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Autore: Gwainel    22/10/2015    5 recensioni
Angmar è caduta, Mordor è caduta. Gwainel si risveglia in un letto con una ferita alla spalla destra; ricorda ben poco della guerra appena finita: non sa se i suoi uomini sono sopravvissuti, non sa se le persone a lei care sono ancora in vita. L'unica cosa che si ricorda è che lei era stesa sul campo di battaglia, i corpi dei soldati caduti la circondavano, il sangue sgorgava ininterrotto dalla sua ferita e poi il buio.
Genere: Azione, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Nuovo personaggio, Thranduil
Note: Missing Moments, Movieverse, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Che fine farà la speranza


Si ritrovò nel letto completamente stordita, non si ricordava come era finita lì, cosa le era successo. Era stesa sul campo di battaglia con il sangue che le sgorgava dalla ferita, inarrestabile; la vita le scorreva via, il buio e poi si era ritrovata lì, in quel letto. La testa era pesante e ogni suo movimento era lento e tardivo come se il suo corpo rispondesse in ritardo alle azioni che il suo cervello imponeva. Gwainel si guardò intorno, alla ricerca di trovare qualcosa di famigliare. Non le ci volle molto tempo per capire dove si trovava; avrebbe riconosciuto quegli alberi così alti e fioriti anche da un miglio di distanza anche senza poterli vedere. Il profumo che si trovava nel Reame Boscoso era intenso, la natura lo avvolgeva ed esso era stato costruito in modo che si adattasse ad essa; d'altronde gli elfi silvani avevano sempre amato il contatto con la natura. Gwainel cercò di alzarsi dal letto ma una fitta alla spalla destra la pervase e la costrinse a ricadere con la schiena sopra quei cuscini così morbidi e bianchi.

“Ti abbiamo curata” le disse Thranduil. Gwainel non si era accorta minimamente che era lì. Eppure il re degli elfi era lì sulla porta della sua camera che la fissava con quegli occhi di ghiaccio, che ogni volta la faceva rabbrividire.

“I miei uomini, mio re?” Il re non riuscì a mantenere lo sguardo fisso sulla ragazza davanti a lui. Era così giovane, aveva già visto l'orrore in quella guerra, eppure la sua bellezza era intatta. La luce che proveniva dal suo spirito era così forte e intensa. Il re si avvicinò verso di lei e si sedette ai piedi del suo letto.

“I tuoi uomini ti hanno servita bene, Gwainel, ti sei dimostrata un buonissimo capitano; ma siamo tornati in pochi; le perdite sono state enormi” Gwainel iniziò a ricordare, ricordò lo stregone di Angmar che tagliò la testa a sua madre, le urla di suo padre quando la vide stesa sul campo di battaglia; ma non ricordava nulla di quello che gli era successo.

“Thranduil, io non ricordo. - Le disse lei sporgendosi verso di lui – Ricordo mia madre.” Lo disse con un filo di voce, iniziò ad ansimare, il suo respiro divenne sempre più pesante. Thranduil le prese la mano.

“Gwainel devi calmarti, respira. - Gwainel non riusciva a smettere di pensare al fatto che sua madre era morta, le lacrime iniziarono a scendere sul suo viso. Thranduil l'abbracciò forte. - Ti prego, Gwainel, devi calmarti. Hai subito una procedura di cura molto rigida, la tua ferita era praticamente incurabile e ora invece sei qui sana e salva; però devi recuperare le forze, non sei ancora fuori pericolo.” Cominciò a respirare normalmente ma Thranduil rimase ancora a contatto con il suo corpo. Gwainel sapeva dei sentimenti del re ma non aveva dato loro molto peso; conosceva la moglie del re, la madre di Legolas, e sapeva quanto il re l'avesse amata; avrebbe mai potuto reggere il confronto e cosa molto più importante avrebbe mai amato Thranduil?

“Ho affrontato lo stregone di Angmar” La ragazza pronunciò quelle parole con un filo di voce. Thranduil si staccò da lei per guardala.

