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Autore: Lou Asakura    20/02/2009    7 recensioni
~Post-war, Angst.
Ichigo & Rukia [230 Words]. Can you hear me?.
Il loro addio fu muto, fatto dagli sguardi che si rivolsero [e tutte le parole e tutti gli abbracci erano rinchiusi dentro quegli occhi silenziosi e lucidi] e dalle loro dita intrecciate, e lo sapevano, che lasciare la presa avrebbe significato affondare e perdersi per sempre.
Ulquiorra & Orihime [230 Words]. Redder than blood.
E il sangue era ancora più rosso, mentre zampillava copioso da quel petto bianco, e Orihime sentì la nausea stringerle lo stomaco e rivide suo fratello che moriva, e lei che gli urlava di non lasciarla e intanto restava immobile, ma ora non l’avrebbe fatto, ora l’avrebbe salvato, vero che l’avrebbe salvato?
Hitsugaya & Hinamori [241 Words]. Why I’m alive?
Lui glie lo disse, che andava tutto bene, ma lei rispose che no, non era vero, perché Aizen-taichou non c’era più e lei invece era ancora viva, e si chiedeva perché lei fosse viva quando Aizen-taichou non lo era.
Genere: Malinconico, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hitsugaya Toushirou, Inoue Orihime, Kuchiki Rukia, Kurosaki Ichigo, Schiffer Ulquiorra
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Rukia non pianse

Ikanaide

 

Ichigo & Rukia [230 Words]. Can you hear me?.

Rukia non pianse. Si sollevò sulle punte dei piedi e premette per un solo attimo le labbra chiuse contro quelle del ragazzo, e lui avrebbe voluto abbracciarla, ma non lo fece. E lei lo guardò, con tanta intensità da lasciarlo spiazzato, gli occhi blu notte accesi e lievemente lucidi -eppure asciutti-, le labbra serrate ed i bei lineamenti composti.

[Non sembrava un addio]

Poi il portale si spalancò alle loro spalle, enorme e maestoso, irradiando sprazzi di luce fulgente, e fu la loro morte. La morte di quelli che non erano morti in guerra, e che morivano ora, dentro, dilaniati da quell’addio.

Ma Ichigo e Rukia non piansero.

Il loro addio fu muto, fatto dagli sguardi che si rivolsero [e tutte le parole e tutti gli abbracci erano rinchiusi dentro quegli occhi silenziosi e lucidi] e dalle loro dita intrecciate, e lo sapevano, che lasciare la presa avrebbe significato affondare e perdersi per sempre.

Ma poi, all’improvviso Rukia ritrasse la propria mano e si allontanò, e Ichigo non poté far altro che restar fermo a guardare la sua schiena che spariva e lei che, finalmente, piangeva, e il proprio braccio teso non riuscì a raggiungerla e le proprie dita misere strinsero l’aria.

E solo quando lei fu troppo, troppo distante, Ichigo la chiamò e sussurrò, ma lei non poteva udirlo, le disse “non andare”, e lei non riuscì ad udirlo.

 

 

Ulquiorra & Orihime [230 Words]. Redder than blood.

Ulquiorra la chiamò, la voce flebile e arrochita, e lei gli strinse un attimo la mano, premurosa, i lineamenti contratti in una smorfia di panico che non le donava.

Qualcuno urlò, lontano, dove forse ancora la gente moriva, ma Orihime non vi badò e premette le mani tese contro il petto bianco dell’espada, e lui sussultò e tentò ancora di parlare, ma non ci riuscì.

Non morire, non morire, non morire, Dio, non morire.

Lei continuava a ripeterlo e lui l’osservava, gli occhi verdi che brillavano dell’ultima scintilla di vita, ed intanto la chiamava e lei gli rispondeva “tranquillo, non morirai”.

[Tranquillo, ci penserò io]

E il sangue era ancora più rosso, mentre zampillava copioso da quel petto bianco, e Orihime sentì la nausea stringerle lo stomaco e rivide suo fratello che moriva, e lei che gli urlava di non lasciarla e intanto restava immobile, ma ora non l’avrebbe fatto, ora l’avrebbe salvato, vero che l’avrebbe salvato?

