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Autore: Tigre Rossa    08/10/2015    1 recensioni
Gli Elfi hanno concesso a me ed a mio nipote di partire con loro per un ultimo viaggio, attraverso il Mare. Andremo lontano ed arriveremo in una nuova terra, dove i nostri dolori finiranno e noi potremmo finire le nostre esistenze in pace, o almeno così dicono.
Ma c’è una cosa che so, Thorin, e che non ho detto nemmeno a Gandalf o al mio Frodo.
Io non arriverò mai aldilà del Mare.
Genere: Angst, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Bilbo
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Aspettami

 

 

 

 

‘I’m scared that you won’t be waiting on the other side.’

 

-Dark Paradise

 

 

 

 

Caro Thorin . . .

 

Oh, mi tremano le mani, mentre scrivo queste poche e semplici parole.

Ogni singola lettera è una fatica incredibile per il mio corpo ormai stanco, un dolore non solo interiore, ma anche fisico. Sono vecchio ormai, troppo vecchio per riuscire anche solo a tenere una penna fra le dita. Ma dovevo farlo, un’ultima volta.

Dovevo scrivere.

Scrivere, l’arma che mi ha tenuto in vita ed ancorato all’esistenza per così tanto tempo.

Ho smesso da tanto tempo, ormai.

Ma devo farlo, ora. Devo scrivere. E non uno dei miei soliti racconti allegri, o le mie poesette da due soldi. No. Devo scrivere . . . non so nemmeno io cosa sia, in realtà. Forse una lettera, forse una sorta di testamento, forse solo i vaneggiamenti di un ridicolo vecchio dalla mente ormai confusa.

 

Ma devo scriverlo, qualsiasi cosa sia, per te.

 

Si, hai capito bene, Thorin Scudodiquercia. Sono passati i giorni, i mesi e gli anni, ma anche ora, nella mia testa sempre più smarrita e stanca, ci sei tu.

Sempre e solo tu.

 

Lo so, lo so, adesso sembro davvero ridicolo, ma dopotutto lo sono sempre stato.

Ma non divaghiamo, ora, o finirò per dimenticare di nuovo quello che volevo dirti.

 

Ho deciso di riprendere in mano la penna, mio orgoglioso figlio di Durin, per un motivo ben preciso.

 

 

Sono vecchio, come ti ho già accennato sopra. Più vecchio di quanto avrei mai potuto immaginare. Ho visto più albe di quante i miei occhi avrebbero dovuto vederne, ed ho pianto più tramonti di quanti il mio cuore avrebbe dovuto sopportarne.

Tanto tempo addietro, quando lasciai la Contea, ero convinto che sarei andato presto incontro al giorno in cui tutto questo sarebbe finito, e ne ero lieto.

Ma da allora sono passati tanti anni, ed il tempo ha continuato a scorrere e scorrere, imperturbabile.

La nostra Terra di Mezzo è cambiata ed ancora sta cambiando, e da domani io non ne farò più parte.

 

Gli Elfi hanno concesso a me ed a mio nipote di partire con loro per un ultimo viaggio, attraverso il Mare. Andremo lontano ed arriveremo in una nuova terra, dove i nostri dolori finiranno e noi potremmo finire le nostre esistenze in pace, o almeno così dicono.

Ma c’è una cosa che so, Thorin, e che non ho detto nemmeno a Gandalf o al mio Frodo.

 

Io non arriverò mai aldilà del Mare.

 

 

Sono troppo vecchio, troppo stanco, troppo ferito per sopravvivere ad un altro viaggio.

E mi va bene, davvero.

Ho aspettato così a lungo questo momento, ed ora, finalmente, è giunto.

Finalmente, tutto questo finirà.

Ed io, davvero, non chiedo di più.

 

Tutti noi abbiamo una nostra storia, ed io sono giunto all’ultimo capitolo della mia.

 

Ho vissuto tanto

Ho vissuto troppo.

Ho visto i mie amici morire uno ad uno, senza che io potessi fare nulla per impedirlo.

Ho osservato il mondo che amavo trasformarsi in un altro a me del tutto sconosciuto.

Ho guardato lo ombre imprigionare, a causa mia e delle mie azioni sconsiderate, l’unica luce che è riuscita a darmi forza dopo il tuo addio.

Ho vissuto, ed adesso non chiedo altro che riposo.

Non desidero altro che chiudere gli occhi, cullato dalle placide onde del mare e dal canto dei gabbiani, con il mio figliolo finalmente libero accanto, ed andare via.

Sono stanco ed inutile, ed è il momento di spegnere la candela e lasciarsi andare.

Non ci saranno più sofferenze per me, né imprese, né dolori, né canti o poesie.

Solo il riposo e l’oblio.

 

Sono felice, davvero.

Certo, forse avrei voluto che tutto questo finisse un po’ prima, ma penso che questo lungo pellegrinaggio sia la giusta punizione per tutto il dolore che i mie gesti sconsiderati hanno portato con sé.

 

Mi chiedo come sarà.

Mi chiedo se sarà come addormentarsi, e tutto semplicemente svanirà.

