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Autore: Prinzesschen    16/02/2009    3 recensioni
"Sento ancora la voce dei medici. Vedo ancora le loro labbra scandire quel fottuto “Non ce l’ha fatta…”. Vedo ancora tutti coloro che ti volevano bene piangere e mi vedo ancora scappare dall’ospedale, correre senza volermi fermare. Vedo ancora il nero della notte che ti portò via con sé."
Genere: Romantico, Triste, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Gerard Way, Mikey Way, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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indiv x semp

Indivisibili per sempre

 

 

Piango. Ormai sono giorni che non faccio altro. I miei occhi sono infossati e sembrano delle grandi voragini vuote. Si. Vuote. Perchè non vi è luce nei miei occhi da quando tu non ci sei più.

Credevo che tu fossi eterno. Credevo che ci saresti stato per sempre, ma quanto mi sbagliavo…

Ho pregato, ho fatto tutto ciò che era umanamente possibile per tenerti qui con me.

Il nostro era un amore che andava oltre tutto, il nostro era un sentimento indescrivibile: potrei definirlo forte, potrei definirlo indistruttibile, vero, sincero…ma tutto ciò sarebbe tremendamente riduttivo. Il nostro era un amore quasi irreale, avevamo bisogno l’uno dell’altra come l’ossigeno per respirare. Eravamo due realtà indivisibili ed ero convinta che indivisibili saremmo stati per sempre. Ma anche qui mi sbagliavo.

Tu ora te ne sei andato e mi hai lasciata qui. Sola a rimpiangerti e a lasciar morire la mia anima.

Mi sento svuotata di tutto. Non sono mai stata forte e la morte mi ha sempre fatto paura.

Ma la mia non è paura di morire, ma di perdere.

E’ stato tutto un incubo e…Dio quanto vorrei svegliarmi e scoprire che è stato tutto un sogno! Un bruttissimo e terribile sogno che però mi rimarrebbe comunque dentro.

Ma non è così. E’ tutto fin troppo vero. Sento ancora la voce dei medici. Vedo ancora le loro labbra scandire quel fottuto “Non ce l’ha fatta…”. Vedo ancora tutti coloro che ti volevano bene piangere e mi vedo ancora scappare dall’ospedale, correre senza volermi fermare. Vedo ancora il nero della notte che ti portò via con sé.

Ripenso alle tue labbra calde sulle mie, alle tue mani che mi sfioravano, ai tuoi occhi innamorati che sembravano voler imprigionarmi per non farmi scappare. E voglio piangere. Ma non ci riesco. Non ci riesco, cazzo! Non ho più lacrime! Non più una misera goccia salata da versare!

Il dolore mi ha consumata.

E’ tutto un insieme di ricordi. Le tue braccia che mi stringevano, le tue calde lacrime cadere sulle mie braccia scoperte.

“Sto morendo…” me lo dicesti in un sussurrò, senza smettere di piangere e di stringermi. Io in quel momento diventai come una statua di marmo. Ma le statue possono piangere? Io si.

Ovunque tu sia adesso, non puoi immaginare neanche lontanamente cosa c’è nel mio cuore devastato, quanto ogni pensiero che mi riporti con la mente a te mi bruci inesorabilmente l’anima marchiandola a fuoco.

La tua lapide è qui davanti a me. Fredda. Insensibile. E tremendamente insignificante. Però se è l’unica cosa che mi permette di sentirti vicino, la proteggerò sempre e sempre vi tornerò, per sentirmi ancora una volta vicina a te.

Abbasso lo sguardo fissando le mie mani giunte in grembo, mentre mi accascio sgraziatamente per terra, scossa da singhiozzi senza lacrime.

Il vento mi passa tra i capelli, intrecciandoli in un gesto paragonabile ad una carezza ed è allora che sento la tua voce.

-Allie…

Alzo lo sguardo e sei lì, seduto su quella lapide dondolando le gambe magre ritmicamente.

Non posso credere ai miei occhi. Sei qui, eppure non ci sei.

Il tuo corpo sembra così irreale, spettrale che temo possa svanire da un momento all’altro.

Mi tendi una mano che quasi trasparente mi si avvicina delicatamente.

Mi alzo titubante e la sfioro. E’ fredda. Ghiacciata.

-M-mike…

Mi sorridi sereno. Sereno come sempre. Sereno in quella maniera quasi fastidiosa che ti caratterizza nelle situazioni più assurde.

Insomma….sei morto cazzo! E cosa fai? Sorridi?

Stringi la mia mano e il mio corpo viene invaso da mille brividi. Freddo. Emozione. Amore. Abbandono.

