Storie originali > Drammatico
Ricorda la storia  |       
Autore: gab_24    25/10/2015    0 recensioni
Jonathan Miles, un ragazzo che all'età di 22 anni parte per l'Iraq, un pò per passione e un pò per seguire le orme del Padre e del Nonno.
Durante una missione, dopo una serie di bombardamenti, fra il fumo, le macerie e le fiamme, Jonathan si perde e non trova più i suoi compagni e si trova da solo in un territorio come quello dell'Iraq, un ragazzino di appena 22 anni da solo in Iraq, durante la sua sopravvivenza stringerà un'amicizia profonda quanto improbabile che potrà riportarlo dai suoi fratelli per tornare a casa sano e salvo.
Ma ce la farà?
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 1 – La Mattina Del 21 Settembre 1999

Mi chiamo Jonathan Miles, sono un ex militare statunitense e fin da piccolo avevo questo sogno che poi ho realizzato all’età di 22 anni partendo per l’Iraq nel lontano 2003, ma andiamo con ordine.

Era il 21 settembre 1999 quando una mattina, come tutte le mattine, mi svegliai alle 5 per correre fuori per poi tornare a casa e farmi una doccia, dopodichè mi misi davanti allo specchio come sempre per guardarmi e sperare di trovare in me stesso un soldato, un eroe, un uomo realizzato, così feci il saluto militare e poi mi  preparai per scuola come ogni mattina, cosa rese quella mattina diversa dalle altre? Beh la rese diversa il fatto che mentre mi preparavo, fuori dalla finestra mi fermai per degli istanti infiniti a guardare le Torri Gemelle che io tanto amavo e che potevo vedere ogni giorno fuori dalla vista mozzafiato della finestra di camera mia.

Quella mattina però era diversa soprattutto per un motivo, ovvero che forse ero riuscito a far capire a mio padre che arruolarmi era il mio vero sogno, si perché lui è sempre stato contrario a farmi fare quello che hanno fatto lui e nonno, ma io non potevo cambiare idea essendo cresciuto in una famiglia di eroi di guerra dove il patriottismo americano e la guerra erano presenti in ogni metro quadrato della casa.

Mi ricordo ancora il suo sguardo quando mi vide con la sua felpa con scritto dietro “U.S. Army”, mi ricordo ancora il suo sguardo di disapprovazione verso quello che sognavo di essere, quella mattina litigammo davvero forte, ma forse è stato un bene.. ora oserei dire più che altro.. un male.. ma vabbeh, era stato un bene perché secondo me da quel giorno capii che io avrei insistito fino all’ultimo per arruolarmi e che era quello che volevo fare.

Quel giorno andai a scuola molto arrabbiato e quello stesso giorno avevo la mia materia preferita alle prime 2 ore, ovvero Storia con il prof. Howard che amavo altrettanto, l’unico che riusciva a concepire il mio sogno e che davvero mi capiva, non mi dimenticherò mai  nessuna singola chiacchierata fatta con lui ogni volta nei corridoi dopo le sue ore, ma quel giorno ero arrabbiato e distratto, lui se ne accorse e dopo avermi ripreso in classe mi parlò in privato come sempre nei corridoi, capì subito il mio problema, lui sapeva delle ideologie diverse fra me e mio padre e i vari scontri verbali che c’erano fra di noi per via del mio sogno nel cassetto e perciò mi disse solo di non buttarmi giù e di distrarmi un po’ allo stesso tempo e mi diede un consiglio, quello di provarci con la mia compagna di classe Elisabeth che secondo lui mi lanciava sguardi d’amore assoluto, diceva che aveva occhi solo per me in classe.

Così decisi di ascoltarlo e quel giorno fuori da scuola, una volta finite le lezioni le chiesi di uscire molto semplicemente e lei rispose di si in modo altrettanto semplice come se oramai per noi due fosse già tutto chiaro.

Arrivò sera, io molto teso ma allo stesso tempo sicuro di me come deve essere ogni vero soldato d'altronde, l'andai a prendere con la mia nuova auto e la vidi li, incantevole alla porta di casa sua ad aspettarmi e mentre scese c’era il giardino a fargli da contorno, peccato per lo sfondo che era caratterizzato soprattutto da suo padre che mi lanciò un’occhiata del tipo “Vedi di trattarla bene e portarla a casa in tempo altri menti di taglio la testa e ti cago in gola” in stile Sergente Hartman.

Inizialmente c’era un po’ di imbarazzo che poi andò subito via, ma che tornò poco dopo quando per problemi di soldi, siccome volevo offrire io, dovetti portarla in una pizzeria in città, che imbarazzo, me lo ricordo ancora.
 
Tutto sommato la serata andò più che bene, si fece quasi mezzanotte quindi la riportai a casa e una volta arrivati mi invitò a sedermi affianco a lei nel dondolo del suo giardino, dove rimanemmo a parlare per una mezz’ora buona, dove puntai a farla ridere, cosa che pare abbia funzionato siccome per salutarmi poi mi diede il bacio della buonanotte, una buonanotte indimenticabile direi.

Mi ricordo ancora la sua frase prima di darmi la buonanotte, appena dopo il bacio mi disse:
<>
Io gli risposi :
<>
Anche se in realtà ero molto terrorizzato da tutto ciò, ma poi quello che gli dissi si rivelò realtà e mi ricordo ancora poco più di un anno dopo, ovvero il 24 ottobre del 2000, quando durante un intervallo Elisabeth mi chiese se ero ancora interessato ad arruolarmi e in quel momento mi resi conto che lei davvero mi stava distogliendo dal mio vero sogno, ma al momento gli risposi nel migliore dei modi dicendogli :
<< L’unica cosa a cui sono interessato sei tu>>

Infatti quel giorno la svolta, quando tornai a casa, ironia della sorte, come sempre suonai al campanello e mi aprì la porta mio padre che quel giorno mi disse che voleva parlarmi e di punto in bianco se ne uscì dicendomi che voleva lasciarmi la libertà di scelta, una volta finito l’anno se volevo avrei potuto arruolarmi, io allo stesso tempo sorpreso ma felicissimo scoppiai in un urlo di gioia e con gli occhi lucidi abbracciai fortissimo mio padre, lui finalmente aveva capito.. aveva compreso ciò che provavo realmente anche perché lui alla mia età non era tanto diverso da me e credo sia stato anche questo a farlo riflettere.
 
