Fanfic su artisti musicali > One Direction
Ricorda la storia  |      
Autore: Zoe Nightshade    27/10/2015    2 recensioni
"-Ops.- Lasciò che l’esclamazione gli slittasse via dalla bocca, mentre apriva gli occhi e osservava il suo salvatore.
-Ciao.- Rispose quello, mentre le stelle, illuminandolo, gli conferivano un colore argenteo."
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

“Under the moonlight.”

 
 
"Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro,
non intendo dare rappresentazione veritiera dei caratteri di queste persone,
né offenderle in alcun modo."
 
 
 
 
“Sì, mamma, come no!” Gridò, sbattendo la porta bianca dietro di sé e sentendo i borbottii che seguirono dal piano di sotto, si tirò i riccioli castani che gli ricadevano sul viso in segno di frustrazione: la rabbia ancora gli formicolava nelle vene. Si guardò intorno in quella stanza totalmente estranea, cercando di capire dove potesse mettere gli oggetti che più lo rappresentavano: la coroncina di fiori, l'acchiappasogni, i cd di Stevie Wonder e la stampa del quadro "Notte stellata" di Van Gogh. Tutti quegli oggetti erano ancora in uno degli scatoloni che doveva disfare. Aveva odiato il trasloco: il dover lasciare la sua vera casa per andare a vivere in qualcosa che di suo non aveva proprio nulla, se non il cognome sul campanello.
Andò verso la finestra e passò l'indice sul sottile strato di polvere che ne ricopriva gli infissi, fece una faccia schifata al sentire la consistenza del materiale che aveva sul dito e si pulì le mani sul tessuto spesso e ruvido dei pantaloni che aveva indosso. La aprì ed uscì fuori dalla stanza, ritrovandosi sul tetto. Aveva le sopracciglia ancora aggrottate per la rabbia che sua madre aveva fatto scaturire, cercando di confortarlo: i suoi nuovi compagni di scuola erano venuti a conoscenza del suo orientamento sessuale e non si erano trattenuti nel commentarlo con parole grevi e volgari.
"Frocio", "Finocchio", "Malato".
Quelle parole ancora gli rimbombavano nel cervello, martellanti come il becco di un picchio sulla corteccia di un albero, quando il piede gli scivolò da una delle tegole. Credette di stare per cadere di sotto, quindi chiuse gli occhi e lasciò il corpo a peso morto, ma un braccio lo bloccò.
Ops.” Lasciò che l’esclamazione gli slittasse via dalla bocca, mentre apriva gli occhi e osservava il suo salvatore.
Ciao.” Rispose quello, mentre le stelle, illuminandolo, gli conferivano un colore argenteo.
“Mi dispiace esserti piombato addosso, io non...” Il ragazzo riccio cercò di giustificarsi, gesticolando e grattandosi la nuca, ma l'altro tagliò a metà il suo discorso, presentandosi.
“Sono Louis.”        
“Harry.” Gli tese la mano, Louis la strinse e poi tornò con un balzo sul tetto davanti a quello del riccio.
“Allora, che ci fai qui, Harry?” Lo guardò con un sorriso sornione, ma gli occhi tradirono una persistente curiosità.
“Cercavo un posto per pensare e che mi ricordasse casa: il cielo è sempre lo stesso, quindi questo mi sembrava un posto adatto.” Anche le sue labbra si incurvarono all'insù. Osservandolo attentamente per la prima volta, si accorse della sua bellezza: i capelli - "durante il giorno castani", pensò Harry - erano ricoperti dalla sabbia d'argento della notte, gli occhi, limpidi come l'acqua di un ruscello, brillavano sotto la luce delle stelle ed il naso, delicato ed un poco a patata, rifletteva il chiarore della luna. Si perse nella contemplazione dei lineamenti di Louis, mentre quello gli raccontava qualcosa che lui non stava minimamente ascoltando, poiché stava usando tutta la sua concentrazione per fissarlo.
“Harry? Ci sei?” Tentò di richiamarlo con un gesto della mano, come per riscuoterlo da un sogno.
“Cosa?” L'altro scosse la testa, facendo sì che i riccioli gli carezzassero la fronte, mentre l'altro ridacchiava. “Io non...” Riprese, ma le parole gli rimasero incastrate tra i denti. “Ho molti pensieri, ultimamente, e mi ci sono perso.”
"E mi sono perso anche nei tuoi occhi comunque." Quella frase gli passò repentina nella mente e Harry non capì se l'avesse solo pensata o se l'avesse detta davvero. Data l'espressione immutata sul viso di Louis, capì di non aver tradito le sue idee. "Stupido" Si rimbeccò. "Ora ti innamori degli sconosciuti come fanno le ragazzine dodicenni. Smettila."
