Anime & Manga > Kuroshitsuji/Black Butler
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Autore: Cheshirecat96    13/10/2015    2 recensioni
Cosa succederebbe se a Villa Phantomhive arrivassero dei bambini, e Ciel e Sebastian dovessero occuparsi di loro? Come avrebbero affrontato le loro avventure? Ecco a voi come sarebbe andato Kuroshitsuji, vissuto e raccontato da due piccole pesti che daranno pan per focaccia ai nostri protagonisti!
AVVERTENZE SPOILER: cercherò, anche se sarà dura, di seguire gli avvenimenti del manga, per cui chi non lo avesse letto e non vuole rovinarsi la suspense è messo in guardia!
Genere: Avventura, Commedia, Demenziale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ciel Phantomhive, Nuovo personaggio, Sebastian Michaelis, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Aveva da poco cessato di piovere, e i raggi lunari filtravano dalle finestre del salotto: mi strinsi lo scialle al petto, mentre osservavo il fuoco scoppiettare nel camino; Sebastian era da poco tornato a casa dopo aver setacciato tutta la città, alla ricerca di Wendy, senza nessun risultato.” Non è possibile – pensai- non può essere sparita nel nulla, doveva  per forza essersi nascosta da qualche parte a Londra, non vedevo altre spiegazioni, e io l’avrei ritrovata ad ogni costo “.

< Charlotte >

La voce di Ciel mi riportò alla realtà: il ragazzo era appena entrato nella stanza, seguito ovviamente dal bodyguard in nero, e aveva un’espressione alquanto strana sul suo volto, che mi colpì.

< Ieri sera Grell è rimasto tutto il tempo con te? > mi chiese con tono allarmato; ma che domande sta facendo? Era qualcosa di rilevante in questo momento? Non mi sembra!

<  No… quando mi sono svegliata e vi ho incontrati – solo a ripensare alla scena le mie guance divennero rosse – lo stavo appunto cercando > risposi, anche se non capivo cosa centrasse quella domanda, ma preferii non commentare.

Il Conte si incupì improvvisamente, per poi rivolgersi alla Mozzarella ordinando di seguirlo: un attimo, cosa stavano architettando i due amiconi? Col cavolo che mi lasciano ancora all’oscuro, piantandomi in asso come la sera precedente!

Con un balzo mi portai davanti ai due, tagliandoli la strada e impedendogli di uscire: piuttosto sarebbero passati sopra il mio cadavere, ma qui qualcuno mi stava nascondendo qualcosa, e io dovevo scoprire cosa.

< Dove credete di andare a quest’ora della notte? > sussurrai guardandoli di sbieco, e cercando di mettere più soggezione possibile.

< Non sono affari tuoi ed ora levati > mi rispose il ragazzo cercando di oltrepassarmi, ma io lo placcai in un microsecondo, afferrandolo per le braccia.

< Punto primo: non si spintona una signora, è da maleducati. Punto secondo: ti conviene ascoltarmi se non vuoi che “ delle cosucce “ vengano sbadatamente sparpagliate per tutta Londra, finendo nelle mani di qualcuno…. > esclamai sfoggiando uno dei miei migliori ghigni: aaah sicuramente il mio zietto sarebbe stato orgoglioso di me!

< Senti, non ho davvero tempo di dar corda ai tuoi deliri post cena, per cui levati o te lo scateno contro! > disse con un leggero tic nervoso all’occhio, mentre con una mano indicò la Mozzarella, la quale sospirò leggermente, assumendo un’aria da “ ma chi me lo ha fatto fare? “.

Eheheheh ingenuotto: con molta calma tirai fuori da sotto lo scialle delle foto, che sventolai davanti agli occhi del ragazzo il quale, non appena riconobbe la figura riprodotta su di esse, mancò poco che collassò sul posto. Dovete sapere infatti che la notte scorsa, poco dopo il nostro incontro-scontro in cui scambiai il Conte dei depressi per Wendy, ci misi meno di una decina di minuti per capire il valore altamente ricattabile di ciò che avevo scoperto, quindi, dopo aver preso coscienza di ciò, mi infiltrai di nascosto nella camera del caro ragazzo, scattando un bellissimo servizio fotografico che sicuramente mi sarebbe tornato molto utile!

