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Autore: Inna    31/10/2015    2 recensioni
Halloween tra Strawberry e Ryan…
I due trovano un modo carino per festeggiare, un modo che hanno sempre desiderato poter sfruttare…
Dal testo:
-fanno schifo, hanno un aspetto inquietante- dico guardandoli uno ad uno amareggiata.
-non si deve mai giudicare un libro dalla copertina- dice allungando la mano verso i vermi e prendendone uno.
-si ma questi fanno veramente senso- insisto.
Vedo la sua mano con il verme in mano venire verso la mia direzione. Serro le labbra e mantengo lo sguardo puntato su quel coso bianco che Ryan tiene fra le dita.
-mmm…- scuoto la testa pregando che me lo allontani dalla faccia.
Invece di allontanare la mano avvicina il viso, i suoi occhi sono così vicini ai miei, talmente vicini che vedo il mio riflesso, il suo naso sfiora quasi il mio e il suo respiro si spezza contro il mio.
O mio dio, il cuore... sta battendo forte, troppo forte.
Smettila di fare così stupido organo, è solo quel presuntuoso di Shirogane.
Genere: Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ichigo Momomiya/Strawberry, Ryo Shirogane/Ryan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Happy Halloween

 
 
Come siamo complicate noi ragazze, passiamo ore e ore a prepararci per una piccola festa, abbiamo un unico obbiettivo; essere perfetta, la più carina della festa e avere gli occhi del ragazzo di cui siamo innamorate addosso.
Voglio che lui mi guardi per tutto il tempo e che pensi solamente saltarmi addosso, deve lottare con se stesso per non farlo.
Se non l’ho fa me la paga, perché da oggi pomeriggio che sono richiusa in bagno a depilarmi tutta.. ma tutta tutta tutta. Quando dico tutta perché davvero TUTTA, anche lì mi spiego, anche la patatina me la sono depilata, l’ho resa bella pulita, così da essere carina per il mio ragazzo. Per questo dico, se Mark non mi salta addosso davvero lo uccido, per ripagarmi del dolore fisico che ho sopportato oggi minimo minimo mi deve mangiare.
Giuro sarò una panterona se mi porta a letto questa sera.. o mamma mia Strawberry datti una calmata, non sei in te cavolo.
Conoscendo Mark non mi porterà mai a letto questa sera, anzi farà di tutto per riportarmi a casa nell’orario che mio padre ci darà, che sarà per le undici, proprio esagerando.
A volte mi fa davvero rabbia quel suo modo di fare da bravo ragazzo. Vorrei che mi prendesse e mi sbattesse sul muro e che mi faccia sua.
 
L’astinenza di un mese inizia a farsi sentire, dio mio sembro un maschio, solitamente sono loro che hanno voglia di prenderci e sbatterci contro il muro e farci loro. Sono loro che hanno l’ormone attivo, eppure in questo momento io mi sento più vogliosa del mio ragazzo.
Finalmente sono pronta devo solo mettere il vestito.
-Strawberry, è arrivato il tuo ragazzo- urla mamma dal piano di sotto.
Infilo il vestito nero lentamente mi do un’ultima occhiata, voglio avere ogni cosa apposto quando lui mi vedrà.
Mi passo una ciocca di cappelli che ho colorato di viola dietro l’orecchio, aggiusto il cappello nero enorme da strega, con un dito mi pulisco il rossetto scuro.
Sodisfatta del mio aspetto da streghetta esco dal bagno, e mettendo un piede davanti all’altro con le calze lunghe rigate e il tacco alto nero mi avvio verso le scale.
Guardando i film americani mi sono innamorata della scena dove lei scende le scale davanti a lui, il quale la guarda rapito.
Cerco di andare piano e con lo sguardo penetrante, prendo a scendere i gradini.
Purtroppo per me, non ho lo stesso effetto, lui non è rimasto a bocca aperta quando sono scesa, si perché non è alla soglia della porta ad aspettarmi. Mio padre con la sua ficcanaggine lo ha trascinato in cucina.
Gli trovo seduti, con mio padre, in mano una foto mia da piccola, del primo giorno di scuola, che glielo mostra.
-questa è la mia bambina, giuro che lo mangio vivo chi osa toccarla, la voglio pura com’era in questa foto. Siamo intesi?- chiede minaccioso, vedo Mark in difficolta, povero piccolo.
-papà smettila di fare il ragazzino- lo riprendo.
Si voltano a guardarmi.
Mio padre è rimasto di stucco, mi sta guardando manco fossi un ufo, mentre dallo sguardo di Mark non capisco molto, ma è comunque rimasto stupito.
-dove vai vestita così?- domanda papà.
-alla festa- rispondo con tono ovvio.
-ma sei scema?- urla papà infastidito.
-tesoro è giovane, lasciala divertire come può- interviene mamma con la sua dolcezza.
Sto per scoppiare in lacrime, grazie mamma di esistere, almeno tu hai un po’ di sale in zucca. Ti adoro.