Mi chiedo se farà male, ed alla fine avrò paura come il giorno in cui tu te ne sei andato, lasciandomi da solo. Ma no, è impossibile; niente può superare quella disperazione e quel dolore. Il mio cuore stanco lo sa fin troppo bene.

Mi chiedo se vi ritroverò, dall’altra parte.

Oh, lo spero proprio.

Quante volte ho sognato di rivedere il buon Gloin e il premuroso Oin, il saggio Balin e il forte Dwalin, il vecchio Bifur e l’allegro Bombur, il caro Bofur ed il dolce Ori, il vispo Nori ed il burbero Ori. Quante volte ho desiderato riabbracciare i giovani Fili e Kili, che la guerra ha strappato dal mondo davvero troppo presto.

 

E quante, quante volte ho pregato di poterti riabbracciare, mio amato Thorin.

 

Il destino è stato crudele con noi.

Ti ha strappato a me senza che avessi il tempo di dirti tutte quelle parole mai dette che ho riversato in fiumi e fiumi di lacrime e d’inchiostro, lasciandomi qui ferito a morte per decenni e decenni.

Ho pianto a lungo la tua scomparsa, e ci ho messo tanto, troppo tempo per accettarla.

Sono andato avanti, come tu mi hai chiesto in quel giorno maledetto che mai avrei voluto vedere, ma a stento, trascinandomi dietro la mia anima spezzata ed il mio cuore ormai morto.

Ho continuato a camminare in questa terra desolata e da troppo tempo ai miei occhi spoglia e vuota, stringendo i denti e senza mai dimenticare.

Ti ho tenuto stretto a me, mio re, in tutti i modi possibili.

Ho narrato di te, ho scritto delle tue imprese e del tuo coraggio, ho composto canti in tua memoria.

Ho affidato alle parole il tuo ricordo, mettendoci dentro tutto quel dolore e quel sentimento dannato che sono ancora adesso come spade nel mio cuore.

E poi, quando le forze hanno iniziato a cedere e la parole a sfuggirmi, mi sono aggrappato al passato, abbandonando il presente. Ricordavo i giorni perduti e lasciavo andare quelli che avevo, in attesa dei giorni in cui più niente sarà.

E mi andava bene, in fondo.

La mia mente iniziava a vagare, ma di fronte ai miei occhi avevo sempre e comunque il tuo volto, e questo mi bastava.

Mi sono aggrappato a te come all’ultimo ed il più prezioso dei tesori di questa Terra.

L’unico mio vero tesoro.

Mi sono stretto al tuo ricordo più che ho potuto, fino a quando anche i tuoi lineamenti hanno iniziato a diventare sempre più confusi, ed io ho iniziato ad avere paura.

Ho iniziato a perdere ogni giorno un pezzetto di te, per poi ritrovarli poco dopo al prezzo di altri.

Temevo di dimenticarti, come ho dimenticato tante altre cose, da quando tutto ha iniziato a scomparire nella nebbia.

Ma tu non sei mai svanito.

Mai del tutto.

Tornavi sempre, eterna luce nella mia oscurità.

Ripensandoci ora, avrei dovuto saperlo che non sarei mai riuscito a lasciarti andare nel freddo del dimenticatoio.

Non avrei mai potuto lasciarti andare.

Non sono nemmeno mai riuscito a dirti addio, in fondo.

 

E, a quanto pare, a breve non dovrò più preoccuparmi di farlo.

 

 

Quindi, siamo tornati al punto di partenza, ossia il motivo di questa mia ultima missiva per te.

 

Io dovevo scriverti, un’ultima volta, prima di chiudere gli occhi.

Dovevo mettere su carta un’ultima volta questa tempesta in cui la mia anima ha vissuto da quando te ne sei andato, e dare vita alle mie paura ed alle mie emozioni.

Non ti sto scrivendo per congedarmi da te, anzi.

 

Io . . . ti sto scrivendo per avvisarti.

 

Perché voglio che tu sia lì, quando giungerà la mia ora.

 

Voglio che tu sia al mio fianco quando il mio ultimo respiro sfuggirà dalle mie labbra, e sui miei occhi cadrà il sonno senza fine.

Voglio che tu sia lì, a stringermi e guidarmi in questo ultima, delicata avventura della mia storia, proprio come io ho fatto per te.

Voglio che tu sia lì, a prendermi per mano e riportarmi a casa.

 

E . . . lo so che è stupido, ed infantile, ed un po’ da pazzi, ma io non posso fare a meno di desiderare che ci sia tu, ad attendermi dall’altra parte.

Perché davvero, davvero, vorrei solo avere la certezza che tu sarai là ad aspettarmi, quando finalmente questo mio lungo viaggio solitario finirà.

E’ tutto quello che chiedo.

Ritrovarti dall’altra parte.

 

Quindi ti prego, mio Thorin . . . aspettami, d’accordo?

Sto arrivando, ormai. E’ finita. Manca così poco, così infinitamente poco . . .

Ma ti prego, tu aspettami.

 

Aspettami.

  
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