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Autore: LaRagazzaImpossibile    31/10/2015    1 recensioni
Dio, se esiste un Dio lì sopra, non lo so, potesse farmi cadere il cielo addosso e schiacciarmi, se ora come ora non mi trattenessi, potesse il cielo che cade bucare questa pelle che mi riveste, bagnare le membra della terra con questo sangue che da un cuore esce e nell'altro entra, non solo il mio, ho il tuo sangue nelle vene, Clara Oswald, te l'ho rubato e te lo rubo sempre, tu nemmeno te ne accorgi: ingenuità o...stai al gioco?
Genere: Erotico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Clara Oswin Oswald, Doctor - 12
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ogni volta che ti vedo
 
                                                            


Eccola, le porte si aprono.
"uh, che giornata! Dottore, allora? Dove si va questa volta?".
Quelle disobbedienti porte si aprono insieme alle sue labbra che mi chiedono dove la porto, sempre loro, ogni volta come fosse la prima, quelle labbra piccole e meravigliose.
L'ho sempre detto: è una bambina, in molti lo dicono, vero? Sappiate, molti, che nessuno lo sa quanto me, è così influenzata dai nostri viaggi, così dipendente da essi che...lo è anche da me, e i bambini dipendono dai grandi, dai grandi che li controllano.
E la bambina è lì, a volte mi impartisce ordini, talvolta scomodi e dall'aria saccente, ma quando lo fa finisce sempre con l'avere ragione, Clara sfida sè stessa: vince sempre; sfida me: vince sempre.
Oh, ma sono io che la lascio vincere, io sono il Dottore e non posso essere sconfitto a meno che non lo voglia davvero, ma come faccio a vincere a quegli occhi? Due punti luminosi, immersi nell'oscuro di un universo proibito che non potrò mai esplorare, un mistero, un impossibile mistero.
Fatti scoprire da me, Clara Oswald. 
Se solo potessi aprire completamente la tua anima, con ogni tipo di mezzo, lo farei con queste stesse mani, mani vecchie, stupide e schifosamente indecorose, soprattutto ora che sono inebriate dai pensieri che la mia mente costruisce ogni volta che ti vedo.
Dio, se esiste un Dio lì sopra, non lo so, potesse farmi cadere il cielo addosso e schiacciarmi, se ora come ora non mi trattenessi, potesse il cielo che cade bucare questa pelle che mi riveste, bagnare le membra della terra con questo sangue che da un cuore esce e nell'altro entra, non solo il mio, ho il tuo sangue nelle vene, Clara Oswald, te l'ho rubato e te lo rubo sempre, tu nemmeno te ne accorgi: ingenuità o...stai al gioco?
Che te lo rubi o meno: è mio.
Deve uccidermi il cielo cadendo? Lo faccia.
Perchè sei così Clara? Così...gentile, rabbiosa, quei tuoi occhi, il tuo esserci sempre...un giorno al solo ricordare tutto questo, soffrirò così tanto da soffocare e non farò che quel che faccio sempre: salirò sulla mia cabina e fuggirò...fuggirò affinchè quel dolore non possa raggiungermi, ma so che ovunque andrò sarà lì ad aspettarmi.
Ma ci sei tu, con la tua voce e i tuoi splendidi sorrisi, ci sei tu e ogni volta che ti vedo mi sento impotente, sconfitto davanti al mondo, Clara è la mia vittoria che mi sconfigge, il mio fuoco nell'acqua, ogni volta che ti vedo è come se qualcuno vestito di nero mi guardasse negli occhi, le sue mani sulle mie spalle premono verso il basso, mi costringono ad inginocchiarmi e così, non posso fare altro che cedere eccomi, sono sconfitto: il Dodicesimo è caduto.
Cosa dico, cosa ti rispondo Clara? "Dove si va questa volta?".
In capo al mondo credo, no già ci siamo stati, dall'altro lato dell'universo? No, portami sotto la tua pelle, portami nelle tue vene, adesso, voglio entrare in quello che sei veramente, voglio leggere ogni riga dei tuoi riflessi nervosi.
E se mi avvicino a te? E se le mie mani aprissero davvero la tua anima?
"Clara Oswald...stavolta decido io dove si va", schiocco le dita, chiudo le porte del TARDIS che sbattono facendola voltare verso di esse.
La fisso, non distolgo mai lo sguardo quando mi concentro, soprattutto ora che mi sto avvicinando a lei silenziosamente.
"Do-ttore?" quest'aria imbarazzata, Clara? Ecco qui un lato che non conosco, cominciamo bene: sarà un viaggio lungo Clara, ed è nostro più che mai.
Mi avvicino ancora, che faccio? La mia pelle è ribelle, riesco a sentirla, riesco a sentire i miei cuori che palpitano sotto ogni centimetro di epidermide, spingono il sangue alla testa e ne ha davvero bisogno perchè in questo momento, confesso, non capisco più nulla.
C'è caldo, nel basso ventre, un calore che cresce quasi a diventare bollente, e Clara ne aumenta la temperatura con la sua solenne presenza.
Ma lei c'è, sta alla mia proposta di viaggio.
"Tutto bene, Dottore?"
Annuisco, io non ho più parole, sono le mie mani a parlare.
Parlano ora che una ha preso la sua nuca e l'altra la sua schiena, oh Clara, vieni qui.
Il sapore delle sue labbra è come quel...no, è unico.
Sono all'entrata della sua pelle, mi faccio spazio tra quelle labbra troppo loquaci e questo silenzio che le lega è bellissimo, per una volta impartisco io gli ordini saccenti Clara Oswald, e tu non hai parola alcuna, sei tu l'impotente adesso, questa è la mia dolce vendetta: tu, tra le mie mani, contro la ringhiera di questa macchina che ci vede sempre insieme, farebbe meglio a non guardare.
Le tue mani, le tue piccole mani vogliono prendere il controllo, le sento scorrere sulla mia camicia, ma no, non te lo permetto: le ho prese e le o allontanate da te, le stringo così forte che credo che loro stesse abbiano capito che non devono avvicinarsi a te, niente può farlo adesso.
Queste mie labbra che ora possiedono le tue, hanno detto spesso parole sbagliate e ora dimmi: sono perdonate?
Non puoi spingerti verso di me, solo io posso, io so respingere il tuo avanzare, il mio corpo è così unito al tuo che riesco a sentire triplicati i battiti del cuore, sei battiti, c'è anche il tuo adesso, chissà se tu riesci a sentirli i miei: se mi stringessi di più a te? Oh..così ora li senti di sicuro.
Ti stacchi dalle mie labbra e paradisiaco è il tuo volto che si mostra davanti ai miei occhi: riprendi fiato Clara Oswald con gli occhi chiusi.
Sembra non vogliano farmi entrare nel loro universo, ma le mie labbra sorridono: sono riuscito ad entrarci.
Queste mani che si avvicinano e ora sono tra di noi, contro il mio petto, contro i miei cuori, io le tengo sempre strette, guardo i tuoi occhi fissarmi e le tue labbra che si preparano ancora a chiedere, sempre loro, ogni volta come fosse la prima.
"Dottore.." mi sussurri dolcemente.
"Clara Oswald..." ecco, so parlare di nuovo.
Ma questo è l'effetto che mi fai, ogni volta che ti vedo.