Poi Ulquiorra la chiamò, la voce simile a un sussurro, e lei gli implorò di non parlare, ma lui lo fece lo stesso. Le disse di aver capito cosa fosse quel cuore di cui gli aveva parlato tempo prima, disse di averlo capito, finalmente, ora che era troppo tardi, e le disse grazie, e Orihime non sapeva per cosa la stesse ringraziando, ma gli strinse la mano, ed era fredda.

Allora, urlò.

 

 

Hitsugaya & Hinamori [241 Words]. Why I’m alive?

Hitsugaya la guardò, le piccole spalle scosse da profondi singulti, e per un attimo desiderò liberarsi di quello stupido orgoglio ed andare da lei, dirle che andava tutto bene, che la guerra era finita e che erano vivi, e che d’ora in poi poteva star tranquilla, che ci avrebbe pensato lui, a lei.

E lo fece, le si avvicinò, e Hinamori sollevò lo sguardo e lo fissò con occhi vuoti, occhi morti che Hitsugaya mai, mai avrebbe desiderato vedere, e non parlò. Lui glie lo disse, che andava tutto bene, ma lei rispose che no, non era vero, perché Aizen-taichou non c’era più e lei invece era ancora viva, e si chiedeva perché lei fosse viva quando Aizen-taichou non lo era.

[Allora Hitsugaya pensò che sarebbe stato meglio se Hinamori fosse morta]

La guardò e vide un fantasma, non Hinamori, un fantasma, non più lei che sorrideva, ma Hinamori che doveva essere morta ed invece era viva, e non sapeva perché.

E la sentì lontana, Hitsugaya, come se davvero stesse scomparendo, e lui temeva che sparisse sul serio, che Aizen se la portasse via anche se infondo l’aveva già fatto, e lo odiò per questo più di quanto già non l’odiasse.

Allora guardò Hinamori, e le disse “Ci sono ancora io”, ma lei lo fissò con occhi che ormai non vedevano più questo mondo e non rispose, e allora Hitsugaya capì che era tutto inutile.

Che lei, nonostante tutto, era morta.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Spazio dell’Autrice:

Mmmmm. Dunque, che dire di questa fanfic. Mi piace? Non lo so. Ho provato a sperimentare uno stile confusionario, con periodi lunghi e molte congiunzioni, ma non so se mi sia riuscito. Volevo che fosse angst =Q=

Avrei voluto inserire anche una GinRan, ma la voglia di scrivere era passata ed avrei sicuramente ideato una schifezza indegna di questo pairing.

Comuuunque, lo scopo era quello di creare una visione frammentaria della vita Post-War, con un introspezione sui piccoli drammi di ognuno di loro, come l’inevitabile separazione fra Ichigo e Rukia, la morte di Ulquiorra (che credo ci sarà), e la disperazione di Hitsugaya nel vedere Hinamori che ormai non vive più. Avrebbero dovuto essere molti di più, ma poi [non so come non so perchè] ho deciso di fermarmi qui, e spero davvero che apprezziate questi tre miseri frammenti di vita dei nostri amati bleacher.

Aaaah, il titolo. Ikanaide. Beh, Ikanaide in giapponese significa Non andare. E’ una delle mie espressioni giapponesi preferite (lo urla Sakura a Saske quando lui sta andando via, e viene ripetuto in varie j-song, fra cui DaiDai, una delle ending di bleach), ed ho pensato che fosse appropriato: Rukia torna alla Soul Society per sempre, Ulquiorra muore, Hinamori scompare pian piano, e Ichigo, Orihime e Hitsugaya pregano loro di non andare.

Hun, spero davvero che Tite Kubo non ci riservi un finale rose e fiori-nessun morto-tutti felici e contenti come quello di Breaking Dawn ToT. Kubo-sensei, prendi esempio dalla Zia Rowling, lei si che ha capito come va la vita °O°.

Detto ciò, ringrazio chi ha recensito Deadly Sins, e soprattutto Queen, che non si faceva sentire da un po’ in questo fandom XD Che dire, bentornata, cara *O*. Ah, e per rispondere a Blu (WITCHnamine), io li ho presi da FMA, i peccati, quindi non ne ho mica idea ù___ù.

Ci sentiamo alla prossima fanfic <3.

 

Ichiru.

   
 
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