Esiliato
1
By
Elizabeth Goode
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"Esiliato."
Il
silenzio pesava nelle sue orecchie. Quella singola parola che veniva da quelle
labbra lacerò il suo cuore. Alcuni minuti prima, si era sentito come un uomo,
mentre partecipava ad una conversazione adulta con un altro adulto. Un uomo,
innamorato di una donna che ricambiava il suo amore. Quella sola parola lo
ridusse di nuovo ad un bambino, un bambino abbandonato, disperato, affamato
d’amore e di approvazione. Improvvisamente, non gli importava più che la sua
abilità con la spada fosse leggendaria, che potesse localizzare un cervo
vedendone soltanto un’impronta sul
terreno. Non gli importava di aver rischiato la sua vita per quell’uomo e per
quelli che lui aveva più cari. Anni di felicità a Rivendell furono strappati via
quando il padre adottivo, Lord Elrond Mezzo-Elfo, emise quella parola.
Si
costrinse a rimanere esteriormente calmo, ma era difficile, così difficile che
in quel momento poteva sentire la voce incrinarsi mentre le lacrime minacciavano
di uscire. "Quando devo partire? "
"Tra una settimana. Le tue ferite
dovrebbero essere quasi guarite per quel periodo."
Estel mosse il suo
braccio per prova, incapace di nascondere il fremito di dolore che il piccolo
movimento aveva causato. Il braccio era rotto e in malo modo. Era stato
fortunato se poteva ancora muoverlo e non si aspettava di dover andare via.
Che Elrond lo volesse mandare via
in quelle condizione spiegava il perchè il Signore degli Elfi voleva che lui se
ne andasse. Il dolore del suo braccio non era nulla comparato al dolore nel suo
cuore.
"Certamente. Me ne andrò e vi dirò addio, ma vorrei parlare prima
con voi."
"Di ciò che
devi."
“La ringrazio per avermi preso con lei quando non doveva.
La ringrazio per aver prolungato la sua ospitalità anche dopo che ho raggiunto
l’età matura. Mi scuso per ogni disagio che la mia mortalità ha causato a lei ed
alla sua stirpe. Con il tempo, spero di ripagare almeno in piccola parte la sua
gentilezza."
Preso contropiede dalle parole del figlio adottivo, Elrond
poté solo annuire con il capo. "Ti sarà dato del cibo e dei rifornimenti, e
naturalmente potrai prendere il cavallo che desideri."
Estel non perse
tempo. Andò immediatamente a riempire il suo zaino di cibo e rifornimenti e lo
portò nella stalla, dove sello il suo cavallo. Poi, salì nella sua stanza e
scrisse due lettere, una per ognuno dei suoi fratelli, dicendogli addio. Tornò
di nuovo nella stalla dove legò i suoi bagagli ed usò il braccio sano per salire
sul cavallo. Nessuno avrebbe notato la sua assenza fino alla mattina dopo,
quando Elladan ed Elrohir avessero trovato e letto le loro lettere.
Legolas
Greenleaf arrivò a Rivendell il giorno dopo. Era stato a Mirkwood negli ultimi
due mesi, ed era felice di andare a trovare di nuovo i suoi amici. Elladan ed
Elrohir lo incontrarono alle stalle e lo aiutarono ad occuparsi del suo
cavallo.
"È bello vedervi entrambi di nuovo. Temevo che mio padre volesse
tenermi occupato per sempre con i problemi di stato! "
Quando
i gemelli né risero e neppure sorrisero, Legolas sentì una strana sensazione,
come un brutto presentimento allo stomaco. Vide due paia di occhi tristi e notò
per la prima volta le spalle abbassate.
"Cos’è
successo? " E quando nessuno dei due rispose immediatamente, chiese, "Dov’è Estel? "
Elladan chiuse gli
occhi. "Sei testimone di un giorno terribile qui a Rivendell. Nostro padre ha
scoperto che l’amore di Estel per nostra sorella non è unilaterale, Arwen
ricambia il suo amore."
Legolas scosse la testa e ripete, "Dov’è Estel?
"
"Se n’è andato, Legolas. Nostro padre lo ha esiliato, lui non può più
tornare a Rivendell, né può visitare Lorien. Nostro padre gli aveva dato una
settimana per guarire prima di andarsene via, ma Estel se n’è andato questa
mattina. Ha lasciato una lettera per me ed una per Elladan."