< C-come è possibile? Ieri sera eri tornata in camera tua ti ho visto! > mi gridò contro tentando di mantenere tutto il suo autocontrollo.

< Seeee ingenuo! In realtà sono rimasta in camera tua tutto il tempo, e che scatti ragazzi! Tu che ti levi la parrucca, tu che lanci le scarpe giù dalla finestra sostenendo che sono un nuovo mezzo di tortura, tu che ti slacci il corsetto riacquistando la facoltà di respirare, ah e qui finalmente siamo giunti al pezzo clou dove si libera nell’aria il passerot…! >

Ciel completamente rosso mi tappò la bocca con la mano, impedendomi di continuare la mia dettagliatissima descrizione, e gridando con tutto il fiato che aveva in gola di dargli le foto. Visto che aveva già funzionato con Grey, io mi limitai a mordergli la mano facendolo gemere di dolore, per poi allontanarmi e nascondere i preziosi scatti nelle pieghe della mia vestaglia.

Il Conte mi guardò malissimo, per poi girarsi verso la Mozzarella, puntandogli contro un dito: < Tu…. Impossibile non ti fossi accorto ieri sera che in camera con noi c’era qualcuno! > sibilò fulminando con lo sguardo il maggiordomo.

< Infatti avevo avvertito la presenza di Lady Charlotte, ma il padroncino non mi aveva dato ordini nei suoi confronti > rispose il maggiordomo con estrema tranquillità, portandosi una mano al petto in segno di reverenza. Il ragazzo, preso in contropiede, si limitò a ringhiare qualche insulto a bassa voce, per poi rivolgersi di nuovo a me:

< Allora, cosa vuoi? > mi chiese.

< Semplice: mi porterete con voi permettendomi di cercare la mia amica. E stavolta si fa sul serio >

 

 

 

< Se sapevo che saremmo rimasti tutto il tempo fermi ad osservare il nulla non sarei venuta >

< Se ti facessi gli affari tuoi invece di ficcare il naso dappertutto, ora non ti continueresti a lamentare e mi lasceresti fare il mio lavoro in pace >

< Oh che meraviglia, che pelo morbido, e le tue orecchie sono perfette >

< Sebastian: taci, te lo impongo >

Il maggiordomo lasciò andare, a malincuore, un gattino randagio, il quale ,non appena si era avvicinato a noi, era stato arpionato dalla Mozzarella vittima di un attacco di fangirlismo acuto; seriamente, mancava poco che si illuminasse di luce propria tipo lampada portatile!

Osservai la scena con una leggera punta di disgusto, appoggiandomi al mitico e super mattarello di quercia/baobab che mi ero portata appresso in caso di scippo o attacco frontale wendiano, sospirando dalla noia. Ciel invece continuava a guardarsi intorno, come se aspettasse qualcuno, appogiato con le braccia conserte alla parete dietro di noi, stile mafioso che aspetta i suoi strozzini.

< Forse abbiamo sbagliato > sussurrò tra se e se, rilassando le spalle tese, rivolgendosi alla Mozzarella.

< Non credo padroncino, qualcosa accadrà, deve solo avere pazienza > rispose il maggiordomo sorridendo, inclinando leggermente la testa di lato.

< Best friends: se magari mi rendeste partecipe del vostro discorso, senza parlare in codice per favore, potrei darvi una mano > dissi acida. Tanto Wendy si era eclissata dalla faccia della Terra a quanto pare!

< Bah sei ancora troppo piccola per certe cose. E poi non saresti d’aiuto > brontolò il Conte senza nemmeno guardarmi in volto. Mamma mia quanto mi faceva venire voglia di prendere il mattarello e romperglielo in testa!

< Bello, guarda che abbiamo la stessa età. Per cui argomenta le tue risposte in modo sensato! > ribattei seccata.

< Mi sorprendi: conosci il significato di una parola tanto aulica come “ argomentazione “ ? > sussurrò con un ghigno, rivolgendomi almeno un’occhiata, anche se di superiorità.

< …. Non so cosa significhi: ma l’ha detta lui una volta quando a lezione di latino ho gridato che non me ne fregava una cippa di Cicerone, mentre mi minacciava con una bacchetta. Per cui se è uscita dalla sua bocca vuol dire che va bene! > dissi indicando Sebastian, il quale mormorò qualcosa del tipo “ almeno quando la rimprovero mi ascolta “.