“E quali sono questi pensieri?” Domandò il ragazzo dagli occhi chiari con un'evidente espressione incuriosita stampata sul viso. Harry tentennò un poco, studiandolo e decidendo se sfogarsi o meno con lui. E se fosse stato come tutti gli altri? Se lo avesse preso in giro?
“Niente di grave: ho litigato con mia madre, che cerca di trovare cose positive nel mezzo di notizie terribili, e rivoglio casa mia.” Rispose, pensando al suo migliore amico, Niall, che lo salutava da lontano mentre qualche lacrima gli ricadeva sulle guance.
“Di dove sei?” Chiese Louis, mentre un insaziabile e inspiegabile desiderio di conoscere l'altro gli pervadeva lo stomaco e la gola.
“Holmes Chapel, nel Cheshire.” Scrollò le spalle, ricordando il giardino di casa sua e la sua vera stanza. “Sono qui perché i miei hanno divorziato da poco e mamma ha voluto cambiare aria.”
“So come ci si sente.” Fu la risposta dell'altro, che aveva gli occhi puntati e persi nel cielo. Harry lo guardò sottecchi, cercando di cogliere ogni suo dettaglio. “Ad avere i genitori divorziati, intendo. I miei si sono lasciati qualche anno fa: papà aveva un'altra.” Riprese Louis.
“Mi dispiace.”
“A me no, vivo meglio senza papà. Però mi dispiace per te.”
Gli rivolse un sorriso sincero per poi rimanere in silenzio.
“Sei nato qui a Doncaster?” Il ragazzo con gli occhi verdi si era proibito di chiedere altro, ma non resistette.
“Sono io quello che fa le domande, qui, riccetto.” Louis cercò di abbassare la voce e risultare minaccioso, ma il risultato fece scoppiare a ridere l'altro, che si sentiva il cuore palpitare per il soprannome appena ricevuto. “E non mi sminuire ridendo, quello non farà altro che peggiorare la tua situazione!” Continuò Louis, mentre le risa coinvolgevano anche lui. Si tenevano ancora entrambi la pancia, mentre avevano gli addominali indolenziti e le lacrime agli occhi, quando il ragazzo dai capelli lisci riprese a fare domande.
“Hai dovuto lasciare la tua ragazza? È per questo che vuoi tornare a casa?”
Harry sussultò: erano pericolosamente vicini al discorso dell'orientamento sessuale.
“Non ho mai avuto una ragazza.” Rispose, concentrando il suo sguardo sulle stelle.
“Io sì. Si chiamava Hannah, ma poi ho capito che non era fatta per me.” Louis prese una pausa. “Cioè, poi ho capito che le ragazze non sono fatte per me, ecco.” Le labbra sottili si contrassero in un sorriso imbarazzato. Il ragazzo dai capelli ricci sentì il proprio stomaco contrarsi e il cuore perdere qualche battito.
“S-Sei gay?” Balbettò un poco, sgranando gli occhi. L'altro scrollò le spalle.
“E che gran pezzo di gay, oserei dire.”
Harry cercò di camuffare una risata, ma non ci riuscì, quindi iniziò.
“Beh, se vuoi un parere di un altro gay, sei un pochino montato.”
Louis sembrò sorpreso per la scoperta dei gusti dell'altro, ma poi riprese.
“Preferisco "realista" od "oggettivo".”
Entrambi, non lasciandosi un attimo con gli sguardi, lasciarono che le loro labbra si curvassero all'insù. Continuarono a prendersi in giro ed a raccontare di loro stessi per tutta la notte, fino a quando l'alba, colorando il cielo del suo colore rosato e caldo, non spuntò all'orizzonte.
“Credo si sia fatto tardi, riccetto.” Louis sbadigliò per poi far sgranchire la schiena. “Ci vediamo stasera?”
“Ci vediamo stasera.” Confermò Harry, alzandosi e rientrando in camera sua.
Forse, solo forse, Doncaster non sarebbe stata così male.
 
 
 
 
A/N:
Bella gente, sono di nuovo qui con una os Larry purtroppo per voi.
Questa volta ha un lieto fine ed è relativamente felice, quindi mi sento appagata: sto migliorando.
È solo la mia seconda pubblicazione, ma sono lenta e non ho tempo, quindi, beh, sarà il mio ultimo lavoro per un po’.
Come sempre ringrazio mia sorella, Thaleia Thea, nonché mia beta e insegnante di scrittura, che mi aiuta sempre;
Debby, enorme pezzo di mucca, che è stata la prima a leggere questa one shot e che vuole che la continui per farne una fan fictionsapendo che non lo farò;
Francesca, la mia parabatai, che ha letto il primo pezzo di questa one shot mentre eravamo in vacanza e aspettavamo la pizza in un ristorante a Rosà.
E te, piccolo lettore, perché shippi Larry e quindi sei una persona bellissima lo saresti ancora di più se mi lasciassi una recensione.
Mi dileguo, come al solito, ma ricordatevi che se non lascerete una recensione i Larry non faranno coming out.
Baci a tutti,
Zoe (Ludovica)
  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: Zoe Nightshade