-guardala è nuda- papà continua a parlare scandalizzato indicandomi.
-amore mio..- gli dice mamma avvicinandosi a lui mentre lo guarda in modo smielato… o no vi prego non di fronte al mio ragazzo –anche tu ti sei innamorate delle mie gambe, proprio perché mettevo quelle gonne corte- aggiunge lei facendomi imbarazzare in modo smisurato.
O mio dio, ora lui cosa penserà di me dopo aver sentito i discorsi degli adulti con i quali vivo.
-Mark..- lo chiamo cercando di distoglierli l’attenzione di quella scena pietosa.
Li sta guardando sorridendo, ti prego, chi sa cosa sta pensando?
O no no no, ora si stano baciando.
-andiamo- strillo quasi per la vergogna che sto provando in questo momento.
-sì- dice lui alzandosi sorridente.
Ci avviamo verso l’uscita della cucina lasciando i vecchi baciarsi in quel modo volgare. O mio dio quella era una lingua?
No, devo cancellare quell’immagine.
-per le dieci- dice papà.
-ma?!- sbraito io.
-caro- lo riprende mamma.
-ok dieci e mezzo- grazie molte papà.
-dieci e mezzo? Ma se tu stavi alle feste fino alle due- lo riprendo arrabbiata.
-si ma io ero più responsabile- dice l’uomo con la donna sulle gambe e punisce la figlia solo perché lui sta diventando un vecchio decrepito.
-col cavolo che torno a quell’ora- rispondo uscendo.
-signorina- urla papà dalla cucina ma viene zittito dalle labbra di mamma.
-non vorrei tornare a casa e ritrovarvi ancora occupati a concepire i miei fratellini- dico uscendo dalla porta e richiudendola alle mie spalle.
Mark sorride dolcemente. Chi sa cosa sta pensando.
Camminiamo uno affianco al altro, parlando, come una vera coppia. O mamma ma noi siamo una vera coppia.
-piccola sei proprio carina questa sera- ecco la famosa frase che vorremo tanto sentirci dire, e poi come la pronuncia lui con quella voce tenera e quel sorriso che ti fa sciogliere come un budino è proprio meraviglioso.
Arriviamo al caffè. O mio dio, non è lo stesso, non è quello dove ieri ho lavorato.
Il giardino è immerso in una nebbia artificiale ma che rende bene l’idea, lungo il viale ci sono delle zucche intagliate che fanno spavento, sembrano vere creature oscure.
Mi attacco al braccio di Mark, mamma mia, ho paura, troppa paura.
Arriviamo alla porta d’ingresso, la quale è stata dipinta di nero e sopra di essa calano delle enormi ragnatele, con dei ragni grandi neri.
-o mio dio si è mosso- sussurro impaurita nascondendomi dietro la schiena di Mark.
-Piccola è finto, è un ragno robotico- dice lui dolcemente.
Apre la porta e facciamo ingresso nella sala principale, anche qui completamente diverso. Le mura e le finestre sono state coperte da enormi tende scure, come la soffitta e dalla quale pendono ragni e pipistrelli. Sui tavoli ci sono grosse zucche intagliate come nel viale.
-benvenuti- ci accoglie una voce che purtroppo conosco molto bene.
Distolgo lo sguardo dalla sala e dalle numerose persone che lo ospitando.
Lo poso piano sulla figura davanti a noi. Non è tanto diverso dal solito, a me sinceramente sembra il solito.
Ci sta guardando con quel suo modo di sufficienza, mamma mia come non l’ho sopporto.
Perché continua a guardare Mark con quella faccia disgustata.
-bella festa- dice Mark con gentilezza. Ovviamente quel presuntuoso non risponde. Gliene direi quattro ma non voglio fare figuracce davanti al mio ragazzo.
-da cosa ti sei travestito scusa?- gli domando accigliata guardando il suo “costume”. Pantaloni marroni, maglietta verde, una fascia sulla fronte, e due finte cicatrici, una sulla guancia e l’altra sul braccio.
Mi rivolge uno sguardo di sufficienza per poi allontanarsi.
-mmm che presuntuoso- mormoro irritata –gli sembra il modo di trattare gli ospiti?- chiedo irritata.
-piccola non ti preoccupare- mi rassicura il mio ragazzo.
Si piega in avanti e mi lascia un lungo bacio a stampo. Non so perché ma ho come l’impressione di essere osservati da qualcuno.
-allora cosa vuoi fare?- mi domanda il mio bellissimo ragazzo, anche se non è biondo e con profondi occhi azzurri, lo trovo bellissimo.
-voglio assaggiare i dolci di Kyle- dico indicando il tavolo del buffet.
Sorride per poi seguirmi.
Prima di arrivare al tavolo ci imbattiamo in Paddy.
-ciao piccola scimmietta- la saluta Mark.
-hei ragazzi- salta di gioia la piccola biondina, anche se è travestita da scimmietta, ha quell’aspetto grazioso.