< Ah e vedi di non insultarmi: aulico sarà tua sorella, anche se sei figlio unico! >

La discussione sarebbe andata avanti in eterno, se un urlo non ci avrebbe distratto, facendoci sobbalzare (almeno, io e Ciel sobbalzammo. La Mozzarella non fece una piega).

< Charlotte, rimani qui e non muoverti per nessun  motivo. Torniamo subito > esclamò Ciel, per poi correre via seguito da Sebastian, senza darmi nemmeno il tempo di ribattere. Sbuffai, appoggiandomi alla parete dietro di me, e guardandomi intorno. Non c’era anima viva, perfino il gatto che Sebastian stava torturando era sparito, e io ero completamente sola. Passò un sacco di tempo, e la noia stava aumentando notevolmente: dove si erano cacciati quei due stavolta? possibile che dovevano sempre sparire nel nulla? Quando tornano mi sentiranno! E sentiranno anche il mio mattarello.

Un rumore di passi giunse alle mie orecchie, facendomi voltare di scatto: non potevano essere Ciel e Sebastian, ne ero sicura, inoltre il rumore veniva dal lato opposto del vicolo. Strinsi il mattarello tra le mani, deglutendo rumorosamente.

< Chi è? > chiesi, rimanendo in allerta.

Una figura sbucò dalla penombra della strada, mentre il rumore di passi si faceva sempre più vicino.

< Ciao Lotty, ti sono mancata? Ihihihihi >

Quella voce… la riconoscerei tra mille.

Wendy.

La mia amica era davanti a me, e sorrideva: il suo vestito lilla era strappato in alcuni punti, e i codini che si era fatta quando ancora era in sé pendevano molli sulle sue spalle, ondeggiando lentamente a causa della leggera brezza notturna.

< Wendy! Come stai? Sei ferita? Ti abbiamo cercata dappertutto, è il momento di tornare a casa piccola pazzerella mia! > dissi sorridendo, avvicinandomi, ma lei mi guardò in modo perplesso.

< Io mi sto divertendo, è così bello volare libera nel cielo! E poi non voglio tornare in quella casa. Troppi segreti… troppa tristezza…. Troppa morte. > sibilò, per poi correre via ridendo.

Ma che cavolo? Oh no, adesso pure lei parlava in codice! Dovevo fermarla. Iniziai a correrle dietro, cercando di raggiungerla. Se non mi era saltata addosso significa che stava smaltendo la caffeina, e questo era già qualcosa di positivo. Forse basta parlarle e calmarla, e mi seguirà senza dover usare la forza. Sennò il mio mattarello è sempre pronto all’uso!

Svoltai l’ennesimo angolo, quando uno strano rumore, come un colpo sordo, mi distrasse, facendomi perdere di vista la mia amica. Mi guardai intorno, cercando di capire da dove provenisse, e soprattutto che cosa fosse; improvvisamente avvertii un fruscio alle mie spalle, ma quando feci per voltarmi, un braccio mi afferrò per la vita, sollevandomi da terra, e lasciandomi senza fiato. Mi girai, e vidi dietro di me uno strano tizio, con un ghigno alquanto inquietante, che mi sorrideva, intimandomi di non gridare. Aveva lungi capelli rossi (possibile che in questa città tutti abbiano  un rapporto conflittuale con i propri parrucchieri?) e i suoi occhi erano di un colore alquanto insolito: per non parlare della strana dentatura da squalo che si ritrovava in bocca! Doveva essere come minimo illegale. Dopo avermi preso in braccio, spiccò un balzo, atterrando sul tetto di una casa lì vicino. Bene, a Wendy piaceva volare giusto? Penso che dovrei presentarglielo, andrebbero molto d’accordo.

< Buonasera milady: una così bella e pura fanciulla non dovrebbe girare senza un cavaliere per i vicoli di Londra – disse avvicinandomi il viso al suo- Sai piccola? Tra tutti tu sei sempre stata la mia preferita, la tua indole è dolce verso chi vuoi bene, ma focosa e passionale verso i tuoi nemici, come il rosso dei tuoi bellissimi e lunghi ricci > mi sussurrò all’orecchio, portando una mano al nastro con cui mi legavo solitamente i capelli in una coda alta, e sciogliendomi la lunga chioma mossa, la quale iniziò a danzare nella brezza notturna.

