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Autore: _Akimi    19/10/2015    1 recensioni
Seconda classificata al contest "Quattro stagioni – Flashfic" sul forum di EFP.
[Germany x France] - 1940/1944
"Fu in quel momento che le loro dita si sfiorarono. Il tedesco allontanò da sé la propria tazza e Francis sentì il calore che emanava la mano del soldato.
Doveva essere abituato ad impugnare un'arma - era questo ciò che pensò il francese."
Genere: Malinconico, Sentimentale, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Francia/Francis Bonnefoy, Germania/Ludwig
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Until the dawn of a new era'
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Das Herz luegt nicht
 
Nome autore EFP: _Akimi
Fandom scelto: Axis Powers Hetalia
Stagione: Estate
Numero parole: 498 parole
Rating: Verde
Genere: Storico, Sentimentale.
Personaggi/Coppie: Germany(Ludwig)/France(Francis)
Note: Il titolo scelto per la raccolta è "Das Herz luegt nicht", un proverbio tedesco che significa "Il Cuore non mente". La raccolta è ambientata durante i quattro anni dell'occupazione nazista nella seconda guerra mondiale.
La data "14 Luglio 1940" non è legata ad un particolare evento, ma coincide con due riferimenti importanti della storia di Francia: è passato un mese dall'arrivo dei nazisti a Parigi (14 giugno 1940) e il 14 luglio è festa nazionale Francese (anniversario della presa della Bastiglia - 14 Luglio 1789), non che compleanno di Francis.
Dal testo :
*Boches - è il corrispettivo francese del nostro "crucco".
 


 
Augen

 
14 Luglio 1940
L'uomo è nato libero e ovunque si trova in catene. Anche chi si crede il padrone degli altri non è meno schiavo di loro.
Jean-Jacques Rousseau


La prima volta che lo vide indossava la propria divisa.
Una giacca scura, un paio di scintillanti medaglie al petto e infine quella fascia vermiglia al braccio.
Francis non gradiva la presenza di soldati nel suo caffé; insomma, aveva imparato a conviverci ormai da settimane, ma era più forte di lui.
Si sentiva schernito dal modo in cui ridevano, strafogandosi di amabili dolci francesi e di bevande calde.
Sì, Francis odiava vedere il modo in cui quei Boches avevano preso possesso del suo locale. Arrivavano in gruppo ogni mattina, ordinavano con tono severo le solite tre portate nel menù e non si risparmiavano di lanciare occhiate poco rassicuranti alle allegre fanciulle che entravano poco dopo di loro.


Odiava tutto di quei dannati tedeschi, eppure lui pareva estraneo a quella situazione.
Vedeva i suoi occhi chiari osservare fuori dalla vetrina che illuminava il locale : Parigi era splendida in estate, lo si poteva percepire dai suoni degli artisti di strada, dal caldo profumo di brioches appena preparate e dai raggi del Sole che rendevano sempre più chiari i capelli di quello spensierato di Bonnefoy.
Sapeva che era strano, che prima o poi se ne sarebbe reso conto, ma non riusciva ad allontanare lo sguardo dalla sua figura imponente, autoritaria. Notava come quelle iridi azzurre riflettessero ciò che tanto osservavano con attenzione ed era proprio quell'interessamento che spingeva Francis a rimanere immobile dietro al bancone, lo strofinaccio per pulire tra le dita e la mano libera che gli sorreggeva il mento elegantemente impreziosito da quel pizzetto a cui tanto teneva.

-Milch,bitte.-
Si era avvicinato poco dopo. Francis non si era neppure accorto che quell'uomo era proprio lì, a pochi centimetri di distanza.
Quelle parole risuonarono nella sua testa un paio di volte e solo dopo un lungo, lunghissimo silenzio, il francese scosse il capo rendendosi conto di doversi risvegliare dalle dolci visioni che avevano occupato la propria mente fino ad ora.
Fu in quel momento che le loro dita si sfiorarono. Il tedesco allontanò da sé la propria tazza e Francis sentì il calore che emanava la mano del soldato.
Doveva essere abituato ad impugnare un'arma - era questo ciò che pensò il francese. Tuttavia, nonostante si trattasse di uno straniero, di un nemico dell'ormai sepolta Repubblica di Francia, Francis non riuscì ad allontanarsi da lui.


Diamine, quegli occhi.
Parevano raccontare molto più di quella dannata guerra. Narravano di dolore, di orgoglio, ma anche di rassegnazione.
Eppure, lo stesso Francis era combattuto.
Gli aveva fatto una buona impressione e non era così tanto insensibile da poterlo nascondere. Tuttavia era anche cosciente del fatto che, proprio in quel giorno, non poteva per nulla concedersi sentimentalismi del genere.
14 Luglio. Poteva essere una giornata qualunque per quei soldati, ma non per i francesi.
Questo ahimé, non bastò a fermare il rossore che si espanse sul volto del proprietario del locale quando, di rimando, il tedesco ringraziò abbozzando un sorriso per poi allontanarsi con il caffè e il goccio di latte che gentilmente aveva domandato.
  
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