"Guarire?
Cosa gli è successo, perchè aveva bisogno di guarire? "
Elrohir sospirò.
"Gli orchi. Lui ed Arwen volevano fare di nascosto un picnic sotto le stelle, ma
sono stati attaccati da una piccola banda di orchi, ed Estel ha combattuto
contro di loro. Fortunatamente nostro padre, Elladan ed io stavamo dando la
caccia agli orchi e lo aiutammo a sconfiggere quelle brutte creature, ma non
prima che uno di loro gli avesse spezzato il braccio con crudeltà pura e
semplice. Arwen gli si è inginocchiata accanto e gli ha dichiarato il suo amore.
Fu come se il sangue di nostro padre si trasformasse in ghiaccio. Ha mandato
Arwen, Elladan, e me a casa, e
penso che prima ha curato il braccio di Estel e poi l'ha informato che non era
più il benvenuto qui a Rivendell."
Il principe di Mirkwood aggrottò le
sopracciglia. "E voi siete d'accordo con questa decisione ?"
Entrambi i
gemelli esclamarono allo stesso tempo, "No!"
Elladan spiegò. "Io sono
triste perchè probabilmente Arwen deciderà di non salpare dai porti con noi
quando il nostro tempo nella Terra di Mezzo finirà, ma non posso essere contento
che Estel se ne sia andato. Lui è mio fratello."
"Ed è anche il mio."
Elrohir scosse la testa con malinconia. "Nostro padre si pentirà di questa
decisio- ne, temo. Lui ama Estel come un figlio."
"Lo amavo, Elrohir. Non
c’è più amore nel mio cuore per un uomo che vuole togliere l'immortalità a mia
figlia. Io gli ho dato il mio amore quando era un bambino, ho avuto fiducia in
lui tanto quanto ne ho nei miei propri figli, e lui ha tradito questa fiducia.
Ho fatto il mio dovere nei confronti dell'Erede di Isildur. Preghiamo Iluvitar
che abbia instillato in lui abbastanza forza di carattere e che faccia quello
che deve."
Legolas lanciò un’occhiataccia al Signore di Rivendell. "Estel
ha più carattere della maggior parte degli elfi. Per favore non insulti il mio
amico in mia presenza."
Elrond strinse le labbra. "Va bene, anche se
vorrei ricordarle, giovane principe, che lei è un ospite in questo
posto."
"No, non credo di esserlo più. Lei ha lasciato suo figlio
andarsene via di qua con la disperazione nel cuore ed una ferita non ancora guarita.
Io lo seguirò."
Dopo aver detto questo, il principe di Mirkwood salì di
nuovo sul suo cavallo e se ne andò
via.
Elrond cercò di incontrare gli occhi dei suoi figli, ma entrambi
volsero lo sguardo altrove.
Estel cavalcò tutta la notte, non fermandosi
né a dormire e neanche a riposarsi, mentre si trovava nelle terre selvagge.
Mangiò una piccola razione del cibo che si era portato da Rivendell, e alla sua
vista sentì dei brividi di disagio attraverso tutto il corpo. Arwen lo amava
veramente, come lei gli aveva detto? Si, suo – Lord Elrond si era preoccupato
qualche volta per lui?
Estel si ricordò quando era un bambino molto
piccolo, quando si accucciava contro il suo padre adottivo per cercare conforto.
Elrond aveva spesso confortato il piccolo Estel dopo gli incubi, sedendosi
accanto a lui finché il giovane umano non si addormentava. Si ricordò di essere
caduto nel fiume da una grande altezza
mentre era ad una battuta di caccia con i suoi fratelli e Legolas. Elrond
aveva guarito le sue ferite ed era stato con lui durante tutta la malattia che
l’aveva seguita. Estel non avrebbe mai dimenticato il tocco gentile delle mani
di Elrond mentre toglievano via i suoi capelli dalla fronte
febbricitante.
Estel spazzò via le lacrime, anche se non c'era nessuno a
vederle. Cosa avrebbe pensato Arwen quando
avrebbe scoperto che lui se ne era
andato? Gli avrebbero detto il perchè lui non era più a Rivendell, o gli
avrebbero fatto credere che lui non si preoccupava più di lei ?