Ma chi era questo tipo? E cosa voleva da me?

< Mollami subito, maniaco! > gridai divincolandomi, ma lui aumentò la presa sulla mia vita, avvicinandomi di più al suo petto, per poi muovere una motosega davanti ai miei occhi. Ok, se ti piace il colore dei miei capelli ti consiglio di guardarlo bene, perché tra un po’ diventeranno grigi a causa degli anni di vita che sto perdendo in questo momento!

< E ora? Che cosa pensi di fare mio caro Sebas-chan? > chiese all’improvviso il tipo strambo a qualcuno davanti a me. Dalla penombra sbucò niente meno che la Mozzarella in persona, anzi, ora non era più tanto una mozzarella, ma somigliava di più all’Emmentall, causa varie ferite alle spalle e all’addome. La sua espressione però era sempre la solita, non vi preoccupate, della serie: toh, stillo sangue, non me n’ero neanche accorto!

< Mi sorprendi: non pensavo fossi così vile da nasconderti dietro ad una ragazzina > sussurrò l’Emmentall/ex mozzarella, avvicinandosi a noi.

< Oh io non mi sto nascondendo: voglio solo omaggiare questa bellissima giovane donna, tingendo il suo esile ed acerbo corpo dello stesso rosso passione dei suoi capelli! > esclamò, facendo ondeggiare paurosamente la motosega vicino alla mia gola; bene, finisce qui la triste storia di Charlotte Edwars,; è stato breve ma intenso. San Pietro preparati: ti sfiderò molto presto a una gara di pingpong!

< Lascia. Stare. La. Mia. Amica. >

Un grido ci distrasse, facendoci voltare tutti in contemporanea: pochi secondi, ed un proiettile lilla dai lunghi capelli mori si lanciò contro lo strano tipo alle mie spalle, cogliendolo di sorpresa tanto da fargli allentare la presa attorno alla mia vita; errore grave mio caro: con uno spintone mi liberai, e afferrai il mitico mattarello caduto ai miei piedi. Charlotte è tornata! E più forte di prima!

Mentre Wendy continuava a tempestare di pugni la faccia del mio assalitore, io presi la rincorsa, facendogli perdere l’equilibrio e cadere a terra:

< Tienilo fermo socia, mentre io lo calpesto! > esclamai ridendo, mentre il povero uomo cominciava a chiedere pietà; dopo trenta secondi era già ko, con la testa rivolta al marciapiede, e noi avevamo vinto, grazie anche al grande potere del mio mattarello, yeeee!

< Bene, direi che avete fatto un ottimo lavoro > Sebastian apparve alle nostre spalle, e molto rapidamente diede un colpo in testa a Wendy, che svenne ai miei piedi.

< Hey, cosa le hai fatto? > ringhiai.

< Non si preoccupi, la sua amica starà bene al risveglio, avrà solo un po’ di emicrania. Mi spiace, ma era l’unico modo per impedirle di scappare un’altra volta > rispose, per poi prendere in braccio Wendy, intimandomi di seguirlo con un veloce cenno della testa. Lo seguii in silenzio, osservando il braccio della mia amica penzolare inerme nel vuoto: percorremmo un breve tratto di strada, e quando svoltai l’angolo mi bloccai di colpo: davanti a me c’era Ciel, inginocchiato con un’espressione assente in volto, e a terra vicino a lui giaceva un corpo, nascosto da un lungo impermeabile, inerme. Ci avvicinammo piano, e quasi il ragazzo parve non accorgersi della nostra presenza.

< Quella è…. Madame Red? > chiesi con un filo di voce, ottenendo come risposta solo un debole si da parte del Conte. Sebastian mi porse Wendy, sussurrandomi all’orecchio di prendermene cura, per poi rivolgersi al ragazzo.

< Se uccido lo shinigami potrebbe andare incontro a delle conseguenze negative, visto che è un dio: è proprio questo ciò che vuole? >

Ciel non si voltò nemmeno per rispondere, si limitò a stringere più forte i pugni contro le ginocchia: < Osi disobbedire al tuo padrone? > esclamò con una nota di rabbia nella voce; il maggiordomo si limitò ad un breve inchino, per poi tornare indietro lasciandoci soli.