-o mamma mia Strawberry il tuo costume è bellissimo- inizia a farmi i complimenti girandomi intorno –siete proprio una bella coppia voi due- aggiunge.
Arrossisco come un peperoncino.
-grazie- risponde Mark gentilmente.
-perché ti sei vestita da scimmietta?- chiedo a Paddy guardandola accigliata. Credevo volesse far cadere Tart ai suoi piedi e vestita così non credo concluderà molto.
Lei sorride arrossendo vistosamente, si avvicina al mio orecchio per sussurrarmi –Tart adora le scimmie.-
Che tenera.
-capito- aggiungo semplicemente.
Al gruppo si uniscono anche le altre. Lory vestita da fata, da Trilli, Mina da Catwoman e Pam da Cawgirl.
Mentre parliamo, Mark intravede dei suoi amici.
-piccola mi scusi un attimo che vado a salutare dei miei amici là?- chiede gentilmente.
-si certo, vai pure.-
Lo vedo allontanarsi. Le altre si tuffano in pista dopo che alla radio è partita una canzone ballabile.
Nel frattempo me ne approfitto per andare al buffet.
Mi avvicino affamata dei dolci di Kyle.
Trattengo uno strillo isterico.
Mi porto una mano al petto per calmarmi e regolare il respiro.
Cosa sono queste cose?
Ragni? Vermi?
Occhio umano?
Sangue?
È un incubo.
Riporto nuovamente lo sguardo sul tavolo e scopro purtroppo che non è un incubo.
-che schifo- mormoro anche se lo urlo qui non mi sente nessuno a causa della musica.
Mi raggiunge una risata divertita.
Volto il capo verso la provenienza della risata.
Gli occhi si accendono, darei fuoco a quella testa bionda al istante.
-perché non mangi streghetta?- chiede ironico avvicinandosi per poi fermarsi vicino a me.
-come faccio a magiare ragni e bruchi?- chiedo irritata.
Non vedevo l’ora di mangiarmi qualche dolce di Kyle, invece scopro che hanno un aspetto disgustoso.
-sono dolci- dice sinceramente divertito della cosa, soprattutto della mia faccia disgustata mentre guardo quelle schifezze sul tavolo.
-fanno schifo, hanno un aspetto inquietante- dico guardandoli uno ad uno amareggiata.
-non si deve mai giudicare un libro dalla copertina- dice allungando la mano verso i vermi e prendendone uno.
-si ma questi fanno veramente senso- insisto.
Vedo la sua mano con il verme in mano venire verso la mia direzione. Serro le labbra e mantengo lo sguardo puntato su quel coso bianco che Ryan tiene fra le dita.
-mmm…- scuoto la testa pregando che me lo allontani dalla faccia.
Invece di allontanare la mano avvicina il viso, i suoi occhi sono così vicini ai miei, talmente vicini che vedo il mio riflesso, il suo naso sfiora quasi il mio e il suo respiro si spezza contro il mio.
O mio dio, il cuore... sta battendo forte, troppo forte.
Smettila di fare così stupido organo, è solo quel presuntuoso di Shirogane. Sì, ma con degli occhi che ti penetrano l’anima e un viso che mio dio sembra stato scolpito da uno scultore.
Non riesco a muovermi, è come se con il suo sguardo mi ha ipnotizzato. Vorrei allontanarmi ma non ci riesco. 
Apre la bocca per mordere il verme che ha in mano.
Vederlo masticare quella schifezza mi sale un connato di vomito che trattengo portandomi le mani alla bocca.
-scema è cioccolato bianco e cocco- mi mostra il dolce che ha in mano, ma per quanto sia vero, non riesco a trattenermi. L’ho visto che mangiava un verme.
Scappo via, devo assolutamente andare in bagno. Mi faccio strada tra la folla, nel corridoio incontro Kyle il quale fa per salutarmi con uno dei suoi sorriso. Scusami tanto amico mio ma devo andare a vomitare a causa di uno dei tuoi vermi dolci.
Mi accovaccio sul water e rigetto tutto.
Che sensazione schifosa.
-sai ho avuto lo stesso effetto quando ho visto voi due baciarvi quando siete arrivati- arriva la sua voce tagliente.
Mi volto per lanciarli uno sguardo carico di odio per poi rigirarmi e vomitare perché l’ho visto ancora mangiare un verme.
Mamma mia se mi fa rabbia.
-va via- gli ordino di andarsene, non voglio sentirlo masticare perché so cosa sta mangiando –non ti voglio vedere- sbraito arrabbiata.
Lui non risponde come non si muove dallo stipite della porta.
-ehi piccola va tutto bene?- arriva Mark di corsa.
O no, non voglio che mi veda vomitare.
Chiudo la porta del box alle mie spalle.
-sta bene?- dice Ryan.
Alle sue parole sbotto un’altra volta.
-cos’hai piccola?- sento bussare alla porta.
