Il ticchettio sulla tastiera si alternava ai veloci e continui click del mouse, la freccina scorreva sullo schermo trascinando in varie direzioni la costruzione 3D alla quale il ragazzo stava lavorando dalla mattina.
La piattaforma si muoveva in ogni direzione, e ad una persona normale, che non aveva il controllo della cosa, a guardarla sarebbe molto probabilmente venuto il mal di mare.

Lugonis lo trovò così, esattamente come lo aveva lasciato, concentrato sullo schermo luminoso del computer dal quale si distoglieva talvolta solo per controllare l’esattezza delle misure. E soprattutto, sempre in pigiama.
“Oh ciao – lo salutò Albafica – sei tornato”
“Già – sorrise di rimando il padre – questa giornata è stata abbastanza pesante, ma per fortuna è finita” rispose stendendosi sulla poltrona lì accanto.
“Facciamo un thè allora? E’ ora della merenda!” saltò su  il figlio che non aspettava altro che staccare un po’.
Il padre acconsentì  e dopo poco erano tutti e due al tavolo con una tazza fumante tra le mani. Ci voleva proprio, stava diventando un bel freddo, e una bevanda calda era l’ideale. E in ogni caso quello del thè era diventato per Albafica praticamente un momento irrinunciabile della giornata.
Mentre sorseggiava dalla tazza, accese il profilo Facebook ricordandosi di una chat a cui non aveva ancora risposto; Regulus li aveva invitati ad un evento per la sera successiva ma lui non aveva alcuna voglia di partecipare. Per rispetto al ragazzino però, che a queste cose teneva tanto, pensò fosse meglio dirlo esplicitamente, così adducendo a svariati impegni si tolse d’impaccio.

Finita la sua bevanda andò a mettere le tazze nel lavello per poi  riprendere  da dove si era interrotto e subito fu seguito dal padre che anche se stanco si rimise al lavoro per il giorno dopo. Rimasero così, in silenzio ognuno concentrato sulle sue cose, quando arrivò un messaggio. Era Manigoldo.

<<Albie, fai un po’ meno l’asociale…!>> scriveva l’amico.

<<Mani, fai un po’ meno il rompi>> rispose prontamente lui.

<<ma dai! Non ci vediamo mai!>> mandò ancora.

<< lo sai perché, ho un sacco di impegni e non me li sto inventando>>

Entrambi sapevano benissimo che ciò era vero ma Manigoldo insisteva sempre per provare a farlo uscire di casa qualche volta. Solitamente i suoi tentativi non andavano a buon fine, i “mille impegni” dell'altro erano sempre una scusa inattaccabile visto che il più delle volte erano veri, e quindi doveva rassegnarsi a mandargli i messaggi per assicurarsi che fosse ancora vivo. Questa volta però riuscì almeno a strappargli la promessa che la settimana seguente non lo avrebbe cacciato se gli fosse piombato in casa.

Albafica chiuse la conversazione ridacchiando. Manigoldo era proprio ostinato ma infondo era il suo migliore amico anche per quello.
“Chi era?” chiese curioso Lugonis alzando leggermente la testa.
“Ah niente, Mani che mi chiedeva se uscivamo questo sabato, ma gli ho detto che non posso”
Come al solito avrebbe voluto rispondergli il genitore ma si tenne il suo pensiero per sé. Ne avevano già parlato altre volte.
“Quindi deduco che starai in casa tutto il giorno anche domani”
“Esattamente” rispose il figlio senza togliere gli occhi da ciò che stava portando avanti.
“Ma non hai intenzione di toglierti il pigiama neanche una volta?”
Alchè il ragazzo si fermò e guardandolo rispose:
“Papà, Il pigiama non è un abbigliamento, è uno stile di vita.”






Angolo dell'autrice:
No vabeh, questa cosa m'è venuta in mente così  a caso, prendetela come tale...! XD
Il fatto che oggi si mettando indietro gli orologi di un'ora, e quindi si dorma di più m'ha fatto venire quest'ideuzza: e se Albafica fosse un gran lavoratore, ma quando lavora, lo facesse rigorosamente in pigiama finchè non ha finito??
ok stupidate a parte, grazie per ever letto e scusate, ma... volevo farlo...! ^^