Mi avvicinai piano, caricandomi in spalla Wendy che continuava a dormire tranquillamente.

< Mi spiace > sussurrai, chinando lo sguardo verso la donna a terra.

< Non ho bisogno di compassione > rispose secco, abbassando lo sguardo. Ciel, eppure dovresti averlo capito che con me le bugie non hanno alcun effetto. Mi misi a sedere vicino a lui, e rimanemmo in silenzio per tutto il tempo, fino a quando non ritornò Sebastian.

< Mi spiace signorino, ma Grell mi è sfuggito > disse in tono dispiaciuto. Momento: il tipo rocchettaro era Grell?!? Ok la mia espressione sarà quella di un facepalm epico, me lo sento.

Il ragazzo si alzò in piedi, ma all’improvviso perse l’equilibrio: sia io che Sebastian ci voltammo per soccorrerlo, ma lui scansò le nostre mani, fulminandoci con lo sguardo.

< Non ho bisogno dell’aiuto di nessuno – disse in tono secco- e ora torniamocene a casa > esclamò, voltandoci le spalle e incamminandosi. Il maggiordomo rimase a osservarlo per un po’, in silenzio, mentre sul suo volto di faceva strada un sorriso sinistro; solo poco dopo si alzò pure lui, prendendo in braccio Wendy, e aiutandomi ad alzarmi.

Tutti insieme ritornammo verso casa, e nessuno di noi, proferì parola per tutto il tragitto.

 

 

 Il giorno dopo mi svegliai prestissimo: Wendy ed io saremmo rimaste a casa da sole, visto che nel pomeriggio si sarebbero svolti i funerali di Madame Red, e che alla mia amica era venuta la febbre; per cui sarei dovuta restare a casa ad accudirla stile crocerossina.

La mattinata passò velocemente e senza nessuna litigata o rissa: regnava uno strano silenzio ed una strana calma nella villa, a cui nessuno era abituato. A pranzo mangiammo senza rivolgerci una parola, e personalmente evitai di incrociare lo sguardo di Ciel, il quale si era ancor più rabbuiato del solito; è vero, l’odiavo profondamente, e cercavo in ogni modo di prenderlo in giro e di stuzzicarlo, ma avevo un motivo per comportarmi così: smuoverlo, farlo uscire da quello strano guscio di bugie che stava tentando in ogni modo di costruirsi, e che personalmente mi dava sui nervi, in modo da farlo urlare contro di me, liberando la rabbia e l’odio che leggevo nei suoi occhi. Non serve nascondersi dietro all’orgoglio, o ad un uomo vestito di nero: la vita non è gentile con nessuno e sebbene cerchiamo in tutti i modi di nasconderci, essa prima o poi ci trova e si accanirà sempre su di noi. Così è stato per me, e così sarà anche per lui. È per questo che evitai ogni contatto con lui, per evitare di litigarci, almeno per oggi.

Riemersi dai miei pensieri, alzandomi dal tavolo ancor prima che finisse il pranzo, e raggiunsi la camera di Wendy: non appena entrai, la sua testolina emerse dai vari cuscini e peluche multicolor, girandosi verso di me.

< Lotty! Sei venuta a farmi compagnia! > esclamò felice, sorridendomi. Mi avvicinai al letto, sedendomi sul bordo di esso, e rivolgendomi alla mia amica.

< Allora? Come va la febbre? > chiesi poggiandole una mano sulla fronte. Mi accorsi che non scottava più tanto e sospirai sollevata.

< Oh sto già meglio, così potremmo giocare con Madame Butterfly! > disse lasciandosi cadere sui cuscini morbidi, e sparpagliando disordinatamente i capelli lisci su di essi.

< Lotty – mi chiamò con una voce improvvisamente triste – non voglio più comportarmi così: vi ho fatto preoccupare, e ti chiedo scusa >

Osservai la mia amica nascondere il volto tra i vari pupazzi, rannicchiandosi tra di essi: < Io ti voglio bene, e non voglio farti preoccupare, e lo stesso vale per Sebastian, e Ciel. Loro sono sempre tristi, mi piacerebbe vederli sorridere…. > sussurrò, per poi venire interrotta da un singhiozzo sommesso.