Ryan me l’ha paghi.
Mi riprendo ed esco dal box, fuori c’è il mio ragazzo seriamente preoccupato mentre l’altro se ne andato.
Dopo aver rassicurato il mio ragazzo ritorna alla festa mentre io mi do una sistemata.
Ritorno anche io e per dimenticare quella spiacevole situazione vado dal mio ragazzo e lo abbraccio stretto stretto.
-voglio ballare- dico con gli occhioni grandi.
Lui arrossisce –piccola vorrei ballare con te ma non posso, non so ballare- dice amareggiato. Uno dei suoi amici si offre volontario.
-te l’ho puoi scordare- interviene Mark geloso. Questo non fa che alimentare la mia voglia di lui.
Dio come vorrei mi prendesse da parte e mi facesse sua in modo selvaggio.
-vado a ballare con le altre- gli dico per poi andare verso le mie compagne di squadra con le quali abbiamo lottato contro gli alieni.
Inizio a seguire il ritmo della musica e muovermi secondo le sue vibrazioni, Lory sta ballando con me per non lasciarmi sola.
Tengo lo sguardo sul mio ragazzo il quale, non sembra poi così tanto interessato a guardarmi.
Ho come l’impressione che lui non mi vuole portare a letto. Gli farò cambiare idea.
Muovendo il corpo molto lentamente mi avvicino al mio ragazzo e lo prendo per un braccio – ti prego vieni a ballare con me- gli sussurro in modo sensuale.
Lui imbarazzato rifiuta il mio invito.
Sentendomi una stupida mi allontano da lui per ritornare in pista.
Trovo Kyle per strada, lo afferro per la mano e lo trascino in pista con me. Lui mi segue per farmi contenta.
-Kyle perché ti sei fatto convincere da Ryan e hai fatto quei dolci disgustosi?- gli domando assumendo un’espressione da cane bastonato.
Lui sorride semplicemente senza darmi una risposta –davvero mi fanno senso, non ne riesco ad assaggiare nemmeno uno e, come se non bastasse per colpa loro e di Ryan sono stata male- parlo ma sono sicura che molto di quello che ho detto lui non lo ha capito perché la musica è davvero alta.
 
 
Sono seduta su un divano messo in un angolo a guardare da lontano il buffet, con il broncio da ragazzina. Sono arrabbiata ma che dico di più, giuro se becco quel biondino sbruffone gliela passo la voglia di mangerei quelle schifezze a suon di pugni.
-ehi!- ecco parli del diavolo.
-Ryan davvero non sono dell’umore- dico senza mai distogliere lo sguardo amareggiato dal buffet.
Si siede accanto a me, la sua coscia coperta dai pantaloni marroni, di non so quale personaggio si sia travestito, struscia contro la mia fasciata dalle calze da strega.
Perché cavolo un brivido partito dall’esatto punto dove lui mi ha toccato si è sparso per tutto il corpo, e mi è piaciuto anche.
Non devo pensarci è solo un caso…
-senti Strawberry- mi sussurra vicino all’orecchio per farsi sentire da me.
O MIO DIO se mi è piaciuto sentire il mio nome pronunciato con quel tono gentile e sensuale direttamente nell’orecchio, se mi è piaciuto il suo alito rompersi contro la mia pelle.
Non è il mio ragazzo però quando mi è vicino, perdo la testa.
Sarà un caso anche questo?!
Ti prego ripeti il mio nome…
-sono stato uno scemo prima, credo, anzi ho esagerato, quando ho visto che stavi male non avrei dovuto continuare, scusami- parla lentamente, io stupidamente  pendo dalla sua bocca, vorrei che non finisse mai di parlare che continuasse per sempre a fiatarmi sul collo e sussurrarmi al orecchio.
Dio mio sembra a me o qui inizia a fare veramente caldo?
Sto per sciogliermi, il suo profumo mi sta dando alla testa. Calmati Strawberry e ripigliati, lui è Ryan Shirogane, sicuramente ha qualcosa in mente.
Guardati le spalle da lui.
Mi alzo in piedi di scatti e punto il dito –infatti non avresti dovuto, però lo hai fatto- dico rabbiosa. Lui mi guarda dal basso. O mamma mia aiutami… dammi la forza per non saltarli addosso.
Guarda le sue iridi però, come sono chiare, maledettamente belle.
-scusa- dice senza mai lasciar andare il mio sguardo.
Rimango impalata in piedi senza battere ciglio.
Si alza in piedi, mi prende per mano e mi porta in pista. Anche se la canzone ci invita a saltare come matti, lui mi afferra per la vita stringendomi a sé e mi trascina in un lento.
Cavolo, il suo corpo è così caldo e confortante.
Perché il mio cuore sta battendo all’impazzata?
Ryan, perché sei come una droga, il tuo profumo m’inebria la mente, il tuo calore mi scalda il cuore e la tua voce… beh la tua voce è davvero rara.