Lui
cavalcò per tre giorni spingendosi sempre di più, fermandosi solamente per
mangiare e riposarsi. Quando si avvicinò ad un villaggio, il suo primo pensiero
fu di trovare qualche posto riposarsi quella notte. Anche un Ramingo come lui
non poteva durare molto a lungo senza una buona notte di sonno.
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* * Il suo letto al secondo piano della locanda ed era leggermente meglio che
dormire sul terreno fuori. La locanda era costruita poveramente ed era ventosa,
il letto vecchio e duro. Alla fine, la sua stanchezza estrema vinse sul disagio
fisico e sul dolore emotivo. Il giovane Ramingo dormì saporitamente, fino a
quando un grido acuto e penetrante
proveniente da fuori lo svegliò. Era il grido di un orco e nella sua
esperienza, non c’era mai solo uno orco.
Con la spada in mano, scese
silenziosamente per i gradini. Senza nessun avvertimento la porta della locanda
si aprì all’improvviso e molti orchi si precipitarono all’interno. I clienti
della locanda e la famiglia del locandiere gridarono terrorizzati. Estel era
l'unico uomo armato nella stanza, e così lui affrontò gli orchi da solo. Se
fosse stato riposato e guarito completamente dalla sua ferita, lui sarebbe stato
in grado uccidere almeno dieci di loro, ma stava soffrendo per l’esaurimento, il
suo spirito era scosso, ed il suo braccio gli faceva terribilmente male. Riuscì
ad uccidere otto di loro prima che le
mani crudeli di un orco gli si chiusero intorno alla sua gola, stringendo
finché tutto diventò nero.
Legolas vide del fumo all'orizzonte, e sentì
una brutta sensazione in fondo al suo stomaco. Lui sperò che il suo amico non
fosse in nessun guaio, ma nel suo cuore, lui poteva solo sperare che fosse vero.
I guai seguivano il giovane umano come se fossero incollati al suo
mantello.
Incoraggiando il suo cavallo a muoversi più velocemente, lui
coprì in poco tempo la distanza dal villaggio che bruciava. Quando arrivò,
davanti a lui apparve una vista deprimente. Gli edifici bruciavano, le persone si prendevano cura dei feriti,
grida di disperazione e di rabbia erano tutt’intorno. Di tutti gli edifici, la
locanda era quella ridotta peggio.
Legolas assicurò il suo cavallo,
sussurrando a bassa voce parole di conforto in elfico all'animale che era
chiaramente angosciato da quello che stava succedendo. Un estraneo, in un posto
sconosciuto sarebbe andato direttamente ad una locanda. Estel era un estraneo in
questo posto, e così Legolas era sicuro che avrebbe trovato lì dentro qualche
indizio, se non addirittura il suo amico.
La stanza principale della
locanda era distrutta. Le carcasse di otto orchi giacevano accanto ai gradini, e
questi non erano semplici Goblin. Questi erano gli orchi più grossi e
possenti che l’elfo avesse mai
visto. Estel aveva ucciso quegli orchi?
L'aveva fatto da solo, con il braccio gravemente ferito? Che cosa gli era
accaduto dopo?
Una voce fece sobbalzare l’elfo dai suoi pensieri. "Stai
cercando qualcuno?"
La voce apparteneva ad un uomo che doveva avere tra i
trenta e i sessanta. Era sporco e sudicio, odorava come se fosse stato in mezzo
ai maiali per lungo tempo.
Quando Legolas non rispose, l’uomo ripeté la
sua domanda. "Stai cercando qualcuno? Quelli che erano qui, probabilmente ora
sono ora morti o peggio. Gli orchi hanno vuotato la locanda di tutta la carne e
la birra, e hanno ucciso la maggior parte degli abitanti."
Il principe
Elfo si mosse controvento verso
l'estraneo. "Sto cercando un amico. Lui probabilmente è arrivato la notte
scorsa, ha i capelli scuri che gli arrivano alle spalle. È probabile che abbia
usato il nome Strider o Estel."
Gli occhi dell'uomo si offuscarono
tristemente. "Strider, lei dice? Un individuo alto, un braccio bendato?
"
Legolas annuì impazientemente. "Sì, è lui! Dove è ?"
