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Autore: marwari_    09/10/2015    0 recensioni
Cap2: Sospirò piano, spostando il peso del corpo dalla gamba malandata, il bastone saldo tra le mani.
Cora, se solo ti ricordassi di me…

{storia composta da capitoli paralleli}
#1 storia della serie "𝓖olden𝓗eart ғairyτale"
Genere: Commedia, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cora, Signor Gold/Tremotino
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie '𝓖olden𝓗eart ғairyτale '
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Cora non seppe mai come si ritrovò a casa.

Era quasi mezzanotte e la stanchezza la faceva sentire come ubriaca, era quasi mezzanotte e il cuore che le tamburellava nel petto la faceva trasalire, era quasi mezzanotte e la corsa disperata e senza meta che aveva intrapreso dalla casa di Mr. Gold le faceva rimanere senza fiato.

Stava scappando, Cora, da quella ce lei credeva una bestia feroce. Scappava da Mr. Gold, anche se oramai era sicura che non la stesse più inseguendo, perché non aveva nemmeno tentato di farlo sul pianerottolo di casa sua. Le strade deserte non le davano nemmeno un po’ di conforto. E chi poteva darle appoggio? Di certo non i suoi amici, né i conoscenti. Che parole avrebbero usato diverse da quelle di biasimo? In fondo sapevano tutti che tipo era, Cora si sentiva raggirata, si sentiva stupida per essersi illusa che le avesse concesso di conoscere qualcuno di diverso con un viso a tutti familiare.

Era fuggita senza guardarsi alle spalle e, tolte le scarpe, aveva corso sull’asfalto freddo fino a perdere la strada; d’un tratto si era ritrovata a casa, le immagini di quella magnifica serata, trasformata in un incubo, che le affollavano la mente e facevano del suo cuore un clamore irregolare.

A pensarci bene, nulla di tutto quello che le era accaduto si poteva definire un incubo, eppure, qualcosa dentro di lei, le aveva detto che c’era qualcosa di profondamente sbagliato in tutto quello, che lei avrebbe dovuto ribellarsi, che avrebbe dovuto proteggere la sua indipendenza e la sua libertà, guadagnata con così tanti sacrifici.

Aveva paura? Non lo sapeva.     
Aveva avuto paura? Forse sì.     
Di lui? Improbabile.

Forse aveva sbagliato a dar ascolto al suo cuore, per una volta nella sua vita, forse aveva sbagliato a pensare che quella vita piatta non fosse abbastanza soddisfacente per lei, forse aveva sbagliato a desiderare di più.. forse, ma lo aveva fatto.. e se ne trovava pentita. Era tanto pentita quanto sicura che se il tempo fosse tornato indietro, lei avrebbe fatto esattamente le stesse cose che avrebbe fatto.

Come poteva non essere eccitata all’idea che qualcuno la stava aspettando?
Come non poteva essere felice al pensiero che qualcuno pensava a lei?           
Come non poteva essere curiosa nell’immaginare scene di cui aveva udito solamente nei film?

Forse aveva solamente avuto timore di quella sensazione che le aveva attanagliato lo stomaco come in una morsa d’acciaio, quella strana forza che, da un momento all’altro, le aveva fatto vedere in bianco e nero, tutto sbagliato, che l’aveva privata di ogni felicità, che l’aveva spinta a fuggire da lui..

Doveva scusarsi?   
Poteva sfidare nuovamente quell’energia?    
Sarebbe riuscita a sopportare quel senso di oppressione e tristezza così intensi da farla ammutolire?

No.
E non voleva sfidare la sorte.     
La soluzione non era che una: dimenticarsi di Mr. Gold, dimenticarsi dell’emozione che provava quando stava con lui, dimenticarsi dell’impazienza, della curiosità, dell’eccitamento di non sapere qualcosa che l’avrebbe sorpresa, o fatta felice, dimenticarsi di aspettare qualcuno o di essere aspettati da qualcuno, doveva dimenticarsi dell’abito e soprattutto di quella magica serata appena passata.

Non appena giunse a casa, Cora si tolse il vestito e senza pensarci troppo, lo richiuse nel suo involucro scuro e lo piegò malamente in un angolo nascosto del suo armadio. Rimase a lungo senza vestiti sul letto, a fissare il soffitto ligneo, ricordando in ogni minimo dettaglio della sua breve avventura con Mr. Gold. Si chiese come aveva potuto risvegliare in lei una simile energia e un simile entusiasmo, si chiese come sarebbe andata se avessero concluso la loro prima cena, si chiese come sarebbe andata se lei non fosse fuggita solo pochi minuti prima..

Voleva ricordare tutto, perfettamente, voleva farlo in quell’istante e poi imporsi di non farlo mai più.

Si voltò su un fianco, abbracciando il cuscino e arricciando le coperte sotto le proprie dita. Aveva voglia di piangere, forse, ma non riuscì a versare nemmeno una lacrima. Si accorse solo in quell’istante si essere sola in una cittadina piena di persone volenterose di essere amici di tutti – a parte qualche rara eccezione – si accorse solo allora di essere qualcuno di indispensabile che veniva considerato non più della sua professione. Si accorse di essere sola, come lui.

Eppure, cosa le rimaneva? Se avesse continuato senza fare nulla, Mr. Gold si sarebbe appropriato dell’unica cosa che si era guadagnata con le proprie mani, avrebbe cessato di essere Cora e avrebbe iniziato ad essere considerata “la sua signora” e, con il tempo, tanto abbietta quanto lo era lui. Forse avrebbe dovuto anche comportarsi come tale, per salvare la reputazione. Ma non poteva, quello non era giusto. Ecco cosa c’era di profondamente sbagliato in tutto ciò.

Eppure, allo stato attuale delle cose, la situazione non era poi tanto male: era stata capace di rifiutare un’offerta del genere fatta da un uomo del genere e sembrava esserne uscita libera da minacce e punizioni.. questo la rendeva un po’ speciale. In fondo Cora non voleva essere temuta e amata da una sola persona, non così almeno. Preferiva di buon grado voleva essere amata e temuta dall’ultima persona sospettabile. Non voleva un impero, si sarebbe accontentata di una modesta casa con tutto il necessario per essere felice.. e quello l’aveva avuto fin da subito.

Il vuoto che conservava il suo cuore, prima o poi, si sarebbe colmato.

   
 
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