Chiudo gli occhi, sentendomi avvampare.
Le braccia di Ryan mi sembrano così forti e sicure, quando mi abbraccia, sento che potrei affrontare il mondo intero.
Apro gli occhi e vedo i suoi guardarmi persi, rabbrividisco.
-sei davvero carina- dice a fior di labbra, ma abbastanza forte da arrivarmi direttamente al cuore.
Niente, il mio cuore è partito per la tangente.
Nascondo il viso nell’incavo del suo collo, questa mia semplice azione ha una reazione abbastanza forte su di lui. Qualcosa all’altezza del mio bassoventre si muove, da persona cosciente dovrei allontanarmi da lui e non avvicinarmi mai più a un certo tipo di rapporto, invece non mi muovo, da brava incosciente quale sono.
Il fatto è che ho suscitato una reazione forte su di un ragazzo che ha lo stesso effetto su di me, in questo momento non sto più capendo nulla.
Mi sento afferrare per il braccio e tirare indietro.
Vado a finire contro il petto del mio ragazzo.
-lei è la mia ragazza- il tono di voce dura di Mark non l’ho mai sentita prima, è arrabbiato.
Ryan, con la freddezza che lo caratterizza, non risponde a Mark, semplicemente mette le mani in tasca e mi guarda. Non è lo sguardo di prima, quello perso del mio aspetto, della mia presenza, ma quasi irritato, disgustato.
Vederlo così mi trasmette dei brividi, non di paura ma di piacere.
Maledizione sono attratta di lui da una vita, ma ho sempre cercato di ignorare quei sentimenti che aimè sono sempre più forti e insistenti.
Vorrei tanto che fossero rivolti al mio ragazzo, invece non è così.
Mi trascina via, mentre il mio sguardo cerca quello del mio capo.
 
Sono le nove e mezza e dio se mi sto annoiando. Mark non fa che parlare e parlare, non ha nemmeno una volta provato a sfiorarmi la coscia o semplicemente darmi un bacio a stampo, nonostante tutte le mie espliciti provocazioni.
Vorrei che mi facesse rabbrividire come ha fatto Ryan.
Voglio allontanarmi da qui altrimenti rischio di arrabbiarmi maggiormente con Mark. Mi fa sentire inutile, non desiderata.
Mi alzo dal divano e lo lascio nuovamente in compagnia dei suoi amici.
A quanto pare preferisce stare con loro. Scema io che ho passato l’intero pomeriggio a depilarmi e farmi bella, a cosa è servito a nulla.
Arrabbiata come una iena, cammino avanti e indietro vicino al buffet. Cavolo ho fame, speravo davvero di potermi mangiare i dolci di Kyle.
Alle mie spalle, sento la presenza di un corpo, mi sta sfiorando appena, ma sento il suo calore e sento quel profumo che cavolo, questa sera mi sta facendo impazzire.
-hai fame?- mi sussurra vicino all’orecchio.
Mille brividi mi percuotono indomabili.
Il suo fiato che si spezza contro la pelle del collo.
Inutile dire che sto impazzendo e che voglio essere toccata dalle sue mani.
-ho fame…- dico accorgendomi che la voce mi muore in gola.
-ne vuoi provare uno?- domanda avvicinandosi di più. Il suo petto ora finisce contro la mia schiena. Mamma mia come bramavo questo contatto.
Appoggia una mano al mio fianco mentre l’atra sul braccio, mi sfiora appena, ma sto morendo.
-s-si..- dio mi trema la voce.
Calmati Strawberry, è solo Ryan… ma chi voglio prendere in giro, io lo desidero da matti, lui mi è entrato dentro dalla prima volta che ci siamo incontrati.
La sua presa sulla vita si fa più pesante ed io sto rabbrividendo, eppure sento caldo, molto caldo.
-Vuoi mangiare uno di questi dolci?- mi sfiora l’orecchio con le sue labbra.
O ti prego, non c’è l’ha faccio più. O dio.
-mm..- mormoro ricordandomi la sua domanda e a cosa si riferisse.
-chiudi gli occhi- mi ordina, ma senza farmelo pesare, anzi è perfino piacevole.
Faccio come mi dice, chiudo gli occhi mentre il cuore va velocità esagerato.
-Strawberry… - o mamma mia, senti il suono del mio nome, com’è bello e sensuale -.. apri la bocca.-
Apro la bocca aspettando lui, una sua mossa.
La mano che era sul mio braccio non è più li, o dio sto aspettando quella mano.
-Mordi- dice, e io non posso che farlo. Mordo e la mia bocca si riempie del sapore gustoso e buonissimo del cocco.
-mm... buono- sussurro con gli occhi ancora chiusi.
-apri gli occhi- dice questa volta. Apro gli occhi e tra le sue dita vicino alla mia bocca, c’è uno di quei vermi disgustosi, però solo la metà. Lo guardo e realizzo.
Giro il capo verso il suo per guardarlo e lui mi sta osservando con espressione seria.