"Se n’è
andato, questo è quello che so. Lui ha ucciso tutti gli orchi in quel mucchio.
E’ stato grazie a lui che io sono riuscito a scappare con la mia famiglia e a
nascondermi fra i maiali."
Lottando contro il bisogno di gridare per la
frustrazione, Legolas costrinse la sua voce a rimanere gentile. Non era colpa di
quell’uomo se il suo amico era scomparso. "Mi dica, signore. Quando dice che lui
se n’è andato, vuole dire che lui è andato via o che lui è morto
?"
"Nessuno dei due, mastro elfo. Io voglio dire che gli orchi lo hanno
sopraffatto. Ho visto dal porcile mentre loro se ne andavano via. Hanno preso il suo amico
con loro, se lo sono caricato sulle spalle come un sacco di
farina."
Legolas sentì le sue gambe piegarsi sotto di lui. C'era stato
una volta non molto tempo fa,
specialmente per un elfo, che aveva vissuto tanto a lungo quanto lui, che la
cattura di un uomo dagli orchi non l'avrebbe colpito così. Quello era stato
prima che lui incontrasse Estel. Il pensiero del suo amico nelle mani brutali
degli orchi gli faceva bollire il sangue dalla rabbia e aveva la pelle d’oca al
solo pensiero. Lui sapeva di persona che la prigionia di Estel tra gli orchi non
sarebbe stata piacevole. Lui sapeva anche che doveva liberare l’uomo prima che
lui fosse ferito irreparabilmente. Legolas era stato prigioniero degli orchi
solamente per un paio di giorni prima che il resto del suo gruppo fossero
venuti a liberarlo. Le sue ferite
erano guarite rapidamente grazie al suo sangue dei Priminati. Gli elfi
guariscono molto più velocemente degli umani e lui rabbrividì al pensiero di
quello che ad Estel fosse accaduto.
“Grazie,
signore. Lei è stato molto utile. Io devo inseguirli per salvare il mio
amico."
L’uomo annuì. "Buon fortuna, Mastro Elfo. Io spero che lei trovi
il suo amico."
Legolas salì di nuovo sul suo cavallo e mormorò a bassa
voce, "lo troverò. Questo è sicuro. Io spero solo di trovarlo vivo."
Il
dolore, intenso ed accecante era l'unica cosa che riusciva sentire. La sua testa
gli faceva male, il suo braccio pulsava spietatamente, la sua anima era come se
fosse stata fatta a pezzi. Immagini si rincorrevano nella sua mente,
rinfacciandogli la sua vita prima dell’esilio. Lui si rivide bambino mentre
giocava a nascondiglio con Elladan ed Elrohir, i suoi fratelli elfi che spesso
giocavano con lui. Lui si ricordò quando veniva svegliato dagli incubi dalla
voce gentile del suo padre adottivo, che calmandolo lo faceva riaddormentare.
Lui si ricordò di Arwen che solo pochi giorni prima del suo esilio gli
dichiarava il suo amore per lui...
Poi, le immagini cominciarono a
deformarsi. Lui sentì la voce di Elrond cambiare dal tono calmo e gentile a
quello aspro e pieno di odio. "Esiliato." La parola echeggiò nella sua mente
fino a che un colpo violento al torace lo costrinse ad aprire gli occhi con un
dolore improvviso.
Era circondato da orchi, era disarmato e le sue mani
erano legate. Estel strinse gli occhi, mentre mormorava una preghiera ai Valar che la
sua morte fosse rapida. Con sua
sorpresa loro non lo attaccarono.
"Chi sei? "
Estel aprì la bocca
per parlare, ma non ne uscì nessun suono. Sorpreso, portò le mani alla gola, lui
si ricordava che le mani dell’orco gli avevano stretto il collo e rabbrividì. La
sua trachea doveva essere stata danneggiata. Lottando per parlare, lui riuscì a
gracchiare raucamente, "Strider, un ramingo del nord."
Il più grande e il
più brutto degli orchi si inclinò accanto a lui, e lui quasi svenne dalla puzza
del suo alito. "Bene, Strider. Un ramingo? Possiamo usare un ramingo!
"
Gli altri orchi risero e scimmiottarono Estel la cui mano ancora
copriva protettivamente la gola ferita. "Sì, abbiamo bisogno di un ramingo!
