo.
Ma prima di sparire dietro la porta, scoccò un bacio in guancia al suo amico.
Il castano rimase lì per un po’ tenendosi la guancia destra, dove era stato baciato, con una faccia da ebete.
Poi si decise ad andarsene e dentro di lui si scatenò un’altra tempesta. Quello era stato il suo primo bacio, datogli da una ragazza ed era stato bellissimo.
Ora ne era certo,lui provava affetto per lei, forse era amore o forse no, ma ci teneva a lei e tanto.
Se ne andò a casa, contento di aver passato questa bellissima serata con quella dolce fanciulla, e in cuor suo sperò che non fosse l’ultima.
 
 
 
  
 
   
 
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