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Autore: Fuuma    26/10/2015    2 recensioni
Una mano di Ben al cronometro.
Uno scatto di Carlos.
E il figlio di Cruella gli corre incontro.
{ benlos }
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Characters: Carlos De Vil; Ben;
Pairing: BenxCarlos {pre-benlos};
Rating: PG
Genre: slace of life; fluff;
Warning: slash;
Words: 752
Prompt di: Jordan Hemingway Efp ~ Descendants, Ben/Carlos, Allenamenti, per migliorare corsa e resistenza. Ceeerto. (I realized che finora t'ho promptato solo la mia otp su questo fandom, i'm so sorry XD)
Disclaimers: I pg appartengono alla Disney.
Scritta per l'UST Day della Winter is Coming Week @We are out for prompt
 



Una mano di Ben al cronometro.
Uno scatto di Carlos.
E il figlio di Cruella gli corre incontro.
Ben lo guarda e non si perde un istante del suo corpo piccolo e flessuoso, delle gambe che lo buttano in avanti { vorrebbe poter spalancare le braccia e afferrarlo al volo, fermarlo con il proprio corpo e far cadere entrambi nell'erba }, dei riccioli in cui il nero della base si scolora in un bianco candido { sembra così morbido }, delle braccia che si sollevano vittoriose quando supera un nuovo record { starebbero così bene quelle braccia intorno al proprio collo }, o dei fianchi che si muovono in un balletto improvvisato intorno al principe di Auradon { come un cagnolino che fa le feste al suo padrone }.
«Good boy.»
Gli è scappato.
Carlos smette di ballare e incrocia le braccia al petto, arricciando le labbra con disappunto.
«Ben, ne abbiamo già parlato. Non sono un cane.»
«Lo so, scusa, non volevo offenderti, Carlos. È solo che mi piacciono i tuoi occhi.»
«Cos'è che ti piace?»
Entrambi si pentono della domanda di Carlos: il più piccolo di averla posta e Ben di vedersela rivolta. Ma ormai è tardi per tornare indietro, anche se Ben non sa come rimediare e Carlos è arrossito, ha sciolto l'intreccio delle braccia e le lascia ciondolare avanti e indietro, senza sapere cosa farne di quei due arti che di colpo gli sembrano fatti di gelatina.
Dovrebbero tornare ad allenarsi, ecco, ma la domanda è ancora lì, tra loro, e aspetta una risposta.
«Insomma, sono… grandi.»
«Ok...»
Poteva andare peggio, pensano entrambi.
Poi, Ben ha la malaugurata idea di continuare, gesticolando con la mano che regge ancora il cronometro, ne ha schiacciato per sbaglio il pulsante di start e i secondi iniziano a susseguirsi, misurando la velocità delle sue parole «E caldi. Come quelli di un cucciolo. Sai, no? Non volevo intendere nient'altro. Solo che sono belli. Molto. Sì. Non pensi anche tu che dovremmo tornare all'allenamento? Stai andando bene, bravo, continua così.»
Trenta secondi di un imbarazzo che, invece di svanire con l'azzeramento del cronometro, si fa più intenso.
Hanno smesso entrambi di guardarsi, Ben osserva con attenzione le stanghette che formano i quattro zeri sul display del cronometro e Carlos cerca ispirazione nelle linee bianche che delineano la kill zone, sul campo di tourney field.
«Giusto, l'allenamento.» azzarda in ritardo De Vil; anche il suo corpo lo è – in ritardo – e, quando fa per voltarsi, le gambe cedono e il ragazzo si sta afflosciando a terra.
«Hei!»
Sono le braccia di Ben ad impedirlo: gli circondano la vita, lo sostengono con una facilità che fa nascere a Carlos farfalle nello stomaco e il petto poggia alla sua schiena più sottile, avvolgendolo con ali di calore.
Questo non è d'aiuto. Per niente.
«Stai bene, Carlos? Vuoi che ti accompagni in infermeria?»
«NO!» l'acuto esce imbarazzante dalla bocca del più piccolo e i timpani sensibili di Ben non ringraziano «Scusa. Volevo dire che sto bene. Benissimo. Mai stato meglio. E… ehm.. che ne dici di lasciarmi, ora?»
«Oh. Sì, subito.»
È un subito inteso male, perché non lo lascia – non subito, per l'appunto – e per un attimo Carlos ha l'impressione che lo stia stringendo più forte. Non gli fa male, è un Lost Boy e come tale ha cicatrici visibili e non che lo hanno reso più resistente anche se nessuno lo direbbe; non gli dispiace nemmeno essere abbracciato (è una cosa che ha scoperto relativamente da poco, non è che i villain ricevano tutti 'sti grandi abbracci) e non avrebbe tanta fretta di levare le tende, se non fosse per quelle stupide farfalle che continuano a rimescolargli lo stomaco e per le gambe che, se continua così, si scioglieranno tra l'erba e non si muoveranno più.
E allora chiude gli occhi, stringe le mani alle braccia di Ben e se le toglie di dosso, liberandosi.
«Ho ricordato di avere ancora i compiti di Remedial Goodness 101 da finire. È proooprio ora che vada.»
«Certo. Allora, uhm, domani alla stessa ora?»
Carlos si volta quel tanto che basta per guardare il volto di Ben con la coda dell'occhio.
Il principe gli sorride, la fiducia di un intero mondo racchiusa nello sguardo e lui non sa come dirgli di no, né vuole farlo a dire il vero.
Abbozza un sorriso a propria volta ed annuisce.
L'attimo dopo Ben lo guarda correre via e, nel proprio petto, il cuore non ha smesso un secondo di battere all'impazzata.

   
 
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