Mi apro in un sorriso –buono- dico con il sorriso sulle labbra. Mi volto nuovamente verso la sua mano.
Prendo in bocca il resto del verme al cocco e metta delle sue dita, con la punta della lingua gli sfioro le dita. Lui non mi lascia il dolce cadere in bocca, continua a sorreggerla anche dentro la mia bocca.
Con la lingua afferro il dolce togliendoglielo dalle dita, lentamente trascina fuori le sue dita.
Inarco la testa facendola posare contro il suo incavo del collo e respirare profondamente –grazie.-
-prego- aggiunge lui accanto al mio orecchio.
Sento le sue labbra calde posarsi contro la pelle del mio collo dove mi lascia un lungo bacio.
Vorrei che non smettesse di baciarmi.
Il ragazzo mi sfiora con la lingua il tratto di pelle dove lui la sta già torturando, ora mi sta facendo impazzire e tutto questo sta accadendo in una sala colma di gente nella quale c’è perfino il mio ragazzo.
La punta della sua lingua mi sta torturando il tratto di pelle, sfiorandola appena quando invece vorrei sentirlo più pressante.
Ecco che nuovamente sento i suoi pantaloni gonfiarsi e a questo punto mi sfugge un gemito di piacere.
La mano che ho leccato poco fa ora si è posata sul mio fianco e mi sta accarezzando con ossessione. Scende giù sempre più in basso fino ad arrivare all’orlo della gonna corta del mio costume.
Il corpo sta bramando i suoi tocchi, i miei sensi sono in estasi, so che qui non è il luogo più adatto ma cavolo non riesco ad abbandonare il suo corpo.
La sua mano è sulla mia coscia, e la scia che sta lasciando, brucia. Le sue dita mi arrivano a toccare appena sotto il sedere senza mai toccarlo veramente, ma i brividi sono così piacevoli che non capisco nulla.
I gemiti mi stano sfuggendo sempre più.
Si stacca dal mio collo lasciandomi una sensazione di vuoto, non voglio che si stacchi dalla mia pelle, ho bisogno disperato delle sue labbra.
-vieni in camera mia- sussurra al mio orecchio.
Chiudo gli occhi, sentendomi al settimo celo.
-aspetta due minuti prima di seguirmi- aggiunge allontanandosi e lasciandomi una sensazione di vuoto.
Guardo i dolci sul tavolo. Allungo una mano e ne afferro uno, lo metto in bocca e lo mastico sentendomi avvolta dal suo piacere. Sorrido come un ebete, ripensando al primo morso e a quello dopo con il primo dolce che lui mi ha fatto assaggiare.
-wow, alla fine li stai mangiando- dice la voce sorpresa di Mark.
O mamma mia che spavento. Porto una mano al petto come per sostegno.
Alla mente mi balena per un attimo, prima, Ryan che mi toccava, e il mio ragazzo era in sala da qualche parte, ma a quanto pare non si è accorto di nulla.
-ho chiuso gli occhi e ne ho afferrato uno- mento.
-brava piccola- si avvicina facendo per abbracciarmi. Mi ritiro indietro sentendo che quel gesto sia sbagliato, fastidioso. Non voglio essere toccata da nessuno...
-cos’hai piccola?- domanda guardandomi preoccupato.
C’è Ryan che mi sta aspettando in camera sua ed io voglio assolutamente andare da lui.
Se solo sapesse cosa sta passando per la testa della sua ragazza non so se mi guarderebbe dolcemente.
-ho mal di pancia, scusami, torno subito- dico oltrepassando il mio ragazzo.
Non mi sento assolutamente in colpa per questo. Non mi sento di star tradendo nessuno, perché io sono sempre stata attratta dal biondo.
O no?
Prendo il corridoio per arrivare verso camera sua, quando vengo afferrata per il polso e messa con le spalle al muro, incastrata dal peso del corpo di lui.
-Ryan..- sussurro come per accertarmi che sia veramente lui.
-sono Robin Hood- mi coregge sorridendo.
I nostri occhi si stano divorando, non smettiamo di guardarci.
Lo afferro per il coletto della maglietta per attirarlo a me. Non resisto oltre, voglio le sue labbra sulle mie.
La sua mano va dietro il mio collo, provocandomi mille brividi mentre l’altra sulla schiena. Le nostre labbra si avvicinano lentamente e vogliose, desiderose di sentire il sapore del altro sulle proprie labbra.
I nostri respiri pesanti e caldi si spezzano uno contro l’altro.
La punta del suo naso arriva a toccare la mia e trasmettermi altri mille brividi e quella voglia matta di divorarlo.
Chiudo gli occhi d’istinto aspettando quel momento quello dove quella piccola distanza viene spezzata.
E il momento è bellissimo, mi lascia senza fiato… quando le sue labbra si posano sulle mie gentilmente ma vogliose… beh il mio cuore fa i salti mortali.