Riprendo coerenza con la realtà e Clara è lì: è appena entrata dal TARDIS, ferma alla consolle e le mie mani non tengono le sue, ma solo i freddi comandi di questa macchina che stavolta non ha visto quello che ho visto io.
"Ci sei?"
"si?" sono stordito.
"ehm, ti ho chiesto dove si va questa volta" mi sorride.
Sospiro.
"eh...scegli tu, Clara, scegli un luogo o una storia e io ti ci porterò: semplice come sempre" cerco di non sembrare stralunato: lo sono vero?
"no dai, scegli tu Dottore" smuove qualche bottone, ah quelle mani.
"oh no, meglio di no" la mia mente ha compiuto ora il viaggio migliore, solo lei...o frose no.
Abbasso una leva e il TARDIS parte per delle coordinate che nemmeno io ho impostato.
"rotta casuale?" chiede lei. Annuisco, non capisco più nulla, dove è finito tutto quel sangue? Quello che da un cuore esce e nell'altro entra, dove diavolo è? Non lo so, però il cielo è ancora lì sopra: bravo Dottore, hai resistito...Bravo? Ne sei convinto?
Non sono convinto di nulla in questo momento, tranne di una cosa: il sangue è ancora nel basso ventre e il calore continua a bollire.
Ma che dire? Questo mi succede ogni volta che ti vedo, Clara Oswald.
   
 
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