Mi sdraiai accanto a lei, abbracciandola in modo da poterla consolare, accarezzandole delicatamente la testa:

< Anche io ti voglio bene. E lo stesso vale per i nostri due amichetti. Ti prometto che non ti lascerò mai. tu sei una delle poche persone che mi piacciono veramente al mondo, con cui vado d’accordo, e di cui sono amica > sussurrai, mentre lei incastrò il viso nell’incavo del mio collo, abbracciandomi ancora più stretta. Rimanemmo così per molto tempo, senza parlare, e solo quando Wendy si calmò del tutto ci staccammo, iniziando a chiacchierare del più e del meno.

< Secondo me dovresti essere più dolce con Ciel > esclamò pensierosa la mia amica, portandosi una mano al viso.

< Piuttosto faccio una dieta lunga un mese > risposi convinta, incrociando le braccia al petto, e  fulminandola.

< Ok, so che la gentilezza non rientra nei tuoi canoni, ma almeno provaci. Non ha più nessuno, e secondo me un gesto gentile a volte è più efficace delle risse. Anche se tu sostieni il contrario >

< Secondo me un tuo lontano parente era un hippy convinto > sussurrai più a me stessa che a Wendy, la quale mi lanciò un’occhiata poco convinta.

< Sai, credo che anche lui sotto sotto abbia paura della solitudine, proprio come te > disse sorridendo. Io uguale a lui? La febbre fa brutti scherzi.

All’improvviso qualcuno bussò alla porta, e Sebastian fece il suo ingresso in camera: siccome doveva visitare la mia compagna (pure medico? Ovvione!) mi invitò a lasciare la stanza, e quindi decisi di tornare in camera mia. Lungo la scala incrociai Ciel; il ragazzo mi passò di fianco, e si diresse verso la sua camera, senza degnarmi di uno sguardo. Le parole di Wendy mi ritornarono in testa, facendomi pensare: forse aveva ragione, dovevo mostrarmi più gentile nei suoi confronti, dall’altra parte però, qualcosa mi suggeriva di non cedere. E poi… ecco che dovrei fare? Andare lì ed abbracciarlo? Come minimo mi avrebbe preso in giro a vita! Senza contare che…beh… mi vergognavo. Si.

Un lampo di genio improvvisamente illuminò i miei neuroni: genialata in arrivo! Corsi in cucina, approfittando dell’assenza di Sebastian, e mi misi a cercare la mia arma segreta. Mi ci volle poco meno di un minuto per trovarla, e d’ istinto la mia risata malvagia mi arrivò a fior di labbra, feci una fatica assurda a trattenermi. Nelle mie mani, infatti, reggevo una tavoletta di cioccolato: ok forse non era proprio una genialata, ma non mi veniva altro in mente in quel momento. Io ogni volta che ero triste mangiavo la cioccolata e mi tiravo su, per cui non vedo come possa essere diverso per gli altri.

Velocemente la misi in un piatto, dopodiché presi un foglio su cui scrissi una frase:

 

Spero che questo ti aiuti a tirarti su il morale:

conciato così sei ancor più noioso del solito.

Firmato:  Zorro

 

Sisi avevo fatto proprio un ottimo lavoro! Appoggiai anche il foglio sul piatto, e uscii dalla cucina euforica.

Salii velocemente le scale, arrivando davanti alla porta della camera di Ciel, dove  posai a terra il tutto, per poi bussare e correre via a nascondermi, così che non mi vedesse.

Wendy, sii fiera di me, ho fatto la mia buona azione semestrale! Ihihihih!

 

 

 

ANGOLO DELL’AUTRICE

Rieccomi. Spero che il capitolo vi sia piaciuto, anche se non è nel mio “ stile “. Beh a volte tento di essere seria anche io, ma questo l’ho già detto! Finalmente Wendy è tornata, su le mani chi è felice di questo!!

Ok la pianto!

Ringrazio come sempre chi ha recensito, e chi ha inserito la storia tra le seguite o preferite; mi fa piacere sapere che il mio racconto continua a piacervi, e spero di non deludervi!

Un grazie, come sempre, va anche ai lettori fantasmini! Spero di non deludere nemmeno voi!

Un bacione e al prossimo capitolo!

Cheshirecat96

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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