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Autore: Little_Lotte    08/10/2015    6 recensioni
Quanto può essere difficile parlare di amore?
Per Hyoga, molto più di quanto sia possibile immaginare.
[DAL TESTO:"Caro Shun
Non so per quale motivo ho deciso di scriverti... Forse perché speravo che mettere su carta i miei sentimenti sarebbe stato molto più semplice che esprimerli a parole.
Mi sbagliavo."]
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Andromeda Shun, Cygnus Hyoga
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Caro Shun

Sei sorpreso di questa mia lettera?

Probabilmente lo saresti, se solo trovassi il coraggio di fartela leggere.

Non so per quale motivo ho deciso di scriverti... Forse perché speravo che mettere su carta i miei sentimenti sarebbe stato molto più semplice che esprimerli a parole.

Mi sbagliavo.

Non c'è niente di semplice in ciò che sento e niente di semplice nel provare a spiegarlo, persino a me stesso.

Mi chiedo se esista, da qualche parte nel mondo, qualcuno in grado di dare una spiegazione chiara e credibile di tutto ciò che passa per la mente e per il cuore di noi esseri umani; me lo chiedo, ma penso di conoscere già la risposta.

Allora perchè, se non esiste logica spiegazione a ciò che sento, mi ostino così stupidamente a ricercarne una? Perché devo essere così spaventato e intimorito dai miei sentimenti per te?

E' strano, in un certo senso dovrei esserci ormai abituato: tu ed io non siamo certo due estranei, Shun, sappiamo benissimo cosa ci lega e abbiamo deciso di vivere tutto ciò alla luce del sole, senza alcuna vergogna o paura per ciò che il futuro vorrà riservarci.

Eppure, mi rendo conto di non aver mai messo davvero in chiaro i miei sentimenti per te.

Tu lo fai ogni giorno, Shun, e ti accontenti di tutto ciò che io non ho il coraggio di dire apertamente ma che tu – grazie al tuo cuore immenso e a ciò che da sempre ci unisce – riesci comunque a capire, nonostante i miei silenzi; ti basta leggere fra le righe e questo mi rincuora, poiché so che non ti ritroverai mai a dubitare dei miei sentimenti.

Tuttavia, io sento che vorrei fare di più.

Vorrei trovare il coraggio di aprirmi a te, Shun, di farlo fino in fondo; niente più sguardi imbarazzati, frasi lasciate in sospeso, piccoli gesti quotidiani che da soli dovrebbero valere molto più di qualsiasi parola.

Ho sempre sentito dire che le parole, spesso, tendono ad essere troppo sopravvalutate... E forse è davvero così! Io, però, vorrei davvero riuscire a dar voce ai miei sentimenti, essere così diretto e sincero proprio come sai essere tu.

Sembra così semplice, in fin dei conti, almeno da parte tua.

Allora mi chiedo, perché qualcosa che per una persona sembra essere così facile e naturale, deve essere una simile sfida per qualcun altro? Che cosa c'è in me che non va?

Potrei scavare nel mio passato, probabilmente troverei lì la risposta a tutte le mie domande.

Potrei sforzarmi di risolvere tutte le faccende che ho in sospeso e a quel punto diventerei abbastanza forte da non aver più paura delle parole, dei miei sentimenti e delle candide e spontanee dimostrazioni di affetto.

Potrei fare tutto questo, se solo volessi.

E forse, è proprio questo a trattenermi: la paura che se un giorno io rinunciassi a tutte le antiche certezze del mio passato, mi trasformerei in una persona totalmente diversa da ciò che sono adesso. La mia vita intera potrebbe cambiare, Shun, ed è questo che mi fa paura.

Perciò, come un vigliacco, io preferisco tacere.

Rimango in silenzio, sperando che tu riesca a capirmi.

Ti guardo senza dire niente, sperando che nei miei occhi tu riesca a leggere tutto ciò che le mie labbra non hanno il coraggio di pronunciare.

Ti stringo fra le braccia nella quiete di una stanza, mentre i pensieri si affollano nella mia testa e lottano per uscire allo scoperto, sconfitti ogni volta dalla mia paura e dalla mia ostinatissima forza di volontà.

Tutto questo cambierà mai, un giorno?

Non lo so.

Però so di amarti più di quanto le parole stesse possano esprimere, Shun.

E forse tutto questo potrà bastare a perdonare la mia vigliaccheria, almeno per un po'.


 

Tuo per sempre,

Hyoga


 

 

Hyoga rilesse rapidamente quella lettera, un'ultima volta prima di stracciarla completamente e gettarla nel caminetto acceso.

Ci sono cose, pensò, che è molto meglio lasciare sepolte nei meandri del proprio cuore.

Laggiù, dove solamente alle persone più pure e cristalline era concesso arrivare.


 


 


N.d.A: Il Titolo "afasia" (termine greco ma entrato ormai ufficialmente a far parte del nostro moderno vocabolario) significa letteralmente "incapacità di parlare" ; per quanto oggi giorno venga utilizzato in ambito medico ed identifichi una serie di disturbi ben più complessi, ho pensato che nella sua traduzione letterale potesse essere un titolo azzeccato per questa storia.

Ed ecco l'ennesimo delirio Hyoga/Shun... Dai, in fondo non ne pubblicavo da un po'.

Che poi con questi due non posso farci proprio niente, l'ispirazione arriva all'improvviso come un fulmine ed io non posso fare altro che assecondarla.  <3 <3 <3


 


 

  
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