Sono bramose e languide… lasciarmi trasportare da quel bacio è la sensazione più bella e piacevole del mondo.
La sua mano sulla mia schiena, mi sta stringendo sempre più attirandomi al suo corpo mentre piano piano scivola tralasciandomi una scia di fuoco dietro. Arriva a posarsi al mio sedere e a stringermelo forte. Sussulto di piacere, perché mi sento desiderata ardentemente da lui ed io desidero lui altrettanto.
Le mie mani lo stano attirando a me vogliose e le sue altrettanto, i corpi sono avvinghiati tra di loro ma si desiderano ancora di più.
Si stacca appena dal bacio tenendo le nostre labbra superiori attaccate –ho voglia di te- la sua voce rocca e vogliosa, mi istiga a baciarlo ancora di più.
Attacco le mie labbra alle sue e infilo la mia lingua nella sua bocca, trovo subito la sua lingua vogliosa e desiderosa ad aspettarmi e legarmi in una danza sensuale.
Mi spinge ulteriormente contro il muro facendo aderire completamente la mia schiena a essa, intrappolandomi tra il suo voglioso corpo e la parete fredda. La mia mente non capisce più nulla, mi sorreggo al suo collo e senza mai fermare la danza tra le nostre lingue porte entrambe le gambe alla sua vita, lui prontamente con la mano sotto il mio sedere mi aiuta.
Dopo un lungo periodo a divorarci, ci dividiamo per riprendere fiato.
Avvicino la bocca al suo orecchio per poi sussurrare –portami a letto.-
Lui in risposta prende a baciarmi il collo e s’incammina verso camera sua con me in braccio.
Mi sta sostenendo per il sedere ed io mi reggo con le gambe attorno alla sua vita.
Sale le rampe delle scale fino a raggiungere la porta di camera sua, apre la porta rivelandomi quella stanza dove sono stata due volte anche quelle per pochissimi minuti.
Vengo gettata sul letto e lì lascio la presa aprendomi sopra le sue coperte. Sento il suo profumo che le coperte emanano, voglio morire ora. Ho sempre desiderato trovarmi in questo letto e ora eccomi qui, meglio di come me lo ero sempre immaginata.
Lui è maledettamente bello.
Si abbassa per lasciarmi un bacio sulla bocca facendomi sentire veramente bene.
Si stacca dalle mie labbra per scendere sul collo e farmi partire altri brividi e scariche di piacere.
Le mie mani lo accarezzano sulla schiena mentre lui non si ferma, continua a scendere più in basso…. Rabbrividisco alla sola immagine di lui e delle sue labbra arrivare al centro dei miei seni e rivolgermi uno sguardo sexy.
Si solleva senza proseguire più lasciandomi a bocca asciutta.
Afferra deciso la coscia sollevandola leggermente, con una mano la sorregge e con l’altra inizia a levarmi la calza da strega.
Il suo sguardo rimane puntato sul mio ed io non posso assolutamente distoglierlo perché sono completamente rapita.
Getta la calza a terra e tenendo lo sguardo sul mio, posa le sue candide labbra sul mio piede lasciandomi mille brividi di piacere. Con la bocca lascia dietro una scia scottante, il suo sguardo sensuale, continua a imprigionarmi in esso e la sua bocca a farmi impazzire.
Lentamente scende a baciarmi lungo la gamba arrivando alla coscia e sempre più all’interno.
Trattengo a stento un gemito di piacere.
Il biondo non stenta a fermarsi, le sue calde labbra arrivano sempre più all’interno della coscia, con una mano mi alza la gonna del vestito mostrando le mutandine interamente in pizzo nero, lo sguardo del ragazzo per un attimo si perde a guardarlo per poi aprirsi in un sorriso.
La sua bocca non si ferma…. o mammamia, non è vero che lui sta per baciarmi anche lì…
Non faccio in tempo a concludere quel mio pensiero quando sento le sue labbra sopra la stoffa nera, e non solo le labbra, ora sta usando la lingua, mi sta bagnando le mutandine.
Inarco la schiena apprezzando completamente quel gesto.
Con le dita scosta la stoffa su di un lato mostrandosi la mia intimità, la guarda per qualche secondo ed io divento ancora più rossa se questo è ancora possibile.
Chiudo gli occhi imbarazzata –stai tranquilla..- sussurra facendomi riparie gli occhi e portarli su di lui -… hai una bella vagina- il suo sguardo languido non mi fa più capire nulla.
Si riabbassa prendendo a leccarmi il clitoride, incurvo la schiena lanciando la testa all’indietro, lui continua a leccarlo facendomi impazzire.
I gemiti non riesco più a sostenerli, lascio libero sfogo alla mia voce colma di piacere che rimbomba nella stanza.
Lui non si stacca da me continua a leccarmi e una mia mano va a intrufolarsi tra i suoi capelli, lo accarezzo delicatamente, la sua lingua tocca un punto che mi fa impazzire di piacere, la mia stretta sui suoi capelli si fa forte e pesante, lo incito a continuare.