Porto l’altra mano al tuo viso accarezzandone piano i contorni perfetti. Perché tu sei sempre stato perfetto.

Volti il viso nascondendolo nella mia mano bianca e mi baci il palmo.

Ed io, in un gesto automatico, spontaneo ed incontrollabile, ti butto le braccia al collo freddo e incorporeo.

Mi stringi e non mi importa del freddo. Ti riscalderò con il mio calore. Perché devi rimanere qui. Non devi andare via. Mai più.

-Non posso…- mi sussurri in risposta ai miei pensieri ad un orecchio.

Mi scosto piano.

-Perché sei andato via Mikey? Mi hai lasciata sola e…io non ce la faccio!

Il tuo sorriso che pensavo imperturbabile si distorce in una smorfia di pura tristezza. Di impotenza.

-Non l’ho deciso io, Al… forse era arrivata la mia ora o forse semplicemente servo più da qualche altra parte che qui…

-NO!- non posso impedirmi di urlare mentre stringo spasmodicamente la tua mano.

-Servi a me! Io se tu non ci sei che cosa vivo a fare?!

-Devi farlo…devi vivere per entrambi.

Volgo lo sguardo al terreno, dove l’erba è ancora imperlata della rugiada mattutina che brilla alla luce del sole che timido nasce all’orizzonte.

-Mi stai abbandonando Mikey!

Lo dico con rabbia.

Scuoti il capo riprendendo a sorridere.

-No…non lo farò mai. Sarò sempre con te. In ogni istante, in ogni momento. Sempre. Sempre Allie…

Le lacrime ricominciano a rigarmi il volto a quelle parole. Io ti voglio qui. Presente, vivo, concreto. Voglio poterti stringere, poterti baciare, poter fare l’amore con te. Ti rivoglio al mio fianco, rivoglio la mia aria.

-Non devi piangere, sai che odio vedertelo fare…

Si. Hai sempre odiato le mie lacrime. Dicevi che soffrivi più di me. Che era quasi un dolore fisico vedermi versare delle lacrime.

Ed io nella mia vita ho pianto per inutilità. Per cosa che non meritavano nemmeno minimamente la mia sofferenza. E non potevo sapere che avrei avuto così tanto da piangere, che la vita mi avrebbe punita per questa mia superficialità.

E tu hai sempre asciugato le mie lacrime. Mi hai sempre resa felice. E ora non ci sei più.

-Sei testarda come sempre…ti dico che io ci sarò sempre…solo non…come prima.

Cerchi le parole giuste nel tuo cuore, lo vedo. Cerchi un modo per tranquillizzarmi ma forse non ti rendi conto che non c’è.

Tu non sei realmente qui.

-Alyson devi promettermi che non farai cazzate. Ti prego.

-I-io non posso prometterti questo…non ora come ora…

-Devi farlo…pensa a Gerard Al, pensa a Frank e agli altri. Se perdessero anche te? Sai che colpo sarebbe?

Quindi è per loro che ti preoccupi.

-Allie non è questo il punto. Io potrei anche chiederti di seguirmi, per averti accanto anche lì dove sto andando. Ma non sono tanto egoista. Non sono tanto cattivo.

Sai che ti seguirei anche subito. Sai che sarei capace di smettere volontariamente di respirare per seguirti. Sai che lo farei. Non c’è bisogno che tu me lo chieda perché io lo faccia.

-Infatti ti sto chiedendo il contrario…ti sto chiedendo di vivere.

Rispondi anche ai miei pensieri oltre che alle mie parole.

-Perché sono dentro di te e sempre lo sarò.

Sempre lo sarai. Per sempre.

Mi stringo di nuovo al tuo corpo freddo e irreale mentre le tue braccia mi circondano.

Sento le tue labbra gelide sulla fronte.

-Vivi Al…fallo anche per me che non posso più…

E piano piano ti sento svanire sotto la mia stretta. Sento il freddo del tuo corpo scomparire e il vento intrufolarsi nello spazio lasciato vuoto da te. Che sei andato via per mai più tornare.

-Lo farò…

Sento la ghiaia dietro di me scricchiolare e dei passi avvicinarsi.

-Allie con chi parli...?

E’ Gerard.

Mi asciugo gli occhi imperlati di lacrime e poi mi volto verso di lui.

Cerca di sorridere anche se quella che si disegna sul suo volto è una smorfia di sofferenza.

Mi prende per mano e rispondo alla sua domanda, mentre ci incamminiamo verso il cancello.

-Con Mikey…

  
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