"
"Zitti! Io sono Ugblood, Capitano di questa unità. Tu ci condurrai al
regno Elfico di Rivendell."
Estel scosse la testa. Lui non avrebbe mai
condotto degli orchi nella sua casa per danneggiare suo padre, i suoi fratelli e
la sua amata. Loro dovevano prima ucciderlo. "Io non vi aiuterò. Io non so
neanche dove si trova Rivendell, ed anche se lo sapessi, morirei piuttosto che
portarvi là! "
Ugblood si piegò di nuovo accanto all’uomo, fissandolo con
un sorriso cattivo che lo agghiacciò fino alle ossa. "Vedremo piccolo ramingo.
Prima che io abbia finito con te, tu desidererai che io ti lasci morire!
"
Una paura gelida impregnò i sensi di Estel mentre tentava invano di
scappare. Uno degli orchi diede una lunga frusta con un manico di legno ad
Ugblood, ed Estel lottò per fuggire mentre gli orchi lo tenevano fermamente a
terra. Mentre la frusta mordeva la sua schiena, Estel portò il suo braccio
ferito sul viso, stringendosi l’avambraccio per impedirsi di
urlare.
Legolas guardò l’accampamento degli orchi dal limitare della
foresta. Lui non poteva dire cosa stava succedendo, ma il suono di un grido
aspro gli confermò che Estel era là
ed era, per il momento ancora vivo. Un altro grido costrinse il principe elfico
a cadere sulle ginocchia, mentre si teneva la testa tra le mani. Gli orchi lo
stavano picchiando e Legolas era impossibilitato per aiutarlo. "Tieni duro,
Estel. Non arrenderti! Verrò da te appena calerà la notte."
Quando
finalmente cadde la notte, Legolas si mosse silenziosamente solo come un elfo
sapeva fare e attraversò l’accampamento degli orchi, cercando il suo amico. Non
dovette cercare a lungo, Estel era legato ad un palo di legno che era infilato
nel terreno. Lui sembrava essere privo di sensi, e al chiaro di luna, l’uomo
sembrava davvero molto giovane. Quello che rimaneva della sua camicia era appeso
a brandelli sulle sue spalle che erano segnate dai lividi causati dalle
percosse. Una brutta ferita correva dall’attaccatura dei capelli in giù fino
alla mascella lungo un lato del viso, ma quello che soprattutto attirò
l'attenzione di Legolas furono dei segni sul collo di Estel. Profonde contusioni
violacee circonda-
vano
il suo collo e avevano la forma delle mani di un orco.
Tirando fuori il
suo pugnale, Legolas tagliò le corde che legavano il suo amico, alzando
dolcemente il giovane uomo. Al suo tocco, Estel fece un pietoso lamento di
dolore che Legolas soffocò facendo posare la faccia dell’uomo sulla sua spalla.
Muovendosi silenziosamente, Legolas portò via con se Estel nella foresta dove il
suo cavallo lo stava aspettando. Gettando praticamente Estel sulla sella,
Legolas montò dietro di lui e prese le redini.
Dopo avere cavalcato
abbastanza a lungo per essere certo che gli orchi non li avrebbero trovati,
Legolas sollevò Estel dalla sella e lo distese su una coperta sul terreno. Il
luogo dove si erano fermati era una radura nascosta nel profondo della foresta.
La luce del sole che scendeva tra i rami, non rallegrava l'umore dell’elfo
mentre lui iniziava lo spiacevole compito di occuparsi delle ferite di
Estel.
Usando il suo pugnale, Legolas tagliò i resti della camicia dal
suo corpo, facendo delle smorfie quando la camicia si attaccava alle ferite. I
tagli cominciavano dalla cima delle sue spalle e coprivano la sua schiena fino
alla vita. Le ferite arrivavano fino ai muscoli del giovane, causando a volte
degli spasmi. Gentilmente, l’elfo pulì le ferite fermandosi ogni tanto per
passare una mano tra i capelli per
confortarlo. Il suo corpo tremava e la sua fronte bruciava di
febbre.
"Ada! Mi dispiace! Ti prego, non mandarmi via! "
L’uomo
privo di sensi stava delirando, e la disperazione nella sua voce lacerò il cuore
di Legolas.