O mamma mia se è bravo.
Sento di poter venire ore, nella sua bocca, di poterli sporcare la lingua.
-Ryan- urlo il suo nome tra i gemiti.
Sentirsi chiamare da me lo fa impazzire, perché si alza in ginocchio e si sfila via la maglietta gettandola a terra, mi alzo a mia volta e lo aiuto a sbottonarsi i pantaloni.
Siamo entrambi presi e non stiamo capendo nulla, ma credetemi è la sensazione più bella del mondo non capire nulla con lui.
Anche i pantaloni volano via, è rimasto in boxer, grigi, rigonfi.
Lo guardo negli occhi e lui dolcemente si avvicina al mio viso posando le sue labbra sulle mie, sento il mio sapore sulle sue, il sapore del mio piacere. La sua mano prende la mia e la porta sopra il rigonfiamento. Tentenno prima di afferrarlo da sopra la stoffa, ma la sua mano presente mi fa decidere e afferrarlo.
Le nostre bocche si vogliono languide e vogliose mentre la mia mano sta dando piacere a lui.
Sentendomi più sicura di poter fare tutto, gli sfilo i boxer, lui con una spinta mi allontana facendomi cadere sul letto, appoggia entrambe le mani ai lati della testa mi guarda per qualche secondo per poi abbassarsi e baciarmi.
Le sue mani vagano sul mio corpo, sul fianco accarezzandomi lentamente, fino a quando non arriva alla cerniera, la scorre verso il basso e lentamente inizia a sfilarmelo via. Inarco la schiena per facilitarli il lavoro. In qualche secondo mi ritrovo in intimo e vogliosa più che mai.
La sua bocca si posa sul collo, lasciandomi umidi e languidi baci che lentamente si ritrova a scende dal collo al petto e in mezzo ai miei seni, la sua mano arriva dietro la schiena e in un attimo slaccia il reggiseno. La freschezza del ambiente ma soprattutto le sue mani, i suoi tocchi, mi induriscono i capezzoli.
Le sue labbra si trascinano verso il seno sinistro arrivando al capezzolo dove si sofferma a succhiarmelo e leccarlo, con la mano tra le dita prende l’altro stringendolo forte.
Sto gemendo di piacere a causa della sua bocca. Vorrei che non si fermasse mai.
La sua bocca sembra non volersi fermare e continua a scendere verso il basso, le sue mani lo precedono, le quali afferrano l’elastico delle mutande tirandole verso il basso e io alzando il sedere per lasciarli fare.
La sua bocca ritorna ancora lì facendomi godere ancora di più mentre i suoi occhi non smettono di cercare i miei.
Si solleva dopo avermi fatta godere, appoggia entrambe le mani sopra le mie ginocchia e le spinge verso l’esterno facendomele aprire ulteriormente, per poi togliere una mano e portarla al suo cazzo.
Lentamente lo avvicina alla mia intimità penetrandomi, una volta che lo mette tutto dentro di me facendo piano per non farmi troppo male, si abbassa avvicinando i nostri visi, così da poterci guardare negli occhi mentre godiamo insieme. Inizia a muoversi lentamente e a ogni suo movimento sento di poter impazzire di gioia.
Accelera le spinte, facendo sempre più veloce e anche i nostri respiri accelerano, diventando più pesanti e rari.
I suoi occhi sono diventati di un blu scuro e lucidi e cavolo se la sua espressione non è eccitante.
Sto impazzendo…
Porto le mani una dietro il suo collo e l’altra dietro la schiena.
I nostri gemiti si confondono con la musica della festa… la sua voce colma di piacere mi fa godere ancora di più.
Siamo al culmine, non credo di poter resistere oltre, non con il suo viso davanti e il piacere che mi sta donando.
-piccola..- gemme.
Non resisto e scoppio… vengo raggiungendo l’apice di piacere.
Lui viene subito dopo, scoppiando.
Cade al mio fianco sfinito, voltiamo il capo uno verso l’altro per poterci ancora guardare negli occhi.
-sei bella anche dopo averlo fatto..- asserisce sorridendo.
Non dico nulla perché sono sfinita.
Stiamo in silenzio per non so quanto tempo, ci guardiamo negli occhi mentre riprendiamo fiato.
-è stato bello- dico piacevolmente soddisfatta.
-si lo è stato..- sorride continuando a guardarmi –alla fine ti ho rubato… esattamente come fa il personaggio che interpreto questa sera- dice sogghignando.
-scemo- li do un pugno sulla spalla come a riprenderlo.
Lui sorride divertito.
-mi hai rubata solo per questa sera, ti devi impegnare molto di più per rubarmi per sempre a lui- lo informo seria.
-è una sfida?- chiede.
-sì- rispondo.
Si avvicina per lasciarmi un bacio sulla punta del naso.
-allora sarai mia….-
 
 
 
 
 
  
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