“Si e lo hai sconfitto; hai vendicato tua madre, Gwainel”

“Non si può sconfiggere l'oscurità, non finchè l'anello non viene distrutto.” Quelle parole riecheggiarono tenebrose all'interno della stanza.

“Lo so” Thranduil si alzò e le diede le spalle. “Tutti festeggiano per la sconfitta del nemico. Angmar è caduta, Mordor dopo di essa.”

“Eppure, non c'è nulla da festeggiare. Sia io che te sappiamo che quel male tornerà. Abbiamo vinto una guerra, abbiamo conquistato la pace ma a quale prezzo?”

“Potremo vivere degli anni di pace duratura.” Disse Thranduil cercando di trovare un motivo a tutte le morti che erano state causate.

“Vivremo anni di dubbio, vivremo anni vigilando.”

“Il coraggio degli uomini è stato messo alla prova” Gwainel non capiva le parole del re, pronunciate con così tanto astio.

“Cosa significa?”

“Isildur ha ucciso Sauron, ha tagliato la mano che portava l'anello...”

“E non lo ha distrutto” Gwainel finì la frase, sapeva che la razza degli uomini era debole ma aveva posto sempre molta fiducia in loro. Il loro coraggio era impareggiabile e la loro speranza non moriva mai. Si toccò la ferita, la sentiva quasi bruciare eppure era del tutto guarita.

“Non guarirà mai. Sentirai il dolore per tutto il resto della vita, porterai il suo peso per sempre” Thranduil la guardò con gli occhi lucidi. Lui era lì quando era stata ferita con il pugnale Morgul. Lo stregone di Angmar, il capo dei Nazgul, la teneva per il collo con una mano e con l'altra la trafiggeva sulla spalla. Le provocò una ferita non mortale, ma un frammento della lama rimase all'interno della ferita, scavandosi lentamente la strada verso il cuore. Lo spettro lo aveva fatto intenzionalmente, voleva vedere la luce così bella e pura di Gwainel affievolirsi. L'elfo davanti a lui, colei che si diceva fosse la salvatrice del suo popolo e della Terra di Mezzo, doveva morire in modo da dimostrare a ogni specie che nemmeno la luce più forte poteva vincere l'oscurità. Se il veleno fosse arrivato al cuore, Gwainel sarebbe diventata uno spettro proprio come i Nazgul. L'oscurità avrebbe preso il posto della luce.

“Sono stata ferita con una spada Morgul” L'elfo iniziò a ricordare quello che era successo. Ricordò il dolore provocato dalla lama che penetrava sua sua spalla destra, e ricordò di come aver chiuso gli occhi e sopportato il dolore. Lei sopportò il dolore, prese il pugnale che portava e lo conficcò nella mano dello stregone. Esso la lasciò andare con un grido di dolore, e poi presa la spada gliela conficcò nel viso.

“Siete la salvatrice, la profezia è vera.”

“Io non sono nulla, ora io sono solo un'ombra di ciò che ero.” Thranduil continuava a guardarla. Il suo volto pur bello e grazioso come sempre ma non era più luminoso. Il viso era corrucciato ed così lui capì.

“Avete ucciso lo stregone di Angmar, colui che nessuno poteva uccidere o sconfiggere.”

“Ho perso mia madre, mia madre è morta e io mi sento morta come lei.” Thranduil continuava a guardarla e ad ascoltare ogni singola sua parola. Conosceva la ragazza davanti a lui ma in realtà era cambiata. Aveva visto così tanto male, così tanta oscurità che ormai la speranza che Gwainel aveva sempre avuto nel bene si era affievolita.

“La speranza è la cosa più forte a questo mondo. Loro ci tolgono ogni cosa, ogni cosa che amiamo e poi alla fine ci vogliono togliere la speranza; perchè essa ci spinge a continuare a lottare, a lottare per un futuro migliore anche quando è impossibile vederlo. - Thranduill non capiva il motivo di quel discorso. Gwainel continuava a fissare il vuoto, poi alzò lo sguardo verso il re. - Quando il nemico tornerà, che fine farà quella speranza?”

   
 
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