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Autore: Shikigami    16/10/2015    3 recensioni
Konan, colpita a morte da Obito, rivive negli ultimi istanti della sua vita un ricordo prezioso: quello del primo bacio con Yahiko.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Konan, Yahiko
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
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“Quando siamo al rifugio, la mattonella sarà sul rosso. Quando dobbiamo uscire, la giriamo dall’altra parte e poi usciamo… e questo sorriso significa che torneremo presto!”

A parte la mattonella di Jiraya, che dal giorno della sua partenza non era mai stata voltata, quella di Nagato era l’unica a essere girata dal lato bianco con la rana sorridente.
Yahiko e Konan erano soli nel rifugio. Le loro mattonelle erano girate dal lato rosso, e fuori la pioggia cadeva incessante. Nonostante fosse una giornata d’estate, era buio come in un pomeriggio d’inverno. Delle candele rischiaravano la stanzetta con la loro luce fioca.
Yahiko era stato ferito in battaglia. Era come al solito troppo imprudente, e si faceva trasportare dalla foga dell’azione. Col risultato che poi finiva sempre malconcio.
Konan sospirò, svolgendo l’ennesimo rotolo di benda e avvolgendolo attorno al braccio di Yahiko. Quanti ne aveva usati finora, cinque? Sei? Yahiko aveva il torso e il collo quasi completamente bendati, e la testa fasciata strettamente come da un coprifronte, con i ribelli ciuffi arancioni che uscivano da tutte le parti.
“Ahia!” gemette lui, quando lei strinse troppo attorno al suo avambraccio.
“Scusa, scusa!” Konan si affrettò ad allentare la stretta. Poi esitò. E si interruppe.
Yahiko guardava distratto la tremolante fiammella di una candela. Quel debole chiarore scolpiva il suo viso segnato dalla battaglia e dalle preoccupazioni. C’era una ruga di apprensione sulla sua fronte che non se ne andava mai. Konan lo guardò sorpresa come se lo vedesse per la prima volta. Da quando il bambino con cui era cresciuta era diventato un uomo?
Il ragazzo percepì la sua esitazione. Si girò a guardarla perplesso, e lei ricambiò lo sguardo con i suoi grandi occhi dorati. C’era una luce in quegli occhi… che Yahiko non aveva mai visto prima. Era il riflesso delle candele, o… si sporse istintivamente per osservarla meglio, e Konan lo imitò d’impulso.
Si guardarono negli occhi. Ognuno guardava l’altro come se solo allora lo vedesse veramente. Il rumore della pioggia sul tetto divenne ovattato. Le fiamme delle candele smisero di ondeggiare e rimasero ferme, in attesa. Yahiko divenne all’improvviso consapevole della mano di Konan sul suo gomito.
Affetto.
Calore.
L’altra mano di Konan era avvolta con delicatezza attorno al suo polso. Sorreggeva ancora distrattamente il suo braccio, ma la fasciatura non aveva più alcuna importanza. Ciò che importava era solo il viso di Yahiko.
Così dolcemente noto. Così familiare e confortante.
Il loro respiro accelerò. Come attratti da una calamita, i loro volti si avvicinarono. Yahiko sentì il dolce respiro di Konan sul viso, e Konan sentì i capelli di Yahiko solleticarle la fronte. Lo vide vicino, più vicino che mai.
Le sue labbra tremavano quando, goffamente, Yahiko vi posò sopra le sue.
Fu leggero come un soffio, e durò tanto quanto un battito di ciglia. Ma Konan lo avrebbe serbato nel cuore per tutta la vita.
Appena fuori dalla porta, sotto la pioggia, Nagato sorrideva.
 ***

“Quando siamo al rifugio, la mattonella sarà sul rosso. Quando dobbiamo uscire, la giriamo dall’altra parte e poi usciamo… e questo sorriso significa che torneremo presto!”

A parte la mattonella di Jiraya, che dal giorno della sua partenza non era mai stata voltata, quella di Konan era l’unica a essere girata dal lato bianco con la rana sorridente.
Yahiko e Nagato non avevano avuto il tempo di girarle, durante la loro fuga precipitosa. E negli anni il rifugio era finito in rovina. L’erba in giardino era cresciuta, e i rampicanti avevano invaso persino le pareti interne. Un buco nel tetto in lamiera rimaneva come ricordo del loro ultimo giorno di permanenza.
Da quel buco entrò volteggiando un foglietto imbevuto di sangue, sospinto da un vento leggero. Veniva da lontano, quel foglietto, ma sapeva esattamente dove stava andando.
Andò a posarsi sulla mattonella più a destra, a coprire il sorriso della ranocchia che un ninja un po’ eccentrico ma molto, molto valoroso aveva dipinto tanto tempo fa, in un pomeriggio piovoso non diverso dagli altri.
Ora le tre mattonelle erano tutte rosse.
E da qualche parte i tre orfani della Pioggia erano di nuovo assieme.
 



 
Err… non so che dire ^^” di recente ho riguardato la battaglia di Konan contro Tobi, perché ho in programma il cosplay di lei e cercavo ispirazione. Arrivata al flashback finale non la finivo più di piangere T-T
Ho tralasciato di sottolineare che i rampicanti avevano rigirato anche la mattonella di Jiraya sul rosso, ma è solo perché volevo mantenere la frase iniziale inalterata, a parte per Nagato/Konan. Voi lettori comunque lo sapete, e spero perdonerete questa mia licenza artistica. Volevo rimanere concentrata sui tre.
Il filo conduttore sono gli ultimi pensieri di Konan prima di morire, se non si era capito.
Spero tanto vi sia piaciuto. Se voleste lasciarmi una recensione piccola piccola mi fareste tanto felice :3
Grazie per aver letto!
  
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