Non volevo dare subito la notizia a Elisabeth, volevo aspettare almeno un mesetto per dirglielo in modo che passasse un po’ di tempo dal discorso che avevamo fatto soltanto poche ore prima.

Così, poco prima di Natale, il 22 Dicembre del 2000, durante le vacanze natalizie gli dissi che avevo preso una decisione importante, ovvero arruolarmi finalmente e lei non la prese come mi aspettavo.. aveva uno sguardo molto deluso e infatti mi disse un semplice :
<< Ah.. sono felice per te, ma come mai sta decisione? >>
Io gli dissi semplicemente che mio padre mi aveva dato il via libera per arruolarmi e io non potevo dire di no, lei mi spiegò che però ora ero impegnato in una relazione, mi disse che dovevo pensare anche a lei ecc ecc..

Quella sera litigammo parecchio per poi fare pace alla vigilia di Natale, dove finalmente lei capì che non l’avevo messa in secondo piano e che era comunque per me una delle persone più importanti della mia vita.

<< Lei era il mio amore, l’esercito però era la mia passione >>
Ecco cosa gli dissi la mattina di Natale, diedi la notizia una volta tornato a scuola a Gennaio anche ai miei compagni e ai miei prof e fra complimenti e auguri, quelli che aspettavo di più erano i pareri del mio prof. Howard.

Il quale dopo le sue due ore come di consueto nel corridoio mi prese da parte per parlarmi, dove mi fece i migliori auguri e mi disse di non arrabbiarmi con mio Padre se per tanto tempo mi ha vietato di arruolarmi, perché lo ha fatto per il mio bene e in fine mi disse solo :
<< Sei un ragazzo forte e deciso, ma vedere la morte in guerra è la peggior condanna a morte per chi sopravvive da essa >>

Quelle parole mi segnarono ma non mi demoralizzarono, anzi mi fortificarono, e non poco, mi ricordo che l’anno passò in fretta e che i successivi 5 mesi erano passati come fossero una settimana.

Era già arrivato Giugno, superati gli esami e il successivo diploma mi aspettava il ballo di fine anno, dove passai momenti unici con Elisabeth, dove ci trovammo faccia a faccia a pochi centimetri l’un l’altro e ci scambiammo le parole più dolci che una coppia possa dirsi, che non scrivo qui perché sarebbe quasi imbarazzante ora come ora.

Finalmente arrivò il grande giorno, il 17 Luglio 2001 andai a Fort Hood, in Texas in un centro reclutamento militare per arruolarmi come volontario, mi ricordo ancora i miei genitori in lacrime, la mia famiglia in lacrime e Elisabeth con la sua famiglia.. in lacrime.. tutto ciò mi demoralizzò molto, ma allo stesso tempo mi motivò per fare bene e far si che non succedesse nulla di brutto.
 
Dopo il primo periodo d’addestramento ebbi l’opportunità di tornare brevemente a casa, era andato tutto benissimo, era bellissimo, come mi immaginavo, ed era altrettanto bello festeggiare con la mia famiglia e la famiglia di Elisabeth il mio ritorno a casa, anche se breve.

Passò del tempo ed era oramai quasi ora di ripartire, quando due giorni prima della mia partenza, ovvero l’11 Settembre 2001, dove, mentre preparavo il borsone per il viaggio di ritorno fuori dalla finestra vidi il disastro, vidi le mie due amate torri essere attaccate e cadere e io le guardavo e non potevo fare nulla, attaccato al vetro con sguardo perso e lacrime agli occhi le ho guardate cadere, solo questo ricordo.
Ricordo anche il mio desiderio di vendetta, che una volta tornato mi spinse a fare bene, dopo il Natale passato con la famiglia e Elisabeth, tornai ancora più volenteroso di vendetta, quando dopo un lungo periodo di addestramento finalmente a fine 2002 mi ero arruolato.

Il giorno di Natale del 2002, mi ricordo ancora che sono stato chiamato, che il mio nome era stato scelto, che l’America aveva bisogno di me per essere protetta, l'America era appena entrata in guerra con l’Iraq e iofui mandato in missione li, ero ufficialmente un militare, era quasi un sogno, non ero li per uccidere, ma per proteggere il mio paese, il che per me era diverso.

Ero in una pattuglia dell’unità del 3rd Armored Cavalry Regiment, dove rincontrai due cari amici conosciuti durante l’addestramento, Ron e Jack, che erano nella mia stessa pattuglia, per fortuna.

Mi ricordo che il  soprannome datomi era “Innocente” per via della mia ingenuità e per il mio senso di giustizia, mentre a Jake gli diedero “Brufolo Bill” per via dei suoi brufoli e del suo cognome Billhart, mentre a Ron gli toccò il soprannome di “Weasley” per via della sua somiglianza al personaggio di Harry Potter, Ron Weasley, e anche per via dei suoi capelli rossi.
 
Mi ricordo ancora tutte le emozioni che provavo quel giorno, ma sono talmente tante per descriverle adesso, mi sembrava di vivere un sogno quasi, finalmente .. un sogno ad occhi aperti.
   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Drammatico / Vai alla pagina dell'autore: gab_24