"Per favore, Elladan, Elrohir... mi sono perso. Voi dovete
trovarmi, fratelli... ma, voi non desiderate trovarmi, lo so. Tu saresti stato orgoglioso di me, Elladan.
Ho ucciso otto di quelle orribili creature, loro non troveranno mai
Rivendell."
Legolas pigiò un pezzo di stoffa umida sulla fronte del suo
amico. "Estel! Torna alla luce, amico mio. Sono solo io Legolas, sono qui con
te."
In risposta, Estel s’inarcò di nuovo, come se fosse stato colpito da
un’altro attacco di dolore. "Arwen, mia amata... nessun diritto, io non avevo
nessun diritto... "
Lo
spostò da quella posizione così che poteva tenere il suo amico che stava ancora
tremando, Legolas sentì la sua rabbia montare di nuovo. Da quando aveva
conosciuto il giovane umano, Estel aveva sentito troppo profondamente la
differenza tra lui ed gli elfi. Lui desiderava sopra ogni cosa l'approvazione di
suo padre, e dal suo infelice arrivo a Rivendell parecchi giorni prima, Legolas
avrebbe giurato che Lord Elrond lo amava come un vero padre.
Il principe
elfo aggrottò le ciglia, perso nei ricordi. Nella sua mente vide Estel che
studiava febbrilmente la storia Elfica nell’enorme biblioteca di Lord Elrond,
poi vide un Estel molto giovane, riluttante a parlare perché non riusciva a esprimersi ancora bene
nella lingua elfica. Poi, ancora riluttante a parlare molto finché lui non si
era liberato completamente del suo accento. Così tanta determinazione in un
bambino così giovane. Legolas ricordava ancora altri esempi apparentemente
isolati che ora riusciva ad unirli insieme per avere un quadro perfetto. Una
volta, era giunto per una visita da Mirkwood per vedere Elladan ed Elrohir, i
gemelli trascorrevano molto tempo a giocare con il loro fratellino adottivo, per
esempio per addestrarlo. Estel aveva solo dodici anni quando iniziarono ad addestrarlo con la spada. Estel
s’impegnò in questo addestramento molto seriamente come lui s’impegnava in tutto
quello che faceva, ed in breve tempo aveva perfezionato i movimenti che i suoi
fratelli gli avevano insegnato. Elladan aveva sfidato poi Estel in un finto
duello per esaminare quello che aveva imparato. Usando solamente le mosse e la
difesa che aveva insegnato a suo
fratello, Elladan stava molto attento a non ferire il ragazzo umano, comunque Estel si
rivelò per essere un avversario più forte di quanto Elladan avesse pensato.
Infilò nel duello qualche mossa a sorpresa, Elladan lanciò la sua spada nella
mano sinistra, poi chinò la testa e rotolò, prendendo i piedi di Estel da sotto.
Ridendo Elladan aiutò il suo giovane fratellino ad alzarsi in piedi mentre
spiegava che il trucco che aveva usato gli era stato insegnato da Arathorn, il
padre umano di Estel. Legolas sentì la voce del giovane Estel che risuonava
nella sua testa chiara come se stesse accadendo in quel momento. "Io non
combatterò come un Edain. Io
combatterò come un elfo! "
Legolas scosse la testa tristemente. Estel aveva
cercato di essere simile agli elfi soprattutto per avere l’approvazione da Lord Elrond. Il
Signore degli Elfi aveva spedito a suo figlio adottivo, segnali non intenzionali
per venti anni, e il messaggio era stato chiaro; essere degli Edain era
indesiderato.
"Mi dispiace... mi dispiace, Ada! Non ti farò arrabbiare di
nuovo! "
Il principe elfo coprì con il mantello il suo amico e lo vegliò
tutta la notte.
Due cavalieri entrarono correndo a Rivendell, portando il
marchio reale di Mirkwood, Elladan ed Elrohir andarono loro incontro. Un elfo
alto magro scivolò giù dal cavallo che era stanco come il suo cavaliere,
passando le redini all'altro cavaliere che sembrava essere il servitore.
"I
figli di Elrond? "
I gemelli annuirono.
"Porto un messaggio da parte del
Re Thranduil di Mirkwood. Ci sono delle questioni urgenti da discutere. Posso
avere un’udienza con vostro padre? "
Elrohir disse. "Naturalmente. Per
favore, ci dica di più mentre andiamo ai suoi alloggi."
“Ci sono due
brutte notizie. La prima è che Legolas, figlio di Thranduil è da molto che non
torna a casa L’ultima volta che l’abbiamo sentito aveva deciso di andare a
visitare Rivendell, lui spedisce sempre dei messaggi, ma non abbiamo ricevuto
niente. La seconda parte è, e spero, che non sia correlato. Ci sono stati
rapporti di bande di orchi molto vicini sia a Mirkwood che a Rivendell. Abbiamo
ragione di credere che stanno tentando di trovare Rivendell. Molti piccoli
villaggi sono stati già bruciati, e sono tutti umani."
La faccia di Elladan
diventò pallida. "Bene, posso dirvi che Legolas è stato davvero qui, ma è andato
via cinque giorni fa. Lui non è rimasto neanche una notte."
Il messaggero
fece una smorfia. "Quindi, il figlio di Thranduil potrebbe essere là fuori da
solo contro bande di orchi ? "
"Questo non è completamente vero. È probabile
che lui non sia completamente solo. E’ andato alla ricerca di Estel, nostro
fratello più giovane. Estel è un guerriero formidabile sia con l'arco che con la
spada, proprio come il vostro principe." La voce di Elrohir conteneva una falsa
sicurezza e sperava che il
messaggero non l’avesse sentita. Lui aveva una totale fiducia nelle abilità di
Estel, ed in quelle di Legolas, ma nel suo cuore temeva che fosse successo
qualche cosa di terribile.
Dopo avere consegnato il messaggero e il suo
messaggio a Lord Elrond, i gemelli aspettarono, fino a quando gli uomini furono
condotti via da alcuni servitori ed accompagnati in una stanza dove potessero
riposarsi un po’.
"Ada? Cosa ne pensi di queste notizie? " Elladan aveva
difficoltà a non far trapelare un tono accusatorio dalla sua voce.
"Io credo
che il Principe Legolas sia in un considerevole pericolo. Dobbiamo mandare una
squadra per trovarlo ed uccidere gli orchi."
La sua fronte si corrugò
pensieroso, Elrohir chiese, "Perché gli orchi sarebbero improvvisamente interessati a trovare Rivendell? Non
possono pensare di entrare, non con i nostri arcieri e i guerrieri."
Lord
Elrond sospirò stancamente. Lui non era stato se stesso da quando aveva cacciato
via Estel, ma ogni tentativo di discutere la questione veniva bruscamente
interrotto. "Io non so quello che loro pensano di fare, né qui e né ora. Voi
dovete condurre una squadra per trovare il Principe di Mirkwood. Entrambi siete
i più abili cacciatori di orchi a Rivendell e forse in tutta la Terra di Mezzo."
Elladan chiese titubante, “e
a proposito di Estel? Forse Legolas l'ha trovato e non è solo dopo tutto."
"Oppure", anticipò
cupamente Elrohir, "Oppure, lui non l'ha trovato, ed Estel è là fuori da solo.
potrebbe essere catturato anche lui dagli orchi."
Elrohir aveva detto
quello per uno scopo. Lui voleva vedere se il pensiero di Estel nelle mani degli
orchi avesse un qualsiasi effetto sul loro padre. Era una carta crudele da
giocare, l'idea di qualcuno catturato dagli orchi gli riportava sempre alla
mente la cattura e la conseguente partenza nelle Terre Immortali di Celebrian,
la moglie adorata di Elrond e madre dei suoi bambini.
Funzionò. Un
muscolo nella guancia del Signore degli Elfi si contrasse, e lui sfolgorò suo
figlio con un sguardo duro. "Se Estel è stato catturato, gli orchi potrebbero
costringerlo a rivelare l'ubicazione di Rivendell. Perciò, è della massima
importanza che voi troviate ed uccidiate tutti gli orchi. Avete capito?
"
Elladan annuì. "Ho capito, Padre."
Elrond trasalì all'uso di suo figlio
del titolo formale anziché del più familiare, 'Ada.'
"Se tu pensi che Estel
rivelerebbe l'ubicazione di Rivendell agli orchi, non lo conosci affatto. Lui morirebbe
prima di rivelare qualcosa."
Elrond scosse la testa. "Vorrei crederlo, ma
dopo che lui ha tradito la mia fiducia nella maniera in cui lo ha fatto, non
credo di potergli credere. Dopo tutto, lui è un Edain."
"Basta!"
Tutti e
tre gli elfi si girarono sorpresi al suono di una voce femminile. Arwen stava in
piedi sulla porta, e nessuno di loro mai l’aveva mai vista così arrabbiata. La
sua faccia era anche più pallida del solito, con l'eccezione di una vampata di
rossore furioso sulle guance. Non indossava i suoi soliti vestiti, ma indossava
un completo da caccia. Il suo arco era gettato sulla schiena nello stile Elfico,
e la sua spada era appesa alla cintura.
Elrond aprì la bocca per parlare,
ma fu bruscamente interrotto. "No, tu mi ascolterai. Tutti voi mi ascolterete.
Estel non ha fatto nulla che io non ho desiderato che facesse. Infatti lui aveva
così paura di toccarmi all’inizio che ci ha messo molto tempo per farmi sentire
a mio agio. Dopo tutto, io ero a Lorien mentre tu ed i gemelli cercavate di
tenerlo qui legato a voi. Lui non ha mai approfittato di me.. Ne io di lui.
Quando lo vidi al mio arrivo qui in Rivendell, seppi che la scelta di Luthien un
giorno sarebbe stata la mia."
Lei aggredì suo padre, facendolo tacere di
nuovo nel suo tentativo di parlare. "Io non ho finito! Tu parli della sua
audacia, credi che una fanciulla elfa potesse amarlo – cosa sai della mia
audacia? Lui dovrà essere un re degli uomini. Tu non lo hai chiamato Estel
perché ti piaceva il nome. Se io vinco il suo cuore, se io lo faccio innamorare
e poi non lo scelgo? Se io gli faccio delle promesse e poi parto per le Terre
Immortale, lasciando un uomo distrutto a dominare sugli uomini? Tu pensi questo,
padre? Davvero? Io non farò a lui quello che nostra madre a fatto a tutti noi!
"
Elladan ed Elrohir non potevano credere a quello che aveva detto la
loro sorella. La guardavano a bocca aperta. Le sue parole avevano riaperto una
ferita dolorosamente mai guarita nella loro vita.
"Figlia, tu non sai cosa
stai dicendo! Tua madre - la mia Celebrian - fu danneggiata molto gravemente
dagli orchi. Loro abusarono di lei in un modo immaginabile. Lei scelse di
lasciarci perché era l'unico modo in cui avrebbe potuto accettare quello che gli
accadde."
Imperterrita, Arwen continuò, "E tu pensi che le brutte bestie
tratteranno Estel più gentilmente di come hanno trattato nostra Madre? E perché
lui è, come tu continui a ricordarmi, un Edain le Terre Immortali non saranno
una scelta per lui. Lui non riuscirà semplicemente a fuggire dal dolore. Lui
dovrà vivere con esso, o lo ucciderà. Se non c'era tempo abbastanza per uno dei
priminati di riprendersi dalla prigionia, che speranza c’è per Estel ? Lui è
cresciuto, sì, ma è ancora giovane, anche secondo il calcolo degli
uomini."
Le parole di Arwen avevano colpito Elrond. Anche attraverso la sua
rabbia per Estel, lui rabbrividì all'idea che il ragazzo fosse tenuto
prigioniero dagli orchi. Nessuno meritava quello.
"Io vi aspetterò alle
stalle quando siete pronti per andare via, fratelli." Con questo, Arwen si girò
su sé stessa e impettito andò via.
I gemelli si scambiarono uno sguardo.
Nessuno di loro aveva mai visto Arwen così furiosa, ed entrambi sperarono di non
dover più essere testimoni della sua ira. Sapevano anche che lei aveva detto la
verità. Loro erano stati quelli che avevano liberato Celebrian, e si sentivano
ancora in colpa per non trovarla prima. Lei non aveva neanche detto addio ai
suoi bambini prima di andarsene, ed i gemelli avevano a lungo sentito questo ed
era di questo che lei li incolpava.
Senza un'altra parola, Elladan ed
Elrohir seguirono fuori la sorella, lasciando Elrond a ricordare il passato